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Books by Vincenzo Marasco

Research paper thumbnail of Francesco Marasca. Diario dei Ricordi. Viaggio nei luoghi della mia gioventù tra le vie del quartiere della Pruvulera e quelle della Torre Annunziata che non c'è più. Collana di Studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", VIII (2022), Youcanprint Self-publishing, Tricase 2022

Opera post mortem trascritta e curata da Vincenzo Marasco, 2022

Solitamente andavo a trovare Zio Francesco il sabato pomeriggio, quando i miei impegni settimanal... more Solitamente andavo a trovare Zio Francesco il sabato pomeriggio, quando i miei impegni settimanali me lo consentivano. Quei momenti trascorsi a discutere con lui, presso il bilocale che aveva in affitto al primo piano di un edificio di Via Domenico Cirillo, quasi come se fosse un rifugio dove poter trascorrere i suoi attimi di riflessione, a volte volevo che non finissero mai. La discussione veniva sempre iniziata seduti al tavolo del cucinino che fungeva anche da ingresso e disimpegno, dopo che egli aveva messo su la caffettiera e si era riacceso la mezza sigaretta già in parte fumata, e lasciata in sospeso tempo prima. In quel nostro discutere, per anni, c’è stato sempre un tema riguardante la città, oltre che la storia della nostra famiglia e tutti quei frangenti passati, gli uomini e le donne che hanno segnato grosso modo l’evolversi della vita cittadina.
Zio Francesco era come un libro da sfogliare, bastava solo girare un foglio per scoprire un capitolo in più.
Spesso anche osservando una semplice cartolina, di cui lui è stato un accanito collezionista, passione che per altro condividevamo, nascevano dei discorsi centrati su tutto quello che era raffigurato nell’immagine quasi sempre presa a casaccio dal pacchetto allacciato con un elastico, in cui era solito custodirle. Tuttavia capitava anche che egli mi facesse leggere un suo scritto poetico per capire io cosa ne pensassi e se quel suo sentimento affidato all’inchiostro su uno dei tanti fogli volanti sparsi per il cucinino e la sala da letto, fosse troppo intimo per poterlo scrivere. Non mi sono mai pronunciato a riguardo. Ho sempre risposto dicendogli che se lo aveva scritto era perché sentiva il bisogno di non dimenticare, o di dover rivelare a qualcuno l’intimità di quel pensiero espresso con i versi.
Nel 2010, pochi anni prima che se ne andasse, zio Francesco decise di scrivere le sue Memorie raccogliendole in quel che io poi ho chiamato Diario, dove conservare i ricordi della sua fanciullezza e di quel ragazzo che visse tra i vicoli della Pruvulera.

F.M.: Che ne pienze? Facce bbuono a scrivere tutte sti ccose?

Io: Sì zio, fai benissimo. Anzi un giorno di questi vengo con la telecamera e ti riprendo anche mentre mi racconti tutto quello che ti passa per la testa, e mentre rispondi a qualche mia domanda.

Così poi ho fatto. Conservo le registrazioni di quelle nostre chiacchierate in quanto ho sempre reputato che la sua voce e l’espressione dei suoi occhi dimostrate mentre raccontava la città e le vicende famigliari, non dovessero essere perse.
Un giorno, mi diede una busta - della spesa, dove come era suo solito raccoglieva spesso i suoi appunti e i fogli svolazzanti - insieme a due quaderni in cui erano raccolte le Memorie e a quel Diario che aveva deciso di scrivere.
Quando se ne andò, dopo averlo salutato per l’ultima volta, mi ripromisi che prima o poi gli avrei reso il tributo che meritava di ricevere con la trascrizione dei suoi scritti e la stampa di questo SUO lavoro, in ricordo delle nostre belle, lunghe e profonde chiacchierate.

Vincenzo Marasco

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Research paper thumbnail of Aurelio Spera e Pasquale Monaco, due vite per il Cervino, "Quaderni di storia e storie torresi", Collana di studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", V (2020), Vulcanica Print, Nola 2020.

