Un nuovo manoscritto di canzoni siciliane con ottave inedite di Antonio Veneziano (original) (raw)

Otto studi sul sonetto. Dai Siciliani al Manierismo

Questo libro affida a otto giovani studiosi altrettanti capitoli sulla storia del sonetto, il genere metrico più diffuso nella tradizione lirica italiana ed europea. Ciascuno degli autori si occupa di un poeta o di una stagione di quella vicenda, dai Siciliani al Manierismo, e mette a fuoco la fisionomia della forma sulla base di parametri coerenti e omogenei. In tal modo la “grammatica” del sonetto individuata in un canzoniere, o in un gruppo di canzonieri, finisce per diventare un fatto storicamente rilevante, un singolo punto che prende senso perché parte di un sistema in divenire, che lo ingloba e insieme lo trascende, e che coincide, appunto, con la tradizione storica di questo metro. Tanto che il disegnare quel sistema per intero, nello spazio e nel tempo, potrebbe essere indicato come l’orizzonte ideale cui questo tipo di ricerche tende.

Veneziano, Antonio

Scheda biografica e letteraria del poeta monrealese del XVII Antonio Veneziano.

Le fortune finanziarie della famiglia Veneziano cominciano con Giovanni, che forse si trasferì a Monreale da Venezia, e alla sua morte nel 1512 lasciò eredi la moglie e quattro figli. Fra costoro fu Antonio quello che in vita riscosse i maggiori successi ricoprendo incarichi di rango nella Curia arcivescovile cittadina: Maestro notaio (1512), Pretore durante la visita dell'imperatore Carlo V a Palermo e Monreale (1535). Il Magnifico Antonio, titolo assunto dopo le sue cariche politche, ebbe una vita sentimentale intensa, sposando tre donne e avendo nove figli legittimi oltre due figlie naturali. Fu inoltre saggio amministratore delle cose familiari anzi incrementandole in maniera cospicua. L'ambiente familiare era connotato anche da quel tipico sentimento di braveria e violenza proprio del patriziato siciliano cinquecentesco. Nel 1534, Giovanni, fratello del poeta, si trova invischiato in una lite con la famiglia nobile Scuderi e persino il Magnifico Antonio è coinvolto nelle vie di fatto finendo ai domiciliari. Quando pace sembra fatta, Angelo Scuderi è assassinato e Giovanni accusato d'omicidio. Nel 1547 muore il Magnifico Antonio, quando il nostro aveva soli quattro anni d'età, e in questo momento comincia la disgregazione della famiglia. Allegranza, terza moglie del Magnifico Antonio, e i figli maggiorenni, ebbero in parti uguali i vasti possedimenti e la "roba"; i figli minorenni ebbero come tutore lo zio arciprete Antonino in qualità di amministratore della loro parte di eredità. Proprio lo zio sacerdote ha influito sull'ingresso, 1553, nel Collegio gesuitico monrealese di Antonello che dopo la morte del padre assumerà il nome di Antonio. Nel 1555, visti gli ottimi risultati scolastici, lo zio Antonino lo mandò a studiare nel Collegio Massimo dei gesuiti di Palermo a soli dodici anni d'età. Lo ritroviamo qualche tempo dopo in quello di Messina per completare gli studi di retorica, grammatica e metrica latina, ebraico e greco (e iniziare il noviziato nella Compagnia di Gesù). Nel 1559 studiò nel Collegio romano dove, per i tre anni successivi, intraprenderà gli studi di diritto e filosofia seguendo gli insegnamenti di Francesco Toleto futuro cardinale. Ma nel 1563, forse in preda ad un rigetto della vita seria e rigorosa condotta da gesuita, abbandonato l'abito, tornò a Monreale e subito si diede da fare per la riscossione di alcuni crediti dovutigli. Nello stesso 1563 una gravissima accusa piomba sul fratello Nicolò: omicidio. Scattano gli arresti domiciliari per i tre fratelli Veneziano (tutti ritenuti coinvolti nell'assassinio). I fratelli provano a sottrarsi all'accusa, riuscendo ad ottenere la libertà (grazie alle doti da giureconsulto di Antonio). La vicenda non sembra mettersi malamente tantoché, quando il cardinale Farnese emana i nuovi Capitoli cittadini di Monreale, tra i cinquanta nuovi consiglieri si trova anche l'inquisito Nicolò! Ma trame e faide politiche riescono a fargli imporre un bando da tutto quanto il territorio di Monreale (all'epoca circa un quarto della Sicilia). Nel 1567 si chiede il giudizio finale e i Veneziano vengono portati all'interno del Castello a mare di Palermo, dove sono sottoposti alla tortura dei tratti di corda. La prova gli riesce favorevole e nel 1568 furono scarcerati ma con ancora il bando da Monreale. Gli anni dell'esilio sono tristi anche per le difficoltà economiche che l'opprimono e costringono ad una vita fatta di grandi ristrettezze, non potendo accedere ai suoi beni anzi usurpati. Antonio trascorse l'esilio di Palermo presso la sorella Vincenza, moglie di Antonino de Calogero, Pretore monrealese. Nel 1573 è nuovamente rinchiuso nel Castello a mare di Palermo, anche sede del tribunale dell'Inquisizione di Sicilia in quel periodo, per il rapimento d'amore della giovane Francesca Porretta e per l'accusa di furto. La madre Allegranza non tollerò oltre le malefatte del figlio e nel 1574 lo cancellò dal suo testamento in quanto «disobbediente».

