Parco dei Messapi di Muro Tenente : un progetto di sviluppo sostenibile (original) (raw)
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La valutazione della qualità ecologica dei laghi costieri di Fogliano, Caprolace e Monaci, obiettivo di questo lavoro, rientra nell'attività dell'Analisi Ambientale Iniziale ( UNI, 2001 ), svolta nel territorio del Parco del Circeo, ed, in particolare, in quella delle analisi di habitat ed ecosistemi protetti finalizzata all'individuazione dello stato dell'ambiente in relazione all'uso antropico del territorio e delle relative pressioni esercitate, come previsto dallo schema logico DPSIR. I laghi di Fogliano, Monaci e Caprolace furono inclusi nei confini del Parco nel 1975 con decreto del Presidente della Repubblica del 2 luglio 1975. Successivamente, nel 1978, i laghi sono diventati "zone umide di interesse internazionale", secondo la Convenzione di Ramsar (1971) per la protezione delle zone umide. Nel 1984 (DM del 4 luglio) veniva decisa l'acquisizione per esproprio, per cause di pubblica utilità, del comprensorio di Fogliano, che includeva i laghi di Fogliano, Monaci , Caprolace ed i terreni circostanti. Il territorio del Parco del Circeo con il Decreto del 3 Aprile 2000 del Ministero dell'Ambiente viene inserito nell'elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) e delle zone di protezione speciale (ZPS) individuate ai sensi delle direttive 92/43/CEE "Habitat" e 79/409/CEE "Uccelli". Sono individuati nel parco e proposti per far parte della rete ecologica europea "Natura 2000" due ZPS (codice Natura 2000: IT6040015 e IT6040019) e ben sette SIC (codici Natura: 2000: IT6040012, IT6040013, IT6040014, IT6040016, IT6040017, IT6040018, IT6040020), di cui due comprendono i laghi (IT6040012, IT6040013). Le zone di protezione speciale (ZPS) sono classificate in base alla Direttiva Uccelli e sono stati identificate sulla base delle specie ornitiche che ospitano, mentre i siti di importanza comunitaria (SIC) seguono la direttiva Habitat che classifica il sito sulla base delle specie animali, esclusi gli uccelli, specie vegetali ed habitat nel suo stato di conservazione attuale. Attualmente per gli ecosistemi di transizione, di cui i laghi di Caprolace, Fogliano e Monaci fanno parte, non esiste un metodologia standard per la valutazione della qualità ecologica, ossia non è stato ancora definito un sistema di indicatori e/o di indici idonei né in ambito nazionale (D.Lgs. 152/99), né in ambito europeo nella recente legge quadro sulle acque (2000/60/CE). Per poter, quindi, esprimere una valutazione sulla stato dell'ambiente di questi ecosistemi, si è proceduto da una parte alla ricostruzione della loro storia ecologica recente e dall'altra, attuando un confronto con altri ecosistemi simili sulla base di parametri chimici, chimico-biologici e microbiologici, si è arrivati a sviluppare una metodo generale per la classificazione delle lagune basato sui taxa dei produttori primari macrobentonici dominanti. Successivamente, per applicare tale metodologia ai laghi costieri del Parco Nazionale del Circeo, si è proceduto alla mappatura della vegetazione sommersa, giungendo sia alla formulazione di un giudizio complessivo sulla loro qualità ecologica, che all'individuazione di quegli indicatori ECI (Environmental Condition Indicator) più idonei a monitorarne il miglioramento continuo. Inoltre, alcune delle informazioni raccolte e prodotte sono state organizzate all'interno di un database tramite l'utilizzo del programma Microsoft Access.
Risorse paesaggistiche per lo sviluppo sostenibile della penisola sorrentina
2012
Bearing in itself the marks left by human groups in the various and successive processes of settlement, the landscape can be defined as "a cultural complex" in which the combination of nature and culture, if subject to appropriate planning policies, can be a valuable tool sustainability. The paper aims to show how the economic and functional area of the Sorrento Peninsula has imprinted profound changes to the landscape, albeit with the necessary distinctions between inland areas and the coast and between Sorrento and Amalfi side. The final hypothesis is to identify the most appropriate spatial strategies to the enhancement of natural and cultural heritage of the area for the achievement of sustainability goals. L'immagine prevalente della Penisola Sorrentina che ci è stata tramandata nei secoli nelle opere dei numerosi intellettuali, scrittori e artisti che in ogni epoca vi hanno soggiornato, è quella di un'area particolarmente "attraente" sia per le sue indiscutibili bellezze naturali, che per il gran numero di emergenze culturali, storiche e artistiche che hanno costituito da sempre il punto di forza dell'identità locale. Il paesaggio sorrentino si presenta come un sistema estremamente complesso, segnato dalla stratificazione storica delle trasformazioni sociali ed economiche indotte dai diversi processi di territorializzazione Già nel 1794 Giuseppe Maria Galanti scriveva "I poeti antichi ebbero ragione di dire ch'era questo il soggiorno delle incantatrici sirene…". Una nota interessante, che apre la strada alla nostra analisi del paesaggio sorrentino, è quella di Giotto Dainelli (1930) che nella Guida della escursione alla Penisola