Aurelio Spera e Pasquale Monaco, due vite per il Cervino, 2020

Spesso gli alpinisti definiscono se stessi come conquistatori dell’inutile, forse perché già in l... more Spesso gli alpinisti definiscono se stessi come conquistatori dell’inutile, forse perché già in loro stessi è presente la consapevolezza di quanto effimera possa essere la soddisfazione di arrivare in cima a una montagna, soprattutto se paragonata allo sforzo e al rischio per raggiungerla per poi subito abbandonarla a causa della mutevolezza degli elementi. Ebbene, da buon camminatore, e da scarno alpinista quale sono stato, posso dire che quell’inutile che conquistiamo in vetta non è dissimile da quell’inutile che conquistiamo ogni giorno portando avanti i nostri principi, i nostri ideali e le nostre piccole, grandi imprese; inutile forse perché effimero, ma sostanziale per la nostra esistenza.

Spesso, quando si parla di montagna in un paese con quasi 8 mila metri di costa si dimenticano i 1.200 chilometri di Alpi e soprattutto i 1.400 chilometri di Appennino, ma la naturale propensione di chi volge lo sguardo sull’orizzonte della vita da un punto e un contesto più alto e aspira a un qualcosa di più che l’ordinaria esistenza, non può che contemplare, oltre che le profondità del mare anche e soprattutto quella metafora di vita che sono le nostre vette montane.
Salire in montagna ti insegna a vivere, perché ti mette crudamente al confronto con te stesso, ti mostra chi realmente sei senza menzogne e senza scusanti, è lì che capisci quanto vali, perché è in quel contesto che decidi se prendere di faccia la tua essenza o rinnegarla, nascondendola magari dietro la sorte o dietro colpe altrui; è lì in montagna dove decidi se essere un uomo o qualcos’altro, perché è in montagna che non si mente, perché non è possibile farlo. Ecco perché chi ci va sa; è consapevole di ciò che affronta e ne accetta le condizioni, perché è cosciente che potrà essere contraccambiato con una doppia moneta, quella della gloria effimera della vetta o quella del rischio del fallimento, spesso con fatali conseguenze.
Oggi andare in montagna è diventato un qualcosa alla portata di tutti coloro che vogliano cimentarsi sulle nostre catene montuose, ma, se da un lato è un bene perché avvicina più persone alla conoscenza di questo splendido e fondamentale contesto, dall’altro si è andato perdendo quel fascino che l’alpinismo aveva nei tempi passati, perché per molti, andare in montagna è ormai uno sport, è un’attività prestazionale e non una disciplina dell’anima.

Aurelio e Pasquale erano probabilmente persone che vivevano in ragione di quel sentimento che ti eleva ad essere migliore nel corpo, ma anche e soprattutto nell’anima, in ragione di ciò che ti avvicina a un qualcosa di più elevato che non sia legato a un che di materiale, ma che dia significato alla tua esistenza. Aurelio e Pasquale erano giovani e come è giusto che fosse, la loro età li ha portati ad osare perché questo verbo è complementare con quello di vivere ed è sostanziale con la storia dell’umanità; loro hanno vissuto pienamente, tanto che a sessantaquattro anni dalla loro scomparsa siamo ancora qui a parlarne. Loro fallirono in modo letale nell’ardua impresa, ma la morte non è mai inutile se ha un suo significato, un suo valore, la vera morte non è il fallimento di un’impresa, la vera morte è non vivere la vita.

Ciro Teodonno
Presidente della Commissione Regionale per la Tutela dell’Ambiente Montano del CAI

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata: 19 settembre 1319 - 19 settembre 2019. Sette secoli dalla fondazione del culto dell'Annunziata e dalla nascita della Turris Annunciatae, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Vulcanica Print, Nola 2019.

