V. A. RUSSO, Il ruolo della preesistenza nella pratica urbanistica di Giancarlo De Carlo. L’esperienza del Piano Particolareggiato per il Centro Storico di Rimini, in Giancarlo De Carlo. Sguardi di una nuova generazione, a cura di G. Belli, F. Mangone, Lettera Ventidue, Siracusa 2021, pp. 242-253. (original) (raw)
Related papers
2018
Nell’ultimo cinquantennio la città di Salerno ha subito una consistente espansione, che ha gradualmente delineato una forte contrapposizione tra centro storico e sistema periferico. Insieme agli abitanti originari, spinti al margine, Salerno sembra perdere oggi l’identità urbana, storicamente legata al suo centro, divenuto oggetto di un recupero strategico che, in linea con le tendenze della gentrificazione, vuole ripensare le vocazioni di una città dal tessuto sociale sempre più spaccato.
2022
Come restituire le finalità, i modi, i tempi, gli attori di processi che non sono circoscritti entro una stretta cronologia, frutto della volontà di singole personalità di committenti o prodotto di un progetto unitario, ma esiti di una collettività di intenti reiterati nel tempo e dipanati entro uno spazio dai confini permeabili è il compito arduo che impegna chiunque desideri indagare il progressivo intercedere della Serenissima nelle città di terraferma nel Quattrocento 1. Il tema, senza dubbio tra i più rilevanti nell'ambito degli studi di storia urbana, non è nuovo per le città veneziane (specialmente Verona, Padova, Treviso, Vicenza, Brescia), interessate sia da indagini puntuali su singoli spazi, luoghi del governo e interventi architettonici, sia da tentativi di sintesi che delineano, per quanto possibile, un insieme di fenomeni simili e strategie comparabili per il XV secolo 2. Occorre precisare altresì che quest'ultimo, rispetto al Cinquecento-quando nella Serenissima sembra consolidarsi un nuovo modello cittadino 3-, necessita di uno studio per frammenti che, solo a seguito di articolate stratificazioni di dati, riescono talvolta a ricomporsi in un quadro d'insieme, da valutare però rispetto al contesto specifico di città con storie culturali, politiche, sociali e urbane differenti 4 .
Dal 1 dicembre 2014 al 30 giugno 2015, il Comune di Pisa ha realizzato il processo partecipativo “UN PARCO grande come UNA CITTÀ. PisaPartecipa alla progettazione del Parco Urbano di Cisanello”, finanziato con il sostegno della legge n. 46/2013 della Regione Toscana: "Dibattito pubblico regionale e promozione della partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali". L’oggetto è stato il Parco di Cisanello, un’ampia porzione di superficie di mq 50.600 - la più grande area naturalistico urbana - , destinata a verde pubblico e servizi pubblici e/o complementari dalla Variante al Regolamento Urbanistico, anche in seguito a una lunga e pressante campagna di mobilitazione promossa dalle associazioni ambientaliste e a cui avevano aderi-to molti cittadini residenti e no. La finalità principale del progetto era quella di coinvolgere la popolazione, in special modo quella residente nell’area interessata, all’elaborazione di idee progettuali. Nell’organizzazione del processo partecipativo, il Comune di Pisa ha impiegato rilevanti risorse umane di molti Uffici tecnici e amministrativi e le risorse logistiche e materiali adeguate alle attività comunicative e partecipative programmate. Al fine assicurare l’imparzialità del processo partecipativo e le competenze tecniche e scientifiche per la sua completa gestione e valutazione, il Comune di Pisa si è avvalso della relazione istituzionale con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa. Al progetto hanno collabora-to, inoltre, il Dipartimento dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Co-struzioni del medesimo