Teresa Chirico | Conservatorio Santa Cecilia - Rome (original) (raw)
Books by Teresa Chirico
L’aquila bicipite e la musica: il cardinale Pietro Ottoboni nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1... more L’aquila bicipite e la musica: il cardinale Pietro Ottoboni nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1691) da documenti della Biblioteca Apostolica Vaticana
L'aquila bicipite e la musica. nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1691) da documenti della Biblioteca Apostolica Vaticana, 2024
Roma, Torre d'Orfeo, 1992
Papers by Teresa Chirico
Bande musicali in Abruzzo e al Centro-Sud. Storie, pratiche, ri-creazioni. Atti della Giornata di Studi in memoria di Gianluca Tarquinio a cura di Francesca Piccone, 2022
Il contributo, basato su documenti d'archivio anche inediti, presenta uno sguardo sui complessi b... more Il contributo, basato su documenti d'archivio anche inediti, presenta uno sguardo sui complessi bandistici in Calabria nell'Ottocento sin dalle loro origini, a confronto con diversi altri complessi del Meridione d'Italia, nel contesto storico della loro crescita. Un'attenzione particolare è riservata alla formazione dei bandisti e alle scuole di musica, al rapporto con le bande militari e con i teatri del territorio, nonché agli aspetti sociali inerenti ai sonatori. Si mettono in rilievo l'utilizzo di strumenti musicali e i loro costruttori, anche alla luce dei cambiamenti degli organici nell'ambito del secolo.
Il Real Collegio di Musica di Napoli all'alba dell'Unità d'Italia, 2022
Disponible en Internet: http://books.openedition.org/cidehus/19861. ISBN: 9791036593086.
THE CASTLE CHRONICLES – ANNALS NO. 8 (74)/, 2021
The Roman Cancelleria palace was inhabited by cardinals and vice chancellors Francesco Barberini ... more The Roman Cancelleria palace was inhabited by cardinals and vice chancellors Francesco
Barberini Senior (1632–1679) and Pietro Ottoboni (1689–1740), both important patrons of the
arts; new documents in the Vatican Apostolic Library provide information about the spaces in
the palace that were transformed by the two prelates to host musical performances. At the end
of 1640 Francesco Barberini ordered the restructuring of a carriage house in the Cancelleria to
present La Genoinda ovvero L’innocenza difesa (1641), libretto by Giulio Rospigliosi and music
by Virgilio Mazzocchi; ten years after the cardinal’s death, Pietro Ottoboni used the same space
to set up his first theatre. It would seem that in the time of the Barberini, some musical events
were hosted on the first floor of the Cancelleria in a room later used by Ottoboni for oratories,
scenographically set up with the use of stage machinery. Several interpreters of the music in the
service of the two cardinals resided in the same building. This study, through the observation
of how spaces for music were transformed, focuses on some pieces of music commissioned
by Barberini and on the influence he wielded over Cardinal Pietro Ottoboni in the context of the
transformation of musical theatre in Rome over the course of fifty years (1640–1690).
Spectacles et performances artistiques à Rome (1644-1740): une analyse historique à partir des archives familiales de l’aristocratie sous la direction d’A.-M. Goulet, J. M. Domínguez et É. Oriol, Roma, École Française de Rome, 2021., 2021
I Bononcini da Modena all'Europa (1666-1747) a cura di Marc Vanscheeuwijck, Lucca, LIM,pp. 127-166, 2020
Entremets e Intermezzi: lo spettacolo nello spettacolo nel Rinascimento e nel Barocco, Atti del Convegno Internazionale di Studi Reggio Calabria, 16-17 ottobre 2017 a cura di Gaetano Pitarresi, Reggio Calabria, Edizioni del Conservatorio di Musica "F. Cilea", 2020
Tra il 1689 e il 1691, a Roma, alcuni giovani paggi al servizio del cardinale veneziano Pietro Ot... more Tra il 1689 e il 1691, a Roma, alcuni giovani paggi al servizio del cardinale veneziano Pietro Ottoboni e di suo padre, il principe Antonio, erano educati alla musica e alla danza al Palazzo della Cancelleria. Il saggio, basato su inedite notizie d'archivio, ricostruisce le attività artistiche di quei giovani in relazione alle poche musiche superstiti e le loro esibizioni al Teatro Tordinona e in teatri privati nell'ambito di opere patrocinate da quegli aristocratici.
