Edifici di culto nella Capua altomedievale: nuove interpretazioni tra riusi, memoria ed obliterazioni successive (original) (raw)
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Perspectives Médiévales , 2020
La cattedrale di Capua, pesantemente trasformata in seguito ai danni bellici, era dominata fino alla prima metà del XVIII secolo da un mosaico absidale commissionato dal vescovo Ugone (1129-1135). Noto da testimonianze grafiche Seicentesche, era presentato dagli eruditi locali come una sintesi dei mosaici absidali delle tre principali chiese paleocristiane perdute dell’antico centro (Santa Maria Maggiore, SS. Stefano e Agata e San Pietro in Corpo): una tesi che ne fece, ante litteram, un prodotto artistico della riforma gregoriana. Lo studio della reliquia iconografica del mosaico ugoniano rispetto ai suoi pretesi modelli paleocristiani consente di relativizzare la lettura e di interpretarla alla luce del contesto capuano sei e settecentesco. Enfatizzando il legame tra l’antica e la nuova Capua in un particolare momento politico-ecclesiastico, il mosaico di Ugone offre nuovi argomenti per una revisione del mito storiografico dell’arte della riforma.
Riflessioni sul rapporto tra sepolture e cattedrali nell’alto medioevo
Hortus Artium Medievalium, 2014
In this work we analyze using the archaeological evidence the use of early medieval northern italian cathedrals as burial places, trying to understand above all: 1) from which moment these complexes began to be used as funerary space; 2) who was buried in these places and finally 3) what motives brought the population to abandon the suburban cemeteries to be buried inside of the cathedrals and other urban churches.
2012
Il volume discute, sulla base di un'ampia ricerca documentaria e cartografica, le trasformazioni settecentesche del patrimonio religioso e residenziale capuano, nelle loro diverse declinazioni, a partire dagli interventi meramente funzionali sino alle riedificazioni ab fundamentis, esaminando, inoltre, la fitta trama di relazioni tra l'ambiente della cittadina leborina, avamposto militare del regno meridionale, e la cultura architettonica napoletana, da un lato, e capitolina, dall'altro.
“Risignificare” e rigenerare i luoghi di culto: archeologia e storia, tra passato e presente
Colloquia Mediterranea, 2021
In questo numero di «Colloquia Mediterranea» , rivista della Fondazione Giovanni Paolo II, vengono ospitati gli atti della Giornata di studio La via adriatica del dialogo interreligioso. Religioni, arte e cultura: un confronto italo-albanese (Rimini, 18 dicembre 2018), promossa dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose Alberto Marvelli delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dalla comunità dossettiana della Piccola Famiglia dell’Assunta (Montetauro di Rimini), in collaborazione con l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana e il Dipartimento di Scienze Islamiche della Beder University di Tirana. Con questa scelta non solo si è voluto riconoscere il valore scientifico di questo incontro per il dialogo, fondato sulla conoscenza della pluralità di tradizioni che hanno animato e animano il Mediterraneo, ma si è pensato di aprire nuove collaborazioni con quegli istituti, come l’Istituto per le Scienze Religiose Alberto Marvelli, che promuovono iniziative proprio per favorire il dialogo tra le diverse sponde del Mediterraneo. Allegata Carta per la Risignificazione e la Rigenerazione del patrimonio culturale di interesse religioso.
II Ciclo di Studi Medievali. Atti del Convegno, a cura di Nume (Nuovo Medioevo), 2017
Il presente contributo, partendo da una breve sintesi sulla nascita del progetto CARE e sui risultati finora conseguiti in ambito europeo, intende porre l'accento sull'importanza dei dati ottenuti nell'analisi del territorio della provincia di Avellino, molto spesso, erroneamente, considerato marginale. Si illustreranno non solo le metodologie seguite nello svolgimento del lavoro, allineate agli standard europei, ma anche e soprattutto i risultati raggiunti e la loro diffusione on-line attraverso la piattaforma WIKICARE. Il censimento e la schedatura degli edifici religiosi della provincia in esame può dirsi, allo stato attuale, completo, sebbene non siano da escludersi nuovi aggiornamenti dovuti al progredire delle ricerche archeologiche e delle analisi documentarie. In totale sono stati censiti e schedati 87 luoghi di culto, localizzabili nei territori di 35 comuni rientranti nelle orbite di competenza di sei diverse diocesi e arcidiocesi attuali. Di tali edifici, 51 sono menzionati solo nelle fonti ed è stato alquanto complesso, se non spesso impossibile, definirne per ognuno la localizzazione precisa e le coordinate cronologiche di fondazione e di abbandono e/o distruzione, disponendo spesso solo di menzioni riguardanti la loro esistenza in un dato momento. Per i restanti 36 edifici, di cui si conservano tracce in elevato più o meno consistenti, sono state redatte schede più complesse, che, pur partendo dall'analisi documentaria, base di tutta la ricerca, ne hanno approfondito anche gli aspetti architettonico e decorativo. Facilmente intuibili sono le molteplici possibilità di utilizzo e sfruttamento dei dati raccolti: in questa sede si propone una presentazione quantitativa e tipologica degli edifici di culto schedati, anche attraverso la realizzazione di carte tematiche, frutto della loro localizzazione nei vari secoli, ed una serie di focus sui casi maggiormente rappresentativi. Lo scopo è quello di evidenziare, attraverso lo studio delle forme e degli spazi della devozione, le dinamiche della diffusione del cristianesimo nell'area esaminata.
Aspetti del sacro e della vita quotidiana tra tarda antichità e medioevo, 2022
Lo specificativo ad curtem che contraddistingue l’intitolazione di alcune chiese urbiche capuane ha da sempre stimolato l’interesse di chi si avvicinava alle problematiche inerenti alla fondazione e allo sviluppo urbano della Capua sul Volturno. La curiosità scaturita dal titulus di S. Michele, S. Giovanni e S. Salvatore condusse gli eruditi del XVII secolo alle prime congetture sulla ‘natura’ di tali edifici data l’allusiva collocazione topografica che sembrava trasparire dalla denominazione degli stessi. L’attenzione rivolta alle chiese capuane ha quindi poggiato le basi su di una letteratura consolidata che, soprattutto nel corso degli ultimi decenni, si è arricchita di nuovi contributi che hanno tentato di approfondire i numerosi tematismi offerti dalle – seppur labili – tracce degli impianti altomedievali. Alla luce del rinnovato interesse sullo sviluppo urbano di Capua e sull’articolazione dello spazio cristiano nell’altomedioevo, il contributo intende presentare alcune riflessioni emerse dall’analisi di alcuni documenti d’archivio e fonti erudite concernenti la chiesa di S. Michele a corte ed in particolare la ben nota cripta.
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