Tra ideologia e poesia : le strutture spazio-temporali in L'uomo è forte di Corrado Alvaro e Il palazzo a mille piani di Jan Weiss (original) (raw)
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"L'uomo è forte di Corrado Alvaro: un libro «sbagliato bene che resiste al tempo»", in AA.VV., Paura sul mondo. Per L'uomo è forte di Corrado Alvaro, ETS, Pisa, giugno, 2013, pp. 17-32;
negli studi danteschi va ricordata come esemplare la valorizzazione della dimensione simbolica dello spazio offerta da Ezio Raimondi in alcuni saggi sui primi canti purgatoriali, attraverso l'individuazione e l'analisi di un vero e proprio «paesaggio liturgico». 2 Sul piano simbolico la collocazione centrale di un luogo ne indica l'importanza, la sacralità, la funzione fondamentale nella storia. Non è allora un caso che secondo un dato condiviso nella cultura medievale, al centro dell'emisfero delle terre emerse si trovi Gerusalemme. Il dato è già biblico: «Haec dicit Dominus Deus: ista est Ierusalem: In medio gentium posui eam et in circuitu eius terras» (Ez 5, 5). E Gerusalemme è definita «umbilicus terrae» (Ez 38, 12). 3 ture pensanti (1966), trad. it., Venezia, Marsilio, 1985, p. 90; J. le goff, L'immaginario medievale, trad. it., Roma-Bari, Laterza, 1985; P. ZumThor, La misura del mondo. La rappresentazione dello spazio nel Medio Evo, trad. it., Bologna, Il Mulino, 1995; B. WesTphal, Geocritica. Reale Finzione Spazio, trad. it., Roma, Armando, 2009, specialmente pp. 7-14. 2 Cfr. E. raimondi, Rito e storia nel I canto del «Purgatorio» e Semantica del canto IX del «Purgatorio», in id., Metafora e storia. Studi su Dante e Petrarca, Torino, Einaudi, 1970, pp. 65-94 e 95-122 (nuova ed., Torino, Aragno, 2008, pp. 98-132 e133-162). Cfr. inoltre, per sviluppi più recenti di queste prospettive, A. pegoreTTi, Dal «lito diserto» al giardino. La costruzione del paesaggio nel «Purgatorio» di Dante, Bologna, Bononia University Press, 2007. Più in generale, su Dante e le tradizione del simbolismo medievale, cfr. Z.G. barański, Dante e i segni. Saggi per una storia intellettuale di Dante Alighieri, Napoli, Liguori, 2000; S. CrisTaldi, Paesaggi tra realismo e allegorismo, in La poesia della natura nella «Divina Commedia». Atti del Convegno internazionale di Studi (Ravenna, 10 novembre 2007), a cura di G. Ledda, Ravenna, Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, 2009, pp. 35-91. 3 Su questo dato nella cultura medievale e nella Commedia cfr. F.-R. hausmann, Dantes Kosmographie -Jerusalem als Nabel der Welt, «Deutsches Dante-Jahrbuch», LXIII, 1988, pp. 7-46. Cfr. inoltre J. le goff, La nascita del Purgatorio, trad. it., Torino, Einaudi, 1982. Più in generale, sul trattamento dantesco di Gerusalemme nella Commedia, cfr. C.E. honess, The City of Jerusalem in the LA POESIA DELLO SPAZIO DELLA COMMEDIA DI DANTE
Il “tempo ultimo”: strutture della temporalità nell’opera di Italo Svevo
Cuadernos de Filología Italiana, 1970
Il presente saggio segue lo sviluppo del tema del tempo nell'opera narrativa di Italo Svevo, attraverso i tre romanzi e i testi brevi dell'ultimo periodo. Lo scrittore triestino manifesta una sempre più acuta consapevolezza non solo della centralità del tempo nella costituzione degli orizzonti di comprensione del reale propriamente umani, ma anche una sempre più precisa nozione del legame inscindibile esistente fra temporalità e scrittura letteraria. Il dispiegamento di varie categorie concettuali connesse alle varie dimensioni del tempo permette di mettere in rilievo l'interesse e la perdurante validità del punto di vista di Svevo circa il rapporto vita-letteratura.
