Sociologia dei mass media Sorice (original) (raw)

Sociologia dei Mass Media

La comunicazione può essere interpretata come un atto semplice e autoconclusivo o come un processo dinamico.

Riassunto Sociologia dei media

La figura del divo così come la conosciamo nasce a partire dagli anni Dieci del Novecento grazie all'industria cinematografica di Hollywood. Nella società ipermoderna attuale si sta sviluppando un processo di moltiplicazione dei divi, che invadono progressivamente ogni territorio sociale (giornalismo, sport, moda, politica, arte e alta cucina). Nel passato i divi erano intangibili perché erano considerati soggetti che vivevano in una condizione superiore rispetto a quella umana e avvicinata spesso a quella divina. Oggi invece, tramite i media, i divi sono diventati un pò più simili al resto del genere umano.

SOCIOLOGIA DEI NEW MEDIA

I new media stanno determinando grandi cambiamenti nella nostra quotidianità e nel modo in cui possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri. Questa novità non si traduce in una sostituzione ma piuttosto in un affiancamento e a volte in una convergenza con i media tradizionali: per capirne davvero la natura è bene non perdere di vista la tradizione già esistente. Questo libro adotta una prospettiva che mette in relazione la novità dei new media con i rapporti di debito e credito che essi continuano a intrattenere con la cultura di massa e con i media tradizionali. L'obiettivo è di descrivere l'insieme delle trasformazioni introdotte dai new media e riguardanti sia l'agire collettivo (il modo in cui organizzazioni e istituzioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano), sia l'agire individuale (attraverso il mutare delle relazioni tra persone reso possibile dai nuovi media o anche dal connubio essere umano-macchina che si fa sempre più stringente e interconnesso). Al lettore vengono presentati i temi centrali per comprendere tutto ciò: gli autori affrontano il digital divide e la dimensione politica, la costruzione dell'identità e la gestione della socialità, e propongono infine un'utile parte metodologica su come è possibile fare ricerca sociale nel mondo digitale. Il testo è accompagnato da una ricca strumentazione didattica orientata allo studente e volta a stimolarne la curiosità e l'interesse critico.

COMUNICAZIONE SIMULATIVA E ALLODOXIA COMUNICATIVA NELLA STORIA SOCIALE DEI MEDIA

H-ermes. Journal of communication, 2019

This paper deals with the problem of defining the different communicative, artistic or literary genres, which have in common both the explicit declaration of not wanting to represent reality, and the ability to credit their content as true, provoking reactions worthy of note in the public. The cases reported in this study are paradigmatic of a "simulative" kind of communication, in which the fiction plays the role of reality and in the viewer/reader a false opinion is created on the content and nature of the communication, definable as “communicative allodoxia”. Hence “simulative communication” and “communicative allodoxia” are like two sides of the same "false" coin. The two elements hold each other because one generates the other. -------------- Questo saggio affronta il problema della definizione dei diversi generi comunicativi, artistici o letterari, che hanno in comune sia la dichiarazione esplicita di non voler rappresentare la realtà, sia la capacità di accreditare il loro contenuto come vero, provocando reazioni degne di nota nel pubblico. I casi riportati in questo studio sono paradigmatici di un tipo di comunicazione "simulativa", in cui la finzione gioca il ruolo della realtà e nello spettatore/lettore viene creata una falsa opinione sul contenuto e natura della comunicazione, definibile come "allodoxia comunicativa". Quindi "Comunicazione simulativa" e "allodoxia comunicativa" sono come due facce della stessa "falsa" moneta. I due elementi si tengono reciprocamente perché uno genera l'altro.

Teoria e metodo dei mass media_Series 2018-2019

Trasformazione delle modalità di diffusione: legame con lo scenario massmediale -il «modo» o dispositivo definisce la forma del racconto • Definizione di «serie tv» è obsoleta: VECCHIA SERIALITA' TELEVISIVA: principio orizzontale di trasmissionelogica del palinsesto.

Sociologia dei media Denis Mc Quail

Mc. Quail si era domandato in passato se davanti alla trionfante marcia nei nuovi media (tv via cavo, home video etc), la comunicazione di massa nelle sue forme storiche (tv, radio, giornali), non fosse al tramonto. La risposta era stata: la comunicazione di massa è troppo legata alla democrazia di massa, all'economia mondiale e alla domanda globale di informazione di massa per inaridirsi e sparire. Mc Quail afferma che l'espressione "comunicazione di massa" non è demodé, ma la realtà alla quale si riferisce è complessa e pervasiva.

Manipolazione della coscienza sociale attraverso i mass media

Fonte: Come Don Chisciotte L'informazione è una parte importante nella vita degli uomini moderni. Nella vita moderna l'informazione diventa un elemento sempre più significativo assieme all'istruzione; il modo in cui la gente interagisce con l'informazione definisce in buona parte il loro livello d'esistenza.

