Saggio emmolo (original) (raw)

Saggio

Nuove scoperte. Metodo geografico e sue influenze. Mondi nuovi e viaggi visivi «come la scoperta del Nuovo Mondo […] abbia imposto all'Europa, nonostante le contese dinastiche e le guerre di religione, un'altra forma di rapporti e di attività […] Non possiamo fare un sol passo senza che ci rendiamo conto del mutamento intervenuto dopo di allora, nel mondo» (Voltaire, 1742).

Sugano reliquiario

Sugano dominates the streets that go to Orvieto and towards Alfina. Inhabited since Etruscan times, it was then consolidated as a castrum in the Middle Ages. Originally indicated by the name of the feudal lord Patrignone and also called "castri Leonis", Sugano will be the castle of the Monaldeschi and can be seen depicted on the reliquary of the Corporal in the Cathedral of Orvieto , from 1338.

Engramma Machiavelli eml

La Rivista di Engramma (online)" ISSN 1826-901X Engramma  temi di ricerca  indici  archivio  libreria  colophon  134 | marzo 2016 ISBN:978-88-98260-79-9 Machiavelli, gli Antichi e noi Editoriale di Engramma 134

Sagunto Nemesi di Messana

Sagunto fu scelta deliberatamente da Annibale come casus belli per la seconda guerra punica. In tale decisione, il generale cartaginese non fu spinto soltanto dalla pur rilevante importanza economica della città iberica, quanto, piuttosto, da un preciso calcolo politico-strategico. L'invevitabilità della reazione romana, così come la lentezza di tale risposta, erano stati infatti previsti dal Barcide. Forte della 'lezione' appresa dai suoi connazionali a Messana nel 264 a.C. sulla mentalità e le modalità dei processi decisionali romani, Annibale riusci a trasformare Sagunto nella 'Nemesi' della citta siciliana.

LA TAVOLA DI SMERALDO

In verità, certamente e senza dubbio, il di sotto è uguale al di sopra, e il di sopra è uguale al di sotto, per trarre i miracoli da una cosa. Così come tutte le cose derivano da Uno e dal pensiero dell'Unico, tuttavia tutte le cose nascono da questo Uno mediante la loro unione. Il loro padre è il Sole, la loro madre è la Luna, il vento li allevò nel proprio ventre e la nutrice fu la Terra. L'Uno è il padre delle meraviglie del mondo intero. La sua forza è possente quando si sviluppa in Terra. Separa la Terra dal Fuoco e il sottile dal grosso, dolcemente e soavemente. S'alza dalla Terra al Cielo e da qui ritorna alla Terra per ricevere la forza dall'alto e dal basso. Possederà la Luce di tutto il mondo, e le tenebre si allontaneranno. E' la forza di tutte le forze, penetra nel sottile e nel solido. Pertanto questo mondo è stato creato a somiglianza di un altro mondo più grande. Per questo si compiranno prodigi, per questo mi chiamo ERMES TRISMEGISTER Posso e posseggo i tre elementi della saggezza del mondo intero. Termina qui ciò che ho detto per opera del Sole. (tratto da: IL VELO D'ISIDE di H. P. BLAVATSKY) La tradizione afferma che sul corpo morto di Ermete a Hebron, è stata trovata da un "Isarim" o iniziato, la tavola con il nome di Smaragdina. Essa contiene alcune sentenze, la cui essenza costituisce la saggezza ermetica. E coloro che leggono soltanto con gli occhi corporei i precetti non diranno nulla di

La pieve di S. Ermolao di Calci

2011

Garzella G, Ceccarelli Lemut M L, Castelli P, Carletti L, Meo A (2011). La pieve di S. Ermolao di Calci. MIRABILIA PISANA, PISA:ETS, ISBN: 978-884673136-4, ISSN: 2036-1467 - Monografia

Secolo settimodecimo

Raccolta di saggi di materia letteraria secentesca italiana: M. Buonarroti il Giovane, I. Soldani, F. Pona, G. Rospigliosi, S. Rosa, G. Leti, Pasquinate del Seicento, F. Redi.

SIMBOLOGIA SACRA DEL DRAGO

Il Simbolo del Drago rappresentato da più secoli nelle nostre terre europee, deriva dalla simbologia del serpente primordiale che rappresenta il caos e che si ricollega alla Dea Madre Solo col Cristianesimo questo simbolismo diviene l'espressione del male, in quanto non riuscendo a modificarlo o distruggerne il forte significato, si era preferito demonizzarlo. Il Drago è sempre stato accomunato al simbolo di fecondità, di Nascita e Morte Inizio e Fine). Rappresentato nel medioevo dall'Ouroboros, serpente o drago che si morde la corda, motivo principalmente utilizzato nelle operazioni d'Alchimia, simbolo di trasmutazione della Materia grezza. Esprime l'idea che la fine e l'inizio si compenetrano, fanno parte l'uno dell'altro, così che esprimono l'idea della trasformazione, dell'evoluzione, della Grande Opera Alchemica applicata sia alla materia bruta che all'Individuo. Presso le popolazioni Celtiche rappresentava la reminiscenza e la proiezione del Mentale. Nonostante questa demonizzazione il drago lo troviamo spesso rappresentato sulle chiese cristiane, a partire dal Duomo di Milano e dal simbolo stesso dello stemma Visconteo. Nell'antica Europa, in tempi remoti, quando la cultura Celtica era ancora agli albori, il concetto di Vita era un processo continuo di interscambio fra mondo profano e mondo religioso; questo è significativo, perché ci fa capire come tutto fosse armonioso, e di come l'Uomo si rapportasse alla Natura, nella sua completezza. Tutto avveniva non in modo sentimentale, come avviene oggi, ma secondo le leggi interiori che appartengono anche al Cosmo: il microcosmo che "comunica" col macrocosmo. Un'indagine approfondita, quindi, non può scindere i due aspetti di una tradizione così antica. Spesso, si sente parlare dei Draghi, animali misteriosi e primordiali che un po' ci incutono timore, ma nessuno ne comprende il vero significato: anch'essi fanno parte del nostro mondo, ma operano direttamente nell'astrale bianco. Per capirne le potenzialità dobbiamo immergerci ed arrivare fino al tempo degli antichi sacerdoti; tempo che ci conduce fin quasi all'origine della civiltà conosciuta. Si racconta che in origine i Druidi, appresero la loro arte magica nelle Isole a Settentrione del Mondo. Queste isole erano situate nell'Altromondo, oltre le Acque.

SAGGI ERMENEUTICI

In continuità con le opere precedenti della Collectio Praesidium Assisiense, la presente raccolta di ‘saggi ermeneutici’ propone una rivisita-zione di alcune tematiche biblico-teologiche alla luce del riferimento fon-damentale e fondante rappresentato dal tema del Nome, ovvero dell’«IO SONO». Ciò associato all’impegno costante di rispetto, quanto maggiore possibile, del testo originale. La ‘fame della Parola’ - come si dirà - cerca, esige, reclama la genuinità della Parola, al fine che siano valorizzate ed esaltate le sue stesse potenzialità ‘alimentari’. Il presente contributo vorrebbe quindi rappresentare un limita-tissimo esempio di quanto, questo duplice e unitario intento, possa resti-tuire sapore e feconda vitalità alla Parola.