IL PRIMO ANNO DELLE LEGISLATURE NELLA COSIDDETTA "SECONDA REPUBBLICA" (original) (raw)
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Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica
IntroduzioneNel giudicare insoddisfacente il tasso di rendimento dei governi converge una parte autorevole degli analisti del sistema politico italiano, almeno fino agli inizi del presente decennio (Bibes 1974; Motta 1985; Allum 1993; Hine 1993; Regonini 1993; Cotta 1994; Fabbrini 1994; Morlino e Montero 1994; Calise 1994).
La prima legislatura repubblicana: un profilo storico-istituzionale
Scienza Politica Per Una Storia Delle Dottrine, 2011
Il convegno organizzato a Roma nell'ottobre del 2002 per iniziativa della Fondazione Istituto Gramsci e dell'Istituto Luigi Sturzo, di cui sono stati pubblicati due anni dopo gli Atti, ha quasi vivisezionato, affrontandola da tutti i possibili punti di vista, la prima legislatura repubblicana, periodo considerato, con le parole di Ugo De Siervo, uno dei curatori degli Atti, «fondamentale per comprendere le vicende dell'Italia repubblicana» 1 . Il quadro che emerge da quella che appare, a tutti gli effetti, come la trattazione più completa del primo quinquennio repubblicano, è quanto mai vasto e complesso. Dall'attuazione della costituzione alla riforma della pubblica amministrazione, dalle politiche sociali ed economiche alla politica estera e al contesto internazionale, dagli attori politici e sociali alle riforme, si analizzano e si problematizzano la «continuità e [la] discontinuità nell'azione delle istituzioni», come recita il sottotitolo della citata pubblicazione. In questo profilo, necessariamente sintetico, non mi propongo di riconsiderare la rilevanza istituzionale delle tematiche elencate, né tantomeno di passare analiticamente in rassegna i più significativi momenti della vita parlamentare e politica del periodo; cercherò, più limitatamente, di individuare e mettere in evidenza quelli che a me sembrano i nodi essenziali, dal punto di vista dell'assetto istituzionale e in primo luogo per ciò che attiene alla forma di governo concretamente realizzatasi, della prima legislatura repubblicana. Nella ricostruzione storiografica e storico-politica, il primo lustro repubblicano è rimasto per molto tempo sostanzialmente schiacciato tra l'interesse per la fase costituente, dominata dal cosiddetto «compromesso costituzionale» che ha portato, grazie alla collaborazione tra forze politiche di diverso orientamento ideologico ma accomunate dalla resistenza antifascista e dalla lotta di liberazione nazionale, alla elaborazione e approvazione della costituzione repubblicana, e l'intera storia repubblicana successiva. Come ricordava Leo-* Pubblico, con la sola integrazione degli indispensabili riferimenti bibliografici, il testo dell'intervento svolto al Convegno «De Gasperi e l'Italia degli anni '50. Tra ricostruzione e modernizzazione» tenutosi presso la Facoltà di Sociologia dell'Università di Trento dal 30 settembre al 2 novembre 2004 in occasione delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della morte dello statista trentino. 1 U. DE SIERVO -S. GUERRIERI -A. VARSORI (edd), La prima legislatura repubblicana. Continuità e discontinuità nell'azione delle istituzioni, 2 voll., Roma 2004.
2018
Il mistero del Monte Sibilla, in Italia, è un enigma antico e ancora inspiegato. La montagna innalza il proprio picco tra l'Umbria e le Marche. La grotta sulla cima è stata oggetto di visite, per secoli, da parte di uomini provenienti da ogni parte d'Europa, in cerca del leggendario reame sotterraneo della Sibilla degli Appennini. Una ricerca che non si è ancora conclusa. Con questo articolo Michele Sanvico intraprende un'emozionante ricerca tra differenti autori attraversando tre diversi secoli: da Padre Fortunato Ciucci all'abate Francesco Maurolico, dall'edizione della "Cosmographia" di Tolomeo curata da Johann Reger a Adrien Baillet, fino a Jean Germain, vescovo di Chalon-sur-Saône vissuto nel quindicesimo secolo, inseguendo la fievole traccia di una citazione relativa alla Sibilla di Norcia.
