Roberto Santamaria | Ministero della cultura (original) (raw)
Papers by Roberto Santamaria
I Chiavari famiglia patrizia genovese dalle origini all’età contemporanea, a cura di A. Lercari, 2023
Famiglia patrizia genovese, dalle origini all'età contemporanea a cura di Andrea Lercari
Deputazione di storia patria per le Venezie Calle del Tintor-S. Croce 1583-30135 Venezia Deputazi... more Deputazione di storia patria per le Venezie Calle del Tintor-S. Croce 1583-30135 Venezia Deputazione Di storia patria per le Venezie STUDI a cura di alfreDo Buonopane-pietro Del negro-giuseppe gullino-gherarDo ortalli
Francesco Maria Schiaffino. Il ritrovamento dell’altare di Bartolomeo Lomellini, 2023
Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende di... more Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende disponibile per assolvere a eventuali diritti fotografici dovuti.
Francesco Maria Schiaffino. Il ritrovamento dell’altare di Bartolomeo Lomellini, 2023
Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende di... more Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende disponibile per assolvere a eventuali diritti fotografici dovuti.
A collection of essays on display and collecting in Italy between the 15th and the 19th century.
A.VE Archivio fotografico-su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per i... more A.VE Archivio fotografico-su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Gallerie dell'Accademia di Venezia © Archivio dell'arte / Pedicini fotografi, Napoli © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Torino, Musei Reali-Galleria Sabauda © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Archivio di Stato di Napoli
The article traces the provenance of the painting "Portrait of a man in a red cap," by ... more The article traces the provenance of the painting "Portrait of a man in a red cap," by 15th-century Italian artist Antonello da Messina, part of the collection of the National Gallery in London, England. The author describes a description of the painting in the 1727 inventory of the palace of Genoese nobleman Francesco Maria Spinola and compares it to a drawing attached to the back of the painting. The author also discusses ownership of the painting by Roberto Canonici of Ferrara in the 17th century.
F. FRANCHINI GUELFI, Les marbriers génois entrepreneurs et marchends. Les routes du marbre de l’Italie aux demeres d’Europe, in Marbres de Rois, atti del convegno di Versailles (22-24 May 2003), a cura di P. Julien, “Arts Collection”, aprile 2013, Aix-en-Provence, pp. 177-182, 2013
D. SANGUINETI, Anton Maria Maragliano 1664-1739, Genova 2012, 2012
Palazzo Grimaldi della Meridiana. Una dimora aristocratica genovese, a cura di G. Bozzo, L. Magnani, G. Rossini, Genova 2010, pp. 63-68, 2010
Palazzo Grimaldi della Meridiana. Una dimora aristocratica genovese, a cura di G. Bozzo, L. Magnani, G. Rossini, Genova 2010, pp. 189-191, 2010
I Cattaneo Della Volta, vicende e protagonisti di una lillenaria famiglia genovese, a cura di E. Chiavari Cattaneo Della Volta e A. Lercari, Genova 2017, pp. 384-403, 2017
A tutti i Cattaneo Della Volta del tempo passato, del presente e del futuro © 2017 Sagep editori ... more A tutti i Cattaneo Della Volta del tempo passato, del presente e del futuro © 2017 Sagep editori www.sagep.it ISBn 978-88-6373-473-7
Giacomo Durazzo (1718-1794). Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 77-85, 2012
