LA CORTE E LE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA: LA DISCUTIBILE DILATAZIONE DELL’ INTERVENTO STATALE A TUTELA DELLA CONCORRENZA (original) (raw)

LE DEROGHE DI NATURA ECONOMICA ALLE LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE SANCITE DAL TRATTATO AL VAGLIO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA NEL CASO ESSENT

SOMMARIO: 1. Le peculiarità della fattispecie oggetto del giudizio.—2. Il ragionamento seguito dalla Corte di giustizia per giustificare i divieti stabiliti dalla normativa olandese. — 3. Il significato dei silenzi della Corte di giustizia nelle conclusioni dell’Avvocato generale JÄÄSKINEN. — 4. La discrezionalità accordata alle Istituzioni comunitarie e la conseguente resilienza della normativa derivata dell’Unione alle disposizioni sulle libertà di circolazione previste dal Trattato.—5. La progressiva estensione delle esigenze che possono legittimare una deroga alle libertà economiche fondamentali nella giurisprudenza europea. — 6. Considerazioni conclusive: le ricadute sui sistemi nazionali.

LA CORTE DI GIUSTIZIA TRA SCELTE DI MERCATO E INTERESSI PROTETTI

Persona e Mercato 2018/4, 2018

Muovendo dalle suggestioni del filosofo Duncan Kennedy, lo scritto muove dall'assunto che le decisioni dei Giudici hanno ormai acquisito un ruolo dominante nel fissare principi e regole comuni che orientano i mercati. Le sentenze della CGUE non sono escluse da questa logica. Tut-tavia, ciò che emerge è un'irrisolta tensione tra l'esigenza di perseguire obiettivi di efficienza eco-nomica comuni e quella di salvaguardare singole posizioni di diritto. Starting from the suggestions of the philosopher Duncan Kennedy, the paper moves from the assumption that markets are guided by the decisions of the Judges, which have a dominant role in establishing common principles and rules. The judgments of the CJEU are not excluded from this logic. However, an unresolved tension between the need to pursue common economic efficiency objectives and safeguarding individual legal positions emerges.

Diritto Pubblico Europeo Rassegna online NOTE MINIME ALLA SENTENZA N. 198 DEL 2018 DELLA CORTE COSTITUZIONALE. IL CONFLITTO TRA LO STATO E LE REGIONI SULLA NUOVA DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

Il contributo analizza la sentenza n. 198 del 2018 della Corte costituzionale italiana che, in virtù dei ricorsi promossi da alcune Regioni, si è pronunciata sulla legittimità costituzionale del decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104, recante la revisione della disciplina di valutazione di impatto ambientale (VIA). Nella sentenza in esame il Giudice delle leggi, nel rigettare quasi tutti i motivi di ricorso delle Regioni, ha affermato che la disciplina della VIA, afferente alla “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, quale materia legislativa esclusiva posta in capo allo Stato, contenga al suo interno disposizioni in grado di intaccare trasversalmente le competenze delle Regioni al fine di offrire su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme. La pronuncia si inserisce nel solco di una lunga e costante giurisprudenza costituzionale tesa a ricondurre la disciplina della valutazione di impatto ambientale nel novero delle competenze esclusive dello Stato. Al tempo stesso, però, in virtù delle doglianze regionali, la Consulta ha anche occasione di affrontare, da un lato, alcuni aspetti riguardanti lo strumento della delega legislativa e, dall’altro, i limiti costituzionali posti alla potestà legislativa delle Regioni speciali.

LA GIURISPRUDENZA “CONCORRENZIALE” DELLA CORTE DI GIUSTIZIA UE E DELLA CORTE EDU RISPETTO ALLA TUTELA DEI SINGOLI SOGGETTI A SANZIONI

Freedom, Security and Justice, 2022

This paper aims to analyse the competing approach of the European Court of Justice (ECJ) and the European Court of Human Rights (ECtHR) regarding the protection of fundamental rights of those individuals and entities claiming to be victim of smart sanctions. The analysis will be conducted in the light of both UN-mandated sanctions and European autonomous restrictive measures with a view to underlining that, regardless of what kind of measures the ECJ is confronted with, it will apply the same standard of judicial review.