Diplomacy and the Aristocracy as Patrons of Music and Theatre in the Europe of the Ancien Régime a cura di Iskrena Yordanova - Francesco Cotticelli, Wien, Hollitzer Verlag, pp. 155-187, 2019
I rapporti tra diplomazia e musica sono stati solo di recente considerati dagli studi e riconosci... more I rapporti tra diplomazia e musica sono stati solo di recente considerati dagli studi e riconosciuti di importanza fondamentale per la comprensione di diversi fenomeni sociali. Nella corte romana di Pietro Ottoboni, in particolare, la musica fu l’occasione per incontri e scambi e per la ‹dinamizzazione› di rapporti politici; e, viceversa, le occasioni sociali favorirono la circolazione di musiche e testi, strumenti musicali, cantanti, strumentisti, compositori, generi, stili e prassi musicali tra Roma, il resto dell’Italia e l’Europa. Si vedano, ad esempio, usi e ‹oggetti› di Venezia introdotti dal cardinale a Roma anche in campo musicale e teatrale.
Dramma scolastico e oratorio nell'età barocca,Atti del Convegno Internazionale di Studi (Reggio Calabria, 5‑6 ottobre 2012) a cura di Nicolò Maccavino, Edizioni del Conservatorio di Musica "F. Cilea", 2019
Serenata and Festa teatrale in 18th century Europe, a cura di ISKRENA YORDANOVA - PAOLOGIOVANNI MAIONE, Wien: Hollitzer, pp. 137-192, 2018
SERENATA AND FESTA TEATRALE IN 18 TH CENTURY EUROPE
Le stagioni di Niccolò Jommelli a cura di Maria Ida Biggi, Francesco Cotticelli, Paologiovanni Maione, Iskrena Yordanova, Napoli, Turchini edizioni, 2018
L'oratorio Giuseppe riconosciuto di Jommelli (Collegio Nazareno, 1749) costituisce lo spunto per ... more L'oratorio Giuseppe riconosciuto di Jommelli (Collegio Nazareno, 1749) costituisce lo spunto per un excursus su testi ispirati a quel soggetto biblico, musicati da molti autori tra la fine del Seicento e il Settecento.
Arcomelo 2013. Studi nel terzo centenario della morte di Arcangelo Corelli (1653-1713) a cura di Guido Olivieri e Marc Vanscheeuwijck, pp. 297-326, 2015
In: Al...Lumière marciando. Atti della Giornata di Studi sulle Bande Musicali (Allumiere, 14 giugno 2013) a cura di Johann Herczog, Teramo, Edizioni Palumbi, 2015, 2015
L'articolo delinea sinteticamente la storia delle bande musicali del Meridione d'Italia nell'Otto... more L'articolo delinea sinteticamente la storia delle bande musicali del Meridione d'Italia nell'Ottocento, avvalendosi di nuovi documenti d'archivio e delle statistiche ottocentesche promosse dal Ministero della Pubblica Istruzione. I documenti recano anche notizie sulla nascita di alcune istituzioni nate nel secolo precedente. Nell'articolo si considerano i rapporti tra le bande e l'istruzione musicale, gli istituti di ricovero (es. orfanotrofi), le associazioni musicali, le orchestre locali.
Recercare xxvi/1-2 2014, pp. 109-123.
The article offers the first substantiated evidence of the use of natural horns (corni da caccia... more The article offers the first substantiated evidence of the use of natural horns (corni
da caccia) in early eighteenth-century Roman orchestras. The first well-documented
case is the performance of Giovanni Bononcini’s serenata Sacrificio a Venere,
text by Paolo Rolli, which was performed in Rome to celebrate the Austrian Empress’
Elisabeth Christine’s birthday on 28 August 1714. The author succeeded in
tracking down score of this serenata — which was thought to have been lost — at
the Österreichische Nationalbibliothek in Vienna. Giovanni Bononcini and, subsequently,
Antonio Caldara and Benedetto Micheli introduced natural horns in
their compositions as a tribute to eminent personalities connected to Austria, or as
a consequence of the influence of Austrian performance practice. The article proceeds
to briefly chart the course of the use of natural horns in early eighteenth-century
Rome and other cities, such as Mantua, Venice, and Naples; here, the use
of horns was often politically and culturally connected to Austria. Between 1714
and 1720 Vivaldi used them in compositions performed in Venice, in Mantua (inhonour of Philip of Hesse-Darmstadt, governor of Mantua on behalf of the Austrian
emperor) and, perhaps, in Rome. Starting 1720, maestro di cappella Girolamo
Chiti used horns in many different instrumental ensembles, in works composed for
several churches in Rome. At the same time, noble Roman patrons such as princes
Ruspoli, Borghese and Colonna, as well as Cardinal Ottoboni, increasingly appreciated
the use of natural horns in orchestras, to the point that — by the 1730s — the
use of this instrument, both in Rome and in the rest of Italy, gradually affranchised
itself from its Austrian matrix and adapted to the Italian context. By mid-century,
natural horns had earned a permanent place in Italian secular music, whereas, on
the contrary, their use in liturgical music was forbidden for a long time, especially
in Roman churches, as a consequence of a papal bull issued by Benedict xiv in 1748.
