La pandereta es de las mujeres (original) (raw)

UNA FEMMINA BALBA

ANTONIO GAGLIARDI: SPECIES INTELLIGIBILIS: ESPERIENZE DI ERMENEUTIC LETTERARIA; MARTIN, (SLOVACCHIA), 2018

La ricostruzione di tanti episodi della Commedia di Dante dipende immediatamente dal testo filosofico che li sorregge e che dà loro forma intellettuale dissolvendosi in essi. Rimane un carattere enigmatico della scrittura quando quel testo assume una forma allegorica e la personificazione impedisce la comprensibilità immediata del testo originario. Esemplare è la donna balbuziente che appare in sogno a Dante con caratteristiche di menomazione fisica evidenti. La comprensione è nulla senza il passaggio alla dottrina che l'ha generata. Ripercorrendo il cammino dall'immagine al concetto, dal concreto all'astratto si riesce a rendere visibile la scrittura originaria che ha generato quell'immagine di donna non soltanto balbuziente ma anche sminuita nelle altre facoltà sensibili. Il carattere di enigma di questa donna balbuziente che viene in sogno a Dante nel XIX canto del purgatorio, quando la notte sta per terminare e il giorno incomincia, mentre l'alba si annuncia, viene letto proprio dentro il contesto delle situazioni che si creano e già, inizialmente, forniscono il quadro dottrinale per scioglierne il significato dall'involucro metaforico, riportando il linguaggio poetico alla sua matrice filosofica o scientifica. La femmina balba si presenta come enigma che soltanto la competenza linguistica e filosofica del lettore può sciogliere in sintonia con la capacità tecnica dell'autore, sostituendo alle formule incognite il testo originario.. Ne l'ora che non può 'l calore diurno intepidar più 'l freddo della luna, vinto da terra, e talor da Saturno quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriente, innanzi all'alba, surger per via che poco le sta bruna-, mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le mani monche, e di colore scialba. Pg. XIX, 1-9 Prima il contesto naturale e poi la descrizione della donna mostrano che costei non è che l'allegoria dell'immaginazione. Rimanda all'immaginazione il contesto della visione di questa donna, il sogno, componendo un'immagine di un essere dalle facoltà fisiche diminuite rispetto a quelle normali. Il sogno è opera dell'immaginazione (Aristotele, Sui sogni) e la stessa immaginazione si presenta nel sogno come personificazione di una donna con i caratteri propri dei sensi fortemente diminuiti. Tutta la tipologia dell'immaginazione che agisce nel sogno viene rispettata. Quel tempo intermedio tra la notte e l'apparire della prima luce, quando la luna non ha più la forza di raffreddare la terra perché anche l'influenza di Saturno diventa più forte, in quell'ora più adatta agli indovini per vedere in cielo la figura della Fortuna Maggiore, appare in sogno al poeta un donna balbuziente. Ma non solo. Vi sono le caratteristiche di una influenza superiore, anche rispetto all'uomo, affinché il sogno PAGE 1

Arcangela Tarabotti. Antisátira menipea contra el lujo de las mujeres

978-84-15335-38-2, 2013

Primera traducción al castellano de la Antisátira de Arcangela Tarabotti resultado del Proyecto de Investigación I+D del Ministerio de Ciencia e Innovación "Ausencias" (FEM2010-15389). Con un estudio y noticias biográficas de Diana M. de Paco Serrano, apéndice bibliográfico de Daniele Cerrato y revisión del texto italiano de Salvatore Bartolotta y Victoriano Peña.

