LA DINAMICA SECOLARE DELLA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI (original) (raw)

Identita dellinsegnante e formazione

Formazione 57 mutamento e incremento sostanziale. Si tratta di arricchire la ormai consolidata triade sapere -saper fare -saper essere con il saper apprendere, e di indirizzare quindi la formazione, oltre che su contenuti e metodologie, a domande di senso sulla propria identità e scelte professionali. Nell'ambito di questi passaggi la riflessività, intesa come un approccio che rimette in gioco in modo sistematico e ricorsivo le risorse cognitive ed emozionali, diventa una dimensione qualificante il profilo docente, soprattutto se riesce a divenire funzione strumentale, deliberativa, trasformativa della pratica. Se infatti l'esperienza consente all'insegnante di creare un patrimonio di buone pratiche, dall'efficacia provata sul campo, rischia, senza un adeguato ripensamento, di portare a scelte didattiche e metodologiche ripetitive, stereotipate e non più riferite alla situazione e agli studenti.

LA FORMAZIONE DELLA COSCIENZA SOCIALE

Cercare di riflettere sulla nostra identità umana richiede farci consapevoli che è attraverso le relazioni umane che questa si costituisce e si evolve. Questo richiede il cercare di accomunarci in questa riflessione, per pensare assieme, per condividere, per immaginare, per alimentare la nostra voglia di ricerca di identità e dell'autenticità del suo costituirsi. Altrimenti, non sarebbe una riflessione esistenziale e soprattutto un'autoriflessione personale. Da qui la stretta correlazione fra identità e comunità, tra formazione e compiti e ruoli che è necessario assumere e portare avanti per crescere e maturare. Così la stessa famiglia, la scuola, l'università e i centri di animazione non sono una vera comunità, quando sono solo un aggregato d'individui e non si costituiscono, invece, come un insieme partecipato di persone che si accomunano con un'intenzionalità affettiva, sociale e morale da condividere. Sicuramente l'opportunità di poter formarsi una propria identità personale, in un determinato contesto culturale, è uno dei diritti pedagogici fondamentali e dei compiti della comunità sociale. Responsabilità di tutti coloro che intendano assumersi la funzione di educatore ne deve essere la prima consapevolezza.

INSEGNARE PER COMPETENZE E FORMAZIONE DEI DOCENTI

Rivista Lasalliana, 2017

SOMMARIO: 1. Dalle conoscenze alle competenze.-1.1. Motivazione sociale.-1.2. Motivazione educativa.-1.3. Motivazione di cittadinanza.-2. Cosa sono le competenze.-3. Progettare per competenze.-4. Valutare le competenze.-5. Il ruolo del docente nella scuola delle competen-ze.-6. Il valore della formazione continua. I n questi ultimi anni, la scuola ha visto ridisegnare il proprio profilo isti-tuzionale: si è passati da un sistema d'istruzione tradizionalmente cen-tralistico e verticistico ad un sistema autonomo, policentrico e flessibile. Ciò ha determinato una serie di cambiamenti radicali che hanno interessato tutti gli ambiti, non solo quello organizzativo e quello gestionale ma anche e, forse, soprattutto, quello didattico, vera chiave di volta della qualità dei processi educativi. Dall'impianto didattico di tipo tradizionale, centrato sul-l'insegnamento e sulle conoscenze da trasmettere, si è passati infatti ad un impianto centrato sulla persona che apprende, gli allievi considerati nella loro integralità e nel loro valore di persone, non solo teste da riempire dun-que, ma soggetti da accompagnare nel loro percorso di crescita. Si pone così al centro dei processi l'apprendimento e ciò significa avere come riferimen-to ineludibile la significatività dei percorsi proposti. Questo nuovo approc-cio comporta considerare il discente come soggetto attivo e la scuola come supporto per la sua piena realizzazione. Dalla trasmissione del sapere si passa pertanto alla costruzione del sapere, ma non di un sapere cristallizza-to e predefinito, bensì di un sapere esperto e in continua evoluzione, compe-tente, capace cioè di riorganizzarsi, rimodellarsi, ristrutturarsi a seconda dei problemi e delle sfide che gli si pongono. La scuola in tal modo favorisce la maturazione di competenze utili per la vita, realmente spendibili nella quo-tidianità. Il presente contributo intende soffermarsi su questo aspetto dei processi di insegnamento/apprendimento per cercare di riassumerne i termini e di individuare criticità e punti di forza di una didattica centrata sulle competenze.

PROFILO DELLO STUDENTE E ATTIVITÀ FORMATIVE DEGLI INSEGNANTI

Lo scenario dell'incertezza che caratterizza l'epoca in cui viviamo, si potrebbe dire che sia connaturato alla stessa globalizzazione. Viceversa, la ricerca della certezza delle disposizioni diventa soddisfazione del desiderio di non navigare a vuoto, salvo poi ricadere nello sconforto di fronte alla constatazione della lontananza tra disposto normativo, o indicativo, ed esperienza di scuola. Il tema della incertezza sta affascinando i pedagogisti di diverse scuole di pensiero e la prossima conferenza di Bruges, in Belgio, sul programma europeo Jean Monnet (1) aprirà i lavori proprio sulla questione del valore dell'educazione alla cittadinanza in un tempo di caduta di saldi riferimenti valoriali, etici, economici, politici, religiosi. La scuola è in questo dibattito al primo posto sia per quanto non riesce a fare sia per le grandi aspettative che sempre gravitano su di essa, quale luogo deputato a dare certezze e a costruire identità. Le relazioni principali di Roger Burggraeve (2), teologo, e di Hubert J.M. Hermans (3), psicologo apriranno senz'altro ad una riflessione particolarmente avvincente per chi si occupa di educazione.