L’articolo presenta le prime testimonianze documentate dell’uso dei corni nelle orchestre
romane nel primo Settecento. Il primo caso documentabile si riferisce alla
serenata Sacrificio a Venere di Giovanni Bononcini su testo di Paolo Rolli, eseguita
a Roma il 28 agosto 1714 per il compleanno dell’imperatrice d’Austria Elisabetta
Cristina. La partitura della serenata — fino a poco tempo fa ritenuta perduta — è
stata rintracciata dall’autrice presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna.
Giovanni Bononcini e, successivamente, Antonio Caldara e Benedetto Micheli introdussero i corni nelle loro composizioni come gesto di omaggio a personaggi
di alto rango legati all’Austria o per l’influenza subìta dalla prassi musicale di
quel paese. Viene poi tracciato un sintetico excursus sull’uso dei corni a Roma nella
prima metà del diciottesimo secolo, e in altre città, come Napoli, Mantova, Venezia.
Anche a Napoli, l’uso dei corni fu spesso legato politicamente e culturalmente
all’Austria. Tra il 1714 e il 1720, Vivaldi li adoperò in alcune composizioni eseguite a
Venezia, Mantova (per Filippo Assia Darmstadt, governatore di Mantova per l’Austria)
e, forse, a Roma. Dal 1720, il maestro di cappella Girolamo Chiti usò i corni
in svariati organici strumentali nella musica composta per diverse chiese di Roma.
Nello stesso periodo, nobili committenti romani come i principi Ruspoli, Borghese
e Colonna, e il cardinale Ottoboni gradirono sempre di più l’impiego dei corni nelle
orchestre. È soprattutto negli anni Trenta del Settecento che l’uso dei corni, a Roma
e nel resto d’Italia, si emancipò progressivamente dalla sua matrice austriaca per
adattarsi al contesto italiano. A metà del Settecento, i corni avevano conquistato un
posto fisso nella musica profana in Italia; mentre, al contrario, nella musica sacra
l’uso ne fu impedito per lungo tempo, in particolar modo nelle chiese di Roma, in
conseguenza di una bolla papale emanata da Benedetto xiv nel 1748.
Celesti sirene. Musica e monachesimo dal Medioevo all'Ottocento, Atti del Secondo Seminario Internazionale San Severo, 11-13 ottobre 2013, a cura di Annamaria Bonsante e Roberto Matteo Pasquandrea , San Severo (FG), 11-13 ottobre 2013. Barletta, Cafagna, 2015, 2015
Nel fondo musicale del Monastero delle Benedettine di San Lorenzo della città di San Severo, ogg... more Nel fondo musicale del Monastero delle Benedettine di San Lorenzo della città di San Severo, oggi nell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Santa Maria Assunta, giacciono una trentina di manoscritti di composizioni liturgiche di Litterio Ferrari, alcune delle quali dedicate al salterio. Attraverso varie fonti si ricostruisce la carriera del tenore Litterio Ferrari, detto “il Lettorino”, attivo tra il 1745 e i primi anni ’80 del secolo. Probabilmente la sua carriera iniziò a Napoli; in quella città fu, in seguito, Virtuoso della Real Cappella. Ferrari si esibì a Roma nei Teatri Argentina e delle Dame, a Milano e a Bologna, anche in ruoli da protagonista, in opere di Jommelli, Gluck, Galuppi, Traetta. Ferrari compose arie per soprano sui testi metastasiani Siroe ed Endimione, (forse residui di interi melodrammi o pezzi destinati a opere pasticcio), un oratorio del 1778 pubblicato a Genova, musica sacra conservata a Roma e a Londra. Il nucleo più consistente della produzione di quell’autore è oggi conservato nel fondo delle Benedettine di San Severo, scritto almeno tra gli anni 1785 e 1801.
Le composizioni con salterio di Ferrari, oggi solo in minima parte pubblicate e studiate dal punto di vista musicologico, presentano numerose difficoltà tecniche sia nelle parti vocali che in quelle salteristiche, indizi di un’utenza esigente e agguerrita. Le ricercate musiche con salterio di Ferrari furono create per un raffinato tessuto culturale, che riconosceva a quello strumento, connotato da ‘nobiltà’, un alto status sociale. Le numerose ornamentazioni, la razionale consecuzione delle frasi musicali, gli agili e ‘leggeri’ motivi, mostrano chiaramente lo stile ‘galante’ di quelle musiche.
in Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900, Convegno Internazionale, Venezia, Fondazione Cini, 29 marzo – 1 aprile 2012, Venezia, Fondazione Cini, 2014, pp. 28 – 53, 2014
L’aquila bicipite e la musica: il cardinale Pietro Ottoboni nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1... more L’aquila bicipite e la musica: il cardinale Pietro Ottoboni nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1691) da documenti della Biblioteca Apostolica Vaticana
L'aquila bicipite e la musica. nell’epoca di Alessandro VIII (1688-1691) da documenti della Biblioteca Apostolica Vaticana, 2024
Roma, Torre d'Orfeo, 1992
Bande musicali in Abruzzo e al Centro-Sud. Storie, pratiche, ri-creazioni. Atti della Giornata di Studi in memoria di Gianluca Tarquinio a cura di Francesca Piccone, 2022
Il contributo, basato su documenti d'archivio anche inediti, presenta uno sguardo sui complessi b... more Il contributo, basato su documenti d'archivio anche inediti, presenta uno sguardo sui complessi bandistici in Calabria nell'Ottocento sin dalle loro origini, a confronto con diversi altri complessi del Meridione d'Italia, nel contesto storico della loro crescita. Un'attenzione particolare è riservata alla formazione dei bandisti e alle scuole di musica, al rapporto con le bande militari e con i teatri del territorio, nonché agli aspetti sociali inerenti ai sonatori. Si mettono in rilievo l'utilizzo di strumenti musicali e i loro costruttori, anche alla luce dei cambiamenti degli organici nell'ambito del secolo.
Il Real Collegio di Musica di Napoli all'alba dell'Unità d'Italia, 2022
Disponible en Internet: http://books.openedition.org/cidehus/19861. ISBN: 9791036593086.
THE CASTLE CHRONICLES – ANNALS NO. 8 (74)/, 2021
The Roman Cancelleria palace was inhabited by cardinals and vice chancellors Francesco Barberini ... more The Roman Cancelleria palace was inhabited by cardinals and vice chancellors Francesco
Barberini Senior (1632–1679) and Pietro Ottoboni (1689–1740), both important patrons of the
arts; new documents in the Vatican Apostolic Library provide information about the spaces in
the palace that were transformed by the two prelates to host musical performances. At the end
of 1640 Francesco Barberini ordered the restructuring of a carriage house in the Cancelleria to
present La Genoinda ovvero L’innocenza difesa (1641), libretto by Giulio Rospigliosi and music
by Virgilio Mazzocchi; ten years after the cardinal’s death, Pietro Ottoboni used the same space
to set up his first theatre. It would seem that in the time of the Barberini, some musical events
were hosted on the first floor of the Cancelleria in a room later used by Ottoboni for oratories,
scenographically set up with the use of stage machinery. Several interpreters of the music in the
service of the two cardinals resided in the same building. This study, through the observation
of how spaces for music were transformed, focuses on some pieces of music commissioned
by Barberini and on the influence he wielded over Cardinal Pietro Ottoboni in the context of the
transformation of musical theatre in Rome over the course of fifty years (1640–1690).
Spectacles et performances artistiques à Rome (1644-1740): une analyse historique à partir des archives familiales de l’aristocratie sous la direction d’A.-M. Goulet, J. M. Domínguez et É. Oriol, Roma, École Française de Rome, 2021., 2021
I Bononcini da Modena all'Europa (1666-1747) a cura di Marc Vanscheeuwijck, Lucca, LIM,pp. 127-166, 2020
Entremets e Intermezzi: lo spettacolo nello spettacolo nel Rinascimento e nel Barocco, Atti del Convegno Internazionale di Studi Reggio Calabria, 16-17 ottobre 2017 a cura di Gaetano Pitarresi, Reggio Calabria, Edizioni del Conservatorio di Musica "F. Cilea", 2020
Tra il 1689 e il 1691, a Roma, alcuni giovani paggi al servizio del cardinale veneziano Pietro Ot... more Tra il 1689 e il 1691, a Roma, alcuni giovani paggi al servizio del cardinale veneziano Pietro Ottoboni e di suo padre, il principe Antonio, erano educati alla musica e alla danza al Palazzo della Cancelleria. Il saggio, basato su inedite notizie d'archivio, ricostruisce le attività artistiche di quei giovani in relazione alle poche musiche superstiti e le loro esibizioni al Teatro Tordinona e in teatri privati nell'ambito di opere patrocinate da quegli aristocratici.
Diplomacy and the Aristocracy as Patrons of Music and Theatre in the Europe of the Ancien Régime a cura di Iskrena Yordanova - Francesco Cotticelli, Wien, Hollitzer Verlag, pp. 155-187, 2019
I rapporti tra diplomazia e musica sono stati solo di recente considerati dagli studi e riconosci... more I rapporti tra diplomazia e musica sono stati solo di recente considerati dagli studi e riconosciuti di importanza fondamentale per la comprensione di diversi fenomeni sociali. Nella corte romana di Pietro Ottoboni, in particolare, la musica fu l’occasione per incontri e scambi e per la ‹dinamizzazione› di rapporti politici; e, viceversa, le occasioni sociali favorirono la circolazione di musiche e testi, strumenti musicali, cantanti, strumentisti, compositori, generi, stili e prassi musicali tra Roma, il resto dell’Italia e l’Europa. Si vedano, ad esempio, usi e ‹oggetti› di Venezia introdotti dal cardinale a Roma anche in campo musicale e teatrale.
