Tesi di licenza e tesi di dottorato. Pontificio Istituto Liturgico 1961-2015 (PRIMA EDIZIONE) (original) (raw)
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Tesi di Dottorato e tesi di Licenza. Pontificio Istituto Liturgico 1962-2018
Editrice Domenicana Italiana, 2021
In una visione polifonica di più voci che si accordano, il presente catalogo è un motivo di soddisfazione per il lavoro che l’Istituto ha compiuto dal momento della sua fondazione da parte di san Giovanni XXIII. Non si tratta di un arido susseguirsi di nomi, titoli e numeri ma è la “pista” tracciata perché altri itinerari possano essere assestati, migliorati o anche scoperti avendo quindi all’orizzonte il lavoro che ancora è necessario compiere. Così il catalogo è la testimonianza di tutti coloro che in vario modo e secondo professionalità differenti si sono impegnati per la liturgia, il suo studio e la sua conoscenza sempre più approfondita avendo sempre come riferimento il principio ut in omnibus glorificetur Deus (Regula Benedicti 9).
Nella Lettera agli Ebrei, da cui prende avvio la presentazione della pubblicazione degli Atti del IX Congresso Internazionale di Liturgia del Pontificio Istituto Liturgico di Sant’Anselmo, dal titolo Il Pontificio Istituto Liturgico: tra memoria e profezia, celebratosi a Roma dal 4 al 6 maggio 2011, l’autore sacro si rivolge agli Ebrei esortandoli ad imitare i buoni esempi e la pratica del Vangelo scritta nelle pieghe della vita e manifestata dalla fede dei loro Padri. In una parola: dalla lex credendi alla lex operandi! A cinquant’anni dalla sua fondazione, il Pontificio Istituto Liturgico fa suo questo invito rileggendolo nella propria storia, fatta di volti, eventi, luoghi, applicandolo al suo presente per guardare con decisione e profezia al futuro. Gli Atti raccolgono gli interventi degli illustri docenti che sono intervenuti al Congresso internazionale del PIL, compresa la sintesi della Tavola rotonda. Il tema del Congresso ruota attorno alla formazione liturgica e al metodo di insegnamento della liturgia, toccando anche tematiche quale "Liturgy and Ecumenism" (D.R. Holeton), "Pastoral Liturgy" (P. Turner), "Liturgie et Mission" (P.J. Da Cruz).
Introduzione allo studio dei libri liturgici - ESTRATTO
EDUSC, 2024
La scienza liturgica passa necessariamente attraverso le fonti scritte, dirette e indirette, manoscritte o a stampa, che tramandano ritus et preces cioè la struttura, la forma e il contenuto della liturgia della Chiesa. Così i libri liturgici possono essere studiati in tutta la loro complessità e diversità come espressioni nel tempo e nello spazio dell'agire celebrativo della Chiesa.
Carissima studentessa, Carissimo studente, vogliamo complimentarci con te per aver completato, o quasi, gli esami, disponendoti in tal modo alla compilazione della tua tesi di laurea. Abbiamo pensato di presentarti questo testo per aiutarti nella stesura del tuo lavoro. Vi sono, infatti, varie metodologie utilizzate nelle diverse facoltà; il criterio generale prescrive di utilizzarne una in modo coerente nella redazione della tesi. Riteniamo, tuttavia, che, sia per facilitarti nella predisposizione e presentazione dignitosa della tua opera, sia per uniformare metodologicamente le tesi nel nostro ISSR, sia bene imparare ed utilizzare una metodologia comune. Molte di queste considerazioni derivano dall'esperienza maturata presso il nostro Istituto nel corso degli anni e quindi sono principi di "sapienza pratica" da seguire con diligenza. Il testo è volutamente sintetico e dunque a maggior ragione perfettibile; per questo attendiamo anche il tuo contributo, segnalando al tuo relatore le lacune o le auspicabili aggiunte che vorresti introdurre in queste Norme per aiutare il lavoro di chi ti seguirà nell'impresa della stesura della tesi. La volontà di terminare l'impegno del percorso di formazione rende particolarmente desiderato questo compimento, ma, essendo un'esperienza non così comune, crea spesso anche una serie di stati d'animo personali nuovi, da conoscere e gestire. Infatti, l'entusiasmo di finire sovente si mischia con l'ansia di non riuscire, producendo un effetto, non sempre positivo, sullo svolgimento del lavoro da affrontare. Perciò la prima indicazione che ti rivolgiamo è di capire che entri in una fase particolare della tua vita di studente e non solo relativa ad un adempimento da assolvere. È naturale che nella scelta del tema della tesi ci si orienti verso ciò che attira e piace di più; magari anche verso quell'insegnante che è riuscito a suggestionarci con la sua disciplina e i temi trattati. Questa elezione va, però, verificata, tenendo conto di diversi fattori. Il proprio curricolo personale di studi superiori o di preparazione individuale a volte non consente di avere le basi contenutistiche, metodologiche e