L’ecosofia di Umberto Saba, in «A Green Thought in a Green Shade»: immaginario letterario e ambiente, a cura di R. Ferrari e L. Giovannelli, Atti del XII Convegno internazionale Fondazione Michel de Montaigne (Bagni di Lucca, 13-15 Settembre 2017), Pisa, Pisa University Press, 2020, pp. 371-392 (original) (raw)
Related papers
2022
Proveremo a osservare all’interno di alcuni libri di poesia di un autore contemporaneo, Giulio Marzaioli, sia alcune originali declinazioni del pensiero ecologico e antispecista, sia le relazioni che connettono una tale Weltanschauung alla costruzione di una “installazione poetica”, una forma testuale intrinsecamente ibrida e transgenerica. Nell’ambito di una breve panoramica sulla produzione più recente di questo autore, ci si concentrerà su un testo in particolare, Il volo degli uccelli, pubblicato nel 2019 per Benway Series.
Quasi una moralità»: prospettive etiche nella poesia di Umberto Saba
The paper moves away from a re-examination of Saba’s essay Quello che resta da fare ai poeti, regarded as one of the basic landmarks of Saba’s poetics, though published posthumously. The author recalls Saba’s renowned concept of poesia onesta, and highlights how it was important in providing the topic of friendship with the pre-eminence it has indeed in Saba’s poetry. Focusing on such a perspective, the author argues how it becomes easy to understand the reason why Saba’s interventionism, professed during the years of the Great War, rather turned into an anti-militarist position during the writing of his poetry. Saba’s civil commitment, extensively taking the shape of compassion on humble, is seen as a part of a moral attitude where friendship is a deep sympathy with the world, more specifically with the animal kingdom. Taking up then and paraphrasing Contini's definition (“psychoanalytical before psychoanalysis”), the author concludes that the poet may be also considered as “ethological before ethology”. L’intervento prende l’avvio da una rilettura di Quello che resta da fare ai poeti, saggio che, sebbene pubblicato postumo, rappresenta uno dei fondamentali punti di riferimento della poetica sabiana. Nella prospettiva di una «poesia onesta» viene evidenziata la tematica dell’amicizia, come soggetto nodale dei versi sabiani. In questo senso si comprende anche come l’interventismo di Saba, in occasione della Grande Guerra, possa convertirsi, in sede di realizzazione poetica, in antimilitarismo. L’impegno civile e la compassione per gli umili, rinvenibili nella poesia sabiana, sono parte di una dimensione etica che proietta l’amicizia verso un’affettività rivolta a tutto il mondo, con peculiare coinvolgimento per quello animale. Sul modello della formula coniata da Contini («psicoanalitico prima della psicoanalisi»), sembra dunque possibile concludere che Saba fu «etologico prima dell’etologia».
L'uomo, l'ambiente e la letteratura. Le relazioni narrative fra ecologia e letteratura www.carmillaonline.com/2018/03/01/luomo-lambiente-e-la-letteratura-le-relazioni-narrative-fra-ecologia-e-letteratura/ di Paolo Lago Niccolò Scaffai, Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa, Carocci, Roma, 2017, pp. 270, € 26,00 Quando pensavo alla relazione fra ecologia e letteratura mi veniva subito in mente, in maniera quasi automatica, il finale de Il barone rampante (1957) di Italo Calvino. In questo romanzo, il fratello del protagonista -narratore dell'intera storia -dopo il lungo flashback narrativo relativo alle vicende di Cosimo, il «barone rampante» che ha trascorso tutta la sua vita sugli alberi, afferma che adesso, nel momento in cui sta scrivendo le sue memorie, gli alberi non ci sono più o si sono drasticamente ridotti: «Ogni tanto scrivendo m'interrompo e vado alla finestra. Il cielo è vuoto, e a noi vecchi d'Ombrosa, abituati a vivere sotto quelle verdi cupole, fa male agli occhi guardarlo. Si direbbe che gli alberi non hanno retto, dopo che mio fratello se n'è andato, o che gli uomini sono stati presi dalla furia della scure» (I. Calvino, I nostri antenati, Mondadori, Milano, 2003, p. 303). Dopo la morte di Cosimo, il ragazzo e poi l'uomo che ha vissuto sugli alberi, gli stessi alberi sembrano non aver resistito, sono morti, sono stati tagliati. Il «barone rampante», infatti, era stato un po' un simbolo della sinergia uomonatura: come nota Gregory Bateson, almeno a partire dal XVIII secolo, si è creata una profonda frattura fra coscienza individuale umana e natura. Non è un caso, tra l'altro, che la vicenda del romanzo di Calvino si ambienti proprio nel Settecento, quell'epoca dei lumi in cui tale frattura ha iniziato a prodursi. Cosimo, diverso da tutti, è l'uomo che va in direzione opposta, che 'ritorna' alla natura. Bisogna inoltre ricordare che il romanzo è del 1957, in un periodo in cui l'Italia stava inesorabilmente e rapidamente mutando sotto la spinta del benessere e delle ricostruzioni postbelliche, e la penna di Calvino non è certo immune da uno spirito di denuncia nei confronti della società contemporanea, denuncia un po' nascosta sotto il piglio fiabesco della narrazione.
Inserire Michel Foucault in un quadro di analisi incentrato sull’ecologia: è questo un grande merito – non certamente l’unico – del lavoro filosofico di Manlio Iofrida. Una fondamentale intuizione che, tuttavia, risulta ancora poco praticata e che richiede invece di essere indagata, accogliendo una proposta di ecologia filosofica.