generazione precaria (original) (raw)

Genere e Precarieta'

2012

Genere e precarietà ii Senza grandi imprese che ci garantiscono sicurezza, corriamo assai più rischi rispetto alla classe dirigenziale e operaia dell'era fordista. Viviamo e spesso produciamo da noi stessi al lavoro e a casa, alti livelli di stress emozionale e mentale. Aspiriamo alla flessibilità, ma poi abbiamo meno tempo per dedicarci alle cose che vogliamo veramente. Le tecnologie che avrebbero dovuto liberarci del lavoro hanno invaso la nostra vita. [...] I (nostri) valori, le attitudini e le aspirazioni si scontrano inesorabilmente con quelli delle altre classi già affermate e cominciano ad apparire importanti linee di frattura. Richard Florida Per raccontare chi siamo e non essere raccontati, per vivere e non sopravvivere, per stare insieme e non da soli. Genere e precarietà iii Non è più tempo solo di resistere, ma di passare all'azione, un'azione comune, perché ormai si è infranta l'illusione della salvezza individuale. www.ilnostrotempoeadesso.it Genere e precarietà iv Genere e precarietà 1 femminismi e creatività Una precarietà differente: Conflitti generazionali e di genere nell'Italia contemporanea di Laura Fantone Nell"ultimo decennio alcuni movimenti sociali europei hanno preso forma intorno al problema della flessibilizzazione del lavoro, dando vita ad una forte reazione al neoliberismo, al declino del welfare e dei diritti sociali acquisiti durante il ventesimo secolo, attraverso varie battaglie intraprese in grande e piccole azioni, da lavoratori, studenti, migranti, genitori e cittadini dei paesi industrializzati. 1 Nel caso italiano, dal 2000, nuove leggi, misure fiscali e modelli di gestione d"impresa hanno trasformato profondamente il lavoro in senso qualitativo e quantitativo, in particolare con l"introduzione di agenzie private che forniscono lavoro interinale, e con la diffusione di nuovi contratti a progetto (riforma del lavoro in atto dal 2002, che in pochi anni ha investito tutti i paesi della zona Euro). Vari studi e ricerche si sono incentrate su come questi cambiamenti abbiano influito sulla forza lavoro in generale (Tiddi, Zanini, Chaincrew, Accornero), ma in questa sede ci occuperemo dell"intersezione tra precarietà e giovani donne. Fino a pochi anni fa un approccio di genere è Chaincrew (A. V.), 2003, Chainworkers: lavorare nelle cattedrali del consumo, Roma, Derive e Approdi. CENSIS,1999, L'impatto della flessibilità sul lavoro delle donne, Roma. CENSIS-IREF, 2003, Ci penserò domani. Comportamenti, opinioni e attese per il futuro dei co-co-co, Rapporto di Ricerca, Roma. Dalla Costa, M.R. e James, S., 1973, The power of women and the subversion of community, Bristol, Falling Wall Press.

Generazione precaria Nuovi lavori e processi di soggettivazione

2014

Indice Generazione precaria, nuovi lavori e processi di soggettivazione. Introduzione alla riflessione collettiva di Annalisa Murgia e Emiliana Armano 9 PRIMA PARTE Giovani, formazione e mobilità 1. Giovani culture nella precarietà. Principi di orientamento e di azione di Carlo Genova 25 2. Mobilità geografica in Europa e precarietà. Indagine comparativa internazionale sui Laureati Erasmus di Magali Ballatore 43 SECONDA PARTE Nuovi lavori e creatività 3. Tra autonomia e subordinazione, la precarietà sociale ed economica dei lavoratori a partita IVA di Luisa De Vita

Una generazione sospesa tra accidia e resilienza

2021

Mi è stato chiesto di commentare una ricerca empirica su "Giovani, pandemia e il senso della vita" condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. Le mie riflessioni ruotano attorno alla tensione tra disillusione e rinnovamento che emerge dal modo in cui i teen ager italiani descrivono la loro esperienza della crisi sanitaria.

