Istruzione: riflessioni sulle “Linee guida educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile” (original) (raw)

VERSO UN'EDUCAZIONE ECOLOGICA Processi e percorsi formativi

Il mondo contemporaneo, come sottolineano diversi studiosi, antropologi e sociologi, filosofi ed economisti, pedagogisti e psicologi, pone l'umanità di fronte a nuove paure, o meglio, a un vero "groviglio di paure", che si presentano piuttosto difficili da dipanare, nel tentativo di analizzarne le cause, di individuarne le conseguenze e/o i possibili sviluppi di un malessere generalizzato che sembra minacciare l'equilibrio delle società umane. Tra queste 'nostre paure' si profila nitidamente «l'immagine di un pianeta angariato che gli essere umani hanno quasi finito di esplorare […], ma non di sfruttare. Hanno esaurito numerosi giacimenti, prosciugato qualche mare interno, interrato rifiuti radioattivi, abbattuto foreste, lacerato lo strato di ozono, inquinato il cielo, i mari e l'atmosfera. Ci parlano di riscaldamento del pianeta e delle sue imminenti conseguenze sull'ambiente: desertificazione, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del mare. Osserviamo con sospetto le variazioni del termometro e aggrottiamo le sopracciglia a ogni bollettino meteo». 1 E molto interessante il ritrovamento di un frammento anonimo del I o II secolo d.C., riportato da K. Löwith, in cui veniva annunciata, in maniera profetica, una delle crisi più gravi della nostra epoca, la 'crisi ecologica': «Un giorno il cosmo, venuto a noia agli uomini, non sarà più ammirato né ritenuto degno di essere venerato. Questo bene sommo nella sua totalità, la cosa migliore che sia mai stata, che sia e che sarà mai vista, verrà a trovarsi in pericolo. Esso diventerà per l'uomo un peso e sarà disprezzato. Così tutto questo cosmo non sarà più amato, quest'opera meravigliosa, questa celebre costruzione, questo uno, unico e variamente formato, che può essere scorto e venerato, lodato e amato da coloro che lo vedono». 2

Appunti per un'ecologia dell'educazione

Riflessioni sistemiche n.24, 2021

L’articolo costituisce un tentativo di lettura sistemica di alcuni aspetti e momenti dell’esperienza d’insegnamento dell’autore. Si mettono a fuoco: l’apprendimento come co-costruzione delle conoscenze; il ruolo positivo che il ‘rumore’ può svolgere nel contesto delle attività scolastiche; il passaggio dalla spiegazione all’elaborazione di pattern di comprensione condivisi; la gestione delle regole attraverso un cambiamento di contesto; la considerazione del docente come osservatore partecipante.

Una possibile connessione fra educazione alla salute ed educazione ambientale nel contesto dell'enciclica Laudato si'

Zsuzsa Román, 2021

Oggi nell’epoca del cambiamento climatico, la pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’ nel 2015 ha contribuito in modo significativo ad accrescere l’attenzione pubblica verso la questione ecologica. Anche il servizio sanitario deve affrontare la sfida della sostenibilità ecologica negli ospedali, nelle istituzioni della medicina curativa ed anche nei diversi ambiti della medicina preventiva. Questo significa, per esempio, elaborare in ogni campo della sanità pubblica un percorso per contribuire alla sostenibilità ecologica. In questo articolo si esamina una parte del sesto capitolo dell’Enciclica Laudato si’ per identificare punti possibili di connessione fra l’educazione alla salute e l’educazione ambientale. Oltre alle tematiche affini ed alle competenze comuni da sviluppare in questi due campi, l’enciclica può fornire una comprensione più profonda dell’educazione alla salute ed educazione ambientale alla luce della conversione ecologica.

Bertolino F., Messina M., Perazzone A., Salomone M. (2007), L'educazione ambientale nelle università italiane: attori, modelli, contenuti, ricerche, in Culture della Sostenibilità, n.1/2007, Franco Angeli, Milano, pp. 79-116.