Il ritrovamento di un inedito inventario 1 , redatto alla morte di Marcello Durazzo fu Giuseppe, ... more Il ritrovamento di un inedito inventario 1 , redatto alla morte di Marcello Durazzo fu Giuseppe, nel quale viene integralmente descritto e parzialmente periziato quanto allora si conservava nelle quattro principali residenze del defunto, quella cittadina in piazza del Carmine, le ville di Pino Sottano in Val Bisagno e di Romairone in Val Polcevera, infine il palazzo di Torino, apporta nuovi elementi per la conoscenza delle collezioni appartenute al conte Giacomo che in buona parte ritroviamo citate in questo sterminato elenco. Come noto, Giacomo morì senza prole, designando erede il nipote ex fratre Girolamo Luigi quondam Marcellino, anche lui privo di figli, il quale morendo (1809) lasciò i suoi beni al primogenito di sua sorella Francesca e di Giuseppe Durazzo del ramo di Gabiano, il "nostro" Marcello, nella cui figura -quindiconfluirono i due rami principali del clan Durazzo, quello di "Palazzo Reale" e quello di Gabiano 2 . L'inventario (fig. 1) venne redatto in un momento particolarmente delicato per la famiglia e anche per la città, non più libera ma soggiogata alla dinastia sabauda, la qualedue anni addietro (5 aprile 1824) -aveva acquisito, proprio dal defunto marchese, la principale e più magnificente residenza dei Durazzo, il "Palazzo contra San Carlo" 3 . La morte colse Marcello il 24 giugno 1826 a Milano, quattro giorni dopo avere dettato il proprio testamento al notaio meneghino Gerolamo Della Croce 4 . La moglie, Giulia Spinola quondam Agostino 5 , rimase vedova con quattro figli: Giuseppe Maria, Agostino e i minori Gerolamo e Giovanni Luca, di cui fu tutrice e procuratrice nel contempo. La redazione dell'inventario si rendeva perciò necessaria ai fini della divisione fra i figli, eredi in parti eguali come stabilito dal testamento paterno. L'incombenza di redigere l'inventario fu delegata dalla vedova al proprio "razionale", Paolo Guidobono fu Bartolomeo, incaricato ad hoc con procura notarile del 18 settembre 6 . Come anticipato, la maggior parte dei beni erano allora conservati nella "casa ove vivendo ed all'epoca della sua morte abitava detto ora fu signor marchese Marcello Maria Niccolò Durazzo fu Giuseppe, posta in Genova in vicinanza della chiesa di Nostra Signora del Carmine" (c. 28r), un palazzo di proprietà di Giuseppe Fravega che era stato affittato dalla famiglia probabilmente subito dopo la ricordata vendita del palazzo di Strada Balbi ai Savoia 7 . Prima di addentrarci nel commento dei beni citati nel documento notarile 8 si ritiene opportuno dare conto delle vicende ereditarie di questo ramo dei Durazzo. Dopo la redazione dell'inventario, e dopo preventivi aggiustamenti 9 , gli eredi di Marcello definirono l'eredità paterna nel 1838 10 . Con questo accordo venne diviso tutto il patrimonio tranne un significativo corpus: la collezione di stampe, argomento che viene trattato ampiamente in questo stesso volume e alla cui lettura si rimanda 11 . L'atto di divisione fu firmato nella residenza del primogenito del defunto, il Palazzo Tagliavacche in salita Santa Caterina 12 , fra lo stesso Giuseppe Maria e il cugino Giacomo Filippo Durazzo di Gabiano quondam Marcello quondam Giacomo Filippo, "abitante in Strada Balbi", quale rappresentante del fratello Gerolamo, allora a Parigi 13 . In tutto ciò risalta l'assenza e l'esclusione dalla divisione degli altri due eredi citati nel testamento di Marcello, Agostino e Giovanni Luca. In effetti, Giovanni Luca, destinato a diventare gesuita 14 , rinunciò alle eredità paterna e materna nel 1834 15 a fronte di una pensione vitalizia annua di £ 3.600 versatagli dal beneficiario della rinuncia, il fratello Giuseppe Maria, cifra che venne portata a complessive £ 8.000 nel 1838 16 . Ai margini dell'eredità è anche Agostino che rinunciò al suo quarto d'eredità nel 77
Giacomo Durazzo (1718-1794). Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 119-141, 2012
