M. Notomista, Echi delle scoperte archeologiche pompeiane ed ercolanesi in un quadro di Giacinto Diana realizzato per la chiesa di San Sebastiano a Gragnano, in Cultura e Società, 5-6, 2013. (original) (raw)

R.DE SIMONE, Gli oggetti d’ornamento in vetro, in M.L. Famà (a cura di), Il Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani. Le Collezioni archeologiche, Bari 2009, pp. 283-284. 25. R.DE SIMONE, Le stele figurate puniche, in M.L. Famà (a cura di), Il Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani. Le Collezioni archeologiche, Bari 2009, pp. 339-341. 26. R.DE SIMONE, Le iscrizioni puniche, in M.L. Famà (a cura di), Il Museo Regionale “A. Pepoli” di Trapani. Le Collezioni archeologiche, Bari 2009, pp. 397-400.

Punic Stelae; punic Inscriptions. Museo Pepoli (Trapani).

L. TOSCANO, Le attività di scavo nell’area del santuario, in DEsposito et al 2021 Il Santuario di Iside a Pompei, nuovi dati archeologici sui rituali per la dea egiziana.

2021

Nell'ambito del complessivo piano di indagini archeologiche del progetto "Scavi e Ricerche", promosso dal Parco Archeologico di Pompei, sono stati effettuati alcuni saggi stratigrafici nell'area del Santuario Isiaco 1 ; in particolare ne sono stati condotti tre (Tav. I): i Saggi 1 e 2 nell'area antistante il podio e il Saggio 3 nell'area di forma subtriangolare tra il muro sud-ovest del cortile porticato e l'emiciclo del vicino Teatro Grande 2. Qui, in particolare, dopo la pulizia superficiale dell'area di cantiere e la relativa rimozione dei livelli di crollo, è stato intercettato il piano di calpestio antico, riferibile all'ultima fase di occupazione dell'area, esito delle ristrutturazioni post-sismiche del santuario ad opera di Numerio Popidio Celsino 3. Questo piano di frequentazione era costituito da uno spesso strato di scarico di materiale edilizio demolito, la cui interfaccia superiore appariva intaccata dalle fosse di piantumazione arboree moderne, attribuibili ai cipressi piantati in quest'area dal Maiuri il 28 novembre 1935 4. Al di sotto dello strato di ultima fase di vita del santuario è stato rinvenuto un articolato dedalo di strutture pertinenti ad entrambi i complessi monumentali (Tav. II): nel settore meridionale del saggio, infatti, si conservavano le stratigrafie legate ai lavori di ristrutturazione del Teatro Grande (fig. 1) opera della munificenza, ricordata dalle fonti, di Holconio

F. Sirano-D. Camardo-M. Notomista, La pittura di Ercolano. Stato delle conoscenze e prospettive della ricerca, in A. Coralini, P. Giulierini, V. Sampaolo, F. Sirano (a cura di), Pareti Dipinte. Atti XIV Congresso AIPMA, Napoli-Ercolano, 9-13 settembre 2019, Roma 2024, pp. 807-835.

L archeometria nello studio della pittura antica: nuovi dati da un vano a rescato dall edi cio a Est del foro di Nora

V. Farina, 'Echi della Salomé di Caravaggio in Azzolino, Sellitto e Ribera', in 'Caravaggio a Napoli. Nuovi dati, nuove idee', a c. di M.C. Terzaghi, in "Speciali di Studi di Storia dell'Arte" (isbn 978-88-8531185-7), 2021, pp. 165-175 .

''Caravaggio a Napoli. Nuovi dati, nuove idee', in "Speciali di Studi di Storia dell'Arte". , 2021

Reflections of Caravaggio’s Salomé on Azzolino, Sellitto and Ribera The exhibition Caravaggio Napoli provided a new comparison of the two Salome receiving the head of the Baptist, from the National Gallery of London and the Royal Palace in Madrid. Merisi's compositions met with almost immediate success in the Neapolitan art school, giving more than one local master the opportunity to create his own variations on the theme. Among these is a still unpublished canvas by Giovan Bernardino Azzolino (1572 a. - 1645), whose unique iconography allows it to be identified with one of the two works to which the poet Giambattista Basile dedicated a madrigal between 1608 and 1609. It must also be the same painting that was later part - before May 1620 - of the collection of the Genoese Marcantonio Doria, Azzolino's main patron. Other documentary sources suggest that the work originated in the small court of Don Luigi Carafa, Prince of Stigliano, who was not only the patron of Giambattista and his sister Adriana Basile, but also of Azzolino, as well as a documented debtor of Marcantonio Doria. The canvas, which has an early chronology, shows undisputed dependence on Caravaggio's Salome in London. A second painting with an analogous subject, fairly recently presented with an attribution to Jusepe de Ribera, can be shown to be based on both Caravaggio's biblical composition in Madrid and Azzolino's just discussed above. According to the style analysis, the hand of Azzolino, Ribera's father-in-law, can also be recognised in the work, at the time when they shared their home and workshop, in the late 1610s. There is also a third edition of the theme: an autograph work of Carlo Sellitto's mature years (1613), as confirmed by a new restoration. The painting is another important and early proof of the Neapolitan success of the London Salome, of which the canvas varies the scheme with considerable originality. This interpretation of Caravaggio's work, the second in chronological order of the three presented for the occasion, may prove to be known to both Azzolino and Ribera.