Francesco di Gennaro | Ministero della cultura (original) (raw)
A. Papers 1972-1980 by Francesco di Gennaro
Co-authored with J. De Grossi Mazzorin and M. Pacciarelli
Cofirmatario delle pp. 188-216. In questo contributo viene avanzata per la prima volta l'ipotesi ... more Cofirmatario delle pp. 188-216.
In questo contributo viene avanzata per la prima volta l'ipotesi che le importazioni micenee di Vivara siano precedenti al TE IIIB (v. p. 190).
B. Papers 1981-1990 by Francesco di Gennaro
Papers of the British School at Rome, Jan 1, 1982
Co-authored with J. De Grossi Mazzorin and M. Pacciarelli
Cofirmatario delle pp. 188-216. In questo contributo viene avanzata per la prima volta l'ipotesi ... more Cofirmatario delle pp. 188-216.
In questo contributo viene avanzata per la prima volta l'ipotesi che le importazioni micenee di Vivara siano precedenti al TE IIIB (v. p. 190).
Papers of the British School at Rome, Jan 1, 1982
Co-authored with A. Cazzella, I. Damiani, M. Moscoloni, M. Pacciarelli, A. Saltini, S. Tusa and I... more Co-authored with A. Cazzella, I. Damiani, M. Moscoloni, M. Pacciarelli, A. Saltini, S. Tusa and I. Valente
Co-authored with A.R. Staffa
Precisazione: "le Colle" significa "i Colli" in idioma viterbese. In particolare si tratta dei Co... more Precisazione: "le Colle" significa "i Colli" in idioma viterbese. In particolare si tratta dei Colli di San Colombano
I contributi riguardanti le fasi preistoriche, compresi nei volumi “Leopoli-Cencelle I” e “Leopol... more I contributi riguardanti le fasi preistoriche, compresi nei volumi “Leopoli-Cencelle I” e “Leopoli-Cencelle II”, derivano da un originario unico saggio di F. di Gennaro e A. Mandolesi, suddiviso e modificato per esigenze redazionali. Ai fini di una migliore comprensione del lavoro, occorre pertanto precisare quanto segue:
1. Sulla carta di localizzazione dei siti preistorici e protostorici corrispondente alle schede delle pagg. 113-125 del Volume II (pubblicata alla pag. 24 del volume stesso e, nella forma emendata qui unita, a pag. 28 del Volume I) non è riportato il limite convenzionale dell'area di indagine (lo si veda nel contributo di A. Mandolesi sul primo volume, fig. 1), il che rende possibili equivoci sulla completezza del censimento, poiché nelle fasce esterne, pur ricomprese nella carta, esistono altri complessi che non sono stati presi in considerazione.
2. Nel testo pubblicato alle pagg. 113-125 del Volume II, i numeri di alcune schede sono saltati: in particolare quelli delle località la Concia (a pagina 122 tra le schede nn. 61 e 62) e Codata delle Macine (a pagina 124 tra le schede nn. 71 e 72). Nelle tabelle e nella carta topografica i due complessi archeologici sono stati contrassegnati rispettivamente con i nn. 61* e 71*.
Nella scheda n. 53 (Cave Vecchie), a seguito dell'operazione redazionale di modifica della numerazione progressiva dei siti, sono rimasti incongruenti riferimenti alla numerazione originale. Nella scheda n. 74 (Macelletto) compare la descrizione di un frammento ceramico della Bufalareccia (scheda n. 22).
3. Per quel che riguarda il Volume I, si segnala che nell'analisi quantitativa dei complessi dell'età del bronzo non è stata presa in considerazione la incerta presenza di materiali del “Bronzo Medio iniziale e appenninico” da Torre Valdaliga (scheda n. 67).
La trattazione del Bronzo Finale contiene riferimenti alle ipotesi formulate nel contributo, allora in corso di stampa: F. di Gennaro - A. Guidi, “Il Bronzo Finale dell'Italia centrale. Considerazioni e prospettive di indagine”, Il Protovillanoviano al di qua e al di là dell'Appennino (Atti giornata di studio - Pavia 1995), Biblioteca di Athenaeum 38, Como 2000, pp. 99-131.
ERRATA CORRIGE - Gli errori (in prevalenza riferimenti alla precedente numerazione delle schede) di cui ci si scusa seppure del tutto indipendenti dagli autori, vanno emendati come segue.