LA " SIGNORA DEL GIOCO " , UN CULTO AL FEMMINILE

di Stefano Agnelli A volte succede di ricevere un dono, ottenere un privilegio dato a pochi senza capire, almeno in quel momento, l'enorme importanza che avrà per il prosieguo della nostra formazione culturale ed umana allo stesso tempo. Così pensavo rileggendo gli appunti, inaspettatamente molto dettagliati, del seminario: Conflitti di culture nella prima età moderna, tenuto da Carlo Ginzburg, presso il Dipartimento di Storia dell'Università degli studi di Bologna, nei mesi fra dicembre e maggio dell'anno accademico 1986-87, due anni prima dell'uscita di Storia notturna, una decifrazione del sabba (Einaudi, Torino, 1989). Mai prima di allora, e forse neanche in seguito, ho frequentato un corso così utile e propedeutico per chi aspira a diventare ricercatore, docente di Storia. Già dopo qualche incontro, al termine delle due ore di seminario, noi tutti uscivamo dall'aula a malincuore: ci sarebbe toccato aspettare il giorno successivo per sapere come proseguiva la narrazione in atto, quel racconto affascinante, di cui beneficiavamo in anteprima, capace di riportare la mente di chi lo ascolta a quel periodo della storia moderna, dove si era formata l'immagine stereotipata del sabba. Mentre, al seguito di canonisti e vescovi -autori di penitenziali e manuali per istruire gli inquisitori -o degli stessi inquisitori, dei testimoni e degli inquisiti, durante i processi per stregoneria, ci accorgevamo quanto fosse complessa e stratificata quest'immagine, formatasi a partire dal XV secolo, apprendevamo anche ad "accarezzare le fonti contropelo", come amava ripetere lo stesso Ginzburg. Ovvero a procedere per eliminazione, cercando di capire (per poterli eliminare o almeno ridurne gli effetti), quali pregiudizi guidano oggi i nostri occhi nella lettura di documenti vecchi di sei secoli, prodotti quasi unicamente dai persecutori (gli inquisitori), attraverso distorsioni e deformazioni più o meno violente (come la tortura). Documenti che presentano "filtri" (come la trascrizione, che avveniva spesso sotto dettatura ed in latino), capaci di aumentare la distanza fra la cultura dei perseguitati e quella dei persecutori. Ma anche ricercando l'anomalia, lo "scarto", ovvero quel passo nel testo dove la narrazione lascia trapelare la voce dei perseguitati, in quanto difficilmente frutto della cultura dei persecutori, perché a questa estraneo o riportato a margine, per sola dovizia di particolari da parte di chi redigeva il verbale dell'interrogatorio. Veniamo ora alla materia, vecchia di secoli ma ancora ben viva, del seminario: un intreccio suggestivo, una rete complessa di "connessioni morfologiche"(così come la definì Ginzburg stesso, sulla base di alcune osservazioni di Wittgenstein), che si dipana nei secoli, anticipando la trattazione più vasta ed organica di Storia notturna. Verso il 906, in una raccolta di istruzioni destinate ai vescovi, per estirpare credenze e pratiche religiose superstiziose dalle parrocchie, Reginone di Prum include un passo derivato con buona probabilità da un capitolare franco più antico:

DOVE ABITA UNA DONNA

Sensibilia 8, 2016, Pedone, Tedeschini, edd.

In questo saggio verrà analizzato il testo fondamentale del 1898 Women and Economics di Charlotte Perkins Gilman, che in una coraggiosa presa di posizione proto-femminista descrive i modi storici un cui l'economia ha governato l'andamento delle relazioni tra uomini e donne (come del resto ogni altra relazione sociale). Questo è un ostacolo alla emancipazione delle donne, perché le donne si trovano ad avere un 'ambiente economico' mediato da altri esseri umani dominanti, quindi doppiamente mediato. Ma ora si presenta un paradosso: proprio lo sfruttamento (capitalistico) delle donne come risorsa economica ha liberato delle forze utili all'emancipazione. Com'è possibile?

Scuderi donne

Anche nell'XI regio la presenza femminile nell'epigrafia subisce logicamente gli stessi condizionamenti che si verificano dovunque nell'impero romano, a partire dal fatto che gli uomini più delle donne sono ricordati perfino nei comuni monumenti funerari 1 . Generalmente l'epigrafe sepolcrale posta dal marito definisce la moglie con aggettivi d'affezione e d'apprezzamento per l'irreprensibile condotta (carissima, pientissima, innocentissima, dulcissima) 2 . Peraltro fra le consuete espressioni non mancano casi personalizzati da uno speciale rapporto affettivo, come quello dettato dalla riconoscenza che il consorte esprime nella cosiddetta Laudatio Turiae 3 . In Transpadana non troviamo queste drammatiche circostanze proprie del periodo triumvirale, ma, in un periodo ben più tardo, a Ticinum il sarcofago di Valeria Vincentia ricorda merita eius, tali da procurare il trasporto della salma da Treviri fino alle tombe degli antenati 4 . Ciò implica un'elevata condizione socio-economica della famiglia, fattore sotteso anche alle lunghe iscrizioni funerarie che istituiscono fondazioni per celebrare gli anniversari.