Torre Annunziata: 19 settembre 1319 - 19 settembre 2019. Sette secoli dalla fondazione del culto dell'Annunziata e dalla nascita della Turris Annunciatae, 2019

Nel settembre 1319, a Carlo d’Angiò, figlio primogenito di Roberto, principe ereditario del Regno... more Nel settembre 1319, a Carlo d’Angiò, figlio primogenito di Roberto, principe ereditario del Regno di Napoli, Duca di Calabria e Vicario generale del Regno, che nel frattempo curava gli interessi della corona al posto del padre impegnato nelle regioni del nord Italia in azioni di guerra per fronteggiare le ingerenze ghibelline sul papato di Giovanni XXII e per accrescere ancor di più la sua influenza sulla penisola, si rivolsero quattro notabili, fidelium regiorum, che avevano interessi nelle zone limitrofi alla Calcarola, per chiedere una concessione di un pezzo di territorio nei pressi di questa località, onde poter edificare una chiesetta dedicata alla Vergine dell’Annunziata con un annesso hospitale.
Fu così che Andrea Petrucci di Scafati, Guglielmo da Nocera, Matteo de Avitabulo, Puccio Francone da Napoli, dopo aver dimostrato al Vicario Generale del Regno le loro intenzioni, il 19 settembre ebbero la decretazione della regia concessione in cui si legge:

«Per un borgo da costruirsi nel bosco di Scafati, Carlo, Capitano della città di Napoli e suo giudice, saluta i fedeli del padre e i nostri. Da parte di Guglielmo da Nocera, di Matteo de Avitabulo, di Puccio Francone da Napoli e di Andrea Petrucci di Scafati, fedeli del nostro Regno, fu testé esposto a Noi, come essi, per divina ispirazione e senza indugio alcuno, desiderino, e dispongano di fondare e innalzare per lode della Beata Vergine, una cappella, da nominarsi Chiesa della Vergine Annunziata, e un ospedale nel luogo detto Calcarola, collegato alla via pubblica, per la quale si va a Scafati e quell’altra via per la quale si va al paese del mare di Stabia, esclusivamente a loro fatiche e spese, col concorso di altri. Coll’aiuto divino ci compiacciamo di concedere e donare loro, per la suddetta ragione, liberamente, quattro moggia di terra. Disponiamo di secondare, per quanto possiamo, il loro lodevole proponimento, pensando di consentire a tale domanda per omaggio alla gloriosissima Vergine.
Con la fedeltà vostra, con l’autorità del vicariato, disponiamo, con pareri di agrimensori, degni di fede, aggiunti a voi, a recarvi personalmente sul predetto posto. Concediamo quattro moggia della predetta terra agli stessi Guglielmo, Matteo, Puccio, Andrea, o ai loro delegati, per misura legittima, da distinguersi con termini precisi e nel luogo prefisso. Si faccia menzione della cosa con pubblico istrumento, con nostro suggello, per la medesima assegnazione, affinché, da ora in poi, il nostro privilegio abbia opportuna efficacia.
Emesso in Aversa, per don Bartolomeo di Capua, Ministro di Stato e Protonotaro del Regno di Sicilia, nell’anno del Signore 1319 addì 19 settembre».

L'opuscolo, scritto a più mani, raccoglie i seguenti articoli:

Angelandrea Casale, Introduzione al 700° Anniversario della fondazione della Cappella dell’Annunziata;
Luigi Ausiello e Vincenzo Marasco, Panoramica storico-politica del territorio dalle origini al 19 settembre 1319;
Vincenzo Amorosi, L’araldica dei quattro fidelium regiorum;
Lucia Muoio, La cappella della Vergine Annunciata e la città di Torre Annunziata nel settimo centenario;
Anna Vitiello, Marianeve Vitello e Mariarosaria Izzo, a cura di, Rappresentazione storica in atto unico della concessione dei 4 moggia di territorio ai 4 fedelissimi del re;
Nello Collaro, Cenni sull’iconografia dell’Annunciazione nella storia dell’Arte.

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Research paper thumbnail of 51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola II (1861-2017), Edizioni Scientifiche e Artistiche, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Nola 2017.

