Padova nel Regno e nell'Impero (original) (raw)
Related papers
Luigi il Grande Rex Hungariae Guerre, arti e mobilità tra Padova, Buda e l’Europa al tempo dei Carraresi, 2022
In 1376, the interdict launched by Gregory XI was imposed on Florentines as a community and foresaw their arrest and the seizure of their goods in the entire Christendom. Following its publication, the Florentine government decided to dispatch an embassy to Louis I. Thanks to the mediation of Florentine and Paduan business networks, Florentines were granted collective privileges in the Kingdom. This came with the right to elect their own consul, a businessman of Paduan origins, named Giovanni di Piero Saraceno. His brother,Jacopo was among the first Italians entering the royal administration in Louis I’s service. The financial and military support of Francesco I da Carrara in the conquest of Zara, coinciding with Jacopo’s activity in the royal administration, explains how this Paduan family emerged in Hungary. The article proposes to reconstruct the main dynamics of the diplomatic and commercial triangle formed between Padua, Florence and the Kingdom of Hungary on the basis of unpublished Florentine archival material. It does so by analyzing bilateral loans as instruments of contemporary diplomacy, the role played by Paduan and Florentine businessmen as diplomatic mediators and the institution of a joint commercial consulate which included, among others, Florentine and Paduan merchants.
Civitavecchia tra Impero, Papato e Campidoglio
Il comune di Civitavecchia la nascita, la fioritura e la scomparsa. Lo studio sistematico delle fonti a posto la città in un contesto nazionale ed europeo. Lo studio degli statuti, affrontato anche da un punto di vista codicologico, ha messo in luce una possibile datazione degli stessi.
Gli ebrei a Padova nel Settecento
Ramḥal: pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel, a cura di Gadi Luzzatto Voghera e Mauro Perani. Padova: Esedra, 2010
GLI EBREI A PADOVA NEL SETTECENTO Il Settecento nella storia degli ebrei a Padova non costituisce un'unità cronologica a se. Si può dire che abbia una fine ma non un inizio. È parte del periodo del ghetto, nel quale furono costretti a vivere dall'inizio del secolo precedente e fino all'arrivo dei francesi nel 1797, periodo che fu in generale un capitolo amaro nella storia degli ebrei padovani. Vediamo alcuni esempi. Dal 1603 il loro quartiere era delimitato da quattro porte che di sera venivano chiuse con catenacci: una al termine di via dell'Arco su via Marsala, la seconda in via delle Piazze poco prima di S. Canziano, le ultime due in via San Martino e Solferino, una all'incrocio con via dei Fabbri, l'altra su via Roma. Uno spazio limitato ed angusto, uno spazio chiuso che costrinse gli ebrei ad elevare le loro case aggiungendo piani su piani come si vede ancora oggi in via dell'Arco. Dal ghetto gli ebrei uscivano di giorno, per lavorare sì, ma anche per recarsi ad ascoltare le prediche in chiesa, obbligo a cui continuarono ad essere sottoposti perlomeno fino al 1715. Nelle loro case non potevano lavorare cristiani o cristiane, come servitori o balie, anche se il divieto non era sempre rispettato. Quando moriva qualcuno, doveva essere sepolto nel cimitero di via Campagnola, tragitto non breve, durante il quale il cadavere rischiava di essere rubato dagli studenti di medicina che se ne impadronivano per effettuarne l'autopsia. E questo, nonostante la comunità pagasse ogni anno una tassa speciale agli studenti proprio per evitare il ratto e l'autopsia dei cadaveri. In caso che scoppiassero incendi in città, gli ebrei dovevano fornire secchi e coperte di lane, come contributo al lavoro di spegnimento 1 .