La mattina di mercoledì 2 maggio 1827 il drappello all'opera nel palazzo al Carmine per inventari... more La mattina di mercoledì 2 maggio 1827 il drappello all'opera nel palazzo al Carmine per inventariare il patrimonio di Marcello Durazzo varcava la porta della "stanza ad uso di Gabinetto della celebre raccolta di stampe" 1 . Anche in questo caso si trattava di beni pervenuti al defunto marchese quale discendente di Giacomo Durazzo, che della collezione era stato ideatore e autore. In verità, nel palazzo al Carmine troviamo una raccolta ben più articolata rispetto a quella che il Conte allestì per Alberto, principe di Sassonia e duca di Saxe-Teschen, negli anni in cui fu ambasciatore cesareo a Venezia 2 . Infatti, terminata questa impresa nel 1776, Giacomo volle creare per sé una seconda e più ampia raccolta, come si legge nella descrizione della collezione che il Conte aveva affidato a Bartolomeo Benincasa 3 . Questa seconda raccolta nacque a Venezia ma venne proseguita e conclusa a Genova, città nella quale fu trasferita quando Giacomo tornò a risiedervi per incamerare l'eredità del fratello Marcellino e qui rimase anche quando il Conte si ricongiunse con la moglie Ernestine nuovamente in Veneto, nell'autunno del 1791, per vivere gli ultimi tre anni di vita. Dopo la partenza di Giacomo da Genova le notizie sulla raccolta si fanno frammentarie fino a che, nel 1872-1873, la casa d'aste Gutekunst di Stoccarda pose all'incanto 7218 lotti provenienti dalla collezione Durazzo. Questo, per sommi capi, quanto a oggi noto 4 . L'analisi incrociata dell'inedito inventario del 1826-1827, di altri documenti relativi a questa collezione e delle notizie emergenti dagli epistolari dei molti eruditi con cui Giacomo fu in contatto, permettono ora di apportare sostanziali novità alla conoscenza di questa "superba collezione […] singolare ornamento della nostra città" 5 .
Van Dyck e i suoi amici Fiamminghi a Genova 1600-1640, a cura di A. Orlando, 2018
Gli Ospedali medievali della Val Polcevera e dell’oltregiogo: osservazioni preliminari sulle problematiche poste dalla ricerca sul terreno, in “Studi Genuensi”, 2000-02, 16, pp. 43-58, 2000
Segni del passato. Montoggio un paese entrato nella Storia, a cura di S. Peddis, Busalla 2007, pp. 74-93, 2007
Gli autori desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Sergio Rossi e, oltre a tutte le ... more Gli autori desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Sergio Rossi e, oltre a tutte le persone esplicitamente citate nel testo, ringraziano: G iovanni M eriana, A rrigo Boccioni, Don Si ringraziano inoltre quanti, attraverso suggerim enti, m ateriali, testim onianze hanno contribuito alla realizzazione di questo volum e Progetto grafico e impaginazione La pubblicazione della carta "M ontoggio 13 4 ", Tipo geom etrico con cernente le differenze tra M ontoggio e Torriglia, Vinzoni, 1750 e del Progetto d ell'altare della Chiesa d i N.S. del Carm ine a Genova, è stata autorizzata dal D irettore delFArchivio di Stato di Genova, n. 1762 del 15 m arzo 2007 L 'editore rim ane a disposizione per gli eventuali diritti sulle im m agini pubblicate ISBN: 978 -88-89822-18-0 Tutti i diritti riservati © 2007 La Lontra snc di Bruno G uzzo e Fabrizio Fazzari V ia Guido Rossa 13 A -16 0 12 Busalla (GE) Tel: 010 97 6 14 8 8 w w w .lalontra.it http://lalontra.splinder.com info@ lalontra.it
Carte d'Arte. Studi e riscoperte di collezionismo a Genova è la collana editoriale ideata e diret... more Carte d'Arte. Studi e riscoperte di collezionismo a Genova è la collana editoriale ideata e diretta da Anna Orlando che presenta il frutto delle ricerche storiche, archivistiche e storico artistiche di un team di studiosi di volta in volta impegnati ad approfondire un capitolo importante della storia dell'arte e del collezionismo della città nel momento in cui Genova è indiscussa capitale artistica d'Europa. Questo volume racconta, attraverso lo studio approfondito della Sacra Famiglia di Van Dyck oggi nelle collezioni d'arte di Banca Carige a Genova e con la pubblicazione di molti documenti inediti, la storia dei committenti e collezionisti che hanno posseduto questo e altri capolavori: i Pallavicino discendenti di Tobia, i Di Negro di Banchi e i Doria di Montaldeo. Di questi ultimi viene presentata per la prima volta la ricostruzione storica della celebre quadreria conservata fino alla metà del Novecento nel palazzo di Strada Nuova.
