«Con ombreggiamenti assai caricati». La pittura tenebrosa di Antonio Zanchi e le «diramazioni del caravaggismo» alla Scuola veneziana di San Fantin (original) (raw)
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2019
La presente scheda di catalogo riassume e riporta le novità già rese note dallo scrivente sulla pala di Brera di Carlo Bononi, un tempo a Fabriano e rimpatriata per la prima volta in occasione della mostra "La luce e i silenzi. Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento", allestita nella Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e alla Cattedrale di San Venanzio. Le pagine della bozza definitiva qui caricata hanno subito un leggero slittamento nel catalogo della mostra per via delle ultime modifiche e aggiustamenti del volume prima della stampa. Il testo e la veste editoriale tuttavia sono gli stessi della scheda pubblicata.
nasce a Nove in provincia di Vicenza il 22 giugno 1824 da Martino "fornasier" (fornaciaio) -come attesta l'atto di battesimo della parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo di Nove 1 . I primi documenti su Francesco si trovano nella Matricola Generale degli alunni 2 dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove risulta iscritto per il biennio 1849-50 alle scuole di Architettura, Prospettiva e Paesaggio, quindi sotto gli insegnamenti rispettivamente di Francesco Lazzari, Federico Moja e Francesco Bagnara. Alle tre scuole ottiene ottimi voti e già nel 1850, a conclusione del primo anno di iscrizione, lo troviamo tra gli espositori, con Chiostro di monastero 3 , alla consueta mostra annuale dell'Accademia che si teneva in agosto. L'anno seguente Zanin espone Angolo rientrante di fabbriche diroccate, dipinto eseguito come saggio finale del corso di paesaggio tenuto da Bagnara; lo stesso soggetto fu presentato da Carlo Matscheg e Giacomo Berti. Tutti e tre i pittori risultano vincitori della medaglia e Zanin anche della medaglia in disegno "Per la riproduzione in disegno a memoria di varii studi anteriormente copiati dal vero". Il soggetto e quanto pubblicato negli atti di quell'anno, evidenziano le grandi novità apportate al corso di paesaggio con l'insediamento alla presidenza di Pietro Selvatico. Le lezioni venivano divise in due parti; la prima consisteva nella "copia in dipinto" per la quale fu scelto a modello "un paese con torrenti del sig. Turpin 4 ", la seconda consisteva nella "copia dal vero in di-1 Nove (Vi) Archivio parrocchiale (v. sezione documenti). 2 Alla voce Zanin Francesco, in R. Accademia di Belle Arti in Venezia, Matricola Generale degli alunni dal 1817-18 al 1852-53, vol IV parte I II. Appena iscritto risulta domiciliato ai Gesuati n. 327, per poi trasferirsi poco lontano; A S. M. del Rosario alle Zattere al n. 921. 3 N. 56, Elenco degli oggetti d'arte ammessi all'esposizione nelle sale della veneta I.R. Accademia di Belle Arti nel 1850, Venezia, Tip. Naratovich, 1850.
La pittura in cui abitano le ombre. Nota sulla pittura 'figurale' di Gianantonio Gennari (E&C 2012)
ALESSAndRO ROSSI La pittura in cui abitano le ombre. nota sulla pittura figurale di Gianantonio Gennari Quando l'immagine sia gravata dal peso della sua origine, sfigurata dall'attraversamento dell'ombra e dal tempo di questo percorso; quando esponga la fatalità e la nostalgia dell'ombra, nostalgia di un ritorno nel grembo dell'infinito sensibile, la chiameremo: Figura. La Figura: immagine che espone una mancanza, al crocevia fra memoria e desiderio. (Savinio 2003: 327) re, ("accanirsi sradicante dei segni" è stato definito) 3 egli aspetta di cogliere la possibilità di profanare il nulla, dando al nulla stesso l'illusione di una forma che sia all'altezza della sua missione di riconoscibilità. Egli aspetta che dal fondo dei colori affiori la "figura", che, al di là della tela, in qualche profondità, già attendeva d'essere evocata in superficie.
