Rassegna bassanesca (original) (raw)

Rassegna Foscoliana [2012]

(en collaboration avec C. Piola Caselli) « Rassegna Foscoliana », Testo, XXXIII, 2012/2, pp. 143-158, 2012

Outline Engravings and Descriptions of the Woburn Abbey Marbles (m.dccc.xxii). Le Grazie a Woburn Abbey, a cura di Arnaldo Bruni, Firenze, Polistampa, 2012, 2 voll. ; Orazioni e Lezioni pavesi, a cura di Andrea Campana, Roma, Carocci, 2009, 352 pp. ; Poesie, a cura di Matteo Palumbo, Milano, Rizzoli, 2010, 308 pp. ; Ultime lettere di Jacopo Ortis, a cura di Maria Antonietta Terzoli, Roma, Carocci, 2012, 352, pp. ; Dei sepolcri, edizione critica a cura di Giovanni Biancardi e Alberto Cadioli, Milano, Il muro di Tessa, 2010, cxl+30 pp. ; Bibliografia foscoliana, a cura di Giuseppe Nicoletti, Firenze, Le Monnier (Edizione Nazionale delle Opere), 2011, 2 voll., x+310 pp. ; xii+322 pp. * La presente rassegna è il frutto della stretta collaborazione e di una perfetta coincidenza di punti di vista e di prospettive critiche tra i due autori. Tuttavia le pp. 1-8 si debbono a Chiara Piola Caselli, mentre le pp. 8-14 a Christian Del Vento.

Rassegna iberistica

Cominciamo con un interrogativo: può un'opera letteraria, che è innanzi tutto un prodotto linguistico, rinunciare a quella stessa lingua in cui è stata generata? Ci sollecita un'immagine, quella di Huyendo de la crítica del pittore catalano Pere Borrell del Caso (1871), in cui uno spaesato fanciullo posa già un piede oltre la cornice che lo imprigiona. Di lì a poco sarà fuori dal suo luogo d'origine per approdare in un altrove più vicino a noi che lo guardiamo stupefatti. L'illusione è perfetta. Una volta fuori, lo considereremo quasi uno di noi, perché nei suoi occhi leggiamo uno sguardo intraducibile. È questo, in fondo, quel che succede nel trasportare fuori dalla sua cornice originaria un testo che dovrà trovare nuova vita in un'altra lingua. Audace fino al credersi secondo autore, ma spesso dimenticato nei frontespizi dei libri tradotti, il traduttore occupa un ruolo insostituibile per la diffusione delle culture; in equilibrio fra due tensioni opposte, come ricorda Ortega y Gasset, quella che tira il lettore verso il linguaggio dell'autore e quella che porta l'autore verso il linguaggio del lettore, può considerare l'opera riuscita quando avrà strappato quest'ultimo alle sue abitudini linguistiche per obbligarlo a muoversi dentro quelle dell'autore (José Ortega y Gasset, Miseria y esplendor de la traducción). Così pure Valentín García Yebra riconosce al traduttore non passivo importanti meriti nell'arricchimento della lingua d'arrivo, anche grazie a prestiti lessicali e all'adozione di concetti appartenenti ad altri ambiti culturali (Valentín García Yebra, Traducción y enriquecimiento de la lengua del traductor).

Minirassegna

2019

Il nostro millennio è contraddistinto dall'aumento della produzione sull'emigrazione italiana. Tale crescita, numericamente spettacolare, è dovuta a una complessa serie di ragioni, in parte collegate allo sviluppo odierno della società italiana e alla sua tendenza ad ospitare una percentuale crescente d'immigrati, mentre al contempo le partenze e la mobilità interna non deflettono. La pubblicazione a getto continuo di memorie, analisi e testimonianze sugli emigrati ha investito anche settori apparentemente lontani, come la letteratura (si pensi al filone sui drammi degli italiani all'estero sviluppatosi dopo il successo allo Strega di Melania G. Mazzucco con Vita, Rizzoli 2003), o come il fumetto (si veda la traduzione di Sergio Salma, Marcinelle 1956, Diabolo Edizioni 2013) e il teatro. Proprio l'appena citata Marcinelle ritorna nel primo spettacolo, Minatori in Belgio (2003), che compone il dittico di Mario Perrotta Italiani cìncali, ancora oggi in tournée per ...

