Una poetica dell'immaginazione: il realismo magico di Curzio Malaparte (original) (raw)

I racconti di Curzio Malaparte

Tesi di Laurea Magistrale (A.A. 2014/2015)

Il lavoro si propone di analizzare in modo sistematico le raccolte di Curzio Malaparte degli anni Trenta, Sodoma e Gomorra (1931), Fughe in prigione (1936), Sangue (1937) e Donna come me (1940), per mostrare come il racconto costituisca per lo scrittore una forma privilegiata e un vero punto di partenza per la sua produzione successiva. Individuando nella sua prima produzione, nata nel seno della sua collaborazione con il «Corriere della Sera», cinque diverse tipologie di racconto (l'invenzione, l'autobiografia, la storia, il bozzetto e il mito), vi ritroviamo già tutta l'essenza della scrittura visionaria malapartiana, a partire dall'estetica dello choc per arrivare al realismo magico. Attraverso un'attenta analisi dei testi, ricostruiamo con questo lavoro il percorso senza cesure che, a partire dagli anni Trenta, ha condotto lo scrittore fino ai romanzi della maturità: è infatti proprio in questi racconti, che non hanno ancora ottenuto l'attenzione della critica internazionale contemporanea, che Kaputt e La pelle affondano le loro radici.

Artificio mimetico e scomposizione seriale nella narrativa di Curzio Malaparte

Chroniques italiennes, n. 38, 2020

Le Morgante de Luigi Pulci entre « camera » et « piazza » Études réunies par Matteo Residori ANNALISA PERROTTA, «Alla mia vela aggiugnerò alcun ferzo». Politica e poetica nel Morgante di Luigi Pulci 1 GIUSEPPE SANGIRARDI, L'inconscio in piazza. Pulci, Dante e il diavolo 23 DONATELLA BISCONTI, Le Morgante entre poésie collaborative et allégorie religieuse 49 RAFFAELE RUGGIERO, Roland à Florence 73 GABRIELE BUCCHI, Dalla predestinazione divina alla benedizione del lettore : Pulci e il tempo 87 SUSANNA GAMBINO LONGO, Giocosa, fantastica, erudita: la geografia del Morgante (e di una possibile fonte del viaggio di Rinaldo ed Astarotte) 113 *** Mélanges modernes et contemporains ELENA COPPO, « Sto cesellando un cofanetto d'oro ». Gli esordi della poesia di Pascoli in Francia 141 ALESSANDRO VIOLA, Il "leninismo precoce" di Machiavelli. Egemonia e comune medievale in Antonio Gramsci 167 PIER GIOVANNI ADAMO, Artificio mimetico e scomposizione seriale nella narrativa di Curzio Malaparte 187 FEDERICA BARBONI, L'equivoco di Vittorio Sereni : una lettura 219 EMANUELE BROCCIO, La tagliola del disamore: una lettura narratologica del racconto in versi di Jolanda Insana 245 Chroniques italiennes web 38 (1/2020)

Curzio Malaparte: dal reportage di guerra alla creazione dell'opera letteraria. Genesi de Il sole è cieco e Il Volga nasce in Europa

Le parole di Maurizio Serra possono aiutarci ad introdurre una figura complessa e sfaccettata come quella malapartiana: lo scrittore pratese è definito dal curatore della sua biografia «uno degli interpreti più singolari del ventesimo secolo» 1 . Curzio Malaparte è in effetti un autore del tutto singolare, unico nel panorama letterario novecentesco: personaggio pieno di ombre e sfumature, testimone storico per sua natura sfuggevole ed intrinsecamente bugiardo. Collocarlo in una corrente o in una categoria definita è impresa quasi impossibile, ma è forse proprio qui che risiede parte del suo fascino peculiare; l'essere tutto e il contrario di tutto, l'essere costantemente 'altro'. La complessa personalità di un scrittore poliedrico come è stato Malaparte (fu narratore, giornalista, saggista, ufficiale, poeta, regista) riserva innumerevoli ed innegabili difficoltà di 'decodifica' agli occhi di lettori e studiosi. Proprio questa difficoltà mi ha spinto ad approfondire lo studio su questo autore, che forse più di altri riuscì a cogliere le profonde inquietudini del Novecento, soprattutto di quella tragica prima metà sconvolta dai due conflitti mondiali.