51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola II (1861-2017), 2017

A distanza di quasi due anni dalla pubblicazione della prima raccolta storico-giornalistica rigua... more A distanza di quasi due anni dalla pubblicazione della prima raccolta storico-giornalistica riguardante Torre Annunziata, finalmente siamo riusciti a tenere fede alla nostra promessa della continuazione dell’opera intrapresa. Con questo diamo luogo non ad un nuovo lavoro, bensì al necessario prosieguo di quella prima raccolta che tanto ci ha fatto conoscere della storia contemporanea di Torre Annunziata.
Abbiamo sempre ritenuto che la realizzazione di una seconda raccolta non potesse essere non considerata, in quanto la nostra ricerca aveva già precedentemente individuato una mole tale di argomenti da trattare, preziosissimi nel loro genere, che non meritavano di essere tralasciati. E proprio per questo ci siamo riservati, al tempo, la facoltà di riprenderli, per poterli così offrire al pubblico lettore. Questo prosieguo l’abbiamo voluto vedere un po’ alla stregua di una missione da compiere, d’altronde, comune a tutti coloro che, come noi, nutrono l’amore e la pazienza per la ricerca storica e per l’attenta indagine di quelle vicissitudini che hanno caratterizzato la storia antropica dei nostri territori: bella o brutta, curiosa o inverosimile che sia.
Pertanto, con l’ausilio dei tanti mezzi a nostra disposizione, tra cui l’indispensabile web, l’archivio comunale e l’interessantissimo fondo dell’emeroteca annessa alla Biblioteca comunale di Torre Annunziata, ritornando in alcuni casi anche sui nostri passi, abbiamo ancora una volta setacciato la carta stampata per il recupero di altre note e articoli che parlassero della città, dei suoi tanti personaggi, alcuni dei quali dimenticati, e anche piccoli compendi letterari pubblicati da quel mondo di pensiero che un tempo contraddistingueva una fitta schiera di rappresentanti della buona società locale.
Oltre questo sono risultati fondamentali per i nostri scopi l’utilizzo libero dei fondi digitalizzati de l’Unità, testata storica italiana, purtroppo non più pubblicata, e de La Stampa, e non per ultima la fornitissima raccolta storica de La Voce della Provincia custodita presso la redazione della rivista di Via Eolo.
Sicuramente molto affascinate è risultata la ricerca storica per convalidare alcuni riferimenti, da noi ritenuti importanti, letti tra le righe degli articoli scelti. Per questo è stata necessaria la consultazione di tutti quei fondi documentari cittadini disponibili, in cui, come si vedrà, è stato possibile reperire informazioni utili agli approfondimenti necessari per delineare un quadro chiaro degli eventi e il conseguente arricchimento delle nostre note, poste a introduzione degli articoli selezionati nella raccolta.
Ribadiamo ulteriormente che il lavoro che vi presentiamo non vuole essere assolutamente una riproposizione di quello che potrebbe essere considerato retorico, bensì ci piace l’idea di vedere il contenuto della nuova raccolta come un ulteriore ausilio di analisi utile per i ricercatori futuri, che volessero approfondire lo studio della Storia locale. Perciò riteniamo prezioso ogni contributo o suggerimento da parte dei lettori per migliorare questa tipologia di studio.
Infine, come già chiaramente espresso, vogliamo confermare la nostra dedica a tutte le vittime delle ingiustizie umane, soprattutto agli otto nostri concittadini che sono periti nel drammatico crollo del 7 luglio 2017 dell’edificio situato su Rampa Nunziante: in modo corale per LORO chiediamo GIUSTIZIA!

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata - Oplontis. Repertorio bibliografico. Ausilio per lo studio storico, civico e archeologico del territorio, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", YouCanPrint, Tricase 2018.

Torre Annunziata - Oplontis. Repertorio bibliografico. Ausilio per lo studio storico, civico e archeologico del territorio, 2018

L'estratto del lavoro che presento non è altro che un risvolto di approfondimento nato dalla mia ... more L'estratto del lavoro che presento non è altro che un risvolto di approfondimento nato dalla mia personale curiosità di cultore di storia locale, forte oramai di anni di ricerca archivistica e di letture storiche servite ad illustrarmi, ampiamente e sotto ogni profilo, il territorio di Torre Annunziata e della sua antica Oplontis. All'uopo non potevo lasciare inevaso il dubbio percettivo su quanto a riguardo fosse stato scritto. Così nel tempo è maturata la necessità di inerpicarmi lungo la via della materia bibliografica, alla ricerca di tutto quanto narrasse di questo antico territorio, esaminando e riportando in un unico "contenitore" tutti quei titoli che descrivono in un modo o in un altro sia Oplontis che Torre Annunziata, dalle origini fino ai nostri giorni.