SOCIOLOGIA DEI NEW MEDIA SOCIOLOGIA DEI NEW MEDIA SOCIOLOGIA DEI NEW MEDIA

I new media stanno determinando grandi cambiamenti nella nostra quotidianità e nel modo in cui possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri. Questa novità non si traduce in una sostituzione ma piuttosto in un affiancamen-to e a volte in una convergenza con i media tradizionali: per capirne davvero la na-tura è bene non perdere di vista la tradizione già esistente. Questo libro adotta una prospettiva che mette in relazione la novità dei new media con i rapporti di debito e credito che essi continuano a intrattenere con la cultura di massa e con i media tradizionali. L'obiettivo è di descrivere l'insieme delle trasformazioni introdotte dai new media e riguardanti sia l'agire collettivo (il modo in cui orga-nizzazioni e istituzioni incorporano le nuove tecnologie e vi si adattano), sia l'agi-re individuale (attraverso il mutare delle relazioni tra persone reso possibile dai nuovi media o anche dal connubio essere umano-macchina che si fa sempre più stringente e interconnesso). Al lettore vengono presentati i temi centrali per com-prendere tutto ciò: gli autori affrontano il digital divide e la dimensione politica, la costruzione dell'identità e la gestione della socialità, e propongono infine un'uti-le parte metodologica su come è possibile fare ricerca sociale nel mondo digitale. Il testo è accompagnato da una ricca strumentazione didattica orientata allo stu-dente e volta a stimolarne la curiosità e l'interesse critico. Renato Stella insegna Sociologia delle comunicazioni di massa presso l'Università di Padova. È autore di Box populi (Roma, 1999); L'immagine della notizia (Milano, 2004); Media ed Etica (Roma, 2008); Eros, Cybersex, Neoporn (Milano, 2011). Attualmente si occupa delle nuove forme di produzione e diffusione della cultura di massa. Claudio Riva insegna Sociologia dei media presso l'Università di Padova. È autore di Spazi di comunicazione e identità immigrata (Milano, 2005), Disturbi alimentari e im-ma gine del corpo: la narrazione dei media (Milano, 2012) e, con Michela Drusian, ha cu rato il volume Bricoleur high tech: i giovani e le nuove forme della comunicazione (Milano, 2010). Cosimo Marco Scarcelli è assegnista di ricerca presso l'Università di Pa dova. Si occu-pa di new media studies, con particolare attenzione al rapporto tra giovani, inter-net, sessualità e intimità. Collabora con associazioni e istituzioni per progetti di formazione sull'uso critico della rete. Michela Drusian insegna Sociologia generale allo IUSVE di Venezia. È autrice di Acro-bati dello specchio magico. Le esperienze degli adolescenti in chat (Milano, 2005) e con Claudio Riva ha curato il volume Bricoleur high tech: i giovani e le nuove forme della comunicazione (Milano, 2010). Immagine di copertina © iStockphoto. ISBN 978-88-6008-425-5 9 7 8 8 8 6 0 0 8 4 2 5 5 RENATO STELLA CLAUDIO RIVA COSIMO MARCO SCARCELLI MICHELA DRUSIAN

LE PIZIE MEDIATICHE (saggio pubblicato sulla rivista Mondoperaio n°1 del 2018)

Mondoperaio, 2018

Siamo un paese che eccelle nella produzione di beni per l'export, che ha accumulato risparmi privati senza confronto con quelli di altri paesi occidentali: ma ampi settori del ceto medio hanno visto diminuire proventi e occasioni di lavoro. Sono cresciuti gli impieghi a bassa redditività, occupazioni che nascondono una proletarizzazione di settori sociali: dipendenti di supermarket aperti fino a mezzanotte e nei giorni festivi, dipendenti delle compagnie aeree low cost, operatori di call center, e altri se ne potrebbero aggiungere. La gran parte dei giovani non può aspirare a livelli economici migliori di quelle dei genitori; in troppi soffrono condizioni di lavoro che rimandano a tempi che sembravano dimenticati: stipendi bassi anche per i laureati, tanti lavori a tempo determinato mascherati da partite Iva. A livello locale è difficile trovare una capitale europea nelle stesse condizioni di Roma. L'attuale amministrazione brilla per la sua incompetenza, ma almeno quattro o cinque amministrazioni precedenti hanno fatto tutto il possibile per trasformare i servizi municipali in enti autoreferenziali: strutture impegnate a tutelare i dipendenti, non ad assolvere il loro compito. Manca una strategia per fare fronte ad una immigrazione senza precedenti: l'Africa nei prossimi decenni raddoppierà la sua popolazione, e in tanti pensano che l'Italia e l'Europa possano essere la valvola di sfogo di questo evento. Le élite appaiono incapaci di farsene carico: per vanità, perché vivono una vita agiata, per rigidità ideologica . E la loro scarsa propensione alle riforme è il migliore strumento di promozione del populismo. Sono anche lo specchio di una società che nella sua maggioranza propende a lasciare le cose come stanno: a gran voce si chiede che tutto cambi ma poi si critica ogni possibile intervento nel timore di perdere i vantaggi presenti. Più che riforme si vorrebbero dei miracoli indolori.

Il poliedrico mondo dell’informazione

2006

L'informazione sta alla base di ogni atti-vità umana. Anzi tutta l'evoluzione, prima biologica e poi sociale e culturale, è stata contrassegnata da scambi d'informazione sempre più intensi e diffusi. Tuttavia solo verso la metà del Novecento si è cominciato a indagare questi fenomeni con strumenti non soltanto filosofici e qualitativi ma anche matematici.