I Chiavari famiglia patrizia genovese dalle origini all’età contemporanea, a cura di A. Lercari, 2023
Famiglia patrizia genovese, dalle origini all'età contemporanea a cura di Andrea Lercari
Deputazione di storia patria per le Venezie Calle del Tintor-S. Croce 1583-30135 Venezia Deputazi... more Deputazione di storia patria per le Venezie Calle del Tintor-S. Croce 1583-30135 Venezia Deputazione Di storia patria per le Venezie STUDI a cura di alfreDo Buonopane-pietro Del negro-giuseppe gullino-gherarDo ortalli
Francesco Maria Schiaffino. Il ritrovamento dell’altare di Bartolomeo Lomellini, 2023
Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende di... more Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende disponibile per assolvere a eventuali diritti fotografici dovuti.
Francesco Maria Schiaffino. Il ritrovamento dell’altare di Bartolomeo Lomellini, 2023
Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende di... more Altre immagini appartengono all'archivio personale degli autori. L'ente organizzatore si rende disponibile per assolvere a eventuali diritti fotografici dovuti.
A collection of essays on display and collecting in Italy between the 15th and the 19th century.
A.VE Archivio fotografico-su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per i... more A.VE Archivio fotografico-su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Gallerie dell'Accademia di Venezia © Archivio dell'arte / Pedicini fotografi, Napoli © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Torino, Musei Reali-Galleria Sabauda © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli © Su concessione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo-Archivio di Stato di Napoli
The article traces the provenance of the painting "Portrait of a man in a red cap," by ... more The article traces the provenance of the painting "Portrait of a man in a red cap," by 15th-century Italian artist Antonello da Messina, part of the collection of the National Gallery in London, England. The author describes a description of the painting in the 1727 inventory of the palace of Genoese nobleman Francesco Maria Spinola and compares it to a drawing attached to the back of the painting. The author also discusses ownership of the painting by Roberto Canonici of Ferrara in the 17th century.
F. FRANCHINI GUELFI, Les marbriers génois entrepreneurs et marchends. Les routes du marbre de l’Italie aux demeres d’Europe, in Marbres de Rois, atti del convegno di Versailles (22-24 May 2003), a cura di P. Julien, “Arts Collection”, aprile 2013, Aix-en-Provence, pp. 177-182, 2013
D. SANGUINETI, Anton Maria Maragliano 1664-1739, Genova 2012, 2012
Palazzo Grimaldi della Meridiana. Una dimora aristocratica genovese, a cura di G. Bozzo, L. Magnani, G. Rossini, Genova 2010, pp. 63-68, 2010
Palazzo Grimaldi della Meridiana. Una dimora aristocratica genovese, a cura di G. Bozzo, L. Magnani, G. Rossini, Genova 2010, pp. 189-191, 2010
I Cattaneo Della Volta, vicende e protagonisti di una lillenaria famiglia genovese, a cura di E. Chiavari Cattaneo Della Volta e A. Lercari, Genova 2017, pp. 384-403, 2017
A tutti i Cattaneo Della Volta del tempo passato, del presente e del futuro © 2017 Sagep editori ... more A tutti i Cattaneo Della Volta del tempo passato, del presente e del futuro © 2017 Sagep editori www.sagep.it ISBn 978-88-6373-473-7
Giacomo Durazzo (1718-1794). Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 77-85, 2012