«CONTRA MOROS Y TURCOS» POLITICHE E SISTEMI DI DIFESA DEGLI STATI DELLA CORONA DI SPAGNA IN ETÀ MODERNA Convegno Internazionale di Studi (Villasimius-Baunei, 20-24 settembre 2005) a cura di Bruno Anatra, Maria Grazia Mele, Giovanni Murgia e Giovanni Serreli VOL II

DANIELE VACCA Alcune considerazioni sulla cattura di un'imbarcazione commerciale sarda da parte di due galeotte moresche nei pressi dell'Isola di Serpentara 219 FRANCISCO PARDO MOLERO Artillería y arsenales en el reino de Valencia (c. 1500-1550) 237 LLUÍS J. GUIA MARÍN Defensa de la costa y control del territorio. La organización defensiva del País Valenciano durante el siglo XVII 275 ANTOINE LAURENT SERPENTINI Aspects du système défensif de la Corse génoise aux XVI ème -XVIII ème siècle 293 RENATO GIANNI RIDELLA «General descritione del'Artiglieria che si ritrova nel Regno di Corsica e Isola di Capraia». Bocche da fuoco nelle fortificazioni costiere genovesi di Corsica tra Cinque e Seicento 309 MIGUEL ÁNGEL DE BUNES IBARRA Los presidios en el Norte de África, primer escudo de defensa contra el corso y la expansión otomana 335 BEATRIZ ALONSO ACERO El presidio de Orán: prototipo del sistema defensivo de la Monarquía Hispánica en el Mediterráneo Occidental 353 JUAN JESÚS BRAVO CARO Torres, hombres y dinero para la frontera granadina en el siglo XVI 367 RAJA YASSINE BAHRI Recorrido de un corsario morisco entre las dos orillas del Mediterráneo a través del estudio de su proceso: 1576 395 ÖZLEM KUMRULAR La conquista de Corón por la espada imperial 429 NICOLA MELIS Malta nel Mühimme Defterleri "Registro degli Affari Importanti" del 1565 (NN. 5-6) 439 MARIA BARCELÓ CRESPÍ Defensa urbana en Mallorca: la adaptación de las murallas medievales a la nueva poliorcética renacentista 447 GUILLERMO ROSSELLÓ BORDOY Mallorca: Arquitectura defensiva 'versus' cartografía turca 465 505 TOMO II PATRIZIA CASTELLI «... al tempo che passaro d'Africa il mare»: la fisiognomica dei Mori 507 DONATELLA SALVI Il relitto dell'Isola dei Cavoli. Spade e cannoni 553 MARCO MILANESE Archeologia postmedievale e storia moderna. Ricerche sulle piazzeforti spagnole della Sardegna nord-occidentale 569 GIORGIO MURRU Torri in Sardegna nella Preistoria e in Età Moderna. Modelli, principi, analisi tipologiche, raffronti 621 ISABELLA ZEDDA MACCIÒ Cartografie e difesa nella Sardegna del Cinquecento. pratiche geografiche, carte segrete e immagini pubbliche 633 SEBASTIANA NOCCO Le torri costiere nella cartografia 685 MARIO CANNAS -RITA MONAGHEDDU Torre di Santa Maria Navarrese nella Reale Amministrazione delle torri in Sardegna 711 PAOLA M. MELIS Progetto Ogliastra: studio multidisciplinare di paesi "isolati" per l'identificazione di fattori di rischio genetici ed ambientali predisponenti a malattie multifattoriali e tratti complessi 721 RAFAEL SOLER VERDÙ Il restauro della memoria 733 MASSIMO DRINGOLI Conservazione e riuso delle fortificazioni all'isola d'Elba 741 GIANNI MONTALDO -BARBARA PANI Le torri costiere: un formidabile sistema di difesa del Regno di Sardegna nella Corona di Spagna 759 ERNESTO ROLLO Il restauro della torre dei Dieci Cavalli (Muravera) 767 LUCIANO CESSARI -ELENA GIGLIARELLI Metodologie e analisi integrate per il restauro e la valorizzazione dell'architettura fortificata del Mediterraneo 789 506 MAURO CADONI La cultura quale fattore di competitività dell'offerta turistica locale 821 IVAN PUDDU Politiche di promozione turistica e culturale: Sistema Turistico Ogliastra 835 FRANCESCO CASU -OLINDO MERONE La torre come interfaccia 839 507 PATRIZIA CASTELLI «…AL TEMPO CHE PASSARO D'AFRICA IL MARE»: LA FISIOGNOMICA DEI MORI « […] A Desdemona bella, Che nel segreto dei tuoi sogni adori, Presto in uggia verranno i foschi baci Di quel selvaggio dalle gonfie labbra» Arrigo Boito, Otello 1 M. BEER, Romanzi di cavalleria. Il Furioso e il romanzo italiano del primo Cinquecento, Roma, 1987; R. BEZZOLA, L'Oriente nel poema cavalleresco del primo Rinascimento, Firenze, 1966.