Etica delle nuove generazioni

Etica delle generazioni, 2019

YOUSSEF SBAI "Finché non impariamo come amare le creature di Allah, non potremo amare per davvero e non potremo conoscere Allah per davvero" Jalâl Addîn Ar-Rûmî Accendere i riflettori sull'etica islamica delle nuove generazioni musulmane in Italia è un compito complesso e articolato quanto lo è l'islam plurale presente sul territorio. Per raggiungere questo obiettivo, nel corso di questa trattazione, sarà necessario soffermarsi, in primo luogo, sul concetto dell'islam plurale e poi affrontare il codice morale da una prospettiva teologica. Infine, si arriverà a parlare del processo di trasformazione del codice etico islamico delle nuove generazioni, usando un approccio sociologico che prende in considerazione dimensioni sociali specifiche come la morale famigliare, l'etica della finanza islamica e l'etica del fin di vita. L'islam al plurale L'islam è approdato in Italia qualche decennio fa: la prima grande ondata migratoria musulmana si registra negli anni '70 ed è contraddistinta da migranti giovani, alfabetizzati e di origine urbana (Bombardieri, 2011). In quegli anni il flusso immigratorio proveniva in parte dalla Tunisia, ed aveva come meta la Sicilia, e in parte dal Medio Oriente, con meta principale Perugia e altre città universitarie. Il decennio successivo una seconda ondata ha portato una forte immigrazione dal Marocco e dal Senegal. Dai primi anni '90 il flusso migratorio verso l'Italia è diventato più intenso e con provenienze sempre più diversificate: da un lato è aumentato il flusso dal Maghreb e dall'Africa subsahariana; dall'altro si è allungata la lista dei paesi dai cui provengono immigrati musulmani (Rhazzali, 2013). Questa provenienza multipla ha avuto una ricaduta sulla composizione dell'islam in Italia. L'islam, infatti, come sistema di credenza-sociologicamente parlando-è una religione una e plurima allo stesso tempo (Pace, 20042), di conseguenza si sono sviluppati diversi islam nel mondo, importati dagli immigrati: dall'islam nel Maghreb all'islam subsahariano, dall'islam asiatico, a quello balcanico. Un'altra osservazione necessaria è che l'islam plurale approdato in Italia è andato differenziandosi, non solo per la sua natura plurima, ma anche attraverso l'impatto con realtà locali e nazionali distinte per storia e per profilo costituzionale (Allievi, 2009; Guolo, 1999). A creare ulteriori diversità nell'islam in Italia ci sono anche i cittadini italiani convertiti, i figli di

Generazione di mezzo

Il procrastinarsi dei tempi di studio e di formazione e la difficoltà crescente ad inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro si collegano, nelle generazioni più giovani, ad un diffuso allungamento dei tempi necessari alla uscita dalla famiglia di origine ed alla costruzione di una indipendenza economica. Sembra difatti che si sia andato affermando un modello di desincronizzazione della transizione caratterizzato dal superamento della sequenza lineare – più o meno rigida – degli eventi che in passato caratterizzavano il “diventare adulti”. Le traiettorie di vita familiari e lavorative si dimostrano oggi complesse e diversificate e alternano o sovrappongono esperienze di studio con esperienze di lavoro. I confini frastagliati dei processi verso la costruzione di una autonomia familiare passano attraverso scelte che vanno ad attivare capitali individuali e risorse familiari e che delineano risposte assai diverse che si riflettono e si alimentano nella molteplicità di strategie perseguite. Il contributo si prefigge, anche grazie agli esiti dell’indagine ISFOL sulle transizioni scuola-lavoro, di delineare i perimetri di questa costa frastagliata offrendo una fotografia dei 30-34enni: non più giovani per le politiche, non già adulti per una piena autonomia individuale, dovrebbero rappresentare la risorsa più preziosa per il mercato del lavoro e per la società civile sia in termini di bagaglio esperienziale già maturato sia per il portato di innovazione e di entusiasmo. È su questa aspettativa che si misurano le principali contraddizioni.

LA GENERAZIONE DEI PADRI

2019

Le celebrazioni commemorative del primo conflitto mondiale tenutesi lungo tutto il 2018 hanno suscitato vivaci dibattiti in vari paesi europei sul rapporto tra memoria e storia, così come tra memoria e propaganda politica. I temi di tale dibattito non furono estranei alla cultura politica antica e l’elaborazione di patrimoni memoriali in concorrenza con altri partecipò, in specie nella fase successiva alla guerra civile tra mariani e sillani, alla costruzione dell’immaginario storico-politico della nuova classe dirigente, impo-stasi dopo il conflitto, che avrebbe dovuto trarne motivo di stabilizzazione.