Reati ostativi e Benefici premiali (original) (raw)
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Beni contestati e rivendicati, gestiti e utilizzati
2021
Il contributo commenta alcuni problemi affrontati nel volume curato da Paola Guglielmotti dalla prospettiva della prima età moderna e li discute secondo un approccio comparativo, spaziale e temporale, e un'osservazione mirata agli spazi di azione. Una riflessione sui differenti concetti e sui focus tematici attorno alla dote e alle sue implicazioni è seguita dalla disamina sia dei parametri della diseguaglianza, quale conseguenza della restrizione di larga portata dei diritti proprietari delle donne a partire dal 1143, sia dei patrimoni nella disponibilità delle donne sotto forma di extradotes. Il commento sottolinea l'ampia gamma di patrimoni e di contesti specifici come pure i nessi tra diritto e prassi.
Il risparmio va remunerato o penalizzato
www.lanuovabq.it, 2019
Se gli investimenti e la crescita si fondano sul risparmio accumulato, buon senso vorrebbe che questo fosse «incoraggiato e tutelato, in tutte le sue forme », come recita l'art. 47 della Costituzione italiana. In un mondo con rendimenti negativi, causati dalle politiche monetarie ultra-espansive delle principali Banche Centrali, ci troviamo invece nella situazione paradossale in cui è il creditore che "paga" il debitore per concedergli un prestito, un contro-senso finanziario. Una vera e propria "usura" ai danni del risparmiatore: fino a quando? di Maurizio Milano Il "raffreddamento globale" dei rendimenti dei prestiti obbligazionari verso e al di sotto dello zero, causato delle politiche monetarie eterodosse delle Banche Centrali, ci dà l'occasione di riflettere sulla funzione sociale e quindi sulla liceità morale del prestito ad interesse. I risparmi vanno remunerati? È lecito ricevere un interesse su un prestito erogato? Un tema che ha appassionato teologi ed economisti nel corso dei secoli, dal divieto assoluto nell'antico Israele di fare prestito ad interesse nei confronti dei correligionari (cfr. Esodo 22,24: «se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse») alle condanne e ai dubbi dei teologi cristiani nel corso dei secoli; dal «nummus non parit nummos» di Aristotele (384 a.C.-322 a.C.) alla critica al «denaro che genera denaro» di Karl Marx (1818-1883). Se il denaro viene visto esclusivamente come un mezzo di scambio, come "moneta sterile", diviene infatti difficile riconoscere la liceità di un interesse a remunerazione del prestito. Eppure nel Vangelo, nella celebre "parabola dei talenti" (cfr. Matteo, 25,25-27), il servo malvagio e infingardo che per paura seppellisce il talento ricevuto viene apostrofato dal suo padrone al suo ritorno con il rimprovero «avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse». Il "talento" viene presentato da Nostro Signore come una cosa buona, da investire e far fruttificare, e semmai ne viene rimproverata la "tesaurizzazione", non remunerata e non feconda. Con lo sviluppo del commercio e dell'attività economica nel corso del Medioevo, il denaro cessa progressivamente dall'essere "sterile pecunia", un semplice mezzo di scambio, divenendo sempre più "capitale", che può generare ricchezza incrementale se affidato a uomini capaci e industriosi come i mercanti. Contro il mito diffuso dal pensatore tedesco Max Weber (1864-1920), che individua nella riforma calvinista il seme dello
Beni comuni e razionalità discreta del diritto
in G. Perlingieri e A. Fachechi (a cura di), L’operatività dei principi di ragionevolezza e proporzionalità in dottrina e giurisprudenza, Napoli, 2017, p. 473-492., 2017
Sommario: 1. Lo strano caso del diritto di proprietà. – 2. Razionalità discreta vs. razionalità dialettico-conformativa nel trattamento sintomatico dei nuovi modelli. – 3. Ricominciamo da tre casi. – 4. Beni comuni e gioco del- l’imitazione tra diritto di proprietà e sharing economy.
Le Valutazioni Ambientali - Valutare la rigenerazione urbana, 2018
In molte città a livello internazionale si stanno sperimentando processi innovativi per la rigenerazione degli spazi urbani, condotti attraverso azioni di “cura” basate sulla collaborazione e sulla condivisione. Tali iniziative, costituite in forma auto-organizzata, oltre ad incidere sulla fisicità dei luoghi, riconosciuti come “beni comuni”, configurano anche nuovi modelli di governance e gestione caratterizzati dalla partecipazione attiva delle comunità. A tal fine è necessario elaborare degli indicatori che consentano di valutare in che modo la costruzione di una cittadinanza attiva influenza la resilienza di un processo/progetto e in che misura ne determina l’incremento, rendendo possibile il controllo dell’intero processo.