L' insegnamento della cultura cristiana nell'Italia ostrogota: l’apporto di Ennodio, diacono della chiesa di Milano (original) (raw)

Ennodio poeta dell’edificazione materiale della Chiesa a Milano a opera del vescovo Lorenzo I

LUSUARDI SIENA Silvia, AIROLDI Filippo, SPALLA Elena (edd.), Milano. Piazza Duomo prima del Duomo. La cattedrale di Santa Tecla perduta e ritrovata. Archeologia del complesso episcopale milanese, Cinisello Balsamo (SilvanaEditoriale), 894 pp., 77-95 (ISBN 9788836641819) , 2023

È qui raccolta narrativamente – e in gran parte tradotta – una serie di fonti di genere letterario particolarmente utile, per la qualità visiva della sua parola, a ricomporre la rappresentazione delle vicissitudini materiali della Chiesa a Milano nelle loro ripercussioni teologico-culturali e perfino emotive, dal tempo delle devastazioni unne fino alla ‘rinascita’ in età teodoriciana, sotto l’episcopato di Lorenzo I (489-512), alla cui opera restauratrice validamente collaborò Ennodio (474-521), retore-teologo e, soprattutto, poeta: funzione quanto mai appropriata al ministero diaconale di cui era insignito. Here is a collection of literary sources that is particularly useful, due to the visual quality of its words, in reconstructing the representation of the material vicissitudes of the Church in Milan in their theological-cultural and even emotional repercussions, from the time of the Hunnic devastations to the ‘rebirth’ in the Theodoric age, under the episcopate of Lorenzo I (489-512), in whose restoration work Ennodius (474-521), a rhetorician-theologian and, above all, a poet, collaborated validly: a function that was ever more appropriate to the diaconal ministry with which he was invested.

Ennodio e la nobiltà gallo-romana nell'Italia ostrogota

2013

Sentimenti, credenze, motivazioni politiche o sociali degli uomini dell’Antichità da tempo sono divenute soggetto a pieno titolo dell’indagine storica, finalmente essendo considerate quali componenti di quelle strategie individuali o di gruppo, dalla cui interazione scaturisce la storia. La vicenda di Ennodio, della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi nemici offre un osservatorio privilegiato per ricostruire tali dinamiche. Nato nella Arles degli anni ’70 del V secolo, allorché la città era contesa tra il visigoto Eurico e l’imperatore Nepote, cresciuto in Liguria presso una zia che morì durante gli scontri tra Teoderico e Odoacre nei primi anni ’90, Ennodio apparteneva a quella generazione di provinciali gallo-romani di origine provenzale costretta a barcamenarsi tra i rivolgimenti politico-militari che, dopo la conquista visigota della Provenza, si trovarono a vivere improvvisamente non più quali membri di un unico grande Impero romano, bensì in entità politiche diverse, talvolta in lotta le une con le altre, in contesti economici e sociali disastrati. All’interno di una stessa famiglia, le relazioni umane e le alleanze tradizionali risentirono profondamente di quei rivolgimenti politici: alcuni rimasero in Provenza (come Arcotamia, madre di un monaco di Lérins); altri furono spinti altrove: così, ad esempio, la sorella di Ennodio Euprepia, che dopo essersi sposata con un nobile ligure e aver dato alla luce un figlio, tornò in patria affidandolo infante a Ennodio; un’altra sorella si sposò con un barbaro, che apparentemente non gradiva che il figlio venisse educato secondo il sistema classico-retorico dei signori romani; altri membri del clan rimasero in Italia, a cercare nella Chiesa, nel patronato degli aristocratici romani, o della corte teodericiana le condizioni con cui mantenere o migliorare il proprio status. Ennodio fu tra questi, desideroso di sperimentare vie nuove pur di assicurare l’ascesa di sé stesso e della famiglia. Nutrito di cultura classica, aderì profondamente all’ideologia senatoria  in quegli anni nuovamente valorizzata dalla proclamazione della civilitas teodericiana , seppe coniugarla con i valori etici e culturali della più autentica cristianità ambrosiana e offrì di sé un’immagine specifica: fiero della propria estrazione provinciale, uomo di Chiesa e asceta. Riuscì in tal modo a costruire intorno a sé una rete di relazioni in cui potesse agire da cliens e da patronus, da filius e da pater spirituale, comunque da frater. La sua attività di maestro presso l’auditorium milanese del retore Deuterio gli consentì di estendere tali legami anche alle generazioni più giovani che, qualora assunsero posizioni di rilievo, assicurarono ad Ennodio protezione nelle cause giudiziarie, aiuto per la ripresa economica dei parenti provenzali, sostegno alla sua attività letteraria. L’opera ennodiana solo da poco tempo e raramente è stata usata come fonte storica, per gettare luce su un periodo per molti versi oscuro e sfuggente: questo volumetto ha tale fine. Le stesse appendici, nelle quali vengono proposte correzioni alle tradizionali ricostruzioni prosopografiche e nuove datazioni dei singoli testi, vogliono essere uno strumento per gli studiosi che intendano usare Ennodio in questo senso