pagg. 115-116 - Scheda n. 23 - il toponimo di riferimento della prima parte della scheda, redatta da a Alessandro Mandolesi, è: Bufalareccia-“quota 77”; la seconda parte della scheda, redatta da Francesco di Gennaro (pag. 116), riguarda il toponimo Le Grotte;
pag. 117 - Scheda n. 36: la prima parte di Francesco di Gennaro, la seconda parte di Vincenzo D’Ercole; il riferimento alla scheda n. 2 va inteso alla n. 37;
pag. 118 - nel testo della scheda n. 36 il riferimento alla scheda n. 14 va inteso alla n. 38; il riferimento alla scheda n. 2 va inteso alla n. 37. Nel testo della scheda n. 37 riferimento alla scheda n. 3 va inteso alla n. 36; il riferimento alla scheda n. 14 va inteso alla n. 38;
pag. 119 - Scheda n. 48: la prima parte è di Francesco di Gennaro, la seconda parte di Vincenzo D’Ercole;
pag. 120 - Scheda n. 49: leggasi OGGETTI ISOLATI;
pag. 121 - Scheda n. 53: 47a e 47b leggansi 53a e53b;
pag. 122 - Scheda n. 63: la prima parte è di Francesco di Gennaro, la seconda parte di Vincenzo D’Ercole; inoltre la menzione “di Gennaro - Boanelli” non è una citazione bibliografica ma si riferisce a una esplorazione, pertanto i nomi andavano composti in tondo.
Critical note of authors: “Today it is not possible to argue that the “aspetto Norchia” belongs t... more Critical note of authors: “Today it is not possible to argue that the “aspetto Norchia” belongs to the end of the Early Bronze Age. That hypothesis was based on the presence of materials of the “aspetto Norchia” in several villages then occupied from the initial phase of the Middle Bronze Age. Now we know the latter manifestations of the local Early Bronze Age, and therefore it can be established that the presence of the “aspetto Norchia” in defended areas inhabited continuously since the Middle Bronze Age demonstrates only a precedent, and separate, phase of interest of the communities for that kind of stations.”
Errata corrige pag. 88 - Fig. 7: Coste (non Costa) del Marano pag. 98 - Fig. 10: Coste (... more Errata corrige
pag. 88 - Fig. 7: Coste (non Costa) del Marano
pag. 98 - Fig. 10: Coste (non Costa) del Marano
pag. 102 - Fig. 11: la scala è 1:2
Co-authored with F. Fraioli and D. Galani
Bollettino di Numismatica, Jan 1, 2001
Primi popoli d'Europa, Jan 1, 2002
Primi popoli d'Europa, Jan 1, 2002
Papers of the British …, Jan 1, 2002
La ripresa delle indagini nel complesso archeologico costiero del Marangone ha permesso di impost... more La ripresa delle indagini nel complesso archeologico costiero del Marangone ha permesso di impostare una operazione intesa a chiarire i numerosi interrogativi posti dall'indisponibilità della documentazione delle precedenti ricerche di Barbaranelli e di Tinti, cui erano seguite nel tempo solo periodiche raccolte di materiali affioranti sulle superfici esposte dall'erosione marina,
eolica e pluviale, aiutata dall'intensa frequentazione estiva della fascia litoranea. Si sono finalmente acquisiti dati di natura topografica, che consentono di stabilire la posizione e l'estensione degli accumuli di resti antropici e si è potuto precisare, almeno nell'area scavata (due saggi, l'uno di 35, l'altro di 7 m di ampiezza sul fronte della costa), il rapporto tra i giacimenti rispettivamente attribuibili all'età del bronzo e alla prima età del ferro. Per quanto riguarda le caratteristiche
dell'industria produttiva della prima età del ferro (attestata da frammenti di grandi olle, tracce di fuochi, buche artificiali e con significativa assenza di faune), in relazione alla quale si espongono gli orientamenti interpretativi che dovranno essere messi a confronto con le analisi tecniche dei reperti, si può ritenere che le stesse attività produttive, che sembrano rappresentare la principale ragione di essere degli insediamenti di questo tratto di costa, rivestivano una significativa funzione nell'economia dei centri maggiori; il fatto che con il conseguimento dell'assetto territoriale urbano etrusco questa funzione sembra perdere interesse è attestato al Marangone
dalla mutata destinazione dell'area che si trasforma, per lungo tempo, in necropoli.
La vasta formazione orografica di Pian Sultano, ricca di testimonianze archeologiche, è nota in p... more La vasta formazione orografica di Pian Sultano, ricca di testimonianze archeologiche, è nota in particolare per l'insediamento del Bronzo Medio del versante occidentale e per le tombe a camera ricordate tra gli altri da Coppi, Bastianelli e Mengarelli, di cui alcuni esemplari realizzati con tecnica costruttiva mediante l'impiego di megaliti e blocchi furono attribuiti da Puglisi all'età del bronzo. Nel 1971 è stato rinvenuto il crepaccio 1, con materiali del Bronzo Antico e Medio. Nel 1997, nel corso di ricerche speleologiche intraprese almeno un anno prima, Attilio Nini rinvenne il crepaccio 2, poche centinaia di metri più a sud lungo lo stesso sistema di ciglioni del banco di travertino. Le successive ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale nel crepaccio 2 hanno permesso di rilevare la posizione di giacitura e di recuperare il notevole complesso di materiali ceramici e faunistici, associati a resti scheletrici umani di cui si fornisce la descrizione e l'inquadramento cronologico, che, sulla base dei confronti, riconduce le attività cultuali svolte nel crepaccio, delle quali l'aspetto funerario costituisce solo il segmento per ora più percepibile, a un momento terminale dell'antica età del bronzo.
