Un altro mondo? (original) (raw)
2002, Rivista di estetica
Alexandre Koyré wrote that Newton and the science that followed led to a splitting of the world: on the one hand is the “world of qualities and of sensible perceptions”, on the other is the “world of quantities and of reified geometry”. A comparison between facts held true by common sense and false by the scientific image of the world (or vice versa) seems to confirm this view. But is the dichotomy a real one? Is the world of common sense really “another world” relative to the world of the natural sciences? In this paper we argue in support of a negative answer.
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Un altro (pezzo di) mondo è possibile Secessione e concentrazione
In this contribution I will analyze in which way and what forms the aspiration to another world has survived the Twentieth Century. In my opinion, the accent should not be placed on the dichotomy possible/impossible, but on the conditions of possibility: in which way, at what price, with what instruments it is considered possible to build another world? I will argue that this aspiration now presents itself in non-universalistic forms: it is no longer a matter of building another possible world, but several pieces of the world. This implies a partial depoliticiza-tion of the dream of other possible worlds: politics is no longer considered-and can no longer be considered-the principal or indispensable tool for changing the world. It is not (only) a question of his perceived powerlessness in the face of other forces; far more profoundly, politics is cumbersome, because it carries with it two universalistic tendencies: politics is to rule everyone on everything. Exactly what we do not want (and cannot) to do anymore.
2020
Terminata la fase più intensa e drammatica del contagio da Coronavirus, l'osservazione di alcune sue conseguenze sugli spazi aperti urbani potrebbe essere utile per l'avanzamento del progetto, al di là della contingenza emergenziale. In particolare, si sollevano due questioni. La prima: dopo che l'assenza degli umani ha rivelato la presenza di altri esseri viventi, vegetali e animali, nello spazio urbano, potrebbe ora essere possibile e persino desiderabile stabilire con essi rinnovate condizioni di compresenza, alla luce delle più avvertite posizioni del pensiero contemporaneo sulla necessità del superamento del dualismo oppositivo tra natura e cultura, tra natura e città. La seconda questione ci interroga su dove e come saranno gli spazi attraenti, centrali e capaci di coesione sociale del futuro prossimo, ora che, esautorati dagli spazi pubblici tradizionali, abbiamo fatto esperienza della qualità silenziosa di molti ambiti di amnesia urbana, fuori dall'ortodossia...
A cento anni dalla nascita del filosofo italiano Felice Balbo ci si interroga su come sia cambiata la percezione del futuro e se sia davvero possibile immaginare "un altro futuro".
Le Parole e Le Cose (leparoleelecose.it), Decemberber, 2023
A partire da un libro recente di Giuseppe Lupo sulla letteratura industriale, svolgo delle riflessioni sull'Italia, gli Usa e la modernità.
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