Dramma scolastico e oratorio nell'età barocca,Atti del Convegno Internazionale di Studi (Reggio Calabria, 5‑6 ottobre 2012) a cura di Nicolò Maccavino, Edizioni del Conservatorio di Musica "F. Cilea", 2019
Serenata and Festa teatrale in 18th century Europe, a cura di ISKRENA YORDANOVA - PAOLOGIOVANNI MAIONE, Wien: Hollitzer, pp. 137-192, 2018
SERENATA AND FESTA TEATRALE IN 18 TH CENTURY EUROPE
Le stagioni di Niccolò Jommelli a cura di Maria Ida Biggi, Francesco Cotticelli, Paologiovanni Maione, Iskrena Yordanova, Napoli, Turchini edizioni, 2018
L'oratorio Giuseppe riconosciuto di Jommelli (Collegio Nazareno, 1749) costituisce lo spunto per ... more L'oratorio Giuseppe riconosciuto di Jommelli (Collegio Nazareno, 1749) costituisce lo spunto per un excursus su testi ispirati a quel soggetto biblico, musicati da molti autori tra la fine del Seicento e il Settecento.
Arcomelo 2013. Studi nel terzo centenario della morte di Arcangelo Corelli (1653-1713) a cura di Guido Olivieri e Marc Vanscheeuwijck, pp. 297-326, 2015
In: Al...Lumière marciando. Atti della Giornata di Studi sulle Bande Musicali (Allumiere, 14 giugno 2013) a cura di Johann Herczog, Teramo, Edizioni Palumbi, 2015, 2015
L'articolo delinea sinteticamente la storia delle bande musicali del Meridione d'Italia nell'Otto... more L'articolo delinea sinteticamente la storia delle bande musicali del Meridione d'Italia nell'Ottocento, avvalendosi di nuovi documenti d'archivio e delle statistiche ottocentesche promosse dal Ministero della Pubblica Istruzione. I documenti recano anche notizie sulla nascita di alcune istituzioni nate nel secolo precedente. Nell'articolo si considerano i rapporti tra le bande e l'istruzione musicale, gli istituti di ricovero (es. orfanotrofi), le associazioni musicali, le orchestre locali.
Recercare xxvi/1-2 2014, pp. 109-123.
The article offers the first substantiated evidence of the use of natural horns (corni da caccia... more The article offers the first substantiated evidence of the use of natural horns (corni
da caccia) in early eighteenth-century Roman orchestras. The first well-documented
case is the performance of Giovanni Bononcini’s serenata Sacrificio a Venere,
text by Paolo Rolli, which was performed in Rome to celebrate the Austrian Empress’
Elisabeth Christine’s birthday on 28 August 1714. The author succeeded in
tracking down score of this serenata — which was thought to have been lost — at
the Österreichische Nationalbibliothek in Vienna. Giovanni Bononcini and, subsequently,
Antonio Caldara and Benedetto Micheli introduced natural horns in
their compositions as a tribute to eminent personalities connected to Austria, or as
a consequence of the influence of Austrian performance practice. The article proceeds
to briefly chart the course of the use of natural horns in early eighteenth-century
Rome and other cities, such as Mantua, Venice, and Naples; here, the use
of horns was often politically and culturally connected to Austria. Between 1714
and 1720 Vivaldi used them in compositions performed in Venice, in Mantua (inhonour of Philip of Hesse-Darmstadt, governor of Mantua on behalf of the Austrian
emperor) and, perhaps, in Rome. Starting 1720, maestro di cappella Girolamo
Chiti used horns in many different instrumental ensembles, in works composed for
several churches in Rome. At the same time, noble Roman patrons such as princes
Ruspoli, Borghese and Colonna, as well as Cardinal Ottoboni, increasingly appreciated
the use of natural horns in orchestras, to the point that — by the 1730s — the
use of this instrument, both in Rome and in the rest of Italy, gradually affranchised
itself from its Austrian matrix and adapted to the Italian context. By mid-century,
natural horns had earned a permanent place in Italian secular music, whereas, on
the contrary, their use in liturgical music was forbidden for a long time, especially
in Roman churches, as a consequence of a papal bull issued by Benedict xiv in 1748.
L’articolo presenta le prime testimonianze documentate dell’uso dei corni nelle orchestre
romane nel primo Settecento. Il primo caso documentabile si riferisce alla
serenata Sacrificio a Venere di Giovanni Bononcini su testo di Paolo Rolli, eseguita
a Roma il 28 agosto 1714 per il compleanno dell’imperatrice d’Austria Elisabetta
Cristina. La partitura della serenata — fino a poco tempo fa ritenuta perduta — è
stata rintracciata dall’autrice presso la Österreichische Nationalbibliothek di Vienna.