Quale spazio è riservato all’educazione ambientale nei percorsi formativi universitari? Quanto il mondo accademico si è preoccupato di inserire questa dimensione educativa nei curricola? Nello specifico che tipo di formazione dei formatori in ambito di educazione ambientale viene proposta a livello universitario? Per chi come noi vede nell’educazione ambientale un ambito formativo trasversale, in grado di fornire un contributo prezioso tanto agli insegnamenti disciplinari, quanto ad interi percorsi educativi dalla scuola materna fino all’università, queste domande assumono un interesse particolare che ha anche a che fare con le proprie motivazioni professionali (Bertolino, Perazzone, 2004). Partendo da questo tipo di motivazione, nel 2004, è stato avviato un percorso di ricerca che ha portato all’individuazione di una quarantina di insegnamenti e di una sessantina di docenti che dal 2001 ad oggi hanno tenuto corsi di Educazione ambientale sparsi in più di quaranta dei 90 atenei italiani. Questi risultati, presentati al Terzo Congresso Mondiale dell'Educazione Ambientale, tenutosi a Torino nell’ottobre del 2005, hanno in sostanza confermato la significatività della ricerca. Ha preso quindi il via un approfondimento dell’istantanea rilevata nel 2004/2005 attraverso una serie di interviste ai docenti individuati e dichiaratisi disponibili. Questo articolo, e quello contenuto nel numero successivo della rivista Cultura della Sostenibilità (Bertolino F., Messina M., Perazzone A., Salomone M. (2007), Reti relazionali e mappe concettuali dell'educazione ambientale nell'università italiana, in Culture della Sostenibilità, n. 2/2007, Franco Angeli, Milano, pp. 61-86), rappresentano quindi l’analisi e la restituzione dei risultati dell’indagine complessiva. Qui viene descritto l’approccio metodologico ed i dati relativi all’offerta formativa delle università italiane in relazione all’Educazione Ambientale, nel successivo contributo (grazie all’analisi delle domande dei questionari a risposta chiusa e delle interviste) i diversi approcci all’insegnamento, le reti di rapporti con il territorio e con la comunità scientifica, gli interessi e le linee di ricerca, le attese per il futuro dei docenti. L’educazione ambientale e più in generale le tematiche connesse alla società sostenibile possono rappresentare per la ricerca e la didattica universitaria un ambito di confronto tra settori ed un’area di reciproco sconfinamento. Il lavoro che portiamo avanti si propone di cogliere questa opportunità, ampliando il dibattito a quella parte del mondo, non solo accademico, interessata ad avviare nuovi percorsi di ricerca trans-disciplinari ed ad iniziare un ripensamento dei curricula in un’ottica di sostenibilità.

Progettare e valutare una disciplina trasversale: l’educazione ambientale

L'educazione ambientale, dalla Conferenza di Tblisi ad oggi, ha seguito un percorso identitario e di accreditamento fortemente intrecciato a contesti politico-culturali locali ed internazionali (Persi, 2011) che, se osservato con lo sguardo obliquo suggerito da Bruner (1964) quale efficace strumento conoscitivo, si contestualizza nel periodo in cui la scienza ha rivelato i suoi caratteri postmoderni : falsificabilità e complessità . Il suo carattere, sempre aperto e talvolta ambiguo (Gonzales-Gaudiano, Buenfil-Burgos, 2009), ha giustificato definizioni identitarie costruttivamente ampie nei contesti politico, etico ed epistemologico. È stato un percorso di adattamento che, dall'attenzione per la protezione dei beni naturali in un contesto prevalentemente rurale e locale, ha accolto progressivamente i temi relativi alla realtà urbana e le categorie dell'etica e della politica, intrecciandosi in una dimensione globale con l'educazione al cambiamento e allo sviluppo .

L’Ambiente Come Fattore DI Apprendimento Nella Scuola Dell’Infanzia

Studia Polensia, 2016

Nel saggio si elabora il tema dell’ambiente fisico e sociale come fattore essenziale per sviluppare un progetto educativo. L’ambiente è considerato “terzo educatore” e gioca un ruolo decisivo nel determinare la qualità degli apprendimenti. Le aule, i laboratori, i corridoi, la forma materiale dell’edificio, il contesto in cui è collocato, i colori delle pareti, la qualità dell’illuminazione, gli arredi, i materiali didattici: tutto questo crea l’ambiente dove il bambino vive, apprende, fa esperienze, entra in relazione con gli altri. Incisiva nella sua crescita è la figura dell’educatore, il quale attraverso azioni finalizzate dirette e indirette, può creare spazi gradevoli, accessibili e funzionali all’apprendimento. La ricerca empirica conferma l’impegno delle scuole dell’infanzia incluse nell’indagine a essere un luogo d’incontro, interazione, ascolto, reciprocità per migliorare la relazione tra bambino e ambiente scolastico. In particolare lo dimostrano la ricchezza di angoli e ...

