Spazi urbani e vita pubblica. Azioni ed esperimenti di "social engagement" (original) (raw)

ESPERIENZE URBANE. SPAZI PUBBLICI E CITTÀ CONTEMPORANEA Elena Marchigiani, Sara Basso, Paola Di Biagi

2018

Come può un modulo formativo, sviluppato nell'ambito dei percorsi in continuità e alternanza tra scuola e università, offrire l'opportunità per sperimentare nuovi modi per trasmettere conoscenze sulla città e sulla sua trasformazione? È questa la domanda che nel 2017 ha guidato le docenti di progettazione urbanistica del corso di studi in Architettura del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell'Università degli Studi di Trieste nell'organizzazione di "Esperienze urbane. Come esplorare e progettare gli spazi pubblici nelle periferie della città contemporanea". Il breve percorso didattico compiuto con alcuni studenti delle scuole superiori di Trieste, Udine, Gorizia e Monfalcone, supportati da loro giovani colleghi del corso di studi in Architettura, si è configurato come un processo di apprendimento fondato sul fare esperienza dello e nello spazio urbano. Lavorando all'interno di un quartiere di edilizia pubblica di Trieste, Borgo San Sergio, e mettendo in campo diversi approcci e punti di vista (dell'urbanista, dell'etnografo, dell'artista), per una settimana ci siamo interrogati su significati, forme e possibilità di riqualificazione degli spazi aperti pubblici. Ripetuti sopralluoghi, momenti di discussione e di rielaborazione critica hanno scandito le attività del modulo formativo, i cui esiti sono illustrati in questo volume. L'auspicio è che il nostro racconto possa essere utile a nuove esperienze, fornendo stimoli anche a chi insegna nelle scuole, a supporto di iniziative future sempre più integrate nei contesti e improntate alla collaborazione tra discipline, istituzioni educative, persone e attori territoriali. Elena Marchigiani, Sara Basso, Paola Di Biagi

Pratiche collettive di mobilità lenta, spazi pubblici e paesaggi del quotidiano

(S)radicamenti. Memorie geografiche, 2017

Among the practices of use, rediscovering or re-appropriation of public space, movement and mobility play a key role, although often underestimated. The forms of collective use of places have been indeed often associated with static claims or practices. However, from the Ramblers in England to the Critical Mass movement in the US and throughout the world, there are numerous examples of collective initiatives which aim at defending the right to access and move around in public space, in the countryside as well as in urban areas. In addition, roads, pedestrian paths and urban green areas are inhabited by several daily moving subjects, which apparently have nothing to do with the fight against globalization or ero- sion of public space. This paper present an interpretation of public space understood as part of the everyday landscape, through the analysis of how it is experienced and represented by some participants to Walking Groups within the town of Bergamo. The analysis of the case study, conducted through various methods, such as geo-referenced walking interviews (spatial transcripts) and questionnaires, has highlighted not only the “frictions” triggered by multi-scalar dynamics and affecting accessibility and movement but also how the population seems to regain access and sense of belonging to their streets and their everyday landscapes.

PROGETTI DI UTILITÀ PUBBLICA E DISAGIO LOCALE: PROVE DI CONFRONTO CREATIVO IN UNO SCENARIO CHE CAMBIA

Da studi recenti a livello mondiale emerge che solo un progetto su sei è realizzato come presentato e quasi la metà non è realizzata. I fenomeni alla base di questi dati sono in continua evoluzione. Un sistema complesso in cui tutti hanno ragione, anche chi dice che non possono aver ragione tutti. Esiste la possibilità di un confronto fra chi propone opere ritenute indispensabili e il territorio che dovrebbe accoglierle? Ci sono quasi sempre soluzioni nascoste fuori dalla linea del se-tu-vinci-io-perdo (Zero Sum Games) che permettono di dare svolte positive ai confronti. Per cercarle noi abbiamo puntato sull'evoluzione dei tecnici. Vi raccontiamo l'esperienza in atto per portare con successo gli staff tecnici nell'arena del confronto con il territorio attraverso adeguati formazione e affiancamento, perché diventino anche loro risorse di relazione in grado di aggiungere contributi originali a quelli già sul campo di facilitatori, comunicatori ecc. In negoziati sempre più difficili all'interno di scenari sociali, politici e di valori in rapido mutamento, occorrono altri attori (se non nuovi, rinnovati) per migliorare il dibattito e la visione plurale.

