Aspetti della produzione di latte in alcuni allevamenti bovini della Libia (original) (raw)

Continuità e discontinuità negli allevamenti bovini da latte in valle Formazza (VCO)

2016

Nella valle Formazza, valle ossolana all'estremità settentrionale del Piemonte al confine con il Canton Ticino (Svizzera), è storicamente presente l'allevamento di bovini da latte (razza Bruna Italiana) orientato alla produzione casearia che prevede la pratica di alpeggio. Negli ultimi tempi alcune aziende dell'area hanno attuato rilevanti investimenti nei propri centri aziendali (ad es. impianti di essiccamento dei foraggi, robot di mungitura, ecc.) migliorando nel contempo la commercializzazione dei propri prodotti attraverso punti vendita aziendali. Nel corso dell'estate 2016, in due allevamenti della valle Formazza, differenziati per i sistemi di alimentazione adottati (uno con alpeggio, l'altro, integralmente stallino, con foraggiamento verde e unifeed) è stato effettuato un confronto delle caratteristiche compositive del latte prodotto. I risultati confermano che una dieta basata sull'assunzione esclusiva di erba di pascolo migliori significativamente il profilo nutraceutico del latte. La risposta dell'animale dell'azienda più intensiva si esprime invece con una maggior produzione di latte, dalla qualità nutraceutica di buon valore seppure significativamente inferiore al latte da pascolo. Si ritiene che un miglioramento dell'attuale modello stalla/alpeggio, con opportuni interventi a livello gestionale e con un ritorno a razze autoctone più rustiche (es. Bruna originale) possa portare non solo a vantaggi sulla qualità del prodotto ma, grazie alla gestione delle risorse pastorali, a positivi effetti in termini ecosistemici.

Variazioni Stagionali DI Indicatori DI Benessere in Allevamenti Lombardi DI Bovine Da Latte in Aree DI Pianura, Collinari e Pedemontane

2012

Seasonal variations of some welfare indicators in dairy farms located in plain, hilly and piedmont areas in Lumbardy - One of the main priorities of the agricultural EU policies is to set up valid, reliable and feasible indicators for on-farm welfare assessment. The EU Welfare Quality® project has developed a set of valid and feasible indicators, that have also been tested for inter-observer repeatability. For those indicators, repeatability between different times of survey has already been tested, but always within limited time spans; therefore, we have no information about their long-term repeatability, e.g. in extremely different seasonal conditions. We can hypothesize that more or less marked seasonal variations can occur, depending on farms' geographical location. In order to verify this hypothesis, we collected some welfare indicators, derived from the Welfare Quality ® protocol, in 22 dairy farms located in plain, hilly and piedmont areas in Lumbardy, both in summer and ...

L’INDUSTRIA LITICA DEL LIVELLO FIIIE DI GROTTA DEL CAVALLO (NARDÒ, LECCE). OSSERVAZIONI SU UNA PRODUZIONE LAMINO – LAMELLARE IN UN CONTESTO DEL MUSTERIANO FINALE

ORIGINI

Questo contributo espone i risultati provenienti dallo studio del livello musteriano FIIIe di Grotta del Cavallo (Nardò, Lecce). Lo studio tecnologico ha mostrato, in parallelo ad altri tipi di produzioni, una catena operativa autonoma, orientata verso la produzione di lame e lamelle per mezzo di uno sfruttamento volumetrico del blocco-matrice di partenza. L'individuazione di questo tipo di produzione, fino ad oggi inedita nell'areale salentino, contribuisce a gettare nuova luce sui sistemi di produzione relativi alle fasi terminali dei complessi musteriani del Sud Italia. PAROLE CHIAVE: Musteriano, lame, lamelle, schema operativo. ABSTRACT The puzzles arising from the fragmentation of the Mousterian expressions in their late phases, as emerged from the archaeological evidence, have always been of interest for prehistoric research, as far as they are concerned with both cultural and biological aspects of human evolution. The cultural complexity that can be observed between 40.000 and 28.000 years ago in Europe depends on the variety of Neanderthal economic and symbolic attitudes, in relation to both the advent of new technical expressions (Castelperronian, Uluzzian and sensu lato, transitional complexes) and to the persistence of productions that are still rooted in to the traditional variability of the Mousterian groups. At the same time the appearing of techno-complexes attributed to the Upper Palaeolithic has been related by some authors to the emergence of particular cognitive abilities, ascribed to the arrival of the anatomically modern humans (AMH) in Europe. In the last years the recognition of blades and bladelets productions in Mousterian context in France, Italy and in the Near East has mitigated this hypothetical relationship between these productions and the spread of the AMH. This paper reports the results of the study of Mousterian lithic industries of Grotta del Cavallo FIIIe level (Nardò, Lecce). The technological study shows the development of an autonomous schèma opératoire (along with other types of productions) oriented in the direction of blades and bladelets production by means of a volumetric exploitation. The recognition of this type of production -not recorded until now in the Salentin area -gives us the possibility to review the production systems that we can attribute at the Mousterian terminal phases of the southern Italy.