Giovanni Bononcini e, successivamente, Antonio Caldara e Benedetto Micheli introdussero i corni nelle loro composizioni come gesto di omaggio a personaggi
di alto rango legati all’Austria o per l’influenza subìta dalla prassi musicale di
quel paese. Viene poi tracciato un sintetico excursus sull’uso dei corni a Roma nella
prima metà del diciottesimo secolo, e in altre città, come Napoli, Mantova, Venezia.
Anche a Napoli, l’uso dei corni fu spesso legato politicamente e culturalmente
all’Austria. Tra il 1714 e il 1720, Vivaldi li adoperò in alcune composizioni eseguite a
Venezia, Mantova (per Filippo Assia Darmstadt, governatore di Mantova per l’Austria)
e, forse, a Roma. Dal 1720, il maestro di cappella Girolamo Chiti usò i corni
in svariati organici strumentali nella musica composta per diverse chiese di Roma.
Nello stesso periodo, nobili committenti romani come i principi Ruspoli, Borghese
e Colonna, e il cardinale Ottoboni gradirono sempre di più l’impiego dei corni nelle
orchestre. È soprattutto negli anni Trenta del Settecento che l’uso dei corni, a Roma
e nel resto d’Italia, si emancipò progressivamente dalla sua matrice austriaca per
adattarsi al contesto italiano. A metà del Settecento, i corni avevano conquistato un
posto fisso nella musica profana in Italia; mentre, al contrario, nella musica sacra
l’uso ne fu impedito per lungo tempo, in particolar modo nelle chiese di Roma, in
conseguenza di una bolla papale emanata da Benedetto xiv nel 1748.
Celesti sirene. Musica e monachesimo dal Medioevo all'Ottocento, Atti del Secondo Seminario Internazionale San Severo, 11-13 ottobre 2013, a cura di Annamaria Bonsante e Roberto Matteo Pasquandrea , San Severo (FG), 11-13 ottobre 2013. Barletta, Cafagna, 2015, 2015
Nel fondo musicale del Monastero delle Benedettine di San Lorenzo della città di San Severo, ogg... more Nel fondo musicale del Monastero delle Benedettine di San Lorenzo della città di San Severo, oggi nell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Santa Maria Assunta, giacciono una trentina di manoscritti di composizioni liturgiche di Litterio Ferrari, alcune delle quali dedicate al salterio. Attraverso varie fonti si ricostruisce la carriera del tenore Litterio Ferrari, detto “il Lettorino”, attivo tra il 1745 e i primi anni ’80 del secolo. Probabilmente la sua carriera iniziò a Napoli; in quella città fu, in seguito, Virtuoso della Real Cappella. Ferrari si esibì a Roma nei Teatri Argentina e delle Dame, a Milano e a Bologna, anche in ruoli da protagonista, in opere di Jommelli, Gluck, Galuppi, Traetta. Ferrari compose arie per soprano sui testi metastasiani Siroe ed Endimione, (forse residui di interi melodrammi o pezzi destinati a opere pasticcio), un oratorio del 1778 pubblicato a Genova, musica sacra conservata a Roma e a Londra. Il nucleo più consistente della produzione di quell’autore è oggi conservato nel fondo delle Benedettine di San Severo, scritto almeno tra gli anni 1785 e 1801.
Le composizioni con salterio di Ferrari, oggi solo in minima parte pubblicate e studiate dal punto di vista musicologico, presentano numerose difficoltà tecniche sia nelle parti vocali che in quelle salteristiche, indizi di un’utenza esigente e agguerrita. Le ricercate musiche con salterio di Ferrari furono create per un raffinato tessuto culturale, che riconosceva a quello strumento, connotato da ‘nobiltà’, un alto status sociale. Le numerose ornamentazioni, la razionale consecuzione delle frasi musicali, gli agili e ‘leggeri’ motivi, mostrano chiaramente lo stile ‘galante’ di quelle musiche.
in Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900, Convegno Internazionale, Venezia, Fondazione Cini, 29 marzo – 1 aprile 2012, Venezia, Fondazione Cini, 2014, pp. 28 – 53, 2014
in Fashioning Opera and Musical Theatre: Stage Costumes in Europe from the Late Renaissance to 1900, Convegno Internazionale, Venezia, Fondazione Cini, 29 marzo – 1 aprile 2012, Venezia, Fondazione Cini, 2014, pp. 28 – 53,, 2014
Música em Perspectiva, vol. 6 (2013); pp. 7-33 , Nov 2013
Chronicles and documents dated back to the Roman Baroque period - between XVII and XVIII centuri... more Chronicles and documents dated back to the Roman Baroque period -
between XVII and XVIII centuries – tell us about performances of “comedians” and
“mountebanks”. At the time, mask play was considered a less noble genre if compared
to melodramas and oratorios. There are still many doubts about those plays, but new
statements now shine a light on the activity of those comedians in theatres and palaces
of the Roman aristocracy. In this way, we can appreciate and understand the
importance and consideration of those plays in Rome and in other Italian cities. A
matter still unresolved is represented by music in those plays: my study wants to
investigate the issue by documentary testimonies, iconographical sources, news about
musical instruments.