Co-authored with P. Barbina
Etruscan Studies, Jan 1, 2002
… FastiOnLine documents & …, Jan 1, 2006
L'area dell'indagine archeologica, denominata Tenuta Tallongo sulla tavoletta dell'I.G.M.I., rica... more L'area dell'indagine archeologica, denominata Tenuta Tallongo sulla tavoletta dell'I.G.M.I., ricade nella vecchia Tenuta Torre Serpentana 1 ( ). Di questa unità territoriale, a prescindere da notizie precedenti, conosciamo i proprietari subentrati ai Frangipani (che risultano dal Catasto del 1660) ovvero gli Odescalchi, il Monastero di Tor de' Specchi, i Rotti, i Ricci-Montani, questi ultimi almeno fino all'inizio del '900. Pertanto non sappiamo se la proprietà Tallongo riguardasse l'intera tenuta o una sola parte 2 , ma è certamente di età successiva, in quanto ne restava memoria sul territorio all'epoca in cui venne compilata la carta militare.
A short discussion of the female tombs of Crustumerium is here attempted, considering the entire ... more A short discussion of the female tombs of Crustumerium is here attempted, considering the entire chronological span of exploitation of the settlement and pointing out the distinctive criteria of gender and the demographic trend suggested by both archeological and anthropological preliminary analysis. The most meaningful funerary goods which were selected to point out the social position and the role of women inside the community are
taken into account:
PREMESSA N el presente capitolo si concentra la maggior parte delle informazioni di natura più pr... more PREMESSA N el presente capitolo si concentra la maggior parte delle informazioni di natura più prettamente topografica, scaturite dal riesame della documentazione di John Ward-Perkins. Il capitolo si divide in tre sezioni, che corrispondono ai grandi settori in cui è stato ripartito, per ragioni di studio, il sito di Veio ( . La prima sezione si riferisce al settore nordoccidentale della città, sotto il quale ricadono le aree di raccolta poste nelle località indicate sulla carta IGM dai toponimi di Campetti, Agrifoglio, Vignacce, Portonaccio e, fuori dal pianoro, quelle riferibili all'area delle necropoli di Casale del Fosso, Grotta Gramiccia e Quarto di Campetti. La seconda sezione riguarda il settore nordorientale della città, corrispondente alla zona di Macchiagrande e alle necropoli di Picazzano, Quattro Fontanili, Vacchereccia e Monte Michele. La terza sezione interessa il settore meridionale del pianoro, che include la zona di Comunità e Piazza d'Armi, nonchè le aree di necropoli quali Casalaccio, Macchia della Comunità, Valle La Fata e Monte Campanile. Ogni sezione, inoltre, è composta dalle schede di coordinata precedute da un numero progressivo di Area (cf. p. 26; si veda anche Appendix 1 per un elenco delle corrispondenze). La struttura per coordinata rispetta la divisione effettuata da Ward-Perkins al momento della ricognizione, che venne infatti realizzata raccogliendo i materiali di superficie, procedendo di volta in volta per quadrati, individuati dalle coordinate IGM, di 100 m di lato (cf. Chapter 2).
N el più vasto ambito delle ricerche oggi in corso sulla formazione dello stato in Italia central... more N el più vasto ambito delle ricerche oggi in corso sulla formazione dello stato in Italia centrale, un argomento di grande interesse è la definizione dell'inizio, sul pianoro di Veio, di un tipo di occupazione che possiamo definire moderno, in contrapposizione ai precedenti episodi insediativi che non erano ancora pianificati in ordine alla destinazione unitaria dell'intera unità orografica e al possesso di un vasto territorio esterno.
N el più vasto ambito delle ricerche oggi in corso sulla formazione dello stato in Italia central... more N el più vasto ambito delle ricerche oggi in corso sulla formazione dello stato in Italia centrale, un argomento di grande interesse è la definizione dell'inizio, sul pianoro di Veio, di un tipo di occupazione che possiamo definire moderno, in contrapposizione ai precedenti episodi insediativi che non erano ancora pianificati in ordine alla destinazione unitaria dell'intera unità orografica e al possesso di un vasto territorio esterno.
