Fra testo e musica: l’opposizione 'gai' / 'greu' nella canzone dei trovatori (original) (raw)

2021, Filologia romanza e interdisciplinarietà, Atti del II convegno della Società italiana di Fililogia romanza “La filologia romanza e i saperi umanisitici” (Roma, 3-6 ottobre 2018), a cura di A. Pioletti, A. Punzi, S. Casacchia, Bagatto, Roma

La questione dei rapporti fra testo e musica nei trovatori è stata affrontata secondo prospettive diverse, in cui raramente si verifica una reale convergenza fra i presupposti epistemici e metodologici della filologia romanza e della musicologia medievale. In questo intervento si cercherà di valutare se e fino a che punto l’opposizione fra melodie ‘gaie’ e ‘gravi’ che emerge dai testi poetici sia riferibile ad alcune delle melodie trasmesse, configurando in ultima analisi una caratterizzazione ‘etica’ del testo musicale in relazione a quello verbale all’interno del genere canzone.

Amore e «favore di Dio» nei trovatori

in Il favore di Dio. Metafore d’elezione nelle letterature del Medioevo. Atti delle VI Giornate Internazionali Interdisciplinari di Studio sul Medioevo (Torino, 7-9 giugno 2017), a cura di F. Mosetti Casaretto, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2017

Considerazioni sulla ‘tornata’ di canzone nel secondo trattato del ‘Convivio’

Dante e il prosimetro. Dalla “Vita nova” al “Convivio”, a cura di P. Borsa e A.M. Cabrini, Milano, Università degli Studi, 2022

Questo contributo è dedicato all’analisi del lemma “tornata” nel Convivio di Dante, in rapporto con la disquisizione teorica sulle principali forme della versificazione italiana contenute nel De vulgari eloquentia. Nel secondo libro del Convivio, spiegando i molteplici significati della canzone Voi che ’ntendendo il terzo ciel movete (Rime, LXXXIX 2), Dante lascia intendere come usasse intendere il congedo di canzone, anche in relazione con l’esecuzione della sua poesia.

La dimensione musicale dei trovatori

Lecturae tropatorum, 2020

Sintesi sugli aspetti musicali della lirica dei trovatori che riguardano più da vicino il testo poetico. Dopo un paragrafo introduttivo sulla scissione disciplinare tra filologia e musicologia e le conseguenze che ne derivano sul piano ermeneutico (§ 1), viene presentata la tradizione scritta delle melodie trobadoriche: canzonieri e tracce musicali, tradizione indiretta e latente (§ 2). Si discutono quindi la concezione del sonum presso i trovatori e la questione della paternità musicale, la funzione della struttura musicale della strofa di canzone (cantus divisio) e le sue ricadute sull’interpretazione metrica e testuale (§ 3). Vengono infine considerate alcune questioni generali circa il rapporto fra musica e testo nei diversi generi poetici, fra cui quella del riuso melodico (§ 4).

Note sugli opposita nella lirica trobadorica e italiana, Medioevi 8 (2022): 213-240.

Finalità dell’articolo è mettere in luce l’evoluzione dei valori assegnati al modulo retorico degli opposita, caratteristica peculiare dell’enigma antico e mediolatino che si tramanda nella tradizione sino al devinalh occitanico e a innumerevoli esempi nella lirica italiana delle origini. Peculiare è in questo senso la tendenza, nella poesia d’amore, alla risemantizzazione di tale struttura, volta non più ad agevolare lo scioglimento di un vero e proprio quesito, ma ad enfatizzare, se mai, una situazione psicologica, quella dell’amore tormentato. Il confronto diacronico tra i testi selezionati, tra cui figura anche il particolare sonetto 134 dei Rerum vulgarium fragmenta, si rende necessario per sottolineare elementi di continuità e rottura rispetto al complesso genere dell’indovinello, e per porre in discussione quella che a lungo è stata inquadrata come una categoria testuale sotto il titolo generico di devinalh.

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