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Research paper thumbnail of Il compagno Mario Guarriera. Una vita in "rosso" tra socialismo e antifascismo, "Quaderni di storia e storie torresi", Collana di studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno, I (2016), Vulcanica Print, Nola 2017.

Il compagno Mario Guarriera. Una vita in "rosso" tra socialismo e antifascismo, 2017

Questa è la storia di un uomo libero. Questa è la storia di un uomo i cui ideali sono stati gli ... more Questa è la storia di un uomo libero.
Questa è la storia di un uomo i cui ideali sono stati gli stessi di migliaia di torresi che in epoche buie, dove il divario sociale, gli eventi storici legati alla rivoluzione industriale e al ventennio fascista, creava schiavi e prigionieri di un sistema arcaico dove non vi poteva essere salvezza se non quella di schierarsi con gli assetati di potere e con chi si nutriva del sangue operaio.
Questo opuscolo racconta dell'uomo Mario Guarriera, nato libero e da gente umile e morto per gli altri alla pari dei giusti.

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Research paper thumbnail of A Historical Account of Archaeological Discoveries in the Region of Torre Annunziata, in John R. Clarke - Nayla K. Muntasser (a cura di), Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50 B.C.-A.D. 79), 1, The Humanities E-Book, New York 2014, pp. 209-661.

A Historical Account of Archaeological Discoveries in the Region of Torre Annunziata, 2014

In Clarke J. R., Muntasser N. K., Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50... more In Clarke J. R., Muntasser N. K., Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50 B.C.-A.D. 79). Volume 1: ancient landscape and modern discovery.

Cinque secoli di scoperte archeologiche emerse dal sottosuolo di Torre Annunziata. Un accurata recensione archivistica e bibliografica che propone al lettore una miniera di informazioni che hanno determinato poi alla rinascita di Oplontis.

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Research paper thumbnail of 51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola I (1882-1972), a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Edizioni Scientifiche e Artistiche, Torre del Greco 2015.