È una gradita circostanza che la prima mostra di ampio respiro che impegna il Museo Nazionale d'A... more È una gradita circostanza che la prima mostra di ampio respiro che impegna il Museo Nazionale d'Arte Orientale da quando mi è stata affidata la direzione di questa gloriosa istituzione dei Beni Culturali italiani, riguardi lo Yemen e includa riferimenti particolari al ruolo storico di Alessandro de Maigret. La sua figura e la sua opera rappresentano la prosecuzione della vicenda di cooperazione sancita degnamente dal trattato del 1926 tra Yemen e Italia, ma nata alquanto prima se Renzo Manzoni disegnava la pianta di Ṣana'ā' nel 1879, mentre lo Stato italiano cominciava appena ad organizzarsi e sotto il profilo della costruzione di una archeologia nazionale andava incontro a serie difficoltà. Nel tempo trascorso prima dell'avvio delle missioni archeologiche italiane i nostri medici si guadagnarono una riconoscenza nel loro campo per l'impegno a favore della salute degli abitanti di questa regione della penisola arabica, e una "ad effetto ritardato" nel campo della cultura, come illustrato nei saggi che compongono il presente catalogo (è proprio a questi personaggi che si deve la nostra collezione), anche considerando il naufragio del primo progetto di ricerca italiano nel 1927-28. Ma a dispetto dell'inizio tanto ritardato, l'attività di Alessandro de Maigret nello Yemen lascia una eredità che per alcuni aspetti della ricerca archeologica ha un carattere fondativo: le missioni da lui dirette hanno rivelato, tra l'altro, l'arco cronologico dell'età del bronzo nel sud della penisola arabica, hanno cioè consentito di delineare gli aspetti materiali di fasi in precedenza latenti dello sviluppo delle comunità di un territorio: un risultato ambìto e qualificante per ogni archeologo; si pensi ai vuoti che non sono stati ancora colmati nella sequenza culturale di altre regioni, come il silenzio delle manifestazioni preclassiche del Maghreb. Le ricerche archeologiche iniziate nel 1980 sono state in gran parte supportate dall'Istituto per il Medio e Estremo Oriente (poi IsIAO) il cui attuale tramonto è in linea con alquante vicende che affliggono la cultura in Italia. L'impegno oggi offerto dai tecnici e da tutto il personale del Museo Nazionale di Arte Orientale -orgoglioso di ospitare questa manifestazione -e in primo luogo dai curatori Paola D'Amore e Michael Jung che hanno collaborato con Sabina Antonini de Maigret, può dunque rimarcare le capacità intatte del mondo italiano della ricerca, in un momento in cui la nazione non è in grado di integrare questi orizzonti di indagine scientifica con l'invocata ripresa e di dare vita a un sistema nazionale equilibrato, che un degno bilanciamento sappia stabilire anche tra economia e sfera della ricerca e della tutela in ambito culturale. Quella della Regina di Saba, al cui trono miracolosamente migrante e illusoriamente galleggiante, pur se il suo peso era accresciuto dai ricchi ornamenti, si intitola la mostra, è una storia tanto sentita da viaggiare attraverso la Bibbia ed il Corano e addirittura procreare con Salomone attraversando il Mar Rosso. La ricostruzione storico-archeologica delle vicende della penisola arabica ci racconta di una catena di prosperità snodata lungo un itinerario commerciale il cui tracciato varia nel tempo, fondata in parte (proprio la ricerca archeologica ha rivelato che già nell'età del bronzo la base dell'economia è solidamente rappresentata dalla produzione agraria) sul profumo autenticamente naturale di una in particolare delle resine odorose d'oriente, l'incenso (in proposito sorge inevitabilmente la curiosità sulla composizione del profumo italiano intitolato alla Regina di Saba nel 1927!: infra cat. n. 166). Un flusso di attività e di crescita economica che da uno dei margini meridionali del mondo conosciuto procedeva fino a quella Gaza oggi sofferente e da qui all'Egeo e a Roma, erede delle culture mediterranee orien-23
P er illustrare la protostoria del territorio di Formello, dopo alcuni cenni di inquadramento sto... more P er illustrare la protostoria del territorio di Formello, dopo alcuni cenni di inquadramento storico, si analizzeranno gli scarsi dati intrappolati (dalle circostanze fortuite del ritrovamento e in ordine alle condizioni di conservazione) nell'area di cattura, rappresentata dal territorio del Comune, integrando le informazioni da essi provenienti con quelle derivanti da un lungo evo di ricerche e registrazioni in un territorio più vasto, tenendo sempre presente quanto siano comunque parziali le conoscenze conseguite 1 . tale procedura è perseguibile utilmente per i due soli periodi chiaramente rappresentati nel territorio formellese: la fase avanzata della media età del bronzo (BM3) e l'età del bronzo recente. Invece, relativamente alle fasi successive, il Bronzo Finale e la prima età del ferro, che rappresentano la protostoria matura e più densa di percepibili implicazioni con lo sviluppo propriamente storico, l'assenza di fonti ricadenti nel territorio comunale di Formello ha consigliato di prendere in considerazione il finitimo territorio del Comune di roma in cui rientrano il complesso di veio e il suo immediato circondario.
