ECONOMIA E FRONTIERA NELL'IMPERO ROMANO, a cura di Dario Nappo e Giovanna D. Merola (Pragmateiai 32), Edipuglia 2021 (original) (raw)
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La controversia sulle dimensioni della popolazione dell’Italia romana e sulla sua dinamica dal terzo secolo a.C. sino alla dissoluzione dell’impero mediterraneo di Roma nel quinto d.C. non accenna ad esaurirsi, né è prevedibile a breve il suo superamento con l’affermarsi di una posizione condivisa. I contributi raccolti in questo volume affrontano, dal particolare angolo visuale del rapporto tra popolamento, sfruttamento delle risorse e urbanizzazione, la vicenda di una regione che appare del tutto sui generis rispetto al resto della penisola proprio in virtù di questo rapporto. Alcuni di questi contributi ripercorrono la storia dell’Italia settentrionale nella sua globalità, mentre altri analizzano in questa chiave le realtà insediative e i fenomeni di mobilità; altri ancora esaminano alcuni ambiti territoriali specifici e altri illustrano l’apporto che è derivato – o che può ancora derivare – a una migliore comprensione del nesso tra popolazione, risorse e urbanizzazione, dall’adozione di tecniche e di metodologie di indagine sempre più sofisticate. Gli autori sono Mattia Balbo, Stèphane Bourdin, Will Broadhead, Gian Pietro Brogiolo, Pier Luigi Dall’Aglio, Ilaria Di Cocco, Carlotta Franceschelli, Gian Luca Gregori, Geoffrey Kron, Luuk de Ligt, Elio Lo Cascio, Marco Maiuro, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Elvira Migliario, Claudio Negrelli, Fabio Saggioro, Sara Santoro†, Francis Tassaux.
Edoardo Vanni, Economie senza gloria. Sistemi agro-silvo-pastorali nell'Etruria settentrionale costiera in una prospettiva di lunga durata, 2021
Il volume esplora le ‘economie senza gloria’, tradizionalmente trascurate dalle grandi narrazioni dell’archeologia globale. Attraverso un approccio interdisciplinare, che integra metodi e linguaggi settoriali rimasti separati per decenni, Edoardo Vanni indaga i sistemi agro-silvo-pastorali nel comprensorio dell’Etruria settentrionale costiera, dimostrando come le cosiddette economie marginali siano in realtà parte essenziale di un complesso sistema di pratiche e interazioni tra le comunità umane e l’ambiente, tra cultura e natura.
Dopo l’esplodere della crisi globale, le letture neo-malthusiane hanno assunto enorme rilevanza sia nello spiegare l’attuale crisi sistemica, sia nel fornire analisi e periodizzazioni dei cicli di crisi e crescita delle società preindustriali e dei modi di svolgimento di queste. Nei densi legami che legano le letture del passato a quelle dell’oggi questo deriva dalle suggestioni che emergono dalle difficoltà vissute dal paradigma energetico che ha caratterizzato il nostro modello di sviluppo a partire dalla Rivoluzione Industriale, dal riproporsi del confliggere tra popolazione e risorse, e dal riapparire dei limiti nell’utilizzo e disponibilità delle risorse. Le letture neo-malthusiane, per lo più, costruiscono interpretazioni basate su pochi fattori (rapporto PIL/produzione/popolazione) lasciando sullo sfondo i modi della distribuzione della ricchezza e la qualità e i modi della produzione. Obiettivo del saggio è quello di mettere a confronto le letture neomalthusiane dei processi di crescita con la “realtà fattuale” del Seicento cremonese. Ambizione di fondo è quella di fornire letture complesse dei rapporti esistenti tra popolazione, energia, produzione, complicando i modelli di crisi e crescita.
Economia e Frontiera nell'Impero Romano, 2022
Ultima conquista duratura dell'Impero Romano, la Britannia ne rappresentò per quattro secoli la frontiera settentrionale. La natura di insediamento militare venne gradualmente integrata dall'affermarsi di una struttura urbana, commerciale e culturale omogenea che inserì l'isola nel vasto network della Pars Occidentis. Con l’acuirsi della minaccia piratesca nel Canale della Manica e la contemporanea erosione del sistema difensivo del "Litus Saxonicum", gli scambi tra la provincia ed il Continente andarono affievolendosi fino alla fatale usurpazione di Costantino III degli anni 407-410. Gradualmente il fulcro dell’economia insulare andò spostandosi dalla più ricca e romanizzata parte orientale verso le coste occidentali del Canale d’Irlanda. Nel travagliato e oscuro V secolo britannico emerse una nuova rete di scambi commerciali imperniata sulla “regione Atlantica”. Da terra di frontiera, la Britannia occidentale che resistette alle invasioni Anglo-Sassoni si trasformò in approdo preferenziale per le merci provenienti dal Mediterraneo Orientale e dal Nord Africa. Verranno ripercorse le tappe fondamentali della transizione economica e politica della Britannia tra III e VI sec., con l’obiettivo di mostrare come lo shift che visse la Britannia tardo-romana aprì una serie di nuove possibilità politiche ed economiche per un’isola che da estrema periferia di un Impero mediterraneo divenne gradualmente centro di un nuovo sistema di scambi incentrato sull'area atlantica.
Documento conclusivo del libro: Investimenti, innovazione e nuove strategie di impresa: quale ruolo per la nuova politica industriale e regionale ? a cura di Riccardo Cappellin, Maurizio Baravelli, Marco Bellandi, Roberto Camagni, Salvatore Capasso, Enrico Ciciotti, Enrico Marelli, Milano, 20167 che rappresenta il terzo e-book del Gruppo di Discussione "Crescita, Investimenti e Territorio". L’articolo rappresenta un vero e proprio “manifesto” per una “nuova politica industriale e regionale” per far ripartire il processo di crescita in Italia e nell’Unione Europea e rivolto ai decisori privati e pubblici. Il rilancio della crescita aggregata e degli investimenti materiali e immateriali dipende dalla promozione dell’innovazione e dalla crescita della produttività nelle singole imprese, nelle filiere produttive e nei sistemi di innovazione locali e nazionali. Il documento illustra che non è più differibile un'azione di coordinamento delle politiche macroeconomiche con le politiche industriali e regionali. Una nuova politica industriale e regionale in Europa dovrebbe promuovere un maggior orientamento al futuro, avviando da subito nuove politiche economiche per una maggiore e migliore occupazione soprattutto dei giovani e per una migliore qualità della vita nei diversi territori. La nuova politica industriale e regionale in Europa dovrebbe essere basata su una stretta collaborazione “bottom-up” tra istituzioni locali, nazionali e comunitarie. Per conoscere le prossime iniziative del “Gruppo di Discussione” è necessario indicare un indirizzo email nel sito: http://economia.uniroma2.it/dmd/crescita-investimenti-e-territorio Il primo e-book elaborato dal Gruppo di Discussione "Crescita, Investimenti e Territorio" nel 2014: Cappellin R., Marelli E., Rullani E. e Sterlacchini A. (2014), a cura di, Crescita, investimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali , Website "Scienze Regionali" (www.rivistasr.it), eBook 2014.1, è disponibile su Academia.edu. Il secondo ebook: Cappellin R., Baravelli M., Bellandi M., Camagni R., Ciciotti E., Marelli E. (2015), a cura di, Investimenti, innovazione e città: una nuova politica industriale per la crescita. Ebook gratuito,. è ugualmente disponibile su Academia.edu. Per ogni informazione sulle attività del Gruppo di Discussione scrivere a cappellin@economia.uniroma2.it