Seminario “Pedagogia salesiana dopo Don Bosco. Messaggi attuali e (dis)continuità", Università Pontificia Salesiana (13 maggio 2021) (original) (raw)
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2021
La pedagogia salesiana sviluppa riflessioni che superano la ricostruzione storica dei contesti, delle esperienze e delle visioni originarie di don Bosco sull’educazione. La ricerca pubblicata in questo volume, proseguendo su tale traiettoria, studia primariamente le formulazioni pedagogiche delle generazioni salesiane successive e, a livello di metodo, tenta di superare la sterilità delle pure ricostruzioni documentaristiche. L’intenzione di connettere don Bosco con le sfide educative di oggi passa per il vissuto delle diverse epoche con i loro differenti modi di pensare. Queste mentalità rinforzano alcune nuove idee pedagogiche omettendone delle altre, preferiscono alcune modalità di azione, sviluppano delle riflessioni, alcune profetiche e coraggiose, altre piuttosto piegate alla mentalità corrente o a soluzioni di emergenza. L’alternarsi dei cambiamenti comporta così un complesso combinarsi di inevitabili dinamiche pendolari tra le visioni pedagogiche affrontate nei sei capitoli: I. Formulazioni pedagogiche della prima generazione salesiana II. Pedagogia pratica capace di adattarsi alla società moderna III. Fedeltà disciplinata a don Bosco educatore in tempi difficili IV. Prima, durante e dopo i cambiamenti del Vaticano II V. Progettazione e animazione come sintesi postconciliare VI. Nuova evangelizzazione ed educazione per il terzo millennio Qui il link: https://bit.ly/las-pedsal-dopo-db
L'intervento parte dalle ultime sintesi di Morand Wirth e Aldo Giraudo, concordando con loro nell’esistenza di una profonda sintonia tra i due santi che deriva in don Bosco dalla lettura diretta di alcune fonti salesiane, dagli influssi salesiani indiretti soprattutto attraverso le opere di sant’Alfonso e dagli insegnamenti di ascetica e mistica ricevuti al Convitto Ecclesiastico di Torino sotto la guida del teologo Guala e di San Giuseppe Cafasso. Questa profonda sintonia va oltre le questioni di dirette dipendenze dottrinali, di convergenze lessicali o di tematiche comuni. La struttura della convergenza seguirà l’immagine dell’albero dell’amore che è il simbolo organizzatore del Trattato: «L’amore è come un bell’albero, la cui radice è la convenienza della volontà col bene, il ceppo ne è il compiacimento, il tronco è la tensione (movimento), i rami sono i tentativi e gli altri sforzi, il frutto ne è l’unione e il godimento.»
Michal Vojtáš, La componente metodologica per l’educazione salesiana attuale, in V. Orlando (Ed.), Con don Bosco educatori dei giovani del nostro tempo. Atti del Convegno Internazionale di Pedagogia Salesiana 9-21 marzo 2015 Roma Salesianum/UPS, LAS, Roma 2015, pp. 132-144, 2015
Il contributo cerca di superare la concezione tecnico-moderna che influenza ancora la semantica del termine “metodologia” proponendo una concezione più integrale. La “metodologia salesiana” si propone come un insieme integrale delle motivazioni, atteggiamenti e principi che favoriscono il percorrere dei passi di un percorso educativo, ispirati all’esperienza fondante di don Bosco nell’Oratorio e degli sviluppi successivi della pedagogia salesiana. Si descrivono successivamente le diverse fasi dello sviluppo della “metodologia salesiana”: 1. L’educazione preventiva di don Bosco descritta con i parametri di naratività, regolamentazione e dichiarazioni dei principi pedagogici. 2. Il periodo del rettorato di Pietro Ricaldone che accentua il ruolo di principi metodologici definiti più scientificamente, e meno narrativamente, traducendoli in un’estesa regolamentazione. 3. Il tempo del post Concilio Vaticano II che vede uno sviluppo di approfondimenti metodologici legati alla tematica della progettazione educativo-pastorale in termini dell’apertura e fiducia nella scienza, della crescita dell’antropocentrismo, del decentramento del governo della Congregazione 4. La proposta metodologica per l’attualità che rivaluta l’importanza del concetto di discernimento, della leadership trasformazionale e distribuita, dell’identità e degli atteggiamenti motivazionali e abiti operativi (virtù) di chi agisce secondo una metodologia educativa.
