Accostarsi alla verità. “Finis terrae” di Epstein (original) (raw)
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Verità clandestine. L’ «Unheimliche» secondo Freud e Zambrano
Aurora: papeles del Seminario María Zambrano, 2015
L’esperienza dello spaesamento e il concetto di Unheimliche, elaborato da Freud nel suo famoso saggio del 1919, vengono messi qui a confronto con l’esperienza dell’esilio, luogo letterale dello spaesamento, all’origine di una lunga e articolata rifessione di Zambrano. L’attraversamento del perturbante e dello spaesante nei due autori mostra alcune analogie e corrispondenze, ma con esiti decisamente diversi.
Il concreto in Della verità di Karl Jaspers
My contribution deals with the question of what " concretness " means in the works of Karl Jaspers. I will give an overall introduction to On Truth, the book I will focus on, by locating it in Jaspers' biography and in the social and political context in which it was written (§ 1). Secondly, I will show how the concept of " concretness " in Jaspers is embedded in the more general framework of the relation between being-there (Dasein) and world (Welt) (§ 2). The last part of the essay (§ 3) claims for " concretness " to be one of the most important elements in Jaspers' philosophy, as it allows that men can " break through " (durchbrechen) and reach Transcend-ence.
La verità e i confini dell'anima
Aprirsi alla verità è impossibile a un uomo che non sia animato dallo spirito della libertà, a un uomo che non abbia una identità, una storia, una polis. Questa intuizione dello spirito greco ha mostrato al mondo il nesso inquietante e inscindibile tra il problema dell’uomo e il problema dell’essere. Nel tempo attuale viviamo l’attenuarsi del rapporto tra ethos e essere, ma dobbiamo ricordare che la filosofia greca e la coscienza occidentale sono nate proprio dal convincimento che la libertà dell’uomo e la conoscenza della verità si trovino sulla stessa via.
Alle radici del credere: sguardo sull’universo di pist
Espíritu: cuadernos del Instituto Filosófico de Balmesiana, 2021
Questo scritto mostra una linea di continuità con la filosofia greca da parte dei primi scrittori cristiani nella scelta della radice pistper formare le parole che esprimono la fede. Infatti, l'uditorio ellenistico era così abituato a collegare il significato letterale e figurativo di quella famiglia di parole, considerando l'apprendimento un processo di livelli intermedi, da comprendere facilmente l'uso del verbo "pisteuein" in 1Pt 2 per esprimere l'affidamento sulla Parola di Dio come pietra angolare, che implica obbedienza (peith-). La ricerca risale fino ai versi di Parmenide che cantano una dea che lo esorta a imparare per discernere la vera pistis.
In "Bollettino parrocchiale. Comunità ortodossa della Svizzera italiana", Pasqua 2021
Commento a Gv 8, 31-39 e 44 sulla base di due testi di san Massimo il Confessore
Il potere della verità: esame interiore e parrêsia ne "I sommersi e i salvati"
Il potere della verità: esame interiore e parrêsia ne I sommersi e i salvati Questo saggio analizza il rapporto tra potere e verità nei Sommersi e salvati di Primo Levi. Collegandosi agli studi di Michel Foucault sull'etica della parrêsia (dire la verità, parlare franco) e alla sua reinterpretazione della figura di Socrate in Le courage de la vérité (1984), il saggio esamina alcuni nodi cruciali dell'ultima opera di Levi. Foucault considera il didonai logon (rendere ragione) platonico come un modo di dare forma alla nostra esistenza. La parrêsia di Socrate stabilisce infatti un rapporto molto stretto fra parole e azioni. Foucault suggerisce che questo modo di dare forma alla nostra esistenza rappresenta un modo alternativo di diventare soggetti, una costante cura di sé che trasforma il "parlare franco" in un processo di soggettivazione. Tuttavia, la parrêsia comporta dei rischi: la pratica della verità richiede coraggio e forza per contrastare il potere dominante, mettere in questione la propria memoria e le proprie azioni e sfidare gli stereotipi e le mistificazioni altrui. In questo contributo, si esplora come nei Sommersi e i salvati Levi si comporti come un parresiasta, il quale contrasta gli stereotipi, la degenerazione della memoria e le manipolazioni della storia attraverso un attento esame interiore e una coraggiosa lotta al potere. La pratica della verità esercitata da Levi nei Sommersi e salvati può dunque essere interpretata come la costruzione di un contropotere e come una critica ai modi di esistenza che facilitano l'ascesa di vecchie e nuove forme di fascismo e totalitarismo.