Il ritrovamento di un inedito inventario 1 , redatto alla morte di Marcello Durazzo fu Giuseppe, ... more Il ritrovamento di un inedito inventario 1 , redatto alla morte di Marcello Durazzo fu Giuseppe, nel quale viene integralmente descritto e parzialmente periziato quanto allora si conservava nelle quattro principali residenze del defunto, quella cittadina in piazza del Carmine, le ville di Pino Sottano in Val Bisagno e di Romairone in Val Polcevera, infine il palazzo di Torino, apporta nuovi elementi per la conoscenza delle collezioni appartenute al conte Giacomo che in buona parte ritroviamo citate in questo sterminato elenco. Come noto, Giacomo morì senza prole, designando erede il nipote ex fratre Girolamo Luigi quondam Marcellino, anche lui privo di figli, il quale morendo (1809) lasciò i suoi beni al primogenito di sua sorella Francesca e di Giuseppe Durazzo del ramo di Gabiano, il "nostro" Marcello, nella cui figura -quindiconfluirono i due rami principali del clan Durazzo, quello di "Palazzo Reale" e quello di Gabiano 2 . L'inventario (fig. 1) venne redatto in un momento particolarmente delicato per la famiglia e anche per la città, non più libera ma soggiogata alla dinastia sabauda, la qualedue anni addietro (5 aprile 1824) -aveva acquisito, proprio dal defunto marchese, la principale e più magnificente residenza dei Durazzo, il "Palazzo contra San Carlo" 3 . La morte colse Marcello il 24 giugno 1826 a Milano, quattro giorni dopo avere dettato il proprio testamento al notaio meneghino Gerolamo Della Croce 4 . La moglie, Giulia Spinola quondam Agostino 5 , rimase vedova con quattro figli: Giuseppe Maria, Agostino e i minori Gerolamo e Giovanni Luca, di cui fu tutrice e procuratrice nel contempo. La redazione dell'inventario si rendeva perciò necessaria ai fini della divisione fra i figli, eredi in parti eguali come stabilito dal testamento paterno. L'incombenza di redigere l'inventario fu delegata dalla vedova al proprio "razionale", Paolo Guidobono fu Bartolomeo, incaricato ad hoc con procura notarile del 18 settembre 6 . Come anticipato, la maggior parte dei beni erano allora conservati nella "casa ove vivendo ed all'epoca della sua morte abitava detto ora fu signor marchese Marcello Maria Niccolò Durazzo fu Giuseppe, posta in Genova in vicinanza della chiesa di Nostra Signora del Carmine" (c. 28r), un palazzo di proprietà di Giuseppe Fravega che era stato affittato dalla famiglia probabilmente subito dopo la ricordata vendita del palazzo di Strada Balbi ai Savoia 7 . Prima di addentrarci nel commento dei beni citati nel documento notarile 8 si ritiene opportuno dare conto delle vicende ereditarie di questo ramo dei Durazzo. Dopo la redazione dell'inventario, e dopo preventivi aggiustamenti 9 , gli eredi di Marcello definirono l'eredità paterna nel 1838 10 . Con questo accordo venne diviso tutto il patrimonio tranne un significativo corpus: la collezione di stampe, argomento che viene trattato ampiamente in questo stesso volume e alla cui lettura si rimanda 11 . L'atto di divisione fu firmato nella residenza del primogenito del defunto, il Palazzo Tagliavacche in salita Santa Caterina 12 , fra lo stesso Giuseppe Maria e il cugino Giacomo Filippo Durazzo di Gabiano quondam Marcello quondam Giacomo Filippo, "abitante in Strada Balbi", quale rappresentante del fratello Gerolamo, allora a Parigi 13 . In tutto ciò risalta l'assenza e l'esclusione dalla divisione degli altri due eredi citati nel testamento di Marcello, Agostino e Giovanni Luca. In effetti, Giovanni Luca, destinato a diventare gesuita 14 , rinunciò alle eredità paterna e materna nel 1834 15 a fronte di una pensione vitalizia annua di £ 3.600 versatagli dal beneficiario della rinuncia, il fratello Giuseppe Maria, cifra che venne portata a complessive £ 8.000 nel 1838 16 . Ai margini dell'eredità è anche Agostino che rinunciò al suo quarto d'eredità nel 77
Giacomo Durazzo (1718-1794). Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 119-141, 2012