SPAZIO PUBBLICO E ATTRATTIVITÀ URBANA. L'Isola e le sue piazze

2016

Antonella Bruzzese è professore associato presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, dove insegna Urbanistica e Urban Design. È membro del collegio del dottorato in Urban Planning and Policy Design e della redazione scientifica della rivista Territorio. Attraverso l'attività didattica e di ricerca si occupa del progetto urbano e delle sue intersezioni con le politiche urbane, con particolare attenzione ai temi dello spazio pubblico e dei suoi usi. Tra le sue pubblicazioni recenti:

SPAZI SEGRETAMENTE PUBBLICI: IL PARKOUR E LE SOGLIE NELLA CITTÀ

If the publicity of the space is considered as a social process, continuously negotiated and, never completely “open”, it permits to rebuild a territoriology, focusing on subjects, acts, aesthetics and discourses that compete for their uses, between the scalar strategy of management and control and practices of re-appropriation. Some activities, enacted in “dense” contexts, without specific spaces and temporalities, become cases of study useful in order to search the modalities in which social thresholds, spatial borders, and time partitions are crossed. Between these, parkour questions space’s publicity in its feature of accessibility, and moreover it permits to read the issue of the “public” starting from another point of view: the public feature of the located knowledge created in the practice. In this paper, preliminary result of a currently underway ethnographic research, I will search to highlight how the city becomes a “secretly public” space. This definition, paradoxical in Habermasian and liberal theoretical tradition, have the analytical ability to show how knowledges those start from a specific use of the space in a bodily-based discipline, become elements the territorialize the site in which are enacted. Parkour practitioners elaborate different ways of communicating and acting the city, identifying, tracing and nominating the routes and the spots: they are thresholds that, simultaneously, makes the space visible to who is allowed, and invisible and secrets to the others.

Spazi di contesa. Città e movimenti sociali

città e movimenti sociali C on l'acuirsi della crisi economico-finanziaria a livello globale, numerose città hanno visto sorgere movimenti di protesta che hanno prodotto nuove pratiche politiche e immaginari (si pensi al fenomeno Occupy negli Stati uniti o alle acampadas che hanno invaso le piazze spagnole nel 2011) per contrastare le politiche messe in campo da democrazie rappresentative che vivono una crisi profonda di legittimità. Pur dotandosi di reti d'appoggio e diffusione in alcuni casi transnazionali, tali movimenti vedono nelle città i luoghi primari d'organizzazione, spingendo sempre di più il mondo accademico a interrogarsi sul rapporto tra movimenti sociali e spazi urbani. I movimenti sociali urbani hanno così assunto grande rilevanza nel dibattito interdisciplinare, dopo essere rimasti in ombra all'interno della letteratura sui "nuovi movimenti sociali"; questi ultimi erano considerati dei movimenti sociali a sé stanti che, mossi da questioni inerenti al consumo collettivo, lottavano per l'affermazione di un ambiente urbano più giusto e democratico 1 . Di fronte alla crescita esponenziale dell'urbanizzazione capitalistica e del ruolo delle città come nodi centrali dei processi di accumulazione e regolazione del capitalismo finanziario, gli spazi urbani assumono oggi un'importanza strategica per i movimenti sociali tanto sul piano simbolico delle azioni quanto su quello della loro organizzazione e riproduzione quotidiana. La geografia (sociale e urbana) così come gli studi urbani possono quindi apportare un importante contributo nell'analisi e nella comprensione di tali dinamiche spaziali. In che modo gli spazi urbani favoriscono la nascita, la proliferazione e il radicamento di forme di contestazione delle relazioni di potere egemoniche? Che tipo di rivendicazioni vengono costruite attorno alla specificità degli spazi urbani? Come si declinano le lotte per i beni comuni -in forte aumento -in una società urbanizzata? A tutt'oggi, il contributo più importante nell'analizzare la nascita e l'evoluzione dei movimenti sociali urbani resta quello di Manuel Castells, che tuttavia ne ha fornito una visione contrastante nei suoi testi più importanti in merito. Ne La questione urbana, egli enfatizzava come le lotte urbane, esprimendo le contraddizioni strutturali della società capitalistica, potessero portare a cambiamenti radicali solo collegandosi all'azione di sindacati, partiti e altre organizzazioni politiche 2 . Al contrario, in The City and the Grassroots, prevaleva una visione 1 Per una sintesi del dibattito sui movimenti sociali urbani, cfr., tra gli altri, Byron Miller e Walter Nicholls,