RIVISTA ITALIANA DI MUSICOLOGIA Vol. XLVII (2012) pp. 61-81
The State Archive of Spoleto preserves an anonymous libretto entitled La Datira. The plot display... more The State Archive of Spoleto preserves an anonymous libretto entitled La Datira. The plot displays the political and love conflict between the royal houses of Denmark, Sweden and Norway, during a war in the tenth century. The choice of this subject is linked to the fact that this libretto inaugurated the theatre of Siena (1647), and the reference to northern countries was probably intended to celebrate a "heroe toscano" mentioned in the prologue, now identified as Mattias de' Medici, governor of Siena who fought during the Swedish phase of the Thirty Years War. The author of the libretto would be unknow if Giovanni Antonio Bianchi, in his Dei vizi e dei difetti del moderno teatro (1735), had not referred to a “dramma cristiano” by Giulio Rospigliosi entitled La Datira, pointed to by the theorist as a successful joining of theatrical demands and Christian values. The incongruities between Bianchi’s treatise and the actual content of the libretto (which does not stand out as particularly Christian) could be explained as a literary deception carried out by the Arcadians.
Presso l’Archivio di Stato di Spoleto, fondo Campello, è conservato un libretto anonimo intitolato La Datira. L’intreccio, sullo sfondo di una guerra nordica del X secolo, si basa sul conflitto politico e amoroso tra le tre casate reali di Danimarca, Svezia e Norvegia. La scelta di un tema ‘nordico’ omaggiava un «heroe toscano» citato nel prologo, identificato in Mattias de’ Medici, governatore di Siena, che aveva combattuto durante la fase svedese della Guerra dei Trent’anni; il libretto inaugurò infatti il teatro di Siena (1647). L’autore del libretto resterebbe sconosciuto se non fosse che Giovanni Antonio Bianchi, in Dei vizj e dei difetti del moderno teatro (1753), riferisce di un «dramma cristiano» intitolato La Datira, opera di Giulio Rospigliosi e indicato dal teorico come un’efficace sintesi tra le ragioni del teatro e i valori cristiani. Vista l’assenza di altri libretti con lo stesso titolo e sullo stesso soggetto, nonchè le comuni amicizie tra Mattias de’ Medici e Giulio Rospigliosi, si può affermare che il libretto oggi conservato a Spoleto sia effettivamente quello di Rospigliosi; inoltre, alcuni aspetti della trama e il carattere dei personaggi, a confronto con altri libretti del religioso, ne suffragano la paternità. Le incongruenze tra la trattazione di Bianchi e l’effettivo contenuto del libretto (che non presenta una particolare ‘cristianità’) sembrano prendere le forme di una sorta di raggiro letterario perpetrato dall’arcade.
Atti del convegno internazionale di studi Giorgio Miceli e la musica nel Mezzogiorno d’Italia nell’Ottocento a c. di M.P. Borsetta e A. Pugliese, pp. 107-144. , 2012
Convegno Roma incrocio delle arti tra Seicento e Novecento, 2024
en études théâtrales).is organizing the International Conference Rome crossroad of Arts between t... more en études théâtrales).is organizing the International Conference Rome crossroad of Arts between the 17th and 20th centuries to be held from Tuesday 14 until Thursday 16 may 2024. The conference wishes to study and explore the synergies among Music and various Art forms (painting, sculpture, architecture, theatre, film, dance) in Rome between the 17th and 20th centuries.
Convegno ISECS 2023, panel, Ahead of Their Time? Women and Italian Opera in the Eighteenth Century nell'ambito del progetto di ricerca WOMEN, OPERA AND THE PUBLIC STAGE IN EIGHTEENTH-CENTURY VENICE dell’NTNU (Norwegian University of Science and Technology), 2023
Il Liceo musicale e il confronto con altre scuole nazionali, 2022
Il Collegio di musica di Napoli all'alba dell'Unità d'Italia, 2021
La relazione si basa su inediti documenti d'archivio e su altre fonti che informano sulla vita mu... more La relazione si basa su inediti documenti d'archivio e su altre fonti che informano sulla vita musicale (e non) del Collegio di Musica di Napoli tra il 1861 e il 1865.