In un contesto di attualizzazione di concetti filosofici e di architettura, la Filosofia dello spazio di Gaston Bachelard ci illustra le dinamiche di una riappropriazione di ciò che suole definirsi “spazio”. Prima di interrogarsi sull’architettura, o sulle modalità degli insiemi architettonici, varrebbe la pena porsi una domanda fondamentale sull’aspetto dell’abitare oggi. In questo modo la presa di coscienza di un insieme urbano si basa su una presa di coscienza esistenziale dello spazio vissuto. Le considerazioni originarie sullo spazio si definiscono in un’epoca soggiogata dalla liquidità dove tutto si fonde e tutto si mescola. Definire l’habitat, così come l’oikos, è un compito da svolgere in modo logico e dettagliato. In effetti, il mondo delle immagini e delle poetiche di Gaston Bachelard, spesso demonizzato o tacciato di fantasticherie senza logica, si rivela essere un’ottima espressione di come oggi andrebbe concepito lo spazio da vivere, da condividere e da ricordare. Le immagini presuppongono una chiave di accesso allo spazio, considerato da Bachelard come un luogo di esperienza. Di conseguenza la proposta di un vademecum bachelardiano, attraverso il quale analizzare le principali forme e modalità delle immagini e delle poetiche, si allaccia a una lettura che coinvolge gli aspetti fondamentali dello spazio intimo.
Frammenti di tempo e spazio in alcuni personaggi di Luigi Pirandello
2009
In twentieth century Italian literature, the conception of time goes towards subjectivity and gradually goes away from the chronological order of the events. Luigi Pirandello's work illustrates the fragmenting of time and the upsetting of the conception of space. Through the characters, it is clear how it is impossible to decompose time without alteration and a breaking up of the spaces in which the events are taking place. Pirandello shows clearly not only a destabilization of space and time, but also the incapability and the inadequacy to analyse and schematize the passing of the time. The characters have their own sense of time and space. Also the same characters are trying to create their own time and space. Through symbolisms one can understand space and time. They are signs of the characters' and author's subjectivity. The human being limitation is his location and alienation within time and space. To understand it in Pirandello's work we need to follow the sym...
piano b, 2018
For those who study xxth Century Italian Art and wonder what continuities can be detected between the first and the second half of the century, Edoardo Persico, still a cultural-historical enigma, is a necessary passage. Sometimes we read his influence upon artists has been scarce and sporadic, but it’s precisely this commonplace we could try to challenge here. During the Twenties, Persico focused sharply on a few issues concerning cultural heritage, «nation» and «cosmopolitanism», sacred art and Italian modernism. He did so in touch with eminent intellectuals as Gobetti and Croce, whose antifascism he shared; and Lionello Venturi, who was his mentor in Turin. With a strong difference: Persico was an engaged catholic and a devout believer. His political stance is hardly understandable from a post war point of view. Persico’s thoughts on «arte sacra» are actually very much linked with ecclesiological debates and Vatican’s inner and foreign politics in totalitarian Europe of the entre-deux-guerres period. As a multiple outsider, Persico worked out a syncretic strategy for Italian artists and architects struggling for a true modernity - he collaborated with Lucio Fontana, Tullio Garbari, Ottone Rosai, Renato Birolli; and co-directed Casabella, the Italian prestigious magazine on art, design and architecture, with Mario Pagano, a committed rationalist architect and a militant fascist. Such strategy survived Persico, who died in 1936. He taught new generations, from «spazialismo» and “monochrome” to Arte povera, to ingeniously join past and present without ignoring splits or conflicts, instead drawing strength and cogency from historical and cultural differences; and to combine loose elements of a visual mother tongue with this or that occurring “international style”.