La mattina di mercoledì 2 maggio 1827 il drappello all'opera nel palazzo al Carmine per inventari... more La mattina di mercoledì 2 maggio 1827 il drappello all'opera nel palazzo al Carmine per inventariare il patrimonio di Marcello Durazzo varcava la porta della "stanza ad uso di Gabinetto della celebre raccolta di stampe" 1 . Anche in questo caso si trattava di beni pervenuti al defunto marchese quale discendente di Giacomo Durazzo, che della collezione era stato ideatore e autore. In verità, nel palazzo al Carmine troviamo una raccolta ben più articolata rispetto a quella che il Conte allestì per Alberto, principe di Sassonia e duca di Saxe-Teschen, negli anni in cui fu ambasciatore cesareo a Venezia 2 . Infatti, terminata questa impresa nel 1776, Giacomo volle creare per sé una seconda e più ampia raccolta, come si legge nella descrizione della collezione che il Conte aveva affidato a Bartolomeo Benincasa 3 . Questa seconda raccolta nacque a Venezia ma venne proseguita e conclusa a Genova, città nella quale fu trasferita quando Giacomo tornò a risiedervi per incamerare l'eredità del fratello Marcellino e qui rimase anche quando il Conte si ricongiunse con la moglie Ernestine nuovamente in Veneto, nell'autunno del 1791, per vivere gli ultimi tre anni di vita. Dopo la partenza di Giacomo da Genova le notizie sulla raccolta si fanno frammentarie fino a che, nel 1872-1873, la casa d'aste Gutekunst di Stoccarda pose all'incanto 7218 lotti provenienti dalla collezione Durazzo. Questo, per sommi capi, quanto a oggi noto 4 . L'analisi incrociata dell'inedito inventario del 1826-1827, di altri documenti relativi a questa collezione e delle notizie emergenti dagli epistolari dei molti eruditi con cui Giacomo fu in contatto, permettono ora di apportare sostanziali novità alla conoscenza di questa "superba collezione […] singolare ornamento della nostra città" 5 .
Van Dyck e i suoi amici Fiamminghi a Genova 1600-1640, a cura di A. Orlando, 2018
Gli Ospedali medievali della Val Polcevera e dell’oltregiogo: osservazioni preliminari sulle problematiche poste dalla ricerca sul terreno, in “Studi Genuensi”, 2000-02, 16, pp. 43-58, 2000
Segni del passato. Montoggio un paese entrato nella Storia, a cura di S. Peddis, Busalla 2007, pp. 74-93, 2007
Gli autori desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Sergio Rossi e, oltre a tutte le ... more Gli autori desiderano rivolgere un ringraziamento particolare a Sergio Rossi e, oltre a tutte le persone esplicitamente citate nel testo, ringraziano: G iovanni M eriana, A rrigo Boccioni, Don Si ringraziano inoltre quanti, attraverso suggerim enti, m ateriali, testim onianze hanno contribuito alla realizzazione di questo volum e Progetto grafico e impaginazione La pubblicazione della carta "M ontoggio 13 4 ", Tipo geom etrico con cernente le differenze tra M ontoggio e Torriglia, Vinzoni, 1750 e del Progetto d ell'altare della Chiesa d i N.S. del Carm ine a Genova, è stata autorizzata dal D irettore delFArchivio di Stato di Genova, n. 1762 del 15 m arzo 2007 L 'editore rim ane a disposizione per gli eventuali diritti sulle im m agini pubblicate ISBN: 978 -88-89822-18-0 Tutti i diritti riservati © 2007 La Lontra snc di Bruno G uzzo e Fabrizio Fazzari V ia Guido Rossa 13 A -16 0 12 Busalla (GE) Tel: 010 97 6 14 8 8 w w w .lalontra.it http://lalontra.splinder.com info@ lalontra.it
Carte d'Arte. Studi e riscoperte di collezionismo a Genova è la collana editoriale ideata e diret... more Carte d'Arte. Studi e riscoperte di collezionismo a Genova è la collana editoriale ideata e diretta da Anna Orlando che presenta il frutto delle ricerche storiche, archivistiche e storico artistiche di un team di studiosi di volta in volta impegnati ad approfondire un capitolo importante della storia dell'arte e del collezionismo della città nel momento in cui Genova è indiscussa capitale artistica d'Europa. Questo volume racconta, attraverso lo studio approfondito della Sacra Famiglia di Van Dyck oggi nelle collezioni d'arte di Banca Carige a Genova e con la pubblicazione di molti documenti inediti, la storia dei committenti e collezionisti che hanno posseduto questo e altri capolavori: i Pallavicino discendenti di Tobia, i Di Negro di Banchi e i Doria di Montaldeo. Di questi ultimi viene presentata per la prima volta la ricostruzione storica della celebre quadreria conservata fino alla metà del Novecento nel palazzo di Strada Nuova.