Pratiche per la costruzione di un' educazione sostenibile

Questo salotto filosofico ha come obiettivo quello di presentare le teorie della filosofa Marta Nussbaum relativamente alle tematiche legate all'educazione e alla globalizzazione e di raffrontarle ad autori, educatori e filosofi come Ivan Illich, Don Milani, Don Bosco, Peter Sloterdaijk, Hanna Harendt, Gilles Deleuze, Paul Rabbow, Jan Patocka. L'istruzione da sempre è legata alla forma e alle caratteristiche della società in quanto determina la sua dimensione e le sue caratteristiche culturali e umane. Diventa quindi una certezza che le democrazie contemporanee non possano rinunciare all'insegnamento delle forme democratiche, quelle reali, quelle che fanno leva sulla libera espressione dell'individuo, delle sue potenzialità creative e del suo senso critico. Perchè questo oggi non avviene? Perchè la globalizzazione, la società sempre più incentrata a raggiungere livelli alti di PIL hanno piegato l'istruzione agli obiettivi di produrre "persone produttive economicamente" e questo permette di leggere in senso più completo il rapporto tra scuola e sviluppo economico. La riflessione autonoma dell'individuo si costruisce se il soggetto è stato formato a ragionare a partire dalla tradizione del pensiero umanistico unitamente al metodo socratico. Questo permette inoltre di educare all'intelligenza emotiva, alla visione più sobria della realtà, al dialogo costruttivo e alla capacità di senso critico nei confronti delle informazioni distorte e imposte dalla società della globalizzazione. Le discipline umanistiche possono offrire anche all'economia nuove possibilità di sviluppo ma in modo sostenibile: l’immaginazione, l’indipendenza mentale, l’etica o la responsabilità sociale possono promuovere l'economia del profitto rendendo però sostenibili le prassi ovvero permettendo di distribuire equamente le ricchezze e permettere la conservazione delle risorse primarie che si stanno consumando giorno dopo giorno nell'ottica di un tasso negativo. Già Don Milani a Barbiana distrugge questa idea di mediazione: quando gli allievi hanno la parola dimostrano l'espressione della loro ricchezza interiore ("lettera a Meucci" e "lettera a una professoressa"), dimostrano le potenzialità della scuola nella lotta contro le élite culturali che hanno la pretesa di "migliorare" la vita delle persone tramite politiche dall'alto al basso. Il contrasto a questo può avvenire attraverso l'immissione di riflessività e forse per alcuni aspetti la Nussbaum può spingere in particolare attraverso le pratiche della philosophy for children ricordiamoci però che questo non è sufficiente per le cose di cui ho scritto precedentemente. In particolare la rievocazione del passato non può risolversi in un "inno alla scuola tradizionale" ....... e questa avrà rappresentato una panacea dell'educazione ? Certamente è positivo il sunto di questi confronti che mette in evidenza come sia importante nel prendersi cura e quindi nell'educare l'aspetto delle emozioni, dell'affettuosità, del pensiero critico e del gioco. Forse sarebbe importante smetterla di compiangersi addosso e impegnarsi a ri-descrivere le cose in modo diverso immettendo pratiche e pensiero filosofico e partendo anche dallo studio critico dei sentimenti e pensieri comuni nati da filosofi, artisti, scrittori, pensatori che hanno lavorato in questi ultimi due secoli. Forse la scommessa va fatta anche al di fuori delle aule scolastiche richiedendo prima di tutto alla scuola di aprirsi all'esterno inglobando e facendosi inglobale e contaminare dalla realtà e da tutte quelle pratiche e quei praticanti che sono già in cammino sulle pendici del "Mount Improbable".