PENSARE LA MONARCHIA IN SICILIA: I “MOTIVI ERRANTI DELLA REGALITÀ” COSTANTINOPOLITANI E LE “STRATEGIE DELLA PAROLA” NELLA PROPAGANDA DELLA CORONA

This contribution analyzes a cognitive methodology for the "wandering motive of royalty" and penetrates the development of kingship's image in Mediterranean area. It recognizes the basic-subjects of Byzantine kingship as a iconographic and iedological codes, these pass through cultures and survive substantially unchanged. In this way, it scrutinizes communication's strategies, that model concrete icons of king of Sicily. So can be seen a new iconography and rhetorical horizon, that adapts basic subjects into particularly requirements. Key words: "wandering motive of royalty"; a Deo coronatus; royal iconography; rhetoric of power; Sicily Kingdom. «adeo gloriatur ut palam dicat se nunc demum avi sui consecutum privilegium, qui in terra sua erat rex, legatus apostolicus, patriarcha, imperator et omnia quae volebat» (J.p. Migne (ed.), Ioannes Saresberiensis Epistolae 239, PL II, Paris 1844-1864, 114) Bisogna considerare il valore semantico del lemma «consuetudo», perché volto ad indicare in senso lato i costumi o le abitudini, che nel caso di specie devono colorare la vita della giovane monarchia locale. Attraverso il termine «pulcherrimum» si rimanda all'efficacia estetica delle soluzioni adoperate, in 3. Glauco Maria Cantarella: «Divagazioni preliminari», en G. Isabella (dir.), «C'era una volta un re...» Aspetti e momenti della regalità, Seminario del Dottorato in Storia Medievale dell'Università di Bologna, Bologna, 17-18 dicembre 2003, Clueb, Bologna, 2005, 11. 4. Giuseppe Del Re (ed.), Falcandus, Historia de regno Sicilie, en Cronisti e Scrittori sincroni napoletani editi e inediti, I, Storia della monarchia. Normanni, Iride, Napoli, 1845, 287.

«CONTRA MOROS Y TURCOS» POLITICHE E SISTEMI DI DIFESA DEGLI STATI DELLA CORONA DI SPAGNA IN ETÀ MODERNA Convegno Internazionale di Studi (Villasimius-Baunei, 20-24 settembre 2005) a cura di Bruno Anatra, Maria Grazia Mele, Giovanni Murgia e Giovanni Serreli

La presente pubblicazione è stata realizzata con i DANIELE VACCA Alcune considerazioni sulla cattura di un'imbarcazione commerciale sarda da parte di due galeotte moresche nei pressi dell'Isola di Serpentara 219 FRANCISCO PARDO MOLERO Artillería y arsenales en el reino de Valencia (c. 1500-1550) 237 LLUÍS J. GUIA MARÍN Defensa de la costa y control del territorio. La organización defensiva del País Valenciano durante el siglo XVII 275 ANTOINE LAURENT SERPENTINI Aspects du système défensif de la Corse génoise aux XVI ème -XVIII ème siècle 293 RENATO GIANNI RIDELLA «General descritione del'Artiglieria che si ritrova nel Regno di Corsica e Isola di Capraia». Bocche da fuoco nelle fortificazioni costiere genovesi di Corsica tra Cinque e Seicento 309 MIGUEL ÁNGEL DE BUNES IBARRA Los presidios en el Norte de África, primer escudo de defensa contra el corso y la expansión otomana 335 BEATRIZ ALONSO ACERO El presidio de Orán: prototipo del sistema defensivo de la Monarquía Hispánica en el Mediterráneo Occidental 353 JUAN JESÚS BRAVO CARO Torres, hombres y dinero para la frontera granadina en el siglo XVI 367 RAJA YASSINE BAHRI Recorrido de un corsario morisco entre las dos orillas del Mediterráneo a través del estudio de su proceso: 1576 395 ÖZLEM KUMRULAR La conquista de Corón por la espada imperial 429 NICOLA MELIS Malta nel Mühimme Defterleri "Registro degli Affari Importanti" del 1565 (NN. 5-6) 439 MARIA BARCELÓ CRESPÍ Defensa urbana en Mallorca: la adaptación de las murallas medievales a la nueva poliorcética renacentista 447 GUILLERMO ROSSELLÓ BORDOY Mallorca: Arquitectura defensiva 'versus' cartografía turca 465 ANGELANTONIO SPAGNOLETTI IL REGNO DI NAPOLI, UN'ISOLA IN CONTINUA GUERRA Le descrizioni del Regno di Napoli di fine Cinquecento e primo Seicento, come le relazioni dei residenti veneziani nella capitale, si aprono generalmente e ovviamente con cenni sulla geografia del territorio e, in particolare, sulla sua conformazione fisica 1 .

