"Fiere vicende dell'età di mezzo". Studi per Gian Maria Varanini, a cura di Paola Guglielmotti, Isabella Lazzarini, Firenze 2021 (Reti Medievali E-Book, 40) pp. 331. (original) (raw)
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2021
Con questa Festschrift organizzata in tempo di pandemia, le autrici e gli autori intendono onorare e ringraziare Gian Maria Varanini, rendendogli omaggio in occasione della sua uscita dai ruoli dell’Università. Varanini è grande studioso, sorretto da una inesausta passione per la storia in tutte le sue dimensioni, dalle più minute alle più universali, e da una attenzione sensibile e critica alla lettura che dei fenomeni storici è stata data dal succedersi delle generazioni degli studiosi. Generoso organizzatore culturale ed eccellente editore e redattore, come accademico e come docente è da sempre impegnato nella tutela delle discipline storiche. Saggi di E. Artifoni, S. Carocci, G. Castelnuovo, P. Corrao, M.N. Covini, M. Della Misericordia, F. Del Tredici, M. Gentile, P. Grillo, P. Guglielmotti, I. Lazzarini, J.-C. Maire Vigueur, E.I. Mineo, G. Petralia, L. Provero, R. Rao, F. Senatore, L. Tanzini, M. Zabbia.
"Fiere vicende dell'età di mezzo". Studi per Gian Maria Varanini, , 2021
The essay addresses the problem of the relationship between large aristocratic families and “noble parishes” in Genoa, by considering the case of the Doria and the church of San Matteo, founded in 1125 and whose reconstruction was planned in 1278. On the one hand, three qualifying aspects of the Doria kinship are examined in order to understand the role of the small church in enhancing the coordination of the group: i.e., positions of leadership and command in the maritime city and in its government; dispersion and presence outside Genoa; numerical strength, residence and leadership. On the other hand, the article considers the insertion of San Matteo in the monastic network (not only in Liguria) headed by the abbey of San Fruttuoso, and how its reconstruction allowed for the diversification of the large family internal and external relevance. The conclusion, thanks to the comparison with the experiences of other important urban families, shows the uniqueness of this case study and how broader and more systematic comparisons should be made, even outside the Genoese context.
2021
La presente comunicazione prende in esame le corrispondenze indirizzate ai Gonzaga e conservate nella cancelleria mantovana nel corso del Trecento: l'analisi dell'epistolarità trecentesca qui raccolta, che copre città e signori del centro-nord d'Italia, dalla Toscana alla Val d'Adige, da Genova a Venezia, infatti apre le porte a una necessaria indagine sulle pratiche della comunicazione politica e diplomatica, di lignaggio e di governo nel XIV secolo, assai meno studiato da questo punto di vista tanto del Duecento comunale, quanto del Quattrocento dei principi.
«Predella. Journal of Visual Arts», n. 54, dicembre 2023, pp. 107-123, tavv. XXVII-XXI, 2023
The contribution aims to offer new insights into a little-known dynasty of intermediaries, although active in the Lombardy-Veneto region and internationally for over a century. The progenitor was Ignazio Valania, who in the first two decades of the 19th century, knew how to turn the mercantile opportunities caused by the Napoleonic requisitions in the Dipartimento del Serio to his advantage. Ignazio’s daughter married the Bergamasque pharmacist Prospero Arrigoni, an eclectic collector, connoisseur and art dealer. Identifying and reading local contemporary sources, manuscripts by Giovanni Battista Cavalcaselle and Joseph Archer Crowe, and several letters from the British Library, the essay traces for the first time some relevant artworks from the Valania-Arrigoni collection. Prospero’s son was Carlo, husband of Sofia Arrigoni, owner of an antique shop in Milan. The essay presents the fortunate discovery – among the Archivio Centrale di Stato papers – of two postcards related to the post mortem exhibition of Sofia’s collection. https://predella.it/olga-piccolo/
Medioevo e fumetto vanno d'accordo. Che siano storicamente fondate, verosimili o frutto della più brillante immaginazione, che assumano la forma di una sapida striscia o di una raffinata graphic novel, le opere a tema medievale costruite con scene sequenziali in cui il testo entra nell'immagine (questo sono, in sintesi, i fumetti) sono abbastanza numerose. Ormai da diversi anni esse formano un oggetto di studio da parte di quegli storici che, consapevoli di quanto la storia medievale stia entrando sempre più in comunicazione con il medievalismo e la public history, sono interessati a individuare le tematiche di maggior attrattiva per il grande pubblico, a indagare il nesso tra scrittura storica e finzionale -che coinvolge loro stessi, anche se non sempre se ne rendono conto -e infine a valutare i possibili usi didattici di quel versatile strumento di comunicazione che è il fumetto 1 . Non di rado, oggi, i fumetti "storici" sono accompa-* Università di Urbino. 1 A cominciare da R. BORDONE, Medioevo americano. Modelli iconografici e modelli mentali, in «Quaderni medievali», 13 (1982), pp. 130-150 e da M. SANFILIPPO, Il Medioevo secondo Walt Disney. Come l'America ha reinventato l'Età di Mezzo, Castelvecchi, Roma 1993. Una rassegna e una discussione recenti in T. DI CARPEGNA FALCONIERI, Il medioevo nel fumetto, in Il fumetto nel medioevo, a cura di M. MIGLIO, Istituto storico italiano per il medio evo, Roma in corso di stampa. Sono grato a Monica Longobardi per avermi invitato a partecipare alle accoglienti giornate di studio Medievalismi (Ferrara, 20-21 novembre 2019), durante le quali ci siamo confrontati su questo campo di studi in pieno sviluppo a partire dalle nostre prospettive disciplinari.