The researches conducted between 2009 and 2011 on Monte Cimino (Soriano nel Cimino – Viterbo) are... more The researches conducted between 2009 and 2011 on Monte Cimino (Soriano nel Cimino – Viterbo) are
here presented in preliminary form. The excavation has investigated the fortifications of the settlement
and the remains of a cult area. Two massive walls have been excavated: one surrounding the settlement,
that is about 5 hectares in extension, the other containing the “acropolis”, which corresponds to the
summit of the mountain. The former is dated to the Final Bronze Age (protovillanoviano), the latter was
built during the Final Bronze Age, but has later phases of reuse in Etruscan period. Inside the “acropolis”, in correspondence with the very summit of the mountain, were identified monumental remains of a cult area, with evident traces of ritual pyres, dating to the advanced phase of Final Bronze Age. The settlement of Monte Cimino for its dominance on the entire Southern Etruscan area (1053 m slm), and perhaps also for the presence of the sacred functions, may have had a role of particular political significance in the territorial organization during Final Bronze Age. The first occupation of the settlement could be dated to a period prior to the Final Bronze Age, due to some ceramic fragments attributed to the Recent Bronze Age, and perhaps at the beginning of Middle Bronze Age.
Settlement events and other phenomena observed in the prehistoric centres of Luni sul Mignone and... more Settlement events and other phenomena observed in the prehistoric centres of Luni sul Mignone and Narce deserve special attention. The two settlements are in fact the only ones among primary rank and long life units of southern Etruria, where considerable excavations have been undertaken. Starting by the overhaul of Central Tyrrhenian Late Prehistory, conventionally dated to 1959, some aspects of the research results in the two sites, and other field surveys of the immediately following years, are taken into account. The inferences of that season of studies, in some cases considered as certainties, have progressively opened up to new questions and uncertainties, to outline a different current situation, based in some cases on the reversal of previous assumptions, and susceptible to considerable modification and enrichments, whose both time-span and success are, however, affected by the growing inadequacy of means.
The Monte Cimino is the highest peak in southern Etruria. At the end of the nineteenth century on... more The Monte Cimino is the highest peak in southern Etruria. At the end of the nineteenth century on the summit of the mountain there was located a settlement inside an imposing stone walls. Some surface researches, carried out in the 1970s and 1980s of the twentieth century, allowed to collect many finds attributed to the Late Bronze Age and specify the extension and articulation of the site.
The excavations carried out in collaboration between the SBAEM and University “La Sapienza” of Rome (Chair of European Late Prehistory) between 2009 and 2010 have confirmed that during the Late Bronze Age the settlement was organized in a vaster plateau on the base and in an acropolis on the top within which a further articulation was visible near the summit. The settlement, whose length exceeds 5 hectares, has defended by imposing fences made of artificial stone attested in the plain base (Sector 4) and in the acropolis (Sector 2). The presence of artefacts belonging to the RBA, the MBA1-2, and perhaps even to ABA, indicating that there was also an older frequentation of which however is not currently ascertainable the duration, consistency and meaning. After the end of the Late Bronze Age phase, the site was abandoned and later involved in many occupations during the archaic and late Etruscan ages. The dominant position of the settlement is one of the most significant aspects and gives to the complex a strategic and perhaps a political importance, within a complicate territorial organization, testified in the Late Bronze Age in southern Etruria by a significant amount of contemporary villages. In this sense, are also significant the structural evidences and features of the archeological deposit on the summit (Sector 1), probably related to cultural activities as consequence of the dominant position of the place.
The poor conservation of the fish in prehistoric contexts and the difficulties of identification ... more The poor conservation of the fish in prehistoric contexts and the difficulties of identification and collection of the remains greatly limit the possibility to trace a satisfactory drawing of alimentary use of marine and fresh water fish. Very fragmentary is the documentation of the instruments, of which remain only a few non-perishable parts, and then the activities that were put in place for the procurement of fish. Nevertheless, there are information to say that fishing practices have been, since the end of the Pleistocene, important part in the economies of the groups settled in river or lakes basins, or along the sea coast and we can reconstruct, in a largely hypothetical way, a part of fish capture methods. La scarsa conservazione della fauna ittica nei contesti preistorici e le difficoltà dell'individuazione e del prelievo dei resti limitano notevolmente la possibilità di ricostruire un quadro soddisfacente dell'utilizzo alimentare dei pesci di mare e di acqua dolce. Molto frammentaria è la documentazione dello strumentario, di cui si trovano solo alcune parti non deperibili, e quindi delle attività poste in atto per il procacciamento del pesce. Nonostante ciò vi sono indizi per affermare che le pratiche alieutiche sono state, già dalla fine del Pleistocene, parte importante nelle economie dei gruppi insediati presso bacini fluviali, lacustri o sulla costa marina e si può ricostruire in via largamente ipotetica una parte dei metodi di cattura delle prede ittiche. La valutazione dell'incidenza delle attività di pesca nell'economia delle comunità preistoriche e protostoriche risente delle oggettive difficoltà di conservazione dei resti paleofaunistici di specie ittiche. Un secondo fattore limitante, ove le condizioni di giacitura ne consentano la sopravvivenza, è stato e continua ad essere la difficoltà dell'individuazione dei resti, a cui solo in tempi recenti sono venute in aiuto la pratica della flottazione e le procedure di microscavo. Per queste ragioni gran parte degli scavi del passato, anche recente, non ha fornito resti di pesce, salvo sporadiche attestazioni di elementi macroscopici. Tuttavia nella penisola italiana in epoca preistorica l'importanza delle risorse ittiche nell'economia dei gruppi, pur non sempre indiziata da resti ossei di
The chemical composition of a unique bronze artifact known as the "Cesta" (Basket) belonging to t... more The chemical composition of a unique bronze artifact known as the "Cesta" (Basket) belonging to the ancient Nuragic civilization of the Island of Sardinia, Italy has been analyzed by combining X-ray Fluorescence Spectroscopy (XRF) with Monte Carlo simulations using the XRMC code. The "Cesta" had been discovered probably in the XVIII century with the first graphic representation reported around 1761. In a later draft (dated 1764), the basket has been depicted as being carried upside-down on the shoulder of a large bronze warrior Barthélemy (1761), Pinza (1901), Winckelmann (1776). The two pictorial representations differed only by the presence of handles in the most recent one. XRF measurements revealed that the handles of the object are composed by brass while the other parts are composed by bronze suggesting the handles as being a later addition to the original object. The artifact is covered at its surface by a fairly thick corrosion patina. In order to determine the bronze bulk composition without the need for removing the outer patina, the artifact has been modeled as a two layer object in Monte Carlo simulations.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsias... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dell'editore, degli autori e di abruzzoavventure.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsias... more Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l'autorizzazione scritta dell'editore, degli autori e di abruzzoavventure.
