A SUD. INSULE NELL'ITALIA MERIDIONALE (original) (raw)

IL "SUD" COME FRONTIERA GEOSIMBOLICA

Il testo proposto si salda con le posizioni teoriche elaborate in un testo della stessa autrice, intitolato Geofilosofia del mare, con l'obiettivo di ripensare il rapporto fra il luogo e il pensiero, affrontando in particolare il ruolo dello spazio mediterraneo, attraverso i concetti di identità e differenza, comunità e relazione, universalismo e multiculturalismo

CIRAULI, SANPAOLARI: I MAGHI SERPENTARI DEL SUD

Ciraulari, cerauli, cirauli, ciarauli sono nella tradizione popolare del meridione, e specialmente (con questi nomi) in Calabria e Sicilia, una sorta di maghi-guaritoriincantatori-indovini, specializzati nel curare dal morso di serpenti o domare serpenti e scorpioni. Spesso queste loro doti sono ritenute correlate all'esser nati in una notte particolare, tra il 24 e il 25 gennaio o secondo altri tra il 28 e il 29 giugno. Alessandro Italia, studioso di Palazzolo Acreide (Siracusa), vissuto tra fine Ottocento e inizi Novecento, scriveva: "abbiamo visto il ceraulo, dalla lunga berretta con avvolte le trasparenti guaine che le serpi lasciano mutando la pelle; recare nel petto grosse serpi che gli circolavano sotto la camicia e vivificate dal calore della sua persona si affacciavano dallo

LE CURE DOMICILIARI NEL SUD

Welfare Oggi, 2011

Tendenze e presenza dell'assistenza domiciliare integrata (ADI) nelle regioni del sud d'Italia

SICILIANO D’ITALIA. UN DIALETTO A MISURA DI MEDIA

Gli studi sugli atteggiamenti linguistici dell"ultimo ventennio ci hanno illustrato con ricerche e dati inconfutabili i giudizi antidialettali e talora autodenigratori dei siciliani (cfr. Volkart-Rey 1990). Interrogati a esprimere la propria volontà di trasmettere il dialetto alle future generazioni e a valutare il proprio idioma locale, gli informatori dell"ALS, invece, fanno affiorare una dichiarata apertura ideologica e si dicono possibilisti circa le intenzioni di mantenere una tradizione familiare dialettale. Cosa è successo tra gli studi degli anni "80-"90 e oggi? Ci chiediamo se, tra le altre cause che qui non indagheremo, lo sdoganamento mass mediologico abbia avuto qualche effetto su questo rinnovato senso di appartenenza linguistica. Oggi non solo non si occulta, ma talora si ostenta: dalla scatola radiofonica sino al moderno web (si veda la "paggina principali" di Wikipedia interamente in siciliano) il siciliano gode di una visibilità veicolata da personaggi freschi e simpatici, che allontanano dagli stessi siciliani, l"immagine del dialetto come codice della mafia o come codice "rozzo e volgare", attribuendogli uno statuto di simpatia di cui sino ad ora, forse, non aveva goduto. Tenteremo ora una veloce carrellata, tutta quantitativa, di media in cui il siciliano e i siciliani hanno costituito in questi ultimi mesi una presenza che potrebbe dar conto di questa marginalità in ascesa.

ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO MEDIOEVO

Fonti docuMentarie e scrittura storioGraFica nella seconda Metà dell'ottocento* Fu Pasquale Villari che nel 1868 -precorrendo una riflessione che, nel dibattito culturale dell'italia appena unificata, doveva ancora cominciare -propose all'opinione pubblica italiana (in realtà a un pubblico molto ristretto di eruditi e di uomini pubblici) i termini dell'inevitabile e ineliminabile, sempre aperta, tensione tra i due poli della erudizione e della narrazione, tra il lavoro sulle fonti e la scrittura storiografica. lo fece con un testo sul quale diversi studiosi (da ultimo Mauro Moretti, ma in precedenza già Garin e cacciatore) hanno da anni richiamato l'attenzione: si tratta dell'«importantissima prolusione» sull'insegnamento della storia, letta all'inaugurazione dell'anno accademico dell'istituto superiore di Firenze 1 . il testo fu pubblicato dai treves, gli «editori della Biblioteca utile», come dice il frontespizio, nella collana «la scienza del popolo -raccolta di letture scientifiche popolari fatte in italia», e la sede editoriale non è certo casuale, perché lascia intendere un nesso con quegli obiettivi di pedagogia civile che avrebbero ispirato con continuità l'attività del filosofo e storico di origine napoletana; così come non cessò la sua riflessione sul metodo storico. Basterà citare al riguardo il celebre intervento La storia è una scienza?, del 1891, che viene spesso considerato uno dei primi contributi italiani al Methodenstreit 2 .

SUDDITI DI ROMA

LA CASTIGLIA IN MARITTIMA. L'ORATORIO DELL'ANNUNZIATA NELLA CORI DEL QUATTROCENTO (Mezzogiorno Medievale, X) - ISBN 9788897131090, 2014

Collana di studi storico-artistici a cura di Pio Francesco Pistilli Progetto grafico e realizzazione ZiP Adv -Pescara Finito di stampare nel mese di settembre 2014 ISBN 9788897131090 © 2014 ZiP Adv -PE Tutti i diritti di riproduzione sono riservati. L' editore si scusa per le eventuali omissioni ed è a disposizione di coloro che eventualmente non siano stati citati.

Un moralista meridionale. Sciascia, Gramsci e il Sud

Un moralista meridionale. Sciascia, Gramsci e il Sud, in “Todomodo”, X, pp. 119-130, 2020

This article examines Sciascia’s relationship with the Italian South (Meridionalismo), focusing on what might be termed the ‘prehistory’ of the Sicilian writer, i.e the period of his development between the end of the 1940s and the second half of the 1950s. It is a multi-layered phase in which a plurality of references alternates and are not clearly distinguishable from each other. Nonetheless this essay – based on the paper presented at the X Leonardo Sciascia Colloquium «Esercizi di ammirazione. Leonardo Sciascia e gli “irregolari” del ’900», which took place in Paris on November 21st and 22nd 2019 – seeks to trace a sort of unitary work plan in Sciascia’s first period of literary activity, with the focal point rooted in Antonio Gramsci’s thinking about the Italian South.