Rassegnazione

Outlet. Per una critica dell'ideologia italiana. I sentimenti della crisi

Sagunto Nemesi di Messana

Sagunto fu scelta deliberatamente da Annibale come casus belli per la seconda guerra punica. In tale decisione, il generale cartaginese non fu spinto soltanto dalla pur rilevante importanza economica della città iberica, quanto, piuttosto, da un preciso calcolo politico-strategico. L'invevitabilità della reazione romana, così come la lentezza di tale risposta, erano stati infatti previsti dal Barcide. Forte della 'lezione' appresa dai suoi connazionali a Messana nel 264 a.C. sulla mentalità e le modalità dei processi decisionali romani, Annibale riusci a trasformare Sagunto nella 'Nemesi' della citta siciliana.

L'ALIGHIERI Rassegna dantesca

This article examines the dye color perse and its various shades in the period 1200- 1500, discussing Dante’s use of the term and delving into the practices, commerce, and material production of dyes in Florence and Europe. The term’s use in Oitanic culture can be surmised from a sample of texts in which perse refers almost exclusively to a shade of blue. While this explains the use of the term in the Fiore (a work which may be attributed to Dante), the remaining cases refer to a black color with occasional red tones in Le dolce rime and Tre donne, as well as in Inf. V and VII, Purg. IX, Par. III and, most notably, in the Convivio. Meanwhile various sources in the 13th-15th centuries, including commentaries to the Comedy, continue to refer perso to shades of blue. The facts come together when seen in the professional context of medieval wool dyeing, in light of the existence in Florence of a “Florentine perse” which imitates the quality of the French version but favors a dark variant, with glints of red, which Dante may have intended in his use of the word perso.

RASSEGNE E LETTURE

Dopo un periodo di appannamento, quando altri momenti e tematiche della sto-ria italiana contemporanea (la Grande guerra, il fascismo, la Resistenza) hanno catalizza-to l'attenzione storiografica e mediatica, il Risorgimento è tornato al centro di una vivace attenzione. Vi hanno contribuito, non c'è dubbio, le domande che hanno accompagnato la lunga fase di transizione della società italiana negli anni di crisi della cosiddetta «prima Repubblica». Come ha ben testimoniato l'anniversario del 2011, il dibattito ha trasceso il confronto tra gli addetti ai lavori, alimentando un'intensa controversia negli spazi del «di-scorso pubblico» nazionale. Limitando lo sguardo al campo degli studi, va riconosciuto tut-tavia che l'attivismo storiografico non è stato un derivato scontato della congiuntura politica o della scadenza celebrativa. Da oltre un ventennio, sull'onda di un dialogo proficuo con la storiografia internazionale, gli studi sul Risorgimento e sull'800 italiano hanno registrato un rinnovamento significativo, un cui primo bilancio si può trovare nel volume collettivo Rileggere l'Ottocento. Risorgimento e nazione, a cura di Maria Luisa Betri (Carocci, 2010). L'Atlante culturale del Risorgimento si presenta a sua volta come una sintesi efficace di alcune linee di tendenza storiografica, di approcci tematici e di opzioni interpretative che hanno segnato la più recente stagione di studi. I ventotto saggi che compongono il libro sono dedicati alle «parole che hanno costituito l'ossatura del vocabolario politico risorgi-mentale»: l'obiettivo è quello di analizzare i modi in cui il Risorgimento «si è costruito e si è rappresentato a livello concettuale» (p. V) tra la fine del XVIII secolo e la proclamazione dell'unità. Il volume respira dunque il clima della svolta «culturalista» delle ricerche sul Risorgimento. Come tale, si affianca ai lavori più citati di questo filone di studi, da quelli di Alberto Mario Banti (La nazione del Risorgimento, Einaudi, 2006) all'Annale Einaudi (2007), curato da Paul Ginsborg e dallo stesso Banti: opere importanti e controverse, alle quali va riconosciuto il merito di aver rilanciato l'interesse e il dibattito sul tema. Sarebbe però improprio schiacciare l'Atlante culturale sull'accesa polemica storiografica (e non