Curzio Malaparte e la letteratura tedesca

Tradurre, 16, 2019

La vita 1898 Curzio Malaparte nasce Kurt Erich Suckert a Prato. Il padre Erwin, di origine tedesca e religione protestante, è un imprenditore tessile che dalla Sassonia si è trasferito in Toscana con la moglie italiana, Evelina Perelli. 1911 Entra nel liceo Cicognini di Prato. Si fa notare per le prime prove letterarie ma è la politica ad appassionarlo: frequenta circoli interventisti e diventa segretario della sezione giovanile del partito repubblicano. Vicino alle avanguardie fiorentine, ha come mentore il poeta e giornalista Bino Binazzi, che lo ammaestra ai moderni, soprattutto francesi. Le opere dei poeti romantici tedeschi sono invece presenti nella casa paterna. 1914 Allo scoppio del conflitto mondiale scappa di casa ancora minorenne per arruolarsi nella legione di Peppino Garibaldi e combattere sulle Argonne per la Francia contro l'invasore tedesco. 1915-18 Tornato in Italia, partecipa alle campagne interventiste e dopo l'entrata in guerra si arruola volontario nella Brigata Alpi. Partecipa agli scontri come soldato semplice e poi sottotenente sul Col di Lana, sul Pescoi e sulla Marmolada fino alla rotta di Caporetto.Dopo la resistenza sul Piave, nell'estate del 1918 torna a combattere in Francia, e a Bligny sopravvive ai gas asfissianti dei tedeschi. Gli procureranno lesioni gravi che si ripercuoteranno sulla sua salute per tutta la vita. 1919-21 Finita la guerra rimane in Belgio nel corpo diplomatico: fa parte del Consiglio supremo di guerra della delegazione italiana, di cui dirige l'Ufficio cifra e stampa alla Conferenza della pace di Versailles e successivamente è nominato addetto culturale presso la Legazione d'Italia a Varsavia, da dove segue da vicino l'invasione bolscevica del 1920. Rientrato in Italia, riprende l'attività giornalistica. Nel 1920 aderisce al fascismo e l'anno 1/15 successivo pubblica il suo primo libro, Viva Caporetto!; il libro è sequestrato ma viene ripubblicato già lo stesso anno come La rivolta dei santi maledetti. È il primo di numerosi scandali che la sua produzione letteraria alimenterà ad arte. 1923 Pubblica con le edizioni della Libreria della Voce L'Europa vivente. Teoria storica del sindacalismo nazionale, testo teorico del fascismo rivoluzionario, intransigente e antiborghese. 1924 Dirige a Roma la rivista «La conquista dello stato», organo del fascismo rivoluzionario e squadrista, contrario ai compromessi con la borghesia e il mondo cattolico. 1925 Firma il Manifesto degli intellettuali fascisti e cambia definitivamente nome in Curzio Malaparte. Esce Italia barbara, pubblicato e prefato da Piero Gobetti con cui, nonostante le opposte visioni politiche, ha intensi scambi intellettuali fino alla morte di quest'ultimo. 1926 Dalle pagine del «Selvaggio» insieme al direttore Mino Maccari fomenta la polemica letteraria tra Strapaese e Stracittà. 1928 Dirige con Giovan Battista Angioletti «La Fiera letteraria». Pubblica le cantate L'Arcitaliano e diventa direttore del «Mattino» di Napoli. 1929 Diventa direttore del quotidiano «La Stampa» di Torino. La sua gestione spregiudicata indigna i lettori benpensanti e lo mette in contrasto con il fascismo in piena fase di normalizzazione. Scrive reportage dall'Inghilterra e dalla Russia sovietica, dove conosce Majakovski, Gorkij e Bulgakov, e dà ampio rilievo a scontri e scioperi della Germania di Weimar. 1931 Licenziato dalla «Stampa», pubblica la raccolta di racconti Sodoma e Gomorra. A Parigi pubblica in francese Technique du coup d'état, visionario racconto della presa del potere nell'età della tecnica, che trasforma storia e testimonianza diretta in letteratura. Il libro riscuote un successo internazionale e provoca le vivaci proteste di Trockij, che lo attacca pubblicamente a Copenhagen nel suo discorso per il quindicesimo anniversario della Rivoluzione d'ottobre. Hitler vi viene apertamente deriso e il libro è bruciato nei roghi nazisti, mentre Mussolini, tratteggiato come il vero «catilinario», eroe moderno della presa del potere, ne proibisce l'edizione italiana ma lascia che la stampa ne parli ampiamente. 1932 Collabora con il «Corriere della sera» diretto da Aldo Borrelli e pubblica Le Bonhomme Lénine. La polizia politica, l'Ovra, lo segue attentamente. 1933 Dopo il successo parigino di Technique du coup d'état, Malaparte polemizza duramente con i gerarchi fascisti, nella convinzione che abbiano tradito la "rivoluzione fascista" e che il suo amato duce debba abbndonarli. I suoi attacchi-soprattutto verso l'astro Italo Balbone provocano la caduta: viene arrestato pretestuosamente per attività antifascista all'estero, espulso dal partito, spedito prima a Regina Coeli, il carcere romano, e poi condannato a 2/15