Ateneo, l’’I.I.S. “E. Santoni” di Pisa, il Consiglio Territoriale di Partecipazione, n. 5. Nel processo partecipativo si è formata un’Assemblea, composta da 111 partecipanti, selezionati con tre procedure: a) 30 cittadini residenti, attraverso un campionamento stratificato, sulla base delle liste dell’Anagrafe comunale; b) 39 cittadini attraverso il metodo della “porta aperta”, per lo più, espressione delle libere professioni (architetti, agronomi, ingegneri, etc.) e dell’Università (ricercatori, tecnici, etc.); c) 42 rappresentanti delle associazioni che hanno supportato il progetto, alcune sin dalla presentazione della domanda, altre successivamente. I partecipanti sono stati coinvolti in cinque giornate deliberative, strutturate seguendo una logica progettuale: 1. incontro di apertura su finalità, procedure e metodi di conduzione del processo partecipativo; 2; incontro conoscitivo sul Parco Urbano di Cisanello e sulle possibili destinazioni funzionali delle aree; 3. passeggiata di esplorazione guidata nel Parco per acquisire conoscenze dirette; 4. discussione sulle destinazioni funzionali prevalenti delle macro aree; 5. progettazione ai tavoli, condivisione delle proposte in plenaria e redazione della proposta. Nell’ultima giornata, l’Assemblea ha eletto 10 Rappresentati, con il compito di perfezionare la proposta progettuale, promuovere gli esiti del processo partecipativo in altre iniziative pubbliche e monitorare l’operato del Comune di Pi-sa. La proposta è stata presentata dai Rappresentati dell’Assemblea, dapprima, ai dirigenti dell’Ufficio Urbanistica e dell’Ufficio Verde e Arredo Urbano del Comune di Pisa, quindi, all’Assessore alla partecipazione, in occasione dell’Assem¬blea pubblica conclusiva aperta alla cittadinanza, poi, alla Commis-sione Consiliare Urbanistica, infine, al Vicesindaco, con delega ai Parchi e verde urbano. Alcuni compiti ausiliari e complementari al lavoro dell’Assemblea sono stati affidati al “Tavolo delle associazioni”, costituito già in preparazione della domanda si supporto, che si è occupato di promuovere la conoscenza e l’adesione al processo partecipativo, di fornire elementi conoscitivi sull’area del parco e produrre materiale informativi (brochure e cartelloni) destinati all’intera comunità. Il principale risultato ottenuto è stata la proposta approvata dall’Assemblea, i cui contenuti sono stati positivamente apprezzati dai partecipanti, dal soggetto proponente, sia dagli organi tecnici e amministrativi che da quelli politici, e dai cittadini che ne sono venuti a conoscenza tramite molteplici canali di informazione. Vi sono stati anche alcuni dissensi sulla gestione del progetto ma assai minoritari. Altri obiettivi raggiunti non secondari, però, sono stati migliorare le relazioni tra i cittadini e l’Amministrazione comunale, accrescere il livello di coesione sociale, raccogliere e impiegare dei abilità e saperi diffusi nella comunità locale e orientarli alla tutela e promozione delle risorse ambientali, sociali e culturali della città. INDICE 1. DESCRIZIONE DEL PROCESSO PARTECIPATIVO 4 1.1. Titolo del progetto 4 1.2. Richiedente del sostegno regionale 4 1.3. Referente (e relativi recapiti) 4 1.4. Oggetto del processo partecipativo 4 1.5. Obiettivi del processo partecipativo 6 1.6. Tempi e durata del processo partecipativo 7 1.7. Fasi in cui si articola il progetto e loro funzione 7 1.8. Cronogramma (GANTT) dei tempi effettivi 9 1.9. Come si inserisce il processo partecipativo nelle politiche comunali 10 2. CONTESTO I CUI SI È SVOLTO IL PROCESSO PARTECIPATIVO 12 2.1. Il contesto urbanistico 12 2.2. Il contesto politico-sociale 14 3. IL PROCESSO PARTECIPATIVO 21 3.1. Partecipanti: chi, quanto e come sono stati selezionati 21 3.2. Attività preparatorie e complementari 30 3.3. Incontri, approcci e metodi 33 3.4. Comunicazione e informazione 57 3.5. Restituzione e iniziative complementari 73 3.6. Monitoraggio ex post 78 3.7. Risorse impiegate 79 4. L’ESITO DEL PROCESSO PARTECIPATIVO 85 4.1. La proposta progettuale dell’Assemblea 85 4.2. Il grado di soddisfazione dei partecipanti 93 4.3. Difficoltà insorte e in parte superate 100 4.4. L’influenza sulle scelte politiche e l’impatto sulla comunità 104 5. ALLEGATI 107 5.1. Elenco dei giustificativi di spesa 107 5.2. Elenco degli altri allegati 107