Note su Severo di Antiochia e la tradizione esegetica alessandrina

Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino 154 (2020), pp. 111-139

This essay deals with the biblical exegesis of Severus, who was bishop of Antioch between 512 and 518 and was the leading theologian of those Christians who refuted the Chalcedonian definition of the natures of Christ. The mail goal is to show that Severus was influenced not only by the Antiochene exegesis, but also by Origen and the so-called Alexandrian exegetical school. First, the author traces all the explicit references to Origen and Didymus the Blind in Severus’s works, and analyses the method Severus used in reading Origen. Then he focuses on three allegories, which are found in Severus’s Greek fragments: these metaphors were firstly developed by Origen and the Alexandrian school and were probably mediated by Cyril of Alexandria and the Cappadocian fathers, such as Gregory of Nyssa.

Ennodio, tra res publica e curia, nell'Italia ostrogota

Koinonia, 2017

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Note su Agapio, autore dell’Eptalogo, in Esegesi, Vissuto Cristiano, Culto dei Santi e Santuari. Studi di Storia del cristianesimo per Giorgio Otranto, a cura di I. Aulisa-L. Avellis-A. Campione-L. Carnevale-A. Laghezza, “Quaderni di Vetera Christianorum” 34, Edipuglia, Bari 2020, pp. 41-51.

domenIco lAssAndro, Nabuthae historia tempore vetus est usu cottidiana. Su un severo sermone di Ambrogio in divites gAetAno lettIerI, Tolomeo e Lucio martiri gnostici. Una confessio fidei valentiniana nella Roma della metà del II secolo Aldo luIsI, La presenza di Ovidio nei Padri della Chiesa edmondo f. lupIerI, Il corpo di Cristo. La sepoltura di Gesù secondo Matteo mArcello mArIn, Agostino celebra i martiri Scillitani: il sermo 299/D VIncenzA mIlAzzo, La Lettera 11 di Gerolamo. Proposte di lettura Adele monAcI cAstAgno, Phantasiae diaboliche: la demonologia della Vita Antonii fra stoicismo e retorica AntonIo V. nAzzAro, Le comunità ecclesiastiche dell'Italia annonaria nell'Epistolario di Ambrogio frAnçoIs neVeux, Chanoines séculiers et chanoines réguliers dans les cathédrales normandes. La question du célibat ecclésiastique (XI e-XII e siècles) gIoVAnnI AntonIo nIgro, La figura di Giobbe nell'omiletica basiliana lorenzo perrone, La salvezza dei giudei secondo Gerolamo: una nota sui Tractatus in Psalmos mAuro pesce, Divieto delle immagini e ekphrasis delle visioni luIgI pIAcente, Legumina marina (Ruric., epist. 2,44 e Avit., epist. 82,5) gIoVAnnI polArA, Cassiodoro poeta emAnuelA prInzIVAllI, «Chi fa il male per secondo non commette male minore» (Tolomeo, Epistula ad Floram 5,4). I cristiani e il dibattito sulla violenza di Dio fra II e III secolo mArIo restA, Il culto coreutico dei martiri fra IV e V secolo roBerto rusconI, Dalle prime stampe ai bollettini: una propaganda per i santuari teresA sArdellA, Le elezioni del vescovo di Roma: percorsi istituzionali e normativi (fine V secolo) gIuseppe sergI, L'impero carolingio e le chiese nel secolo IX AntonellA torre, Malattia e medicina nella letteratura cristiana antica André VAuchez, Miracles à Crémone : naissance et déclin du sanctuaire de S. Homebon (Omobono, † 1197) gIoVAnnI mArIA VIAn, Cirillo di Alessandria sui Salmi: alla ricerca dei testi autentici cAtherIne VIncent, Sanctuaires et indulgences, un dossier à reprendre : l'exemple du Mont Saint-Michel-au-Péril-de-laMer nelu zugrAVu, Aux débuts de la recherche de l'histoire du Christianisme dans les provinces danubiennes-Vasile Pârvan et Jacques Zeiller