ISBN 9788894035537
Oggetti di ornamento come indicatori di status nelle comunità del Lazio antico nel Bronzo Finale ... more Oggetti di ornamento come indicatori di status nelle comunità del Lazio antico nel Bronzo Finale e nella prima età del ferro. Alcune riflessioni Premessa Gli archeologi ricostruiscono la struttura sociale delle comunità antiche in primo luogo attraverso le studio dei dati derivanti dalle sepolture; eppure questo procedimento è notoriamente deformato non solo dalla parzialità dei dati funerari ma dai processi di selezione e dai rituali, non chiaramente decrittabili, adottati: non sempre la variabilità "funeraria" di individui o gruppi sepolti rappresenta quella della relativa società dei vivi, sia per la composizione demografica (genere e classi di età), sia per la struttura sociale. In particolare (ovvero "in tema", con riferimento agli intenti di questo consesso), il possesso di oggetti dall'alto valore simbolico, che implicano un certo impegno economico, è una condizione imprescindibile per chi ha una posizione sovraordinata in una comunità, ma l'ostentazione dei simboli del potere non necessariamente viene esplicitata nell'ambito dei rituali funerari (D').
Co-authored with A. Depalmas and A. Sanciu
Sardinian metallurgy produced samples of high artistic and historical value. In particular, ship ... more Sardinian metallurgy produced samples of high artistic and historical value. In particular, ship models are rare and unmatched examples of the mastery reached by Sardinian metallurgists and their production process deserves an in-depth analysis of all the phases involved in the making. In this work, we examined a Sardinian boat model to obtain information about its composition, microstructure and manufacturing technique. The object is a small bronze ship model that was found near the Nuraghe Colovros, located in northeast Sardinia (Italy). It was analysed by means of neutron imaging and neutron diffraction experiments at the ISIS Pulsed Neutron and Muon Source laboratory (Harwell, UK). Neutron techniques are relatively new in the field of archaeometry, but they are a very effective tool for the study of archaeological objects: they permit to survey complete artefacts, determine compositions and structures, assess the conservation status and address questions of effective use and casting techniques. This type of data can add new and different insights to existing archaeological information, especially where sampling is not permitted. The outcome of the study reveals a peculiar approach to the manufacturing of the boat model.
Coauthored with A. Depalmas, M. Cataldo, F. Grazzi, A. Scherillo, A. Fedrigo, W. Kockelmann, A. Canu, A. Brunetti
ISBN 978-88-946182-2-8 Coauthored with P. Boccuccia, I. Bove and R.A. Di Lella
Cartagine, il Mediterraneo centro-occidentale e la Sardegna. Società, economia e cultura materiale tra Fenici e autoctoni. Studi in onore di Piero Bartoloni, a cura di Michele Guirguis, Sara Muscuso e Rosana Pla Orquín, 2021
ISBN 978-88-942506-2-6
cemente e ai quali Rita era profondamente legata, ci mancheranno molto come colleghi, ma soprattu... more cemente e ai quali Rita era profondamente legata, ci mancheranno molto come colleghi, ma soprattutto come amici con i quali abbiamo trascorso gli anni più belli e importanti della nostra vita lavorativa e non solo.
Co-authored with Barbara Belelli Marchesini
Co-authored with A. Depalmas
La protostoria dell’Arco del Mignone. Bronzo Antico-Bronzo Medio, 2021
Materials , 2022
Co-authored with: A. Brunetti, M. Porcaro, S. Lins, R.M. Anzalone, M. Mineo and A. Depalmas. This... more Co-authored with: A. Brunetti, M. Porcaro, S. Lins, R.M. Anzalone, M. Mineo and A. Depalmas.