by Anne-Madeleine Goulet, Barbara Nestola, Teresa Chirico, Michela Berti, Arnaldo Morelli, Melania Bucciarelli, Christine Jeanneret, Gloria Giordano, Chiara Pelliccia, Pietro Petteruti Pellegrino, and RENUCCI LEA
in Conference Rome and Lisbon in the 18th century: music, visual arts and cultural transfers, Panel PerformArt, 28-29/03/2019 Lisboa, Biblioteca Nacional de Portugal
Recent research on the ties between the Venetian cardinal Pietro Ottoboni – a patron of music and... more Recent research on the ties between the Venetian cardinal Pietro Ottoboni – a patron of music and the arts in Rome from the end of 1689 until 1740 – and the representatives of the European powers in Rome, has put into relief the ‘cultural lines of force’ that ran between him and the foreign nobility. Those relations changed over the course of time during the pontificates of Alexander VIII (1689-1691), Innocent XII (1691-1700), and Clement XI (1700-1721). In fact, Ottoboni’s patronage of music during these three decades is articulated in various ‘phases’, shaped by politics and historical events, but also by the ups and downs of the cardinal’s financial resources. Cardinal Ottoboni maintained strong relationships with the ambassadors thanks to both his diplomatic skills and his offering of musical events in which the very best singers, instrumentalists, and composers took part (Arcangelo Corelli, Alessandro Scarlatti, Giovanni Bononcini, Ottavio Pitoni). The foreign diplomats and aristocrats were received with great splendour at the Palazzo della Cancelleria, the cardinal’s residence, in which various theatres were in function at different times. These social events favoured the exchange of music, musical instruments, singers, instrumentalists, and composers between Rome and the rest of Europe.
A focus on the ties between Ottoboni and the Portuguese nation throws into relief the climate of collaboration that favoured the exchanges between Rome and Lisbon in the field of music and the arts, as is shown, for instance, by the presence at the Roman church of S. Antonio dei Portoghesi of numerous musicians that were employed by the Venetian cardinal. At the same time, artists from Portugal found in Ottoboni an important point of reference in Rome, something that had a direct bearing on the dissemination of genres, styles, and musical instruments in Lisbon. We know, for example, that in 1718, in his capacity as protector of the Sistine Chapel, Ottoboni procured a range of music for Lisbon cathedral at the request of king John V.
Using new archival sources, this paper investigates the possible collaboration between Ottoboni and the Portuguese ambassadors on the organisation of musical events.
Convegno Internazionale di Studi Reggio Calabria promosso dal Conservatorio di musica "F, Cilea" di Reggio Calabria, 16-17 ottobre 2017, Biblioteca Comunale
Negli studi sulla musica sacra a Lisbona, il cardinale Pietro Ottoboni è ricordato come colui che... more Negli studi sulla musica sacra a Lisbona, il cardinale Pietro Ottoboni è ricordato come colui che nel 1718, su interessamento del re Giovanni V, favorì la creazione di un repertorio di manoscritti musicali in «canto piano» e in polifonia per la Patriarcale di quella città. Come protettore della Cappella Sistina e anticipando il permesso papale, Ottoboni aveva concesso la copiatura di musiche dell’archivio di quella cappella e della propria biblioteca sotto la supervisione di Andrea Adami, già maestro della Cappella Sistina e suo dipendente da almeno un trentennio. Al servizio del cardinale - grande mecenate tra il 1689 e il 1740 - erano i migliori cantanti, strumentisti e compositori come Corelli, gli Scarlatti, Giovanni Bononcini, Pitoni.
Il cardinale intrattenne e instaurò importanti rapporti con gli ambasciatori delle varie Nazioni sulla scorta della politica del prozio papa Alessandro VIII. Gli Ottoboni, nobili veneziani, erano essi stessi ‘stranieri’ a Roma e vollero introdurre nella vita teatral-musicale della città eterna gli usi della loro patria. Le loro vicende si intrecciarono con la vita dei personaggi politicamente più in vista. I mezzi per instaurare e rinsaldare le alleanze erano solitamente banchetti, ricchi doni e soprattutto la musica: ambasciatori, monarchi e le loro corti erano ospitati sfarzosamente al Palazzo della Cancelleria, dove il cardinale aveva la sua sede e il suo teatro personale. La musica diventava dunque ‘moneta di scambio’, dolce pania per grandi dame e severi ambasciatori, rigorose regine e viaggiatori stranieri a Roma.
La relazione si basa prevalentemente su documenti inediti, cronache dell’epoca e manoscritti musicali in merito ai rapporti tra Ottoboni e i rappresentanti delle Nazioni a Roma.
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 53 (2000), 2000
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 51 (1998), 1998
Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 49 (1997), 1997
-Dizionario Biografico degli Italiani - Treccani, Vol. 46 (1996), 1996