BISANTI - Citazioni classiche nel «De contemptu mundi» di Lotario di Segni (original) (raw)
«Maia», n.s., 64, 2 (2012), pp. 368-380
«De contemptu mundi» (or «De miseria humane conditionis») written by Lotharius of Segni (pope Innocent III, 1198-1216) is a literary work in three books which belongs to the so-called “literature on death”, which had a big diffusion in medieval Europe between the end of the 11th and the beginnings of the 13th century and is characterized by apocalyptical visions, pessimistic meditations, vivid realism of representation. The first book («De miserabili humane conditionis ingressu») is dedicated to the description of the various periods of human life on the earth, from birth to maturity; the second («De culpabili humane conditionis progressu») to the seven capital sins; the third and last («De dampnabili humane conditionis egressu») to the death of man and his eternal life in Hell or Paradise. Lotharius frequently quotes the Bible (and particularly The book of Job) as the principal source of his work. But in the «De contemptu mundi» there are also a few quotations from Latin classical poets, such as Horace, Ovid, Lucan, Juvenal and Claudian. After a presentation of the work by Lotharius, this work offers a strict analysis of these classical quotations, inserted within the literary and philosophical texture of «De contemptu mundi».
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BISANTI - Inserti metrici nel «De eodem et diverso» di Adelardo di Bath
«Mediaeval Sophia» 7 (2010), pp. 5-32 (on line)
La prima parte del saggio è dedicata alla figura e all’opera di Adelardo di Bath, importante maestro, filosofo e letterato inglese del XII secolo. Alla luce dell’ampia bibliografia, viene ripercorsa la vita e l’attività dello scrittore, soffermandocisi, in particolare, su alcune delle sue opere più significative, quali le «Questiones naturales», il «De avibus tractatus» e gli scritti scientifici e astronomici. Nella seconda parte si indugia invece sul «De eodem et diverso», dialogo d’impostazione “boeziana”. Dell’opera vengono presentati trama e contenuti, viene brevemente analizzata la dedica a Guglielmo vescovo di Siracusa e, nell’ultima sezione del saggio, viene fornita un’ampia e attenta disamina (contenutistica, stilistico-formale e metrico-prosodica) delle due composizioni poetiche (entrambe in distici elegiaci) che Adelardo – anche in ciò in linea col modello di Boezio – introduce opportunamente nel suo scritto.
Antico e moderno nella produzione latina di area mediterranea (XI-XIV secolo). Giornate di studio in memoria di Cataldo Roccaro (Palermo 24-25 ottobre 2008), a cura di A. Bisanti, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2008 (= «Schede Medievali» 46 [2008]), pp. 119-168
Composto intorno al 1315-1316, secondo quanto fu stabilito da Enrico Carrara, il «Diaffonus» è una tenzone in versi latini, di argomento amoroso, fra il letterato bolognese Giovanni del Virgilio e il giudice marchigiano ser Nuccio da Tolentino. Trasmessoci in un unico codice, il ms. Vat. Ross. 1007, cartaceo della seconda metà del XIV secolo, il «Diaffonus» consta complessivamente di cinque carmi di differente ampiezza (610 versi in totale), i primi due in esametri (rispettivamente 17 e 25 versi), gli altri tre in distici elegiaci (rispettivamente 90, 94 e 384 versi), composti alternativamente - com'è appunto caratteristico del genere "tenzone" - da Giovanni del Virgilio (carm. I, III e V) e da ser Nuccio da Tolentino (carm. II e IV). Dopo un'iniziale messa a punto bio-bibliografica riguardo ai due autori - e in particolare Giovanni del Virgilio, ben noto anche per la sua corrispondenza bucolica con Dante Alighieri - viene svolto un lungo e accurato esame della tenzone amorosa, nei suoi molteplici rapporti con la tradizione classica (Ovidio, ma anche Properzio), mediolatina e romanza. Dall'analisi del «Diaffonus» qui proposta emerge come l'opera si configuri alla stregua di un abile e raffinato intarsio di motivi classici e mediolatini (non senza significative contaminazioni con la coeva poesia in volgare), in una ricca successione di topoi di lunga durata e di ampia attestazione, che vengono di volta in volta adeguatamente individuati e illustrati.
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Itinerari del testo per Stefano Pittaluga, a cura di C. Cocco [et alii], Genova 2018, vol. I, pp. 109-124., 2018
English - This paper offers an analysis of the relations between Albertino Mussato and Seneca’s tragedy, particularly between Mussato’s Ecerinis and Seneca’s Troades. This latin tragedy has a big influence on Ecerinis, by frequent allusions and quotations, and by the themes of war, cruelty and fortune.
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