51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola I (1882-1972), 2015

La ricerca d’archivio molto spesso conduce il suo cultore a percorrere le strade più svariate aff... more La ricerca d’archivio molto spesso conduce il suo cultore a percorrere le strade più svariate affinché egli possa far riemergere dai meandri delle carte le notizie più affini ai propri interessi di studio. Tuttavia non sempre le indagini riportano a galla i risultati tanto sperati. In conseguenza si è costretti a
rivolgere lo sguardo verso nuovi fondi, ritenuti necessari, per assolvere alle proprie finalità.
In considerazione dell’approfondimento di fatti moderni diviene strettamente necessario anche il vaglio delle preziose fonti giornalistiche. Sospinti dalla necessità e optando quindi per tali tipologie di fonti informative, non bisogna mai escludere l’opportunità, nel caso si tratti di casi poco chiari, di approfondire le notizie giornalistiche con la consultazione e l’accertamento tramite le fonti archivistiche.
Il progetto editoriale che vi presentiamo ha come intento proprio quello di sposare queste due tipologie di ricerca: quella d’emeroteca e quella d’archivio. A lavoro svolto la prerogativa sarà sempre la stessa: quella di riferire al lettore l’esattezza e la fedeltà storica dei fatti, e anche dei misfatti, che hanno
caratterizzato la storia antropica del contesto studiato.
Per la specifica delle nostre esigenze ci sono venuti in soccorso alcuni fondi giornalistici di straordinario valore storico: l’Archivio storico digitalizzato de La Stampa, quello de L’Unità, e il cospicuo fondo giornalistico, a carattere locale, conservato presso la Biblioteca comunale di Torre Annunziata “Ernesto
Cesaro”.
Al fine delle nostre indagini, dopo un’analisi di quanto si è ritenuto strettamente
necessario alla realizzazione di questa prima raccolta, si è voluto realizzare un almanacco di natura storico - giornalistica che riguardi esclusivamente Torre Annunziata, impostato su un ordine cronologico, con la speranza futura
di realizzare più volumi a cadenza periodica - questo dipenderà poi da quanto materiale si riuscirà a mettere insieme nel tempo - ogni uno dei quali composto da 51 articoli (l’aggiunta di quel numero in più rispetto a quello “tondo” è stata espressamente voluta in quanto lo abbiamo considerato alla stregua di un
qualche cosa che doveva ritenersi fuori dagli schemi o anche semplicemente un puro fatto di curiosità intellettuale) editi negli ultimi due secoli.
L’idea di creare una raccolta giornalistica del genere, commentata, nasce dal lavoro certosino e metodico intrapreso da tempo dal coautore di questo lavoro, membro del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, Antonio Papa. La sua opera di trascrizione e analisi delle fonti giornalistiche locali comincia
nel febbraio 2011 data in cui egli ha cominciato, con dedita continuità, a rendere pubblici, servendosi dell’ausilio di un blog conosciuto come “Torresi Memorie”, stralci di rari periodici editi a Torre Annunziata, con relative annotazioni, che riferiscono di un fatto specifico o un di personaggio della o legato alla nostra città. Dopo una prima fase di impostazione del lavoro sulle basi già sperimentate da Antonio Papa, rimboccate le maniche, si è passati all’operazione di individuazione dei fatti meritevoli di essere riproposti e al successivo recupero delle memorie giornalistiche.
La rilettura degli articoli e la loro trascrizione, nella maggior parte dei casi integrale, ha reso possibile l’approfondimento di alcuni aneddoti cittadini di cui non se ne conoscevano i particolari.
Anche se il lavoro, all’occhio dei lettori più severi, potrebbe essere accolto come una “semplice riproposizione” di quello fatto dai corrispondenti giornalistici di un tempo, noi, invece vogliamo considerarlo come uno spunto aggiuntivo di ricerca da offrire a chi ritroverà tra le sue righe fatti o ricordi correlati alle proprie vicissitudini passate nonché un soccorso alle proprie esigenze di studio.
Lungi da noi la richiesta di plauso o benemerenza, saremo felici, se ciò avvenisse, sapere di essere riusciti a generare uno spunto di curiosità, anche esilarante, un’emozione o un personale ricordo in chi si ritroverà tra le mani questo nostro lavoro.

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Research paper thumbnail of L'Archivio storico della Parrocchia Ave Gratia Plena, Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, in Torre Annunziata. Inventario,  a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Edizioni Scientifiche e Artistiche, Torre del Greco 2014.

L'Archivio storico della Parrocchia Ave Gratia Plena, Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, in Torre Annunziata. Inventario, 2014

Come possiamo descrivere l’emozione che lo studioso prova nella riscoperta di un antico manoscrit... more Come possiamo descrivere l’emozione che lo studioso prova nella riscoperta di un antico manoscritto, in particolar modo di prima mano? E’ una sensazione unica. Solo gli specialisti del campo o gli appassionati e attenti scrutatori delle vicissitudini di un tempo, specialmente se legate ad una determinata argomentazione che rivela ciò che era il proprio luogo d’origine, possono farci percepire le sensazioni che prevalgono da quanto di magnifico avviene nel proprio essere quando si tocca con mano ciò che altre mani, nel più dei casi, secoli addietro, avevano impresso nella cellulosa.
E il ritrovamento di un archivio, di un fondo di documenti, ancora in parte inesplorato o disperso e poi riaffiorato, è sempre da considerarsi una vittoria che lo studioso riporta nei confronti dell’effetto degradante e annientante del tempo.
La vittoria consiste nel poter riscrivere fatti “incontaminati”, dare nuove motivazioni di rivalsa ad una questione oramai creduta estinta, o, semplicemente, poter narrare agli interlocutori parte della loro storia arricchita dei particolari nuovi e affascinanti sepolti nella polvere dei secoli.
E alla vittoria della scoperta, ancor più a soddisfare lo studioso, in maniera fantastica, e se Iddio lo volesse, occorrebbe il ringraziamento di tutti quegli uomini, i personaggi, di un tempo che hanno permesso l’accatastamento di centinaia e centinaia di metri lineari di carte, di storie remote. E loro, riesumati anche per un solo momento, grazie al lavoro certosino di quanti si appassionano alla ricerca archivistica, ritornando alla ribalta, da gran protagonisti, sulle loro labbra e nei pensieri, si renderanno nuovamente attori di quelle antiche venture.
Insomma, il rispolvero e la risistemazione di un antico fondo archivistico rimangono un modo fondamentale per far rivivere in maniera eccezionale non solo dei fatti, ma anche degli uomini.