IL PENSIERO AL FEMMINILE

Il pensiero al femminile. Simone Weil, Edith Stein, 2018

Uno studio sulla specificità del filosofare in una prospettiva femminile. prima parte di un lavoro proseguito poi con un saggio su Hannah Arendt

LA FODERATURA A FREDDO

2019

In questo elaborato verranno esposte delle riflessioni critiche sulla tecnica di foderatura, in particolare sulla sua evoluzione nel corso del tempo legate al cambiamento del concetto stesso di conservazione e restauro da parte degli operatori dei beni culturali, con un particolare focus riguardo la tecnica della foderatura a freddo. Quest’ultima, elaborata e messa appunto a partire dagli anni ‘70 da Vishwa Raj Mehra, rappresenta uno dei più efficaci sistemi di ripristino del supporto tessile basato sull’utilizzo di resine sintetiche. Anche se la foderatura a freddo è una tecnica sviluppata di recente, non sono mancate nel corso degli anni del XXI secolo rielaborazioni ed evoluzioni del “metodo Mehra”, come l’invenzione della tecnica del mist-lining ideata da Jos van Och nel 2003 e le innovative operazioni di foderatura a freddo messe a punto negli anni a cavallo fra il 2010 ed il 2014 dai restauratori Antonio Iaccarino Idelson e Carlo Serino, i quali hanno sviluppato un metodo all’avanguardia nato dall’intuizione di fondere il metodo Mehra ed il mist-lining di Jos van Och. Al fine di capire al meglio le modalità procedurali di queste innovative tecniche di foderatura a freddo, nelle pagine successive verranno spiegati ed illustrati tre casi studio di restauri di opere precedentemente foderate con tecniche tradizionali a colla-pasta e a cera-resina. La risoluzione dei problemi conservativi di questi tre dipinti risalenti al XVII secolo, dovuti soprattutto ai danni causati dalle precedenti applicazioni delle tele di rifodero per mezzo di adesivi e tecniche tradizionali, non avrebbero avuto luogo se non attraverso l’applicazione delle diverse modalità operative della foderatura a freddo accennate poc’anzi. Con questa trattazione, quindi, si cercherà di porre l’attenzione sui vantaggi, ma anche sugli svantaggi del metodo di Mehra rispetto alle tecniche di foderatura tradizionali. Parlare di foderatura ed essere a conoscenza degli esempi della sue applicazioni e delle sue evoluzioni tecniche avvenute nel corso del tempo è importante, non solo per comprenderne i rischi e quindi valutare quando questa operazione sia da ritenersi assolutamente necessaria, ma soprattutto, nel caso sia ritenuta per l’appunto indispensabile, saper individuare il metodo, tradizionale o moderno, più opportuno in base alle caratteristiche tecniche e ai problemi conservativi di una determinata opera. Ricerca accademica tecnico-scientifica redatta durante il corso di "Restauro dei dipinti supporto tessile 2"tenuto dalla docente prof.ssa Paola Del Vescovo durante l'anno accademico 2019/2020.