2019
Vietri sul Mare is a small town near the city of Salerno, located on the eastern boundary of UNESCO Amalfi Coast’s site. Its geographic area, closely related to an uncommon beautiful coastline, represents an interesting case-study for the presence of such a complex heritage system including landscape, urban fabric and historic-artistic testimonies, together with the remarkable survival of the ceramics industry. In spite of that, Vietri’s accessibility system is poor, for both its steep orography and the failure of public transport strategies, so that the town stands out today as one of those «smaller and hilly areas» for which the accessibility problem seems to be a priority today [Agostiano et al., 2011]. Although the accessibility problem concerns the entire urban centre, it becomes particularly complex with regard to the medieval nucleus of the town, traceable to circum oppidum, known as the first fortified citadel in Vietri which gives today the name to its oldest neighbourhood, called «Ciruoppolo». The proposed paper outlines the specific case of this quarter, its issues and the solutions for improving its accessibility, developed within a research group led by the two authors.
In età carolingia a Roma continuò il reimpiego dei materiali da costruzione recuperati dagli edifici classici. Si riutilizzarono mattoni antichi per le cortine, caratterizzate dalle notevoli differenze dimensionali del materiale poco selezionato, dall'andamento ondulato dei giunti, dal fuoripiombo dei paramenti, nonché dai fori pontai piccoli e tondi 1 . In alcuni casi vennero inseriti nella cortina anche numerosi frammenti marmorei, come nella basilica di S. Francesca Romana 2 e nelle mura della Civitas leonina 3 . Le ghiere degli archi, spesso doppie, furono realizzate con 'fette' di mattoni romani sesquipedali o bipedali, disposti non sempre in modo perfetto lungo i raggi e con lunghezze anche sensibilmente differenti, co-Nuova), in R. Krautheimer, S. Corbett, W. Frankl, Corpus Basilicarum Christianarum Romae, I, Città del Vaticano, 1937, p. 219-241, in part. p. 228. 3 S. Pergola, Il fenomeno del reimpiego nelle mura leonine, in Archivio della Società Romana di Storia Patria, 125, 2002, p. 6-32, con bibliografia precedente. 4 Su questa particolare opera muraria, oltre ai testi citati alla nota 1, si vedano anche L. Barelli, M. Asciutti, M.C. Fabbri, Lettura storico-tecnica di una muratura altomedievale : l'opus quadratum a Roma nei secoli VIII e IX, in D. Fiorani, D. Esposito (a cura di), Tecniche costruttive dell'edilizia storica. Conoscere per conservare, Roma, 2005, p. 59-76; e L. Barelli, La diffusione e il significato dell'opus quadratum a Roma nei secoli VIII e IX, in M. P. Sette, M. Caperna, M. Docci, M. G. Turco (a cura di), Saggi in onore di Gaetano Miarelli Mariani, in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, n.s., fasc.
M. CORTELAZZO, Porta Decumana: l'uso di uno spazio urbano dall'epoca classica all'età contemporanea, in A. ARMIROTTI - M. CORTELAZZO, Lo studio della Porta Decumana di Augusta Praetoria. Riordino dei dati d'archivio e nuove interpretazioni, in Bollettino della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d'Aosta, 12/2015, Aosta 2016, pp. 15-29.