This paper is an open-access article distributed under the terms and conditions of the Creative Commons Attribution.
Rieti città delle acque, Studi e ricerche di geologia, archeologia e storia dell'agro reatino, a cura di Carlo Virili, Teseo ed., 2022
Co-authored with Marco Bettelli and Andrea Di Renzoni
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Co-authored with L. Santella
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XV, 2022
Per Jacopo De Grossi Mazzorin, Piccolo libro bianco - Ricordi di amici, archeozoologi e non, Prato 2024, a cura di M. Masseti, C. Minniti e C.A. Corbino
Ricordo personale del caro amico Jacopo De Grossi Mazzorin, venuto a mancare all'affetto dei suoi... more Ricordo personale del caro amico Jacopo De Grossi Mazzorin, venuto a mancare all'affetto dei suoi cari il 5 febbraio 2023.
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Co-authored with B. Barbaro and S. De Angelis
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. I, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Atti Preistoria e Protostoria in Etruria XVI, vol. II, 2024
Co-authored with B. Barbaro
Co-authored with Marco Pacciarelli
Quaternary Science Reviews, 2025
Co-authored with Tomaso Di Fraia ISSN 0277-3791 Solo fino a tutto gennaio 2025 l'editore concede... more Co-authored with Tomaso Di Fraia
ISSN 0277-3791
Solo fino a tutto gennaio 2025 l'editore concede di scaricare l'articolo tramite:
Only until January 2025 the publisher allows downloading the article via:
https://authors.elsevier.com/a/1kG2--4PS9uY0
La necropoli etrusca “Cava della Scaglia“ a Civitavecchia. Nuovi dati e documentazione (a cura di Barbara De Paolis), Quaderni del Museo Nazionale Archeologico di Civitavecchia, Antiquares edizioni, Acquapendente, 2024
ISBN 9791280731838
ISBN 9789491431203, Jan 2013
ISBN 9788878491724 Co-authored with L. Malnati, G. Baldelli and R. Poggiani Keller
Co-authored with Marco Pacciarelli
Co-authored with Marco Pacciarelli
Co-authored with Andrea Cardarelli
Co-authored with Marco Pacciarelli
Co-authored with M. Pacciarelli
Co-authored with Giorgio Filippi and Marco Pacciarelli
Co-authored with Marco Pacciarelli
Co-authored with Marco Pacciarelli
Co-authored with Andrea Cardarelli, Giorgio Filippi and Marco Pacciarelli
Co-authored with Alessandro Guidi
Co-authored with Marco Pacciarelli
http://www.romanotizie.it/agenda/rivive-la-festa-delle-lucarie-a-crustumerium
https://www.iltempo.it/roma-capitale/2011/08/25/news/tesori-ai-bordi-di-periferia-857160/
Viene riassunta un'osservazione sulle indicazioni che le sepolture protostoriche dell'Italia cent... more Viene riassunta un'osservazione sulle indicazioni che le sepolture protostoriche dell'Italia centrale forniscono in rapporto alle differenze socio-economiche.
Mostra "Popoli e terre della lana"
Articolo di Carlo Casi con intervista a F. di Gennaro
Archaeo Reporter (on line), 2021
8.mag.2021 - Museo Civico di Barbarano Romano - Museo delle necropoli rupestri
TG3 Lazio, 21 luglio 2022, 2022
Crustumerium. Death and Afterlife at the Gates of Rome Exhibition, Ny Carlsberg Glyptoteket, Cope... more Crustumerium. Death and Afterlife at the Gates of Rome
Exhibition, Ny Carlsberg Glyptoteket, Copenhagen from May 19 till October 23, 2016
The ancient city Crustumerium was a centre for cultural exchange and played a significant role in the story of the foundation of Rome. For some 1,500 year Crustumerium was merely a recurrent reference in historical sources. When in 1975 archaeologists located the city, some 15 km north of the Italian capital, it was an archaeological breakthrough of the first order, and Crustumerium has since been the object of numerous successful excavations.
The main contributors to this exhibition are the Ny Carlsberg Glyptoteket, SSBAR (the archaeological superintendence of Rome) and the Groningen Institute of Archaeology (University of Groningen, the Netherlands). We especially would like to thank Dr.ssa P. Filippini of the SSBAR for her support.
