Il processo come pretesto. Sul Palamede di Gorgia - The Trial as a Pretext. On Gorgias’ Defense of Palamedes (original) (raw)

Il carattere giudiziario dei proemi dell’Encomio di Elena e dell’Apologia di Palamede di Gorgia

Magazzino di Filosofia, n. 36, 2020

L’analisi dei proemi dei due maggiori componimenti epidittici di Gorgia che per nostra fortuna ci sono giunti interamente, mostrano e confermano l’estrema sensibilità del sofista per i temi del mondo giudiziario e giuridico. L’attento utilizzo di un lessico specialistico, noto ai lettori e agli ascoltatori dei suoi discorsi, permettono a Gorgia di introdurci da subito in un immaginario e in un contesto che rimanda a situazioni giudiziarie specifiche. Se nell’Encomio di Elena il primo richiamo è quello a una giustizia naturale, cosmica e che si riferisce all’ordine delle cose così come devono essere (portandoci, attraverso un sottinteso legame con Themis, a un diritto arcaico connesso alla physis, e solo successivamente al diritto positivo, nomos), nell’Apologia di Palamede, dove si narra di un processo e non di una difesa di carattere generico, il richiamo è al processo in senso stretto e al sottinteso legame con Dike immettendo il lettore nel contesto del giudizio positivo e realizzato in un procedimento da tribunale. I proemi compiono così la loro funzione e aprono, dando significato, a testi sulla cui natura anche giudiziaria ci sembra ci siano pochi dubbi, con tutti i limiti propri di operette con eminente finalità retorica e persuasiva. Gorgia ci appare sempre più ‘esperto’ dell’ambito del diritto che dimostra di padroneggiare e che utilizza in maniera consapevole e precisa. In più, il rimando alla definizione di processo come insieme di accusa e difesa che si ritrova successivamente in Aristotele si dimostra di valore qualora si interpreti come un contributo specifico al lessico del diritto classico greco.

Sugli dèi tutori di giustizia. La critica epicurea al giudizio dell’Ade del «Gorgia» di Platone

Grazie al lungo quanto meticoloso lavoro di ricostruzione che Hammerstaedt e Smith hanno condotto sui frammenti del portico di Diogene di Enoanda, possiamo oggi leggere un ampio * Questo articolo ricorre alle più recenti edizioni critiche dei testi di Epicuro e degli Epicurei, che sono spesso citati in abbreviazioni. Per agevolare il lettore non specialista di Epicureismo, riporto dunque di seguito un elenco delle opere e delle sigle più usate. I frammenti di Epicuro sono tratti dalle raccolte di Arrighetti 1973 (= Arr 2 .) e Usener 2007 (= Us.). Ricorro poi ai libri XIV e XXVIII della sua opera principale Sulla natura (= De nat.), riediti rispettivamente da Leone 1984 e Sedley 1973. Anche l'attività degli epicurei Metrodoro ed Ermarco ci è nota solo per frammenti. Essi sono raccolti da Körte 1890 (= K.) e Longo Auricchio 1988. Polistrato ha scritto un'opera dal titolo Sul disprezzo irrazionale delle opinioni popolari (= De contempt.), che cito da Indelli 1978. Di Demetrio Lacone ricorro solo al papiro 831 (= PHerc. 831), secondo le nuove letture di Parisi 2014. Uso poi il papiro 215 di Ossirinco (= POxy. 215), di autore ignoto e pubblicato da Obbink 1992. Più numerose le opere di Filodemo. Ricorro al Sugli dèi (= Diels 1916), al Sulle scelte e sulle fughe (De elect. = Indelli-Tsouna 1995), al Sull'ira (De ira = Indelli 1988), al Sulla libertà di parola (De lib. dic. = Olivieri 1914), al libro IV del Sulla morte (De mort. = Henry 2009), al libro IV del Sulla musica (De mus. = Delattre 2007), al Sull'economia (De oec. = Tsouna 2012), al Sulla pietà (De piet. = Obbink 1996), ai libri I e V del Sulla poesia (De poem. = Janko 2000 e Mangoni 1993), al libro X del Sui vizi (De vit. = Jensen 1911 [coll. 1-9] e Ranocchia 2007 [10-24]), al papiro ercolanese 1005 (PHerc. 1005 = Angeli 1988), ai libri III e VIII del Sulla retorica (Rhet. = Hammerstaedt 1992; Rhet. VIII = Blank 2007) Infine, cito di frequente i frammenti di Diogene di Enoanda (= Diog. Oin.). Sono distinti in frammenti 'vecchi' (fr. = Smith 1992) e 'nuovi' (NF = Hammerstaedt, Smith 2014).