linguistiche per affrontare temi molto specializzati, anche se fortemente attraenti. Un altro punto da considerare, in specie riguardo alla Tesi di Laurea Magistrale, è se il tema, oltre ad interessare, possa avere anche uno sviluppo nel futuro post-universitario e professionale con approfondimenti ed eventuali pubblicazioni. Per cui, quando si pensa alla propria tesi si cerchi non solo di adottare il criterio del piacere, ma anche e soprattutto quello della fattibilità, della significatività e di un possibile futuro sviluppo. Rivolgendosi al docente, "non si chiede la tesi", ma si concerta un percorso per un corretto svolgimento del proprio lavoro scientifico di ricerca e compilazione. Da quel momento si stipula un patto di reciproca collaborazione-che impegna molto anche il docente in qualità di relatore-da gestire nel modo più rispettoso e rigoroso possibile, per addivenire ad un buon risultato. Il rapporto tra discente e docente deve essere di stima, fiducia e forte motivazione al miglior svolgimento del compito. I consigli, le indicazioni bibliografiche, le correzioni del docente vanno accolti
Anno Accademico 2014/15 2 1. Premessa «L'apostolato dei laici è partecipazione alla stessa salvifica missione della Chiesa, e a questo apostolato sono tutti deputati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della confermazione […] Così ogni laico, per ragione degli stessi doni ricevuti, è testimonio e insieme strumento vivo della stessa missione della Chiesa» 1 .Con queste parole, all'interno del capitolo quarto di Lumen gentium, il Concilio Vaticano II promuove e riabilita la partecipazione dei laici alla missione della Chiesa. Per il concilio quindi, la partecipazione dei laici alla missione della Chiesa, non è una "concessione" della gerarchia, ma l'esercizio di un "diritto-dovere" che deriva dalla loro dignità battesimale. A questo titolo anche i laici potranno essere chiamati ad esercitare, per un fine spirituale, alcuni uffici ecclesiastici. Il concilio è talmente convinto di questa necessaria collaborazione dei ministeri laicali, che afferma: «All'interno della comunità della Chiesa la loro azione è talmente necessaria che senza di essa lo stesso apostolato dei pastori non può per lo più raggiungere la sua piena efficacia» 2 . Successivamente, anche Giovanni Paolo II, nell'esortazione postsinodale Christifideles laici ha ribadito il concetto, sostenedo che con questo documento egli intende "suscitare e alimentare una più decisa presa di coscienza del dono e della responsabilità che tutti i fedeli laici […] hanno nella comunione e nella missione della chiesa" 3 . Come nella vita trinitaria si ha il massimo dell'uguaglianza e il massimo della distinzione, così, anche se in maniera imperfetta, nella Chiesa «vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il corpo della Chiesa» 4 , pur nella distinzione dei compiti. Tutta la Chiesa quindi, per la sua edificazione, nella distinzione delle singole membra, è chiamata come unico corpo, 1 Lumen gentium, n. 33. 2 Apostolicam Actuositate, n. 10. 3 Christifideles laici, n. 2. 4 LG 32
Nascita e sviluppo dell'Istituto di Liturgia pastorale
Magnificenza monastica a gloria di Dio. L'abbazia di S. Giustina nel suo secolare cammino storico artistico, p. 239-248 , 2020
L'Istituto di Liturgia pastorale è sorto presso l'Abbazia di S. Giustina di Padova subito dopo il Concilio Vaticano II. Ha sviluppato nel tempo un suo originale cammino di riflessione tra teologia, antropologia e ritualità.
1 NESTLE-ALAND., ed., Novum Testamentum graece. 8 «LC 5,1-11 COME RACCONTO DI VOCAZIONE...» 1.2. Traduzione 1 Quando la folla faceva ressa intorno a lui per ascoltare la parola di Dio ed egli stava in piedi lungo il lago di Ghenesaret, 2 vide due barche fermate lungo il lago. I loro pescatori, essendo già scesi da quelle, lavavono le reti. 3 Salendo in una delle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, dalla barca insegnava le folle. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Rispondendo, Simone disse: «Maestro, avendo faticato la notte intera non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Facendo così, catturarono una grande quantità di pesci, e le loro reti stavano per rompersi. 7 Fecero segno ai soci dell'altra barca, perchè venendo li aiutassero. Vennero e riempirono entrambe le barche, in modo che si affondavano. 8 Vedendo (ciò), Simon Pietro cadde alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Allontanati da me, poiché sono un uomo peccatore, Signore!». 9 Uno stupore, infatti, lo aveva afferrato, e a tutti coloro che erano con lui, a causa dei pesci che avevano preso. 10 Così anche Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; da ora in poi sarai catturando uomini vivi». 11 E, tirate le barche a terra, lasciando tutte le cose, lo seguirono.