Saggi Mancini Lo sviluppo ambientale sostenibile
Lo sviluppo ambientale integrale nell'ottica dell'ecologia umana sostenibile. «Laudato Sì» 1. Consapevolezza dell'irrinunciabilità di indirizzi e politiche per lo sviluppo sostenibile. Una ricognizione ontologica per una complessa dogmatica.-2. L'insegnamento dell'enciclica «Laudato Sì» per una rinnovata alleanza tra uomo ed ambiente. 1.-Consapevolezza dell'irrinunciabilità del principio di sviluppo sostenibile. Una ricognizione ontologica per una complessa dogmatica 1. Il principio dello «sviluppo sostenibile» è stato elaborato in sede internazionale e gradualmente recepito dalle legislazioni e Costituzioni nazionali. Gli accordi internazionali in prevalenza tendono a qualificare lo sviluppo sostenibile come «principio» del diritto dell'ambiente, pur con divergenze anche sensibili sul punto specifico se si tratti di principio «obbligatorio» o, comunque, «giuridico». Alcuni ritengono, peraltro, che il principio, più che avere un carattere giuridico, rivestirebbe «un carattere meta-giuridico», un «contenuto etico». Per altri autori ancora lo sviluppo sostenibile deve essere considerato «un obiettivo» da raggiungere. Tale concetto muove da una diffusa ed acquisita consapevolezza da parte dell'uomo sulla circostanza che, ai fini della sopravvivenza di ogni specie vivente, sia necessario e non più rinviabile una politica ispirata ad un uso razionale delle risorse naturali. La definizione di «sviluppo sostenibile», che figura per la prima volta nel cosiddetto rapporto Brundtland del 1987, commissione istituita presso le Nazioni Unite, è assai nota: «Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze». Questa definizione racchiude in sé due concetti: da un lato, il concetto di bisogni, che va riferito, in particolare, a quello dei soggetti più sfavoriti, dall'altro, la non illimitatezza delle nostre risorse naturali e la conseguente necessità di governare lo sviluppo ponendo dei limiti alle capacità produttive. Si è venuto così stratificando nel tempo un folto gruppo di norme, in ambito internazionale, definite di soft law non vincolanti, generalmente programmatiche e d'indirizzo, fondamentali per la pianificazione successiva di politiche o negoziati, non produttive dunque di obblighi e diritti circostanziati ma, tuttavia, in grado nel tempo di colmare spazi in precedenza lasciati alla discrezionalità degli Stati per poi riuscire ad entrare nelle Carte costituzionali e nelle singole legislazioni nazionali. Questi atti di soft law hanno acquisito un'importanza fondamentale nel panorama del diritto internazionale dell'ambiente: basti pensare al forte impatto che ha avuto la Dichiarazione di principio di Stoccolma, vero e proprio programma pionieristico di una serie di Convenzioni a contenuto vincolante volte a proteggere taluni ambiti naturali e basilari per l'affermazione dei diritti umani all'ambiente nelle più recenti Costituzioni nazionali. La Dichiarazione di Stoccolma non è altro che il documento conclusivo, non vincolante ma solo di princìpi, della prima Conferenza mondiale sull'ambiente tenutasi nel 1972 sotto l'egida delle Nazioni Unite. Con tale documento si è iniziato a non considerare più l'inquinamento come sottoprodotto di un certo tipo di sviluppo industriale ma l'ambiente come una delle dimensioni essenziali dello sviluppo e dei diritti umani; da qui, lo slogan della Conferenza «non c'è sviluppo senza ambiente». Proprio con l'obiettivo di una nuova definizione del rapporto tra «sviluppo e ambiente», non più vincolata ad una «crescita zero» ideata dal Rapporto Meadows ma ad un nuovo modo di intendere lo sviluppo in forma più attenta e razionale, all'interno della Commissione mondiale su ambiente e sviluppo insediata nel 1983 su mandato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e composta da rappresentanze di 21 Paesi, è nato nel 1987 il documento dal titolo «Il nostro futuro comune», più noto come Rapporto
Ecomuseo della Via Appia: un progetto di sviluppo sostenibile per la piana di Brindisi
Ricerche e Studi Territorialisti, 2020
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Un Progetto DI Paesaggio Per La Sostenibilita'Del Sito Natura 2000 Biviere Macconi DI Gela
SOMMARIO Lo studio dà seguito ai lavori sviluppati per la realizzazione del Piano di Gestione del SIC/ZPS della rete Natura 2000 siciliana che contiene l'importante area umida "Biviere di Gela" 1. INTRODUZIONE Nel dicembre del 2007 l'Assessorato Regionale del Territorio e dell'Ambiente della regione Sicilia, nell'ambito delle attività mirate alla costruzione della rete ecologica, avviava le procedure per la redazione del Piano di Gestione (PdG) di tre siti che insieme sono stati denominati "Torre Manfria, Biviere di Gela, Piana di Gela e area marina antistante" affidando alla LIPU, Ente gestore della riserva naturale "Biviera di Gela" (area umida Ramsar), il coordinamento del Piano. Dopo circa sei mesi il Piano era concluso ed articolato così come previsto dalle specifiche linee guida ministeriali e regionali. La fase conclusiva riguardava la proposizione e la descrizione delle azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi del Pian...