La Mandorla marzo 2013

Gli articoli pubblicati su "La Mandorla" esprimono le opinioni dei rispettivi autori ai quali va attribuita in via esclusiva la responsabilità del loro contenuto II 5 INDICE Editoriale 4 Agopuntura, PNEI e entanglement. Agopuntura e biofisica 18 Alchimia taoista: "Accumulare Jing affinchè si trasformi in Qi" 35 Architettura sacra: homo viator (5^parte: cristianità 3) 66 La PNEI degli antenati 83 Massaggio Tuina: la Via alla Salute come strumento per l'Evoluzione 96 Attacchi di panico e sblocco del Sangue 117 La prospettiva Alchemica nelle Arti Interne Taoiste 123 Nevralgia del trigemino inveterata 142 Libri da leggere e rileggere 147 III 6 Editoriale "Battiamoci a mani nude, se non andremo in paradiso, mano nella mano ci accoglierà l'inferno" William Shakespeare "La felicità, la grande signora delle cerimonie nella danza della vita, ci incita attraverso tutti i suoi labirinti e i suoi meandri, ma non conduce nessuno di noi per la stessa via" Charles Caleb Colton "Il linguaggio è un labirinto di strade, vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un'altra parte e non ti raccapezzi più" Ludwig Joseph Johann Wittgenstein "La vita è un labirinto in cui svoltiamo nella direzione sbagliata prima ancora di aver imparato a camminare" Cyril Vernon Connolly "Nella sfera dell'invisibile, dell'intangibile, Sopra deserti, vuoto e soledade, vola e aleggia lo spirito impassibile" Antero de Quental "Occorre vivere di sentimenti, per non far disperdere l'esistenza nel labirinto della ragione" Italo Nostromo 14 Fra i princìpi che regolano la lingua ebraica il valore simbolico, attribuito dalla tradizione alle lettere dell'alfabeto, è una delle chiavi essenziali per una penetrazione spirituale delle Scritture. Ogni lettera possiede la propria energia significante, e la sua presenza in un nome, in un testo sacro non è mai arbitraria. In questo senso ogni lettera diventa "strada di vita", via di fertile ricerca per un'evoluzione interiore verso la maturità. 15 Ulteriori interpretazioni simboliche si basano su altre analisi. Graficamente l'aleph (nella sua grafia odierna, diversa da quella antica) si può immaginare formato da due Yod connessi da un Vav. Nel sistema numerico ebraico ogni Yod vale 10 e ogni Vav vale 6. Dalla somma totale si ottiene il numero 26, che è pari alla somma dei valori numerici delle lettere che compongono il nome divino, YHWH; infatti la Yod come precedentemente detto vale 10 più due He del valore di 5 e il Vav con valore di 6 (10+5+6+5 = 26). Troppo sacro per chiunque, esso potrà essere pronunciato da chi percorre il proprio labirinto.

La fuerza detonante de la radicalidad femenista

* Questo testo nasce per essere pubblicato in spagnolo, grazie alla traduzione di María-Milagros Rivera Garretas, in DUODA. Revista de estudios Feministas, Desxifrar el que se sent: la crida / Descifrar lo que se siente: la llamada, Número 49, 2016 Rende conto del X Dialogo Magistrale di Duoda del 8/05/2015, potete trovare ilo video a questo indirizzo: La fuerza detonante de la radicalidad femenista Vorrei iniziare questo Dialogo partendo dalla prospettiva che la politica femminista della differenza sessuale è la politica del simbolico; questa premessa è fondamentale perché scommettere sulle parole, riattivandone la magica forza che Marcel Mauss chiamerebbe manas, permette la trasformazione della propria realtà e del mondo in cui viviamo. Per questo vorrei usare oggi qui con voi le parole come uno scrigno prezioso, che ogni volta che si apre rivela esperienze e possibilità impreviste, eccedenti ed illimitate. Fa eco a questa immagine delle parole, come tesoro e dono inesauribile, ciò che scrive Milagros Rivera rispetto la poesia di Emily Dickinson " ... la suya es una poesía que no se puede aprender de memoria. Tiene un movimiento interno continuo que la mantiene viva en el tiempo, haciendo que su mensaje se desplace, se mueva y conmueva dentro de quien la lee u oye sin ser poseído nunca, y dándole a cambio, a quien la lee o escucha, una inagotable capacitad de significar cosas nuevas, exeriencias nuevas, y también viejas, que permanecían indecibles o semiolvidadas. " 1 Ho quindi deciso di trasmettere la mia esperienza viva del femminismo attraverso le quattro parole che ho utilizzato per il titolo, su cui ho riflettuto e lavorato molto, come in un processo alchemico che si muove tra distillazione e transmutazione. Queste parole: Forza, Dirompente, Radicalità, Femminista, dipingono nella mia mente quattro precisi momenti, che narrano l'incrocio tra la mia vita e il loro significato, il mio desiderio è che si possano manifestare a voi per permettere alle vostre immagini di risuonare e prendere voce. 1) Femminismo Alcuni anni fa, in previsione di un convegno che dovevo tenere sulla rivoluzione femminista, iniziai a chiedere a donne e uomini che cosa associassero alla parola femminismo. Molte delle giovani persone che ho incontrato, hanno ammesso di aver sentito parlare di rivoluzione femminista esclusivamente nei termini di conquista dei diritti e che gli unici cenni, trasmessi dal sistema scolastico, avevano a che fare semplicemente con la lotta per il voto, le suffragette e poco più. La conclusione che ne ho tratto, è stata che l'immagine (recepita) più diffusa di questo movimento è quella emancipatoria, dell'uguaglianza; nonostante il femminismo sia un movimento