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Research paper thumbnail of Alle fonti del Vesuvio. L'analisi delle fonti bibliografiche relative al Vesuvio dalle origini al 1631, ed. Ilmiolibro, Roma 2013.

Alle fonti del Vesuvio. L'analisi delle fonti bibliografiche relative al Vesuvio dalle origini al 1631, 2013

Gli autori di questo testo hanno ricercato le fonti bibliografiche attinenti alla storia del Vesu... more Gli autori di questo testo hanno ricercato le fonti bibliografiche attinenti alla storia del Vesuvio. Sono stati in tanti, nel corso dei secoli a scrivere di questo vulcano, il più sorvegliato della terra. Abbiamo voluto leggere ogni riferimento a partire dalle origini e fino al 1631.

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata nella cartografia antica. Analisi toponomastica e iconografica di Torre Annunziata nella cartografia antica con riferimenti a Sylva Mala, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno, ed. Ilmiolibro, Roma 2011.

Torre Annunziata nella cartografia antica. Analisi toponomastica e iconografica di Torre Annunziata nella cartografia antica con riferimenti a Sylva Mala, 2011

Analisi di un viaggio attraverso 1800 anni di storia. Dallo studio della cartografia antica relat... more Analisi di un viaggio attraverso 1800 anni di storia. Dallo studio della cartografia antica relativa all'area vesuviana, si evincono particolari interessanti dell'evoluzione toponomastica dei luoghi e non solo. Si analizza l'evoluzione urbanistica attraverso quanto riferito dai maestri cartografi vissuti tra il medioevo e la fine del XVIII secolo. L'autore non trascura alcun particolare, egli si concentra particolarmente sull'area prossima a Torre Annunziata e la pedemontana vesuviana, un tempo, conosciuta come Sylva Mala o Sylva Maris.

Il libro è disponibile al seguente link: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/storia-e-filosofia/52833/torre-annunziata-nella-cartografia-antica/

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Research paper thumbnail of Abbraccio a Maria à sposa. Rievocazione storica di un mito, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", s.n., Torre Annunziata 2011.

Abbraccio a Maria à sposa. Rievocazione storica di un mito, 2011

Quante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato “nù cunte” o un episodio che abbia lasciato un s... more Quante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato “nù cunte” o un episodio che abbia lasciato un segno indelebile nella psiche di un individuo, talvolta in un contesto sociale intero? La risposta è tante, poche, addirittura, unica volta.
In tal caso, “ù cunte”, ovvero il racconto, che da qui vi narreremo, con questo nostro piccolo contributo alla storia antropologica e sociale della nostra città, non può essere più definito come tale, in quanto evolutosi, e passando dallo stadio di semplice racconto, a quello di una credenza popolare, può essere tranquillamente assumere la definizione di “mito”.
E, Torre Annunziata, in seguito a questa narrazione investita di sacralità, dai risvolti che affondano le proprie radici negli antichi riti pagani insinuati dal sottile mistero, coperto e costruito dalla psiche di chi lo ha saputo magistralmente edificare, anch’essa, ha vissuto in maniera passionale il proprio mito.

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata, 21 gennaio 1946, Tipografia Aurora, Boscoreale 2008

Torre Annunziata, 21 gennaio 1946, 2008

Fin dalle prime ore emerge una sconcertante verità. La tragedia si sarebbe potuta evitare, se so... more Fin dalle prime ore emerge una sconcertante verità.
La tragedia si sarebbe potuta evitare, se solo fosse stata riposta una maggiore attenzione nella custodia dei vagoni. Le autorità italiane, infatti, dopo uno scoppio di lieve entità, avevano fatto notare agli alleati l’urgenza di adottare maggiori precauzioni.