Il ruolo delle corti nel rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche nell'Ue. Quale bilanciamento tra omogeneità costituzionale europea e identità nazionale degli stati membri?

2014

Il ruolo delle corti nel rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche nell'Ue. Quale bilanciamento tra omogeneità costituzionale europea e identità nazionale degli stati membri? 15 O T T O B R E 2014 2 | federalismi.it |n. 19/2014 * Il presente contributo rientra tra i lavori inviati in risposta alla Call for papers di federalismi "Valori comuni e garanzie costituzionali in Europa" ed è stato sottoposto ad una previa valutazione del Direttore della Rivista e al referaggio dei Professori Cassetti, Curti Gialdino, Gui, Miccù e Ridola. 3 | federalismi.it |n. 19/2014 interrogativi sulla democraticità del progetto europeo nel suo complesso, tanto da condurre alla richiesta di un nuovo e rinnovato contratto sociale. Come è stato rilevato 1 , vi sarebbero infatti degli evidenti limiti costituzionali al persistere ulteriore di quest'asimmetria nell'allocazione delle competenze di natura economica e monetaria, in primis il principio di solidarietà cui viene fatto esplicito riferimento anche nel capo dedicato alla politica economica, all'art. 122, § 1, Tfue. Tanto più che oramai, alla luce dell'art. 3, § 1 Tue, l'Unione europea può e deve essere concepita come "un sistema politico aperto" e non più come una mera organizzazione sovranazionale, funzionale solo all'integrazione di una pluralità di mercati nazionali. La ragione di quest'asimmetria di competenze sta, come noto, nelle scelte compiute nel Trattato di Maastricht siglato nel 1992 riguardanti la struttura essenziale dell'Unione economica e monetaria. All'epoca si ritenne, infatti, che la gestione della politica monetaria dovesse essere affidata ad un organo, come la Banca centrale europea, autonomo da qualsiasi condizionamento politico -per permettere il raggiungimento dell'obiettivo della stabilità dei prezzi -mentre il governo della politica economica, imponendo importanti scelte con effetti potenzialmente redistributivi, richiedesse una salda legittimazione democratica scaturibile solo dai processi politici nazionali 2 . Nella discussione che animò le fasi di negoziazione del trattato, si ritenne che la politica monetaria dovesse essere condotta in maniera unitaria ed autonoma e che quindi alla Bce fosse indispensabile assicurare un ampio margine di discrezionalità nello scandagliare il ventaglio di scelte a disposizione per raggiungere l'obiettivo principale di difendere la moneta unica. Ciò condusse alla configurazione di una banca centrale indipendente da qualsiasi relazione con le istituzioni rappresentative, la cui legittimazione democratica si ritenne dovesse fondarsi sulle procedure di nomina, sulla stretta aderenza al mandato fissato nei trattati, su relazioni periodiche concernenti il proprio operato. Un potere di controllo sull'operato della Bce si attribuì alla Corte di giustizia la quale però, nel valutare la legittimità dei suoi atti, difficilmente potrebbe limitare la discrezionalità delle sue scelte, per via della loro natura altamente tecnica. La creazione di una moneta unica non avrebbe perciò necessitato l'istituzione in parallelo di un'unione politica, ma avrebbe comunque sortito degli effetti positivi in termini di una maggiore cooperazione nelle materie economiche. E infatti, sebbene la politica economica rimanesse di competenza di ciascuno degli Stati membri, essa diveniva una questione di interesse comune, 1 R. MICCÙ, Proteggere la democrazia: rinnovare il "contratto sociale" europeo, in federalismi.it, n.3/2014. 2 F. DONATI, Crisi dell'euro, governance economica e democrazia nell'Unione europea, in Dir. Ue, 2, 2013, p.337 e ss.