LO STRANO CASO DI FEDERICO II DI SVEVIA, 2008
L'INCIPIT DELLA PREFAZIONE --- «Professore, lei mi ha distrutto un mito!». Avevo appena finito di parlare, in una conferenza, della politica economica di Federico II nel regno di Sicilia. Lei, una signora di mezz'età, mi si era avvicinata col passo sinuoso delle baiadere, ostentando abiti firmati ed erudizione sommaria, la bocca dispiaciuta a cuoricino. Gli ori al collo e al braccio le tintinnavano di sdegno e delusione. Dopo avermi calato sul collo la sua frase, sibilante come la lama di una ghigliottina, era rimasta a guardarmi in silenzio per un po', svuotata di obiezioni e di punti di riferimento. Poi mi strinse la mano-ed era invece una dichiarazione di guerraraccolse il suo smarrimento e la sua dignità di "fan federiciana" ferita nel profondo, e si allontanò scuotendo il capo, il cuore e le collane. Non l'ho più rivista. In compenso, ogni volta che parlo in pubblico di Federico II mi si avvicinano le sue mille sorelle e i suoi mille fratelli, tutti a lamentarsi per il loro "mito" personale che io, parlando da storico di storia, avrei "distrutto". Ho imparato a riconoscerli, nel pubblico che mi ascolta, ancor prima di iniziare a parlare. Ho imparato a seguirne e capirne le smorfie di sofferenza. Ho imparato, anche, a rispondere ai loro lamenti... (segue)
LO STRANO CASO DI FEDERICO II DI SVEVIA. UN MITO MEDIEVALE NELLA CULTURA DI MASSA, 2008
«Professore, lei mi ha distrutto un mito!». Avevo appena finito di parlare, in una conferenza, della politica economica di Federico II nel regno di Sicilia. Lei, una signora di mezz'età, mi si era avvicinata col passo sinuoso delle baiadere, ostentando abiti firmati ed erudizione sommaria, la bocca dispiaciuta a cuoricino. Gli ori al collo e al braccio le tintinnavano di sdegno e delusione. Dopo avermi calato sul collo la sua frase, sibilante come la lama di una ghigliottina, era rimasta a guardarmi in silenzio per un po', svuotata di obiezioni e di punti di riferimento. Poi mi strinse la mano-ed era invece una dichiarazione di guerra-raccolse il suo smarrimento e la sua dignità di "fan federiciana" ferita nel profondo, e si allontanò scuotendo il capo, il cuore e le collane. Non l'ho più rivista. In compenso, ogni volta che parlo in pubblico di Federico II mi si avvicinano le sue mille sorelle e i suoi mille fratelli, tutti a lamentarsi per il loro "mito" personale che io, parlando da storico di storia, avrei "distrutto". Ho imparato a riconoscerli, nel pubblico che mi ascolta, ancor prima di iniziare a parlare. Ho imparato a seguirne e capirne le smorfie di sofferenza. Ho imparato, anche, a rispondere ai loro lamenti. «Professore, ma lei così mi distrugge un mito!». Nossignori, rispondo ora, non vi ho distrutto alcun mito, perché per voi Federico II non è un mito, è un sogno a colori... (Incipit della prefazione)
2020
Quante vite, esperienze e profili di donne sono ancora nascoste nelle pieghe della storia? A questa domanda è difficile rispondere. Nonostante la quantità di documenti emersi grazie al pregevole lavoro della storiografia a partire dagli anni Settanta, ancora molto resta nascosto, implicito, non detto, in particolare quando si guarda allo straordinario archivio del vissuto femminile. La collana "Donne nella storia" si propone di dare voce alle vite disperse, recuperando profili biografici misconosciuti, seguendo i labili segni rappresentati talvolta soltanto da sparsi e frammentari indizi, di raccogliere testimonianze preziose per recuperare le tracce che le donne hanno lasciato nel loro esistere nel mondo, e infine di individuare i percorsi, faticosamente conquistati con lacrime e sangue, con straordinaria tenacia e consapevolezza. Ridare vita e colore a immagini sfocate, riportare al nitore le tinte sbiadite si pone come finalità prioritaria della collana, aperta a contributi di taglio interdisciplinare, in un arco cronologico di ampio respiro che sottolinei continuità e fratture, spinte in avanti e pericolosi regressi, successi e delusioni, in linea con le più attuali tendenze di ricerca degli women's studies.