Ennodio e la conversione dell'eloquenza: l'hymnus sancti Cypriani (carm. 1.12H=343V)

Athenaeum 101-II, 2013

In his hymn dedicated to Saint Cyprian, Ennodius focuses the traditional hagiographical theme concerning with the eloquence of Carthaginian bishop and martyr: beyond the religious content and the possible liturgical enjoyment, therefore, the hymn aims at celebrating a "converted" facundia, which is able to put its own virtues and power in service of the needs of Christian faith; so, in regard to its real aim, the hymn could be put in a very prolific relation with the considerations about eloquence and poetry scattered in Ennodius' whole literary production. So in Cyprian rhetorician, bishop and martyr, the poet finds a new possible model, in his constant attempt to conciliate the gift for literature with the obtained ecclesiastical status.

Francesca Pandimiglio ORRORE E SCONCERTO NELL'ICONOLOGIA CRISTIANA IN UN CAPITELLO ROMANICO DELLA CHIESA DI SAN SISTO A VITERBO

La Loggetta 131, 2022

la chiesa romanica di San Sisto (fig. 1), uno degli edifici ecclesiastici più antichi della città citato per la prima volta in un documento del 1068, fu costruita su un tempio pagano, dedicato forse a Venere o alla dea Fortuna, tra il IX e il XIII secolo. I documenti, riportano che nel rione di Vico Quinzano, già alla fine dell'VIII secolo, nella zona, come ipotizzavano gli storici Pinzi e Signorelli, compresa tra le Fortezze, la Strada Romana e l'attuale chiesa in questione, c'era una piccola pieve, dedicata a San Marco. Le modifiche nel tempo sono state numerose in particolare nel XII secolo, quando l'abside venne incapsulata all'interno delle mura cittadine. Per compensare il dislivello tra il pavimento dell'edificio e le mura, il presbiterio venne rialzato notevolmente e nella parte sottostante ad esso venne inglobata l'antica cripta. Altri ampliamenti si sono avuti poi nel XV secolo, quando venne aggiunta una quarta navata (fig. 2) distrutta poi dal bombardamento della seconda guerra mondiale nel maggio del 1944 (fig. 3). La chiesa ha due campanili, il più antico di stile longobardo e uno nuovo che è stato realizzato utilizzando la torre della cinta muraria. Secondo un'antica tradizione, la chiesa la sera del 3 settembre di ogni anno ospita i "facchini" di Santa Rosa per la benedizione in articolo mortis prima del trasporto della "Macchina", che parte per il suo percorso dall'adiacente Porta Romana. La chiesa custodisce molte opere preziose, ma, in particolare, un capitello ha colto la mia attenzione, dato che sono sempre alla ricerca di indizi e reperti di epoca altomedievale e romanica. La deflagrazione delle bombe del secondo conflitto, fortunatamente, non ha intaccato i capitelli, i quali sono rimasti integri ed oggi possiamo ancora ammirarli e studiarli in tutta la loro bellezza. Il Medioevo, giudicato erroneamente come età oscura e buia, denigrato durante l'Illuminismo e rivalutato nel Romanticismo, fonda la sua iconografia ed iconologia dell'arte su una visione

L. M. R. Barbieri, "De coelo misso. L'ingresso di Carlo Borromeo nella Diocesi di Milano: una lettura delle fonti, in D. Zardin, F. Pagani, C. A. Pisoni (a cura di), Religione, cerimoniale e società nelle terre milanesi dell’età moderna, Magazzeno storico verbanese, Germignaga, 2018, pp. 267-286.

La pubblicazione di questo volume ha ricevuto il contributo finanziario dell' UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE, MILANO sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa. Editing e coordinamento redazionale: Gioacchino A. Civelli Progetto grafico: Pietro M. Locarni © La Compagnia de' Bindoni -Magazzeno Storico Verbanese, Germignaga http://www.verbanensia.org; http://associazione.verbanensia.org Prima edizione: maggio 2018 ISBN 978-88-98306-22-0 In copertina: Dionigi Bussola, Statua di san Carlo Borromeo (già al Cordusio, e ora in Piazza Borromeo, a Milano).