"ETERNARE LA VITTORIA ATTRAVERSO IL PASSATO" La monumentalistica funebre tra classicismo e medievalismo (original) (raw)

Per un approccio storiografico alla monumentalizzazione della morte dei sovrani medievali

Hortus artium medievalium, 2019

In this article the main historiographical steps on royal monumental burial of the last twenty five years are retraced. To try to understand the main epistemological aspects of the research on this topic, in the following pages I would like to go back to the mid-twentieth century by expanding the analysis towards the first onset of a new interest in the theme of death, which is inextricably connected with the very idea of tomb, as well as to the funerary sculpture as an autonomous artistic genre. Taking into account the elements of the discussion raised so far, I will examine the French and the German historiography for the undeniable propulsive role of the theories and methods played during the twentieth century and at the beginning of the new millennium. 1 Sul lessico relativo a questi temi, da ultimo, M. LAUweRS, Sépulcre, sépulture, cimetière. Lexique, idéologie et pratiques sociales dans l'Occident médiéval, in Qu'est-ce qu'une sépulture? Humanités et systèmes funéraires de la préhistoire à nos jours, Actes des XXXVI e rencontres internationales d'archéologie et d'histoire d'Antibes, sous la direction de M. Lauwers et A. Zemour, Antibes, 2016, pp. 95-111. 2 Mi sia consentito rinviare in questa nota a una serie di ricerche che negli ultimi anni ho condotto sulle tombe dei re angioini di Napoli, sulla loro collocazione nella topografia ecclesiale, e sulle modalità e le ragioni della loro conservazione (trasformazione/distruzione) nel corso dell'età Moderna, come, ad esempio, Le tombe angioine nel presbiterio di Santa Chiara a Napoli e la politica funeraria di Roberto d'Angiò, in Medioevo: i committenti, Atti del convegno internazionale (Parma, 21-26 settembre 2010), Milano, 2011, pp. 477-504; Precisazioni documentarie e nuove proposte sulla commissione e l'allestimento delle tombe reali angioine nella Cattedrale di Napoli, in L'officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro. I luoghi dell'arte. Immagine, memoria, materia, Roma, 2014, pp. 185-192; La memoria monumentale dei "christianissimi" re angioini di Napoli: manipolazioni storiografiche e artistiche tra Cinque e Seicento, in Re-thinking, Re-making, Re-living Christian Origins, Roma, 2018, pp. 209-233. 3 Pur tenendo presente quanto scrive sul lemma "politico" A. GUeRReAU, L'avenir d'un passé incertain, Paris, 2001, p. 262, «le substantif politique [...] est un "macroconcept" étroitement lié à la société européenne contemporaine, dont il désigne synthétiquement un ensemble, très intriqué et organisé, de représentations, d'institutions et de stratégies», e con la consapevolezza di applicare forzosamente al Medioevo (di per sé concetto convenzionale) un'idea moderna, uso l'aggettivo "politico" per quei casi in cui un'opera d'arte fu realizzata per un detentore del potere con finalità di "rappresentazione" pubblica. Su tale questione, sulla quale esiste ora una ricca bibliografia, e una letteratura non priva di ambiguità terminologiche e metodologiche, si veda M. AUReLL, L'art comme propaganda royale? Henri II d'Angleterre, Aliénor d'Aquitaine et leurs enfants , in Hortus artium medievalium, 21 (2015), pp. 22-40 (il fascicolo della rivista è dedicato a Performing Power through Visual Narratives in Late Medieval Europe); o per una riflessione sulla lunga durata, il numero di Perspective. Actualité en histoire de l'art del 2012 dedicato ad Art et pouvoir, o i volumi Représenter le pouvoir. Images du pouvoir dans la littérature et les arts, études réunies par M.-M. Castellani et F. McIntosh-Varjabédian, Bruxelles, 2014; Politische Repräsentation und das Symbolische: historische, politische und soziologische Perspektiven, hrsg. von P. Diehl und F. Steilen, wiesbaden, 2016. Sul concetto di "rappresentazione": C. GAUVARD, Les représentations au Moyen Âge: quelques pistes de réflexion, in Sociétés & Représentations, 40 (2015), pp. 277 à 287 4 Mantengono ancora validità a questo proposito i risultati degli studi editi nei tre volumi di Artistes, artisans et production artistique au Moyen Âge, sous la direction de X. Barral i Altet, Paris, 1986-1990.