Divinità provinciali nel cuore dell’Impero
Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité, 2014
Divinità provinciali nel cuore dell'Impero. Le dediche dei militari traci nella Roma imperiale Nell'ultimo secolo, i segni monumentali ed epigrafici che indicano la presenza dei Traci al di fuori della loro terra d'origine sono stati ripetutamente oggetto d'indagine 1. Con riferimento alla città di Roma, gli studiosi ne hanno cercato le tracce tra la popolazione servile, tra gli ostaggi e il personale al servizio della casa imperiale, tra i soldati della guarnigione urbana 2. Ancora poco indagati restano tuttavia alcuni aspetti legati alle forme d'integrazione dei Traci nel tessuto e nella società urbana; mentre la loro religione è stata analizzata insieme a quella degli altri soldati, senza ricevere un'attenzione specifica. La base d'indagine a disposizione è costituita, quasi esclusivamente, da testimonianze epigrafiche e archeologiche: fonti parziali dunque, anche se numericamente non irrilevanti. E proprio la presenza, cospicua e significativa, dei Traci nelle truppe urbane ci è sembrata meritevole di essere ancora una volta considerata. Il nostro obiettivo, in questa sede, è quello di dare evidenza, in primo luogo, al modo specifico trace di « dare un nome » alle divinità, inserendoci dunque in un dibattito particolarmente attuale presso la comunità scientifica 3 ; e, in secondo luogo, 1 Il presente contributo rappresenta la versione espansa di un precedente intervento elaborato, sempre a quattro mani, per un volume collettaneo sul tema della traduzione (Dana-Ricci 2013). Pur rappresentando l'esito di un lavoro comune, le pp. 1-12 sono da assegnare a C. Ricci; le pp. 12-28 a D. Dana. Desideriamo entrambi ringraziare vivamente la dott.ssa Daniela Velestino per la consueta generosità e i Musei Capitolini che hanno messo a disposizione le immagini fotografiche delle dediche pubblicate nel contributo.
Perspektywy Kultury
Padova è per i Polacchi un luogo di straordinaria importanza sulla mappa dell’Italia. Fin quasi dall’inizio dell’esistenza dell’università padovana, venivano a studiare in questa città giovani da tutta Europa e i Polacchi, subito dopo gli scolari provenienti dai paesi di lingua italiana e tedesca, erano la terza più numerosa nazione presente in questa celebre università. Vale la pena ricordare che a Padova studiarono, tra gli altri, Paweł Włodkowic, Niccolò Copernico, Maciej Miechowita, Klemens Janicki, Łukasz Górnicki, Jan Kochanowski e Jan Zamoyski, quest’ultimo prima studente e poi rettore dell’università negli anni 1563–1564. Il fondamentale ruolo di questa università è stato sottolineato dalle parole dell’eminente storico polacco Henryk Barycz, il quale ha scritto che l’antica presenza della nazione polacca presso l’Università di Padova è una delle più perfette e uniche testimonianze della storia della vita intellettuale polacca nel tardo Rinascimento e nel Barocco. Bisogna qui...
Padova nel Cinquecento, pp. 4-6.
"Padova e il suo territorio", Anno 35, 208 (dicembre 2020), 2020
Gli articoli firmati non impegnano la rivista e rispecchiano soltanto il pensiero dell'autore. Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati e sono estesi a qualsiasi sistema di riproduzione. Per loro conto, gli autori si assumono la totale responsabilità legale dei testi e delle immagini proposti per la stampa; eventuali riproduzioni anche parziali da altre pubblicazioni devono portare l'esatta indicazione della fonte. I manoscritti, le foto ed i disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
Patavium: la Padova romana con lo sguardo di oggi
Nuova Secondaria, 2020
La ricerca archeologica ha un legame imprescindibile con le fonti scritte: l’analisi dei Classici e la lettura dei testi epigrafici sono da sempre punto di partenza per lo studio di un contesto archeologico. Prendendo le mosse dall’esempio di Padova romana, il presente contributo mira a mettere in luce come una lettura delle fonti in chiave archeologica - supportata dall’utilizzo delle nuove tecnologie e della didattica museale - possa essere uno strumento chiave anche per introdurre i più giovani allo studio della lingua latina. Archaeological research has a close connection with written sources: the Classics and the epigraphy are stepping stones in the analysis of an archaeological context. Based on the case-study of Padova in the Roman age, this paper aims at discussing the significance of reading and commenting the literary and epigraphical sources from an archaeological point of view in teaching Latin. To get this goal, the use of innovative technologies and museum learning activities go to play an important role.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Related papers
Mantova, Monferrato e i Gonzaga. Due ducati sul cammino dell'Impero (1530-1630)
L'Impero di Carlo V e la geopolitica degli Stati italiani nel quinto centenario dell'elezione imperiale (1519-2019), Atti del Convegno Internazionale di Studi, Mantova, 10-11 ottobre 2019, a cura di Raffaele Tamalio, Accademia Nazionale Virgiliana, Quaderni dell'Accademia, n. 20 Mantova, pp. 355-366, 2021
in G. P. Brogiolo, M. Ibsen (eds.), Corpus Architecturae Religiosae Europeae (saec. IV-X). Vol. II. Italia I. Province di Belluno, Treviso, Padova, Vicenza. Schede di A. Colecchia, E. Napione, E. Possenti, Zagreb 2009, vol. 2, pp. 81-93