Operazione Heirkte. Monte Pellegrino e la campagna di Amilcare in Sicilia (original) (raw)
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Notiziario Archeologico Soprintendenza Palermo, 2017
Monte Pellegrino is one of the most significant complexes for the prehistoric settlement in Sicily; it is a vast territory, but well delimited, where an extraordinary richness in archaeological sites is attested, spread out between the central area of the relief and all its slopes. As regards to the prehistoric age are documented both outdoor settlements and, above all, inside caves, frequented since the Mesolithic. The archaeological knowledge of Monte Pellegrino in prehistory is the result of decades of systematic investigations that in this article will provide a further contribution to research, increasing the previous knowledge with new elements and with an unpublished photographic and graphic documentation. The study wants to put at the centre of the interest of the scholars the extraordinary history of this mountain, since always a strong and peculiar element of the historical landscape of Palermo.
Bominaco. Santa Maria Assunta e San Pellegrino
Textus Edizioni, 2021
Questo libro nasce invece per un motivo ben preciso, costruire un ponte, il più solido possibile, tra cent’anni di studi scientifici e le necessità di offrire un racconto cruciale alle comunità di bominaco e Caporciano, ma non solo. Si vuole tentare un’impresa ardua, affrontare la storia artistica e architettonica del complesso monastico di Santa Maria Assunta e San Pellegrino, nella loro accezione più ampia, garantendo alle diverse tipologie di lettori la più utile e larga comprensione. Questo patrimonio di primissimo piano, oggi gelosamente custodito dai cittadini, è dalla sua vera e propria riscoperta una delle più rilevanti emergenze artistiche e architettoniche medievali d’Abruzzo, della penisola, e perché no, della nostra Europa. La necessità di questa monografia appare evidente. La volontà precipua è quella di realizzare una pubblicazione estesa, sfaccettata, dall’innovativo apparato fotografico, con un testo relativamente agile alla lettura, dal calibrato ma nella sostanza essenziale numero di note e riferimenti bibliografici. Un’opera che tenga insieme le conoscenze acquisite e sedimentate alle più recenti ipotesi, che stimoli ulteriori approfondimenti ma che soddisfi anche la necessità di una panoramica conoscitiva dei monumenti: la cifra è quella di un testo di storia dell’arte, con alcuni preziosi interventi sulla storia e sul patrimonio documentario superstite. Un pilastro del libro è la scelta iconografica, che è stata elaborata attraverso un costante dialogo tra gli artefici: la fotografia è una via alternativa alla comprensione di questi monumenti e delle sue opere d’arte, un percorso visivo che può amalgamarsi con il testo ma anche vivere di vita propria.
Campagna di scavo presso la Rocca di Cerere a Enna, 2008 (2015)
Nel 2008 è stata condotta la prima campagna di scavo in Contrada S. Ninfa, posta nella parte orientale dell'altopiano dove sorge la città di Enna: la piccola valletta, che collega il Castello di Lombardia con la Rocca di Cerere, era già stata indagata dal Paolo Orsi all'inizio del XX sec. Nella parte centro-merdionale dell'area le indagini hanno evidenziato la presenza di strutture databili dall'età greca ellenistica all'età medievale. È stata messa in luce, infatti, una sala ipogeica, simile per dimensioni e tipologia alle lesche dei santuari demetriaci siciliani, a cui è annessa una alta parete di roccia in cui sono scavate diverse edicole votive: l'intero complesso è attribuibile ad uno dei santuari di età ellenistica dedicati alla Dea descritti in quest'area dalle fonti antiche. Nella prima età bizantina (VI-VIII sec. d.C.) viene costruito, davanti alla parete con le edicole un piccolo oratorio a pianta rettangolare. Nella tarda età bizantina, dopo la fondazione del thema di Sicilia, alla fine dell'VIII sec. d.C., l'area cambia funzione, con la costruzione di un possente muro difensivo che in parte riutilizza le strutture antiche, reso necessario a causa degli eventi connessi con la conquista islamica dell'Isola. Nel medioevo, l'area cambia nuovamente funzione, diventando un'area di produzione artigianale, come dimostrato dal rinvenimento di diverse strutture produttive, tra cui parte di un complesso sistema idrico con canalette e cisterne, in uso fino alla fine del XIII secolo
Il "Monte del Grano" nelle incisioni dell'abate Angelo Uggeri
La leggenda del rinvenimento del Vaso di Portland all'interno del presunto sarcofago dell'imperatore Alessandro Severo rinvenuto sulla collinetta denominata Monte del Grano nei pressi della Via Tuscolana alle porte di Roma. Il vaso, prima conservato a Palazzo Barberini, è oggi esposto a Londra presso il British Museum.
FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 317, 2014
The first archaeological investigation concerning the site of “Castellazzo” was undertaken in the spring of 2011, in the context of an agreement between the “Parco Archeologico di San Guseppe Jato e dei comuni limitrofi” and the “Gruppo Archeologico Valle dello Jato”. The stronghold, built upon a plateau located in front of the East Gate of the antique city of Jato, is linked to the last siege of Federico the 2nd against the rebel Muslims in Sicily, during the first half of the13 C. The excavation revealed a surrounding wall characterized by outward towers at regular intervals. An entrance was found on the north side. Moreover, it is possible to conjecture a further doorway to the southwest. The archaeological layers lay immediately under topsoil which, since antiquity, has undergone few activities, mainly related to the installation of vineyards. Furthermore, a rectangular room leaning against the surrounding wall was entirely excavated. Adjacent to it was found a burial relating to a single soldier. In parallel, a field survey was carried out onto the valley areas of “Iato” and “Belìce Destro”. The research identified and documented more than 200 sites with archaeological or structural evidence.