Michal Vojtáš, Sviluppi delle linee pedagogiche della Congregazione Salesiana, in A. Giraudo et al (Eds.), Sviluppo del carisma di Don Bosco fino alla metà del secolo XX. Atti del Congresso Internazionale di Storia Salesiana Roma, 19-23 novembre 2014. Relazioni, LAS, Roma, 2016, 221-244, 2016
La relazione al Convegno internazionale di Storia Salesiana enuclea le linee pedagogiche della Congregazione Salesiana emerse fino alla metà del secolo XX che si concentrano attorno ad alcune tematiche: 1. La fedeltà al metodo educativo salesiano che si esprime nel riprodurre i lineamenti di don Bosco nella pratica educativa: la sua paternità e amorevolezza, il suo zelo per la salvezza dei giovani, l’attenzione ai giovani più poveri investendo nello sviluppo della prima struttura educativa di don Bosco: l’oratorio festivo. 2. La vigilanza e la cura perché il sistema preventivo sia compreso e attuato nella sua integralità. Questo, in particolare, nella scuola che deve conservare la sua identità cristiana vigilando sui riduttivismi antropologici e metodologici delle correnti della “pedagogia atea”, ma anche resistendo alle pressioni dei diversi modelli dell’associazionismo giovanile. Si nota una graduale apertura verso alcuni aspetti delle nuove correnti pedagogiche, in particolare l’attivismo, che vengono inseriti all’interno del metodo preventivo salesiano. 3. L’attenzione alla formazione degli educatori si trova in continuità con la Scuola di pedagogia e le Conferenze capitolari di Valdocco, coniugando lo studio della pedagogia con la pratica educativa, con la cura delle motivazioni profonde degli educatori, delle relazioni interne e dei ruoli all’interno delle comunità salesiane.
Questo articolo esplora l'evoluzione della pedagogia salesiana dal periodo post-seconda guerra mondiale attraverso l'epoca del Secondo Concilio Vaticano (1952-1978). Sottolinea la crescita e la stabilità organizzativa della Congregazione Salesiana nel dopoguerra, enfatizzando il ruolo di figure come Don Ricaldone e Don Renato Ziggiotti nell'adattamento alle esigenze sociali ed educative contemporanee. L'impatto del Concilio Vaticano II, in particolare attraverso la "Gravissimum educationis", ha portato a un cambiamento paradigmatico verso un approccio più aperto e dialogico nell'educazione, integrando le scienze umane e rispondendo alle sfide della società moderna. Sviluppi chiave hanno incluso la trasformazione delle pratiche pedagogiche presso l'Istituto Superiore di Pedagogia, sotto la guida di figure come Pietro Braido, e l'adozione di un approccio critico verso il Sistema Preventivo di Don Bosco. Il periodo è stato caratterizzato da un equilibrio tra tradizione e innovazione, come visto in vari convegni e simposi che hanno riflettuto sulla missione educativa salesiana nel mondo in cambiamento. L'articolo conclude che questa era è stata una fase significativa di transizione e rinnovamento nel pensiero e nella pratica educativa salesiana.
Il periodo tra il 1929 e il 1951 nella storia della pedagogia salesiana è caratterizzato dalla beatificazione di Don Bosco e dalle sfide poste dal contesto politico e sociale, in particolare il regime fascista e la seconda guerra mondiale. Quest'epoca vide un rafforzamento nell'approccio educativo della Chiesa Cattolica, in particolare attraverso l'enciclica "Divini Illius Magistri" di Pio XI, che stabilisce un approccio educativo neotomistico basato sulla grazia divina. Il regime fascista pose sfide significative all'educazione salesiana. La risposta dei salesiani consistette nel consolidare le proprie istituzioni educative, particolarmente il classico "collegio salesiano", e nel limitare le proprie attività educative al campo religioso e catechistico, evitando interferenze politiche. Questo approccio si rifletté anche nell'enfasi sulla disciplina e sulla fedeltà ai principi salesiani. Pietro Ricaldone, successore di Don Bosco, enfatizzò l'importanza della catechesi e dello studio, influenzato da autori come Casotti. Ricaldone enfatizzò un approccio educativo incentrato sulla formazione religiosa, disciplina, e conservazione della tradizione salesiana, rafforzando l'educazione classica e resistendo alle influenze moderne. Leôncio da Silva e Alberto Caviglia furono due figure chiave nella teorizzazione della pedagogia salesiana. Da Silva promosse un'interpretazione scientifica e sistemica dell'educazione, mentre Caviglia, che aveva una relazione personale con Don Bosco, esplorò la spiritualità e la pedagogia narrativa nell'educazione salesiana.
2020
Le dispense propongono nove letture che partono dal Trattatello di don Bosco del 1877 fino al Quadro di Pastorale Giovanile Salesiana del 2014 illustrando i diversi approcci all'educazione e alla pedagogia salesiana che rispondevano alle esigenze dell'epoca, alla sintesi personale dell'autore e, infine, alle teorie pedagogiche di riferimento. Indice: 1. GIOVANNI BOSCO, Il Sistema preventivo nell’educazione della gioventù (1877) 2. GIOVANNI BOSCO, Lettera da Roma alla comunità salesiana (1884) 3. MICHELE RUA, Santificazione nostra e delle anime a noi affidate (1894) 4. FILIPPO RINALDI, Motivi di apostolato e di perfezionamento per il 1931 5. PIETRO RICALDONE, La disciplina come mezzo generale dell’educazione (1951) 6. CAPITOLO GENERALE XIX, Formazione dei giovani (1965) 7. EGIDIO VIGANÒ: Il progetto educativo salesiano (1978) 8. JUAN VECCHI, Progetto Educativo Pastorale: Metodologia (1978) 9. PASTORALE GIOVANILE SALESIANA. Quadro di riferimento (2014)