FORMAZIONE ESPERIENZIALE E PROCESSI RIFLESSIVI

Il presente scritto prende in esame un modello d’intervento formativo - quello di experiential learning – che sembra trovare un unanime consenso nella comunità dei consulenti - formatori e che è sotteso da una grande varietà di metodologie e prassi formative (l’outdoor training, “il teatro d’impresa”, i “laboratori per la leadership”, l’action learning, ecc); esso è visto come occasione di attivazione di processi riflessivi in grado di sostenere un effettivo apprendimento capace di produrre nuove capacità cognitive e relazionali. A partire da una rivisitazione del modello di Kolb, l’articolo cerca di delineare, al di là delle diverse technicalities, quali sembrano essere le condizioni di validità dei processi riflessivi che coinvolgono i partecipanti. Tali condizioni si riferiscono alle seguenti connotazioni del progetto formativo: • Il ruolo della Comunità di Apprendimento (CdA); • L’articolazione del percorso; • Una narrazione condivisa del percorso; • Il distanziamento critico; • Uno spazio nell’organizzazione reale.

La formazione incorporata nei contesti lavorativi

Studies on Adult Learning and Education, 2021

Learning devices can be embedded into organizational contexts. Through them learning processes can be intentionally activated as to transform employees while working. Workplaces have their own learning potential due to their high level of structuring and regulation. Their learning potential transform organizational actors while they are in the productive actions. Identifying embedded learning processes helps in intercepting learning valencies of workplace experiences and observing learning actions that can lead to transformative processes. Results of related research activities are presented in the volume. They have been carried out in more than ten years of research implemented in three types of organisations: business, museum, prison. Research experiences are analysed by using a model of study that is based on the reconstruction of the learning processes as they are experienced by the actors considered. Moreover the model is based on the analysis of learning actions that are embed...

LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INSETTI

La sistematica degli insetti è stata impostata sia cu criteri morfologici comparati, sia sui risultati delle indagini filogenetiche. Gli insetti appartengono al phylum degli Arthopoda e costituiscono una classe. Al suo interno vi sono numerosi ordini. ORDINI MINORI Collembola: I collemboli sono piccoli insetti (massimo 5mm) con il tegumento poco sclerificato, sono ricoperti da peli o squame. Sono detriticoli (capo prognato o ipognato) e svolgono un ruolo ecologico importante, infatti si trovano sul fogliame o substrati organici in decomposizione; prediligono luoghi con alta umidità. La maggior parte dei collemboli è fitofaga: l'apparato boccale è entognato, masticatore o pungente succhiante. Se vengono trovati sugli alimenti son indice di sporcizia, di presenza di terra: sono innocui ma la terra potrebbe indicare la presenza di uova di altri insetti. Sono oligometaboli: hanno 6 uriti. Saltano grazie ad un'appendice sul penultimo urite (forcula o furca) che scatta facendo balzare l'insetto all'indietro. Nella maggior parte delle specie la respirazione avviene tramite il tegumento. Thysanura: Sono i cosiddetti pesciolini d'argento. Sono insetti atteri, ametaboli (11 uriti). Hanno la superficie ricoperta da squame argentate. Hanno due cerci e un paracerco molto visibili. Le antenne sono plurisegmentate. Il corpo risulta appiattito e allungato, poco sclerificato; le zampe sono cursorie. Si trovano nel sottobosco, sotto pietre o foglie in decomposizione, si nutrono di sostanza organica di origine vegetale o di funghi (capo ectognato). Ephemeroptera: Sono chiamate effimere perché la vita dell'adulto è breve: ha l'apparato boccale atrofico e quindi sopravvive per poche ore, giusto il tempo di riprodursi. Nella riproduzione tendono a sciamare per compiere le danze nuziali. Hanno abitudini crepuscolari. Le ali anteriori sono grandi, mentre quelle posteriori sono molto piccole; sono membranose, ricche di nervature sia trasversali che longitudinali. L'addome è composto da 11 uriti. I cerci e il paracerco sono molto sviluppati negli stadi preimmaginali (nell'adulto c'è solo il cerco). Le antenne sono filiformi. Sono prometaboli, cioè subiscono una muta da adulti. Lo stadio giovanile è acquatico: la neanide presenta tracheobranchie (estensioni sottili membranose attraverso cui avvengono gli scambi gassosi), apparato boccale ectognato masticatore. Odonata: Hanno l'apparato masticatore ma non sono predatori specifici (libellule). Le antenne sono molto brevi. Le uova vengono deposte entro piante acquatiche, sulle loro foglie o sull'acqua. Poi le ninfe escono dall'acqua compiono l'ultima muta. Gli odonata si dividono in due sottordini in base allo sviluppo del 2° paio di ali: ❖ Zygoptera: le ali anteriori e posteriori sono molto simili sia nella forma che nelle dimensioni; hanno un evidente ispessimento nel margine anteriore detto pterostigma; a riposo le ali sono leggermente adagiate sul corpo. Gli occhi sono molto sviluppati ma sono separati. Gli stadi preimmaginali respirano sia attraverso il tegumento sia per mezzo di tracheobranchie caudali. L'ovopositore è ben sviluppato. ❖ Anisoptera: le ali anteriori e posteriori sono diverse. Nell'ala posteriore la regione anale è più sviluppata; a riposo le ali rimangono aperte. Gli occhi coprono quasi tutto il capo che viene detto capo ooloptico. Gli stadi preimmaginali respirano sia attraverso il tegumento sia per mezzo di tracheobranchie rettali. L'ovopositore è ridotto.