"Fabule artificialiter pictae": illustrazione del libro e decorazione ceramica nel Rinascimento, in Fabulae pictae. Miti e storie nelle maioliche del Rinascimento, catalogo della mostra a cura di M. Marini, Firenze: Giunti, 2012, p. 110-125 (original) (raw)

L. Pesante, Francesco Durantino e Fedele Fulmine, in G. Busti, M. Cesaretti, F. Cocchi (a cura di), La maiolica italiana del Rinascimento: studi e ricerche. Atti del convegno di Assisi, 2019, pp. 197-204. ceramica.

La maiolica italiana del Rinascimento. Studi e ricerche (Atti del Convegno di Assisi), 2019

Sul retro del celebre capolavoro della maiolica italiana del Cinquecento marcato con il monogramma di Orazio Fontana, le cui ultime tracce si perdono a Berlino durante la Seconda guerra mondiale, c’erano due iscrizioni realizzate da due diverse mani: la prima molto probabilmente di Orazio stesso, con il suo ricorrente lungo segno di chiusura verticale, la seconda, già ritenuta da Timothy Wilson «consistent with Orazio’s handwriting in an archive document published by F. Liverani», da riferirsi invece al maggiore pittore di maioliche della sua generazione, Francesco Durantino, e recita: «Questo fu fatto nela botega / de M.o Guido vasaro / da castello dur- / anto in urbi- / no adi ·5· de / novembro / nel 1542». Si tratta della prima testimonianza della grafia di Francesco finora nota (dovrebbe ora avere circa vent’anni), eppure è evidente come siano già presenti molti elementi propri delle iscrizioni che traccerà sul retro delle sue opere nel corso della lunga attività di vasaio.

“Le Ceramiche”, in BENETOLLO C. – VETRULLI C. (a cura di), Il Museo del Costume Farnesiano di Gradoli. Catalogo della raccolta, Quaderni del Sistema museale del Lago di Bolsena. 2009, pp. 99-10

PREFAZIONI ALLA COLLANA DEI "QUADERNI" "Il museo è un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. E' aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto". E' con la definizione di museo fornita dall'ICOM (International Council of Museums) che desidero introdurre, quale auspicio di buon lavoro al servizio della collettività, la collana dei Quaderni del Sistema museale del lago di Bolsena, progettata dai direttori dei musei del comprensorio lacustre nell'ambito di un lavoro di promozione culturale di ampio respiro.

Marzia Faietti, Con studio e fantasia, in Raffaello 1520-1483, a cura di Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, con Francesco P. Di Teodoro, Vincenzo Farinella, Presidente del Comitato scientifico Sylvia Ferino-Pagden, catalogo della mostra (Roma, Scuderie del Quirinale), Milano 2020, pp. 18-41

L. Pesante, La questione dei falsi nella ceramica medievale, in L. Pesante (a cura di), Falsi e Copie nella maiolica medievale e moderna, Atti del Convegno, Firenze 2017, pp. 9-30.

Tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del Novecento furono realizzate a Orvieto e dintorni molte ceramiche ancora oggi esposte in musei europei e americani come autentiche opere medievali. Negli stessi anni si contraffacevano diversi oggetti d'arte "primitiva" che un collezionismo ancora orientato da un gusto romantico richiedeva insistentemente. Ma se riguardo i bronzi, gli avori, i marmi e i dipinti siamo in grado di misurare la cultura dei falsari e degli anni in cui essi furono attivi, non solo attraverso gli errori di grammatica o di sintassi esecutiva ma anche dall'enfasi che inevitabilmente li portava a marcare la propria sensibilità, per gli oggetti in ceramica ancora manca una lettura critica in grado di svelare interamente il fenomeno delle contraffazioni. Una parte degli studi sembra ferma ad uno stadio che in altri campi si potrebbe definire tardo-ottocentesco, con categorie interpretative proprie di quel periodo.