‘La morte ti fa bella. Urne a vaso di alabastro (calcareo) e il lusso funerario in tombe femminili della prima età imperiale’

J. Perez Gonzalez and L. Pons Pujol (eds) De luxuria propagata romana aetate. Roman luxury in its many forms: 265-288. Oxford: Archaeopress, 2023

De luxuria propagata romana aetate. Roman luxury in its many forms Edited by Lluís Pons Pujol Jordi Pérez González About Access Archaeology Access Archaeology offers a different publishing model for specialist academic material that might traditionally prove commercially unviable, perhaps due to its sheer extent or volume of colour content, or simply due to its relatively niche field of interest. This could apply, for example, to a PhD dissertation or a catalogue of archaeological data. All Access Archaeology publications are available as a free-to-download pdf eBook and in print format. The free pdf download model supports dissemination in areas of the world where budgets are more severely limited, and also allows individual academics from all over the world the opportunity to access the material privately, rather than relying solely on their university or public library. Print copies, nevertheless, remain available to individuals and institutions who need or prefer them. The material is refereed and/or peer reviewed. Copy-editing takes place prior to submission of the work for publication and is the responsibility of the author. Academics who are able to supply printready material are not charged any fee to publish (including making the material available as a free-todownload pdf). In some instances the material is type-set in-house and in these cases a small charge is passed on for layout work. Our principal effort goes into promoting the material, both the free-to-download pdf and print edition, where Access Archaeology books get the same level of attention as all of our publications which are marketed through e-alerts, print catalogues, displays at academic conferences, and are supported by professional distribution worldwide.

Klevnäs, A. and A. Noterman (2024). Interagire con la morte nell’Europa altomedievale: approcci archeologici alla riapertura delle tombe. In: 'Furto e ritualita? Riaprire le sepolture nell’alto medioevo'. (Eds) C. Giostra, E. Aspöck and D. Winger, Archeologia Barbarica 7: 85-119.

2024

Il tema di questo volume è il fenomeno, diffuso nei cimiteri in varie zone d’Europa, delle sepolture intenzionalmente riaperte e disturbate durante l’alto medioevo. Questo articolo offre una panoramica sullo stato attuale delle conoscenze e su come queste siano state raggiunte, con un approfondimento su come un’attenta analisi delle evidenze materiali possa portare a una migliore comprensione delle pratiche in oggetto. Dapprima, la trattazione altomedievale è inserita in un dibattito archeologico più ampio, e poi viene presentata una serie di esempi dettagliati per illustrare aspetti delle testimonianze e le loro interpretazioni. Il dibattito sulla riapertura delle sepolture altomedievali si è concentrato sui frequenti ritrovamenti di tombe che sono state disturbate e con manufatti rimossi precocemente. Come si vedrà, queste sono state tendenzialmente etichettate come derubate o saccheggiate, nonostante siano state avanzate una serie di spiegazioni più specifiche. Gli esempi presentati nell’articolo mostrano come ricerche incentrate sui dati tafonomici, in particolare sull’applicazione dei metodi archeo-tanatologici, possano rivelare la specificità delle azioni nelle singole tombe e altrettanto bene rendano possibile una comparazione più ampia dei tempi e delle forme delle attività di riapertura. Si presenta così un nuovo quadro dell’ampia geografia dei luoghi in cui questo tipo di pratica della riapertura è diventata comune, pur sottolineando la cautela nell’attribuire i segni di disturbo a cause particolari. In futuro, ci si interrogherà su come le pratiche di rimozione di oggetti di corredo dalle tombe siano da mettere in relazione con le altre forme di ri-connessione con i resti fisici dei defunti e con altre pratiche intergenerazionali osservate nelle necropoli altomedievali.

La morte e i riti funerari nell’ Alto Medioevo

La morte e i riti funerari nell’Alto Medioevo , 2023

Nella fattispecie due aspetti, d'acchito dissonanti, della fenomenologia e dei riti della morte nell'Alto Medioevo sono da segnalare; anzitutto, una familiarità con la morte e nei riguardi delle sepolture e delle cose funerarie. Vi è una familiarità "nuova" rispetto a quella degli antichi e dei primi cristiani, i quali, pur onorando i morti e pur consacrando un culto alle sepolture, si curavano di tenerle lontane dai sacra della città e, dunque, in disparte, affinché gli impuri morti non li contaminassero (ne funestentur: così è scritto nel commento del giureconsulto Paolo) e neppure potessero turbare i vivi.