Non è musica leggera (original) (raw)

Musica? Musica!

Live Performing & Arts luglio agosto 2022 , 2022

Musica e scuola

Significato e bellezza della canzone leggera

Vorrei provare a dire qualcosa sulle canzoni leggere e sull'importanza che esse hanno nelle nostre vite. Mi pare infatti che ci sia perfino qualcosa di misterioso nell'effetto che certe canzoni hanno su di noi. Mi pare inoltre che il rapporto che molti hanno con le canzoni sia poco consapevole: ne consumiamo molte, ne memorizziamo tante, eppure poi ne discutiamo poco in termini seri, problematici. Dico canzoni e mi riferisco ad una sorta di canzone ideal-tipica, e cioè a quella che chiamerò, con qualche approssimazione, la canzone leggera, la canzonetta per così dire.

Parlare di musica

Meltemi, Roma, 2008

In quanti e quali modi si può parlare di musica? Si può farlo per interrogarsi sui suoi significati, sui suoi meccanismi di funzionamento, sulla sua ragion d’essere in un determinato orizzonte storico, ma anche per esprimere una valutazione, un giudizio critico. Gli scritti raccolti in questo volume ci restituiscono una mappa articolata dei discorsi sulla musica che popolano il panorama della riflessione contemporanea, tenendo conto della molteplicità di situazioni, destinatari e contesti mediatici che di volta in volta sono chiamati a veicolarli. Gli interventi degli studiosi – che si concentrano sul tema della divulgazione musicale e sulla necessità di sviluppare strategie di discorso utili ad affinare gli strumenti interpretativi di un ascoltatore privo di competenze tecnico-specialistiche – si intrecciano con quelli dei professionisti della comunicazione, che quotidianamente presentano la musica alla radio e in televisione, e con le testimonianze di musicisti, poeti, attori, registi che nell’ambito della loro attività artistica si sono misurati con la sfida di raccontare e testualizzare l’esperienza musicale. Una polifonia di riflessioni che ci aiuta a comprendere come l’immagine dei suoni riflessa dagli specchi testuali produca stratificazioni di senso destinate a condizionare in modo determinante la nostra attitudine d’ascolto. Il volume raccoglie interventi di Valerio Magrelli, Anna Proclemer, Antonio Sardi de Letto, Giampiero Moretti, Arrigo Quattrocchi, Giordano Montecchi, Massimo Acanfora Torrefranca, Talia Pecker Berio, Cecilia Panti, Franco Piperno, Giovanni Giuriati, Pierluigi Petrobelli, Antonio Rostagno, Stefano Zenni, Stefano Catucci, Silvia Boschero, Renata Scognamiglio, Agostino Ferrente, Mario Tronco, Luca Marconi, Susanna Franchi, Nicola Campogrande, Simone Caputo, Francesco e Max Gazzé , Luca Signorini e Susanna Pasticci.

Not - Princìpi di Filosofia Black Metal

Not, 2018

Il primo Black Metal Theory Symposium si è tenuto a Brooklyn nel 2009, allo scopo di presentare diverse prospettive di interazione teorica tra filosofia e black metal. L’evento è stato ermeticamente pubblicizzato come «un raduno dedicato al mutuo annerimento del metal e della teoria»; gli atti del simposio sono poi stati pubblicati con il titolo Hideous Gnosis. È proprio verso la fine di questa antologia che è possibile trovare una lunga serie di commenti, originariamente postati dagli ospiti del blog Black Metal Theory dal quale l’idea del simposio prese forma: una sequela di lamentele, raffinate obiezioni ma, soprattutto, valanghe di insulti. Il punto della questione sembrerebbe risiedere nello «scandalo» rappresentato dall’ingresso nell’Accademia di una musica (e relativa sottocultura) pura come black metal: «What a bunch of fucking hipster shit! […] Falsers. All of you», scrive un utente, facendo eco a molte altre voci non meno indignate. Questa ripugnanza nei confronti della teoria, colpisce ancor più qualora la si incontra in un genere che, come evidenzia Mark Fisher nella sua recensione di Hideous Gnosis, «È saturo di metafisica». Per capire qual è il legame tra speculazione filosofica e black metal, sarà quindi necessario fare una digressione, per raccontare e delineare a sommi capi il black metal stesso, il suo indissolubile legame con la teoria e la refrattarietà al discorso accademico.

Oltre la musica

Il testo propone una riflessione teorica sulle possibili applicazioni del sapere etnomusicologico. Dopo una breve disanima di alcune delle più recenti teorie relative ai diversi campi di applicazione della disciplina, l'articolo analizza un esempio concreto di etnomusicologia applicata nel quale lo studioso si pone come possibile "difensore" di diritti negati e considera il "ritorno del sapere prodotto" presso la stessa comunità come uno dei principali scopi del lavoro di ricerca. Nel testo viene esaminata la questione legata ai land rights e alla richiesta, da parte degli aborigeni australiani, della restituzione delle proprie terre. E' grazie al carattere di prova risolutiva che la musica ricopre nel procedimento legale che il caso Australiano rappresenta un esempio unico e pertanto rivelatore di una possibile applicazione del sapere etnomusicologico. Parole chiave: Etnomusicologia applicata, identità, nativi australiani, land rights.

Musica pianistica soft

Musica/Realtà, 2022

Un'analisi musicale e culturale, non apocalittica ma non acritica, della musica dei pianisti compositori popolari negli ultimi decenni, con particolare riferimento al contesto italiano (Einaudi, Allevi ecc.). Versione non corretta.

Il Discorso musicale

La musica e i suoi generi testuali nella storia, a cura di Francesco Finocchiaro, Paolo Gozza, Stefano Lombardi Vallauri, Torino, Accademia University Press, 2023

Come si scrive di musica? Se poniamo la domanda alla storia, dal passato ci viene incontro una varietà di generi testuali. I generi sono gli araldi della musica, i suoi mercuri alati; dispositivi plastici che rivestono e modellano il discorso. Il primo tipo testuale in cui si può trovare una tematizzazione della musica è il genere letterario del mito: la favola musicale. Lo spirito filosofico narra invece la musica nel tipo testuale del trattato, un genere destinato a modellare i fondamenti della teoria e della prassi musicale per oltre due millenni, da Aristosseno a Schönberg. La cultura medioevale affianca al trattato di musica altri generi come commentari ai testi filosofici antichi, speculazioni teologico-musicali, laudes musicae, scritti di mistica e spiritualità. L’età umanistica introduce il dialogo, più consono del trattato ad animare la conversazione musicale. La modernità rinnova generi antichi e ne introduce di nuovi: enciclopedie, dizionari, storie, lettere, giornalismo, letteratura di viaggio, biografia e autobiografia, pamphlets e altro ancora. Sono questi i generi del discorso musicale che il volume intende porre a tema. Interrogare il genere è in primo luogo interrogare le premesse della propria ricerca: è un risalire a ciò che viene prima, a ciò che è scontato e non pensato, a ciò che si chiede a sé stessi come studiosi. In secondo luogo, il genere è lo specchio o l’immagine dell’epoca. Il genere intercetta gli attori del discorso musicale: chi scrive sulla musica, il pubblico che si vuole raggiungere, la disposizione dei temi, la lingua, i luoghi, le funzioni, le circostanze di enunciazione e, più importante, l’immagine della musica stessa. Il genere diventa un oggetto storico, in quanto fa storia. Interrogare i generi testuali del discorso musicale dà ragione della musica in quanto costruzione storica situata alla convergenza dei diversi saperi che nel tempo l’hanno narrata (Paolo Gozza).