Cividale del Friuli (Ud), maggio 2014 - Gli storici latini - Velleio Patercolo in testa – li consideravano “un popolo più feroce della ferocia germanica". Ma i Longobardi erano davvero i più crudeli tra i barbari? Il regno che stabilirono in Italia fu veramente un'epoca così buia come generalmente si crede? E cosa lasciarono Alboino e i suoi discendenti in eredità alle generazioni future, quale fu il loro contributo alla storia e all'identità del nostro Paese?E' quello che cercherà di mette in luce la manifestazione storico-rievocativa “AD 568. Cividale primo Ducato”, che a Cividale del Friuli (Ud), capitale del primo ducato del regno appunto, proporrà il 31 maggio e il primo giugno prossimi uno spaccato di vita quotidiana del VI secolo: l'epoca, cioè, in cui i Longobardi invasero l'Italia e si stabilirono in maniera definitiva sul nostro territorio dando vita a un regno destinato a durare due secoli. L'evento è di grande attualità considerando il recente ingresso nella lista del Patrimonio Universale dell'Umanità Unesco del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del Potere (568-774 d.C.)”, che comprende sette siti in tutta Italia, uno dei quali è proprio Cividale del Friuli con il Tempietto Longobardo, i resti del Complesso Episcopale rinnovato da Callisto e il Museo Archeologico Nazionale. La manifestazione, giunta alla seconda edizione, presenta come principale novità proprio la collaborazione attiva con il Museo Archeologico Nazionale di Cividale, una delle istituzioni più prestigiose nel settore, che ospita nelle sue sale molti importanti corredi provenienti dalle necropoli locali: da quelli di primo insediamento longobardo in “Forum Iulii” alla tomba del cosiddetto “Duca Gisulfo” (rinvenuto nel 1874 in Piazza Paolo Diacono), dai rinvenimenti di S. Mauro fino alle più recenti acquisizioni delle necropoli “Ferrovia”. Per informazioni, si possono contattare gli organizzatori scrivendo a infoad568@lafara.eu, telefonando al numero 3283119698 oppure visitando il sito http://ad568.jimdo.com.
NOTE SULL'INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE NELL'ORDINAMENTO COSTITUZIONALE ITALIANO
Note sull'iniziativa legislativa popolare nell'ordinamento costituzionale italiano, 1970
L’iniziativa legislativa popolare nella recente esperienza italiana – L’istituto nella prospettiva dei costituenti – Configurazione giuridica e istituzionale dell’iniziativa popolare – Titolarità, contenuto ed efficacia della medesima – Effetti della presentazione alle Camere dei progetti popolari – L’inadeguatezza dei regolamenti parlamentari – L’attuazione legislativa dell’iniziativa popolare: la l. n. 352 del 1970 – Opportunità di una valorizzazione dell’iniziativa legislativa popolare nell’ordinamento costituzionale
nomos. le attualità del diritto, 2023
Si è aperto nuovamente il cantiere delle riforme costituzionali che ciclicamente torna ad impegnare il dibattito della dottrina costituzionalistica. Stavolta l’occasione è offerta da un (ennesimo) disegno di legge di revisione costituzionale relativo alla forma di governo italiana, giunto nel novembre 2023 all’esame del Senato , dopo i molti e ben noti tentativi portati avanti nelle legislature precedenti, tutti in vario modo falliti. La discussione sulle riforme costituzionali è uno dei leit motiv del dibattito politico-costituzionale nel nostro Paese, che si rinnova nel tempo, e che nella riflessione di Enzo Cheli si arricchisce della prospettiva storica, così come di una particolare sensibilità al rapporto tra le dinamiche del sistema politico e la trama del dettato costituzionale […]