Curzio Malaparte: il rovesciamento, l'indifferenziazione e il corpo nella rappresentazione distopica di Napoli

2021

L'autore si propone di indagare come le rappresentazioni di Napoli nelle opere di Curzio Malaparte possano essere ascritte al genere distopico, se analizzate dal punto di vista delle due caratteristiche principali del genere come vengono definite da René Girard e Northrop Frye: l'abolizione dei limiti e il rovesciamento parodico. Entrambe queste dinamiche si ritrovano nei romanzi malapartiani Kaputt e La pelle e si manifestano nell'espressione di numerose tematiche, tra cui quella fondamentale è probabilmente la descrizione del corporeo.

«Come un vero santo toscano»: pellegrinaggi di Curzio Malaparte in Terra di Siena tra letteratura, arte e memoria

Skené. Rivista di Letteratura francese e italiana contemporanee Revue de Littérature française et italienne contemporaines ANNO V - Ve Année 2016 - n. 6 - n. s., 2016

En s’appuyant sur une lecture attentive de l’œuvre de Curzio Malaparte, l’auteur de cet article examine la relation entre cet écrivain et la ville de Sienne. Sentimentalement touché par sa ville natale – Prato –, l’artiste toscan, dont le travail va de la fiction en prose à l’écriture journalistique, a toujours fièrement souligné les caractéristiques typiques de Sienne, malgré la proverbiale fierté des habitants de la Terre de l’Arno. Cette passion pour la ville du Palio peut même être tracée dans son roman le plus célèbre, "La Pelle". This paper examines the relationship between Curzio Malaparte and the city of Siena, which emerges from an attentive cross-reading of his work. Ever so sentimentally attached to his hometown of Prato, the Tuscan artist, whose work ranges from prose fiction to journalistic writing, has always proudly underscored the characteristics specific to Siena, despite the proverbial pride of the inhabitants of the « Terre de l’Arno ». Such passion for the city of Palio can even be traced in his most wellknown novel, "La Pelle".

Curzio Malaparte e la guerra nei Balcani. Letteratura, propaganda, censura

"Curzio Malaparte e la ricerca dell'identità europea," ed. by Beatrice Baglivo, Beatrice Manetti, Emmanuel Mattiato and Barbara Meazzi, Chambéry: Presses de l'Université Savoie Mont Blanc, 2020

Nella primavera del 1941, Curzio Malaparte si trova nei Balcani, corrispondente di guerra del Corriere della Sera. Il 7 aprile il quotidiano gli pubblica un articolo dal titolo eloquente, « Attraverso la Jugoslavia con l'ultimo "Oriente Espresso" », in cui lo scrittore descrive la mobilitazione delle forze reali jugoslave. Il giorno precedente, che le popolazioni locali ricorderanno nei decenni successivi come "giorno di San Vito", le potenze dell'Asse avevano lanciato l'invasione della Jugoslavia di re Karadjordjević.