Lo scudo di Achille. Il processo come archetipo di pace

MediaRes, 2021

In the eighteenth book of Homer's Iliad, the first representation of the trial in Western culture appears on the Achilles' shield, forged by Hephaestus, where the competitive spirit of classical Greece is manifested. The scene described on the hero's aegis is an extraordinary anticipation of the fair administration of justice, the legal structure of which is exhibited at least in four fundamental steps: the contestation of the lawsuit; the dispute between the parties; the proof of the facts; the third party's judgment. The trial is the most important phenomenon of the city of peace, in which the culminating moment of judgment is depicted. The image indicates the legal and social order of the polis, which originates from the crisis of the Mycenaean palatial civilization and from the urban aggregation of villages and countryside, developing a political model that multiplies and lives in the principle of its continuous transformation. The circular shape of Achilles' shield constitutes an interpretative metaphor of the social life of the Greek polis and of the pacifying structure of the trial, which draws its own conflictual and conciliatory nature at the same time from the epic genesis of the mythical tale and from the dialectical conscience of the Homeric hero. Nel diciottesimo libro dell'Iliade di Omero, compare la prima rappresentazione del processo nella cultura occidentale sullo scudo di Achille, forgiato da Efesto, dove si manifesta lo spirito agonistico della Grecia classica. La scena descritta sull'egida dell'eroe è una straordinaria anticipazione dell'equa amministrazione della giustizia, la cui struttura giuridica si esibisce in almeno quattro momenti fondamentali: la contestazione della lite; il contraddittorio tra le parti; la prova dei fatti; il giudizio del terzo. Il processo è il fenomeno più importante della città della pace, nella quale viene raffigurato il momento culminante del giudizio. L'immagine indica l'ordine giuridico e sociale della pólis, che trae origine dalla crisi della civiltà palaziale micenea e dall'aggregazione urbana dei villaggi e delle campagne, sviluppando un modello politico che si moltiplica e che vive nel principio della sua continua trasformazione. La forma circolare dello scudo di Achille costituisce una metafora interpretativa della vita sociale della pólis greca e della struttura pacificante del processo, che attinge la propria natura conflittuale e ad un tempo conciliativa dalla genesi epica del racconto mitico e dalla coscienza dialettica dell’eroe omerico.

Il retaggio dei mezzi di prova ‘atecnici’ nella pratica giudiziaria ateniese del IV secolo e il caso della Contro Conone di Demostene

2014

Correlatore nella discussione della tesi di laurea. Da questa ho tratto e rielaborato ampiamente la materia per il presente articolo, che vuole essere un ¢nt…dwron verso una Persona che sempre ebbe nei miei confronti pensieri di stima e di simpatia. Un grazie grande grande (terque quaterque) poi, per la loro disponibilità al dialogo umano e scientifico, a Pietro Cobetto Ghiggia, che mi ha fatto preziose osservazioni, e ad Alberto Maffi, che mi ha suggerito l'argomento del presente studio. 1 Per BLASS, 1893, p. 459, la Contro Conone rappresenta, nell'ambito dei discorsi privati, un modello artisticamente di molto superiore alle precedenti produzioni di Demostene («ein wirkliches Muster einer Privatrede, weit überlegen auch Demosthenes' eignen früheren Leistungen»). L'orazione è stata definita «un capolavoro» (PAOLI, 1947, p. 15) ed «un insigne monumento di furberia, nel quale si può ammirare la sapienza di Demostene nel saper trarre dai fatti tutto l'utile possibile» (PAOLI, 1911, p. 72). MURRAY, 1939, p. 124, l'ha definita «excellent speech», e lo stesso GERNET, 1959, p. 100, ha scritto: «pour ses mérites littéraires, il (sc. l'orazione) a été très admiré des anciens et il tient toujours une bonne place parmi les plaidoyers attiques». Più recentemente VENERONI, 1966, p. 650: «ce plaidoyer, vrai bijou dans la production logographique de Démosthène, ne vaut pas seulement par ses qualités littéraires et rhétoriques … et par son intérêt dans l'histoire des moeurs: c'est … une véritable fabula scaenica, par le mouvement de l'action, par le caractère des mimes qu'ont certains passages».

Sotto gli archi del processo. Monologo teatrale dell'udienza Thyssen

Abbonamento Annuo: € 90,00 Numeri singoli: € 25,00 La richiesta va indirizzata alla segreteria della casa editrice Pisa University Press (Tel: 050 2212056 -Indirizzo: Lungarno Pacinotti, 43 -56126 Pisa) La direzione della rivista esaminerà per la eventuale pubblicazione gli elaborati ricevuti all'indirizzo e-mail: redazione@scuolasuperioreavvocatura.it Gli autori devono allegare un breve abstract in inglese al contributo inviato alla redazione Gli scritti si dovranno uniformare alle indicazioni riportate nei "Criteri redazionali" reperibili sul sito della Scuola Superiore dell'Avvocatura (www.scuolasuperioreavvocatura.it) e in calce al presente volume

A.G. DIBISCEGLIA, «Prefazione», in D. MARRONE, Don Peppino Gallo. Un controverso prete d’assalto, Barletta, Editrice Rotas, 2024, p. 5-9.

«Leggere e studiare la biografia di don Giuseppe Gallo – nell’interpretazione di mons. Domenico Marrone – significa, quindi, incontrare “un controverso prete d’assalto” che, alla scuola della Parola, nell’attenzione alla persona vissuta tra i banchi di una Chiesa dal chiaro sapore conciliare, individuò nella propria contemporaneità lo spazio e il tempo per vivere la propria vocazione “nel” e “per” il XX secolo, sostenuto dalla convinzione secondo cui “Se il sacerdote perde questa qualità, diventa un enigma (ossia una realtà incomprensibile); se la conserva sarà un emblema, ossia un segno parlante di una realtà nascosta. Di enigmi il mondo moderno ne ha già troppi; per la sua salvezza ha bisogno di segni parlanti» (dalla Prefazione)

L’argomentazione forense come difesa della parte e persuasione del giudice

La retorica è il fondamento delle tecniche di persuasione e di argomentazione e costituisce il metodo di for- mazione dell’avvocato per l’addestramento alla composizione dei casi giuridici controversi. L’esame di abilitazione di avvocato in Italia è regolato da criteri di valutazione che riguardano la metodologia dell’argomentazione giudiziale e che devono essere interpretati in base alla retorica. L’argomentazione usata nella difesa della parte si dirige alla persuasione del giudice e costituisce la struttura logica della motivazione della sentenza.