For more information visit:
http://www.glyptoteket.com/whats-on/calendar/crustumerium-death-and-afterlife-at-the-gates-of-rome
Crustumerium è un centro antico del Lazio settentrionale. La collina sui cui sorgeva la città si ... more Crustumerium è un centro antico del Lazio settentrionale. La collina sui cui sorgeva la città si trova a pochi chilometri nord di Roma, lungo il fiume Tevere, al confine con il territorio sabino. Non distante, lungo la Via Salaria, si trovano i centri sabini di Cures ed Eretum; sull'altra sponda del fiume c'è il famoso Lucus Feroniae e, soprattutto, c'è l'etrusca Veio. Siamo dunque nel cuore di quel crogiolo culturale tiberino che ha costituito per secoli un polo di sviluppo alle porte di Roma. Fino agli inizi degli anni '80 del secolo scorso, tuttavia, nelle guide archeologiche del Lazio Crustumerium era poco più di un nome, cui non era possibile associare un sito archeologico preciso.[1] Ad onta di questo silenzio del record archeologico, questa misconosciuta città latina, come testimoniano le fonti letterarie, ha giocato un ruolo importante nei racconti relativi alle origini di Roma. Il nome di Crustumerium infatti figura da protagonista in eventi pseudo-storici che la tradizione storiografica colloca nell'età monarchica e agli inizi di quella repubblicana: in particolare, durante il periodo regio la città essa sarebbe stata oggetto di due conquiste militari, la prima durante il regno di Romolo, la seconda ad opera di Tarquinio Prisco, mentre la terza-definitiva
Al sig Giorgio Caffari Sindaco di Riofreddo e, p.c. all'Assessore alla Cultura Sig. Gabriele Ales... more Al sig Giorgio Caffari Sindaco di Riofreddo e, p.c. all'Assessore alla Cultura Sig. Gabriele Alessandri al dott. Emilio Di Fazio Direttore del Museo delle Culture Oggetto: Riofreddo (RM). Valorizzazione e rispetto del Fosso Bagnatore.
Ogg.: Segnalazione di danni all'ambiente sulla riva destra del Fiume Turano nel comune di Longone... more Ogg.: Segnalazione di danni all'ambiente sulla riva destra del Fiume Turano nel comune di Longone Sabino (RI).
Al Comune di Borbona (RI) e, p.c. alla provincia di Rieti, alla Regione Lazio Ogg.: Discariche e ... more Al Comune di Borbona (RI) e, p.c. alla provincia di Rieti, alla Regione Lazio Ogg.: Discariche e altri abusi lungo il Ratto di Borbona Spettabile amministrazione civica di Borbona, frequento da molti anni il vostro territorio dove pratico attività ricreative di escursionismo e osservazione naturalistica, nonché la pesca sportiva. Mi sento pertanto in dovere di collaborare con codesta comunità segnalando alcune criticità relative alla valle del torrente Ratto. Nel ruscello, oltre agli onnipresenti sporadici detriti, che ormai costituiscono un "rumore di fondo" in tutte le nostre idrovie, mentre da una parte si può riconoscere uno stadio di degrado e di vilipendio molto meno avanzato rispetto ad altri corsi d'acqua della provincia, come per esempio il vituperato fiume Salto, ho potuto recentemente notare la presenza nel greto di un bidet e di una tazza-water closet (completi di tubature e cromaticamente coordinati in modo tale da denunciare lo scarico di una partita di sanitari sostituiti), circa 50 m prima del km 40,900 della SR 471, a monte del guado carrabile in direzione de "le Macchiette" ivi esistente [n.1 nell'allegato]; gli oggetti sembrerebbero scaricati dal campo sottostante la strada, mentre meno probabile sembra il trasporto tramite la corrente del ruscello dalla scarpata sottostante il ciglio stradale al km 40,950, dove sono presenti tra la vegetazione un ulteriore water, cucine e altri elettrodomestici scaricati direttamente dalla strada [n.2]. Si è inteso fornire le precise indicazioni metriche della localizzazione dei materiali abusivamente abbandonati, anche al fine di un eventuale, e quantomai opportuno, intervento di bonifica da parte di codesto Comune, pur nella consapevolezza che il problema non si risolve ripulendo sistematicamente a spese pubbliche, ma solo con il controllo e con la oculata repressione. Più a monte, in vicinanza dell'abitato di Borbona, in corrispondenza di un capannone in riva sinistra, nel punto indicato con il n. 3, vengono accumulati e bruciati rifiuti. Da qui procedendo ancora a monte, sull'opposta riva destra, la recinzione di un deposito-cantiere (a cui è probabile che debba attribuirsi anche la discarica di materiali di demolizione sull'argine) impedisce del tutto la deambulazione lungo il torrente [n.4], che peraltro anche in alcuni tratti più a valle i pescasportivi possono percorrere soltanto camminando nel greto, giacché le recinzioni trasversali giungono fino al letto fluviale, cosa incompatibile con la normativa generale che prevede il libero passaggio lungo le acque correnti pubbliche. Aggiungo che il torrente Ratto, nella situazione di generale degrado e saccheggio del territorio, rappresenta una risorsa sportiva e turistica di notevole livello, che la comunità locale dovrebbe e potrebbe valorizzare. Varrebbe la pena di ripristinarvi il rispetto delle regole di base, in primo luogo evitando la discarica ma anche imponendo la modifica delle recinzioni che precludono il passaggio lungo le sponde, e di effettuare regolarmente gli opportuni controlli, irrogando quelle sanzioni che costituiscono l'unico deterrente ai fini della protezione dell'ambiente. (allegate 2 foto satellitari da Google) Con molti saluti