TOCCHINI G., Minacciare con le immagini. Tintoretto: gli affreschi scomparsi della «Casa Barbariga» e la svolta ideologica del patriziato veneziano , Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2010, pp. xi-xvi e 39-64, 2010
Lo studio è volto a ricostruire e capire un ciclo pittorico ormai irrimediabilmente consumato dal tempo, ridotto a una muta larva su una vecchia foto, a esili ombre graffite sulla facciata della veneziana "Casa" dei Barbarigo di San Trovaso, incapace ormai di restituire una pur minima traccia degli squillanti colori dei quali l'aveva ornata, a metà Cinquecento, il genio di Iacopo Tintoretto. Ombre tuttavia sufficienti per avviare una raccolta di indizi e poi di prove sul loro contenuto figurativo, per ricostruirne la struttura e l'iconografia, per coglierne il significato iconologico, per dare ad esse un senso nel quadro delle esigenze di autorappresentazione e delle ambizioni del committente. Un gioco di pazienza che servirà a riportare alla luce i perduti affreschi di palazzo Barbarigo: non certo nella loro dimensione estetica e visiva, perduta ormai per sempre, ma nei messaggi ideologici che ad essi erano stati affidati; non per quello che erano, insomma, ma per quello che volevano essere. Un documento per capire non tanto l'unicità dell'estro di Tintoretto quanto la storia di Venezia
ABAV 2018 Annuario Accademia di Belle Arti di Venezia. Pittura “oggi”. Da Emilio Vedova alle ultime tendenze, a cura di A. G. Cassani.
The author traces analytical reconstruction of the attendance at the Academy of Fine Arts of Venice, characterizing the teaching of Painting through the relationship teacher/learner, especially in the various declinations that gave rise to important initiatives and several exhibitions inside and outside the Institution, highlighting such developments over the years. Chronologically it is concentrated in a timespan between the end of the Eighties and the first decade of the new millennium, in which the greatest turnover in the positions of the same teaching has been observed.
L'indagine della portata e del significato degli studi giovanili di Lionello Venturi sulla pittura veneziana permette sia di chiarire un momento fondativo del pensiero critico venturiano, sia di offrire un contributo determinante nel panorama della critica d'arte italiana di inizio Novecento 1 . L'incontro del Venturi con tale tradizione artistica avviene nello svolgersi della sua fase di formazione e si concretizza nella pubblicazione di alcuni scritti: due importanti studi monografici, Le origini della pittura veneziana: 1300-1500 nel 1907 2 e Giorgione e il giorgionismo nel 1913 3 , la tesi di laurea in storia dedicata alla Compagnia della Calza a Venezia, anch'essa pubblicata 4 , e la prolusione al primo corso universitario (La pittura veneziana nella storia dell'arte) tenuto nell'ateneo di Padova 5 . Oltre a queste esperienze pubblicistiche, va anche ricordato che dal 1909 al 1910 Lionello è a Venezia impegnato nel ruolo di Ispettore alle Gallerie, dove ha modo di entrare in contatto diretto con le più importanti testimonianze artistiche locali. Da un punto di vista metodologico i suoi primi lavori hanno un carattere marcatamente storicofilologico e rivelano un'assimilazione attenta della lezione di Adolfo Venturi, degli studi di Morelli, di Cavalcaselle e di Berenson 6 . Il volume del 1907 riveste carattere di grande impegno e non manca di interessanti contributi che già vogliono superare l'erudizione. Il lavoro, che intende indagare la storia della pittura veneziana dalle origini alla fine del Quattrocento, porta a Venturi un primo riconoscimento ufficiale, con l'assegnazione di un premio da parte del Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Venezia 7 .
Barocco in chiaroscuro. Persistenze e rielaborazioni del caravaggismo nell’arte del Seicento. Roma, Napoli, Venezia 1630-1670, 2020
La pittura genovese del secondo Seicento e primo Settecento e il singolare recupero del "caravaggismo" dei suoi protagonisti: saggio relativo all'intervento nel convegno "Barocco in chiaroscuro. Persistenze e rielaborazioni del caravaggismo nell’arte del Seicento. Roma, Napoli, Venezia 1630-1670", a cura di A. Cosma e Y. Primarosa (Roma, Gallerie nazionali d’Arte Antica, Palazzo Barberini, 12-13 giugno 2019)
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2019
A. Cerasuolo, L’Introduzzione alle arti e la tecnica della pittura nelle Vite di Vasari
Giorgio Vasari e il cantiere delle Vite del 1550, atti del convegno internazionale di studi Firenze, Kunsthistorisches Institut, Palazzo Grifoni, 26-28 aprile 2012, a cura di Barbara Agosti, Silvia Ginzburg, Alessandro Nova, Venezia 2013, ISBN/ISSN: 978-88-317-1495-2, 2013