Monitoraggio microbiologico del latte alla stalla nella zona di produzione del Trentingrana

E' stato condotto uno studio atto a monitorare le condizioni igieniche e le relazioni tra i diversi gruppi microbiologici del latte crudo bovino in 20 stalle conferenti ai caseifici per la produzione di Grana Trentino. In 10 stalle il latte viene raccolto in bidoni senza refrigerazione, e in altre 10 viene refrigerato in una cisterna a 18°C immediatamente dopo la munta. Sono stati raccolti circa 120 campioni di latte nell'arco di un anno di tempo (2008)(2009), il latte di ognuna delle 20 stalle è stato campionato ogni due mesi ed analizzato per la carica batterica totale (CBT) e per la presenza di coliformi, enterococchi, flore psicrotrofe, microflore acidificanti, proteolitiche e clostridi. Nella maggior parte dei campioni i coliformi e gli enterococchi erano sotto i 2 Log ufc/ml, segno che pratiche di buona igiene erano comunemente diffuse sia nelle stalle che facevano uso o meno di un sistema di refrigerazione. Non sono state registrate differenze significative per le cariche totali tra le stalle praticanti o meno la refrigerazione del latte a 18°C.

Le fonti di variabilità della qualità chimica e tecnologica del latte bovino di diversi tipi genetici

Annali della Facoltà di Medicina …, 2002

Per valutare la migliore destinazione commerciale del latte di alcune linee genetiche e le azioni di miglioramento possibili sui parametri più limitanti è stata studiata l'influenza di alcuni fattori di variabilità sulle caratteristiche qualitative e tecnologiche del latte di diversi tipi genetici (108 soggetti di Frisona Italiana, 23 soggetti di Frisona Tedesca e 8 soggetti di razza Jersey) allevati in una azienda toscana. Tra i fattori di variabilità analizzati, l'ordine di lattazione sembra essere quello che ha avuto minor effetto sottolineando una lieve migliore attitudine alla coagulazione del latte delle primipare. Lo stadio di lattazione è risultato il più significativo per quanto riguarda la produzione di latte e la sua composizione chimica. Differenze sono state osservate anche tra i diversi tipi genetici: il latte della Frisona, soprattutto il ceppo tedesco, risulterebbe poco adatto alla caseificazione, al contrario la razza Jersey, pur presentando una consistenza del coagulo scarsa, mantiene la sua buone attitudine casearia. Dal punto di vista quanti-qualitativo i due ceppi di Frisona mostrano una buona produzione di latte, rilevata in una sola mungitura giornaliera, con una buona percentuale di proteine; il grasso risulta, invece, il parametro più limitante.

Le fonti di variabilità ambientale della qualità tecnologica del latte di bovine di razza frisona

Annali della Facoltà di …, 2003

La presente ricerca ha avuto l'obbiettivo di analizzare alcune fonti di variabilità ambientale (epoca del prelievo, stadio e ordine di lattazione) che possono incidere sui parametri lattodinamografici del latte bovino indirizzato al consumo fresco e di tipizzarlo dal punto di vista tecnologico, allo scopo di esaminare l'adeguatezza del prodotto ad un suo eventuale utilizzo nella caseificazione. A tale scopo è stato analizzato qualitativamente il latte di 137 bovine di razza Frisona appartenenti ad un allevamento della Toscana. I parametri presi in considerazione sono stati quelli chimici (estratto secco, proteine, grasso, lattosio e ceneri), tecnologici (tempo di coagulazione, tempo di rassodamento e consistenza del coagulo a 45 minuti), le cellule somatiche, la carica batterica totale, il pH e l'acidità titolabile. Inizialmente sono stati individuati quattro "tipi di latte" principali (E, EF, F e FF) in base alla rilevabilità dei tre parametri lattodinamografici r, k 20 e a 30 e, successivamente, il Tipo E è stato suddiviso in ulteriori 6 sottotipi. Il latte è risultato complessivamente di scarsa reattività ed è stato inoltre evidenziato che tutti i fattori di variabilità ambientale determinano differenze soprattutto nella distribuzione delle tipologie tecnologiche, ma non sui singoli parametri.