Sulu e ricotu cu li mei pinseri. Vita e Opere di Antonio Veneziano.

Sulu e ricotu cu li mei pinseri. Vita e Opere di Antonio Veneziano., 2010

Il volume è una raccolta di saggi inerenti il poeta monrealese del XVI secolo i cui versi in latino e volgare siciliano sono i fra i maggiori esempi di poesia del suo tempo in Sicilia e non solo. Il volume esplora sia l'ambiente in cui visse e operò, la sua sua biografia tramite documenti d'archivio e bibliografici e l'analisi stilistica della sua vasta produzione.

Non si odono altri canti. Leonardo Giustinian nella Venezia del Quattrocento, Roma, Viella, 2014 [Introduzione]

Leonardo Giustinian è una figura emblematica e allo stesso tempo peculiare del Quattrocento veneziano. Appartiene alla classe dirigente, ma si dedica con passione agli studi umanistici. È un uomo politico di primo piano, ma anche uno dei pionieri dello studio del greco. È un nobile patrizio e un uomo di cultura, ma compone poesie “popolari” per musica, e le canta, accompagnandosi con uno strumento a corde, lungo i canali di Venezia. Le sue poesie parlano di amore: amori segreti, appuntamenti clandestini, tradimenti, confidenze; descrivono le bellezze dell’amata e implorano la sua compassione o, al contrario, la accusano di insopportabile crudeltà. Si tratta di un repertorio insieme delicato e sensuale, accorato e divertente, che, durante e dopo la vita dell’autore, ha riscosso un enorme successo presso il pubblico sia colto sia popolare. Al punto che, si legge in una lettera dell’epoca, per le strade e alle feste pubbliche e private «non si odono altri canti». Proprio il successo delle poesie ne ha complicato la tradizione testuale, ponendo ostacoli forse insormontabili sulla strada di un’edizione critica completa: oltre che crocevia di una serie di problematiche culturali, Giu­stinian è quindi anche una “bestia nera” per la filologia. Di questi problemi, ma anche di questa ricchezza, dà conto il presente volume, individuando prima i nodi tematici che fanno capo alla figura del patrizio veneziano e proponendo poi l’edizione integrale del manoscritto Marciano Italiano IX 486, uno dei testimoni più importanti delle “giusti­niane”.