«The Frankenstein Chronicles»: Un mondo senza Dio?
Apparentemente rimosse, la morte e i suoi simulacri sono in realtà presenze costanti dell'immaginario contemporaneo: fantasmi, vampiri e zombie sono protagonisti indiscussi di film e serie tv, videogiochi e fumetti.
La ricerca della verità in Edith Stein. Spunti di riflessione.
Un’indagine sulla questione del concetto di verità nel pensiero fenomenologico-cristiano di Edith Stein non può prescindere dalla considerazione delle conseguenze filosofiche che l’evento decisivo della vita della pensatrice, la sua conversione al cattolicesimo, ha avuto sull’elaborazione di tale concetto. Se si può dire che la sua ricerca nasce ed è alimentata da una “passione della verità” che è connaturata nell’uomo, si può altresì dire che solo con l’esperienza della conversione, dell’incontro personale con Dio, tale passione raggiunge la “vetta” che imprime all’intera ricerca la svolta decisiva . La “rinascita” interiore seguita a tale incontro determina senza dubbio non solo un cambiamento radicale nella vita della pensatrice, ma, nello stesso tempo, porta anche al compimento – inteso nel senso di completamento – della sua riflessione filosofica, aprendo l’analisi fenomenologica della soggettività umana al problema dell’essere e a quello della persona. Si tratta ora di delineare, a partire da questa premessa, in quale direzione si sia andato elaborando e caratterizzando il concetto di verità.
“Che cos'è la verità?". Il mondo visto da Ponzio Pilato
Italian Studies in Southern Africa (ISSA), Vol. 33, n. 2, 2020
La vicenda di Gesù ha segnato uno spartiacque nella storia occidentale, e perciò non stupisce che tanti autori scelgano di tornare a quel momento, riscrivendolo in modo originale. Nascono così gli “apocrifi moderni”, che nel 2012 sono stati oggetto di uno specifico convegno all’Università Cattolica di Milano. All’interno di questo filone, Ponzio Pilato è certamente una delle figure più importanti. Egli infatti è eletto a protagonista da grandi nomi della letteratura europea, quali Friedrich Dürrenmatt, Anatole France, Michail Bulgakov, Roger Callois. In Italia poi ha suscitato l’interesse di Elena Bono, Giorgio Albertazzi, Mario Soldati, Luigi Santucci, Giorgio Linguaglossa e molti altri. Del resto Pilato è una figura plastica e per molti aspetti moderna. In lui è facile proiettare il punto di vista dell’intellettuale di oggi, che si pone domande, aspira a un giudizio obiettivo, eppure in ultima analisi sente che la sua comprensione è incompleta. Dunque il recupero di questa figura è molto più di un gioco erudito. Anzitutto permette di rileggere il passato con uno sguardo moderno, per comprendere e giudicare le proprie radici. Manifesta inoltre il desiderio di dare un volto umano ai personaggi che hanno plasmato la nostra storia, guardandoli non come puri nomi ma come esseri di carne e sangue. Al contempo questa scelta permette di reinterpretare il nostro presente, a partire da una prospettiva straniante. Nella storia di Pilato ritroviamo infatti tematiche attualissime, attinenti ai più diversi campi: politico (l’incontro-scontro tra Occidente e Oriente), sociale (la crisi relazionale, il rapporto con la patria), morale (la responsabilità del singolo di fronte alla “ragion di stato”, specie nei regimi totalitari) e religioso (il rapporto con Cristo). Perché, come scrive Giancarlo Marinelli, in Gesù vediamo ciò che vorremmo essere, ma in Pilato vediamo ciò che siamo. In spite of his bad reputation, Pontius Pilate has recently gained popularity thanks to the “modern apocrypha”, i.e. modern rewritings of the gospels. The first part of this essay explains the most probable reasons for this success, while the second part analyses the purposes behind contemporary rewritings of Pilate’s character: understanding the past, on one hand, and re-reading the present from an estranging perspective, on the other. Finally, the third part is dedicated to the current issues reflected in Pilate’s stories: the interactions between the Middle East and the Occident, the distinction between law, justice and its practice, and the emerging of secular ideals and spiritual concerns in the post-Christian culture.