Tale sollecitazione indusse gli alleati ad incaricare un drappello di pompieri a presidiare l’area dei convogli.
Ciò in considerazione del fatto che il luogo dove si trovavano i convogli era accessibile a tutti.

Il convoglio presente alla stazione marittima di Torre proviene dai depositi di Aversa zona già oggetto di un incidente verificatosi l’anno precedente in conseguenza del quale gli Alleati ne avevano deciso lo sgombero e la deposizione delle Santa Barbara in un luogo più sicuro.

Una probabile causa dello stazionamento delle munizioni nel porto torrese e consecutiva perdita di tempo nella messa in sicurezza delle stesse poteva essere imputabile ad una controversia nata tra i comandi alleati presenti a Napoli e organi governativi italiani, in quanto vennero violate in precedenza le disposizioni italiane in merito che erano quelle di affondare le Santa Barbara nel centro del Golfo di Napoli ad una profondità non inferiore ai 300 metri, ma ciò non avvenne in quanto le precedenti eliminazioni risultarono essere avvenute in zone del golfo dove le acque non superavano gli 80 metri di profondità mettendo a repentaglio la sicurezza della pesca nel golfo.

Alcuni operai presenti nei pressi della stazione marittima notarono, verso le 16 del giorno 21 l’allontanamento dei Vigili preposti dagli alleati a guardia del convoglio lasciandolo completamente incustodito.

La prima esplosione si è udita alcuni minuti prima delle sei di sera ed ha scosso da subito la popolazione che terrorizzata si è riversata nelle strade quando a circa dieci minuti da questa ne è avvenuta un'altra di minore entità per poi esserne seguita subito da una terza risultata fortissima tanto che aveva fatto tremare l’intero centro cittadino.

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Research paper thumbnail of Boscotrecase, storia di una riscoperta epigrafica, Tipografia Aurora, Boscoreale 2010.

Boscotrecase, storia di una riscoperta epigrafica, 2010

Il volume tratta un’importante vicenda storica che coinvolse l’intero territorio vesuviano. Il li... more Il volume tratta un’importante vicenda storica che coinvolse l’intero territorio vesuviano. Il libro non è altro che l’epilogo di uno studio accurato, uno studio svoltosi direttamente sul territorio a seguito di indizi bibliografici e riferimenti storici che hanno fatto sì che un’antica testimonianza appartenente a tutta la comunità di Boscotrecase ritornasse alla luce dopo decenni di silenzio.
La vicenda trova la sua origine nel lontano 1779 quando la furia incontrastata del Vesuvio afflisse le popolazioni locali con una nuova, spettacolare quanto tremenda calamità. L’eruzione venne vissuta con apprensione non solo dalle comunità locali, ma anche dalla vicina Napoli da cui l’evento si poteva ammirare in tutta la sua terribile “performance”.
Enormi fontane di lava, lancio di detriti vulcanici di ogni sorta eiettati a centinaia di metri d’altezza, arrecarono seri danni alle genti del territorio vesuviano, al bestiame e alle colture.
La cittadina di Boscotrecase benché così vicina al vulcano e particolarmente esposta alla ricaduta dei materiali eiettati, fortunosamente non subì danni notevoli.
A questo punto la popolazione del Rione Oratorio, che sicuramente durante il flagello si era appellata alla sua Santa Patrona, si sentì in debito. La fede scaturita da quegli animi scossi portò le genti a ringraziare Sant’Anna, e nel 1780, in occasione della messa in opera della nuova facciata della Chiesa del Rione, si affisse un’epigrafe marmorea sul nuovo portale della chiesa dove si riportava il voto cittadino.
Questa resistette ancora ad innumerevoli calamità e anche a quella più grave che investì in pieno l’intero Rione Oratorio arrecandone non pochi danni: l’eruzione del 1906.
L’antica testimonianza non poté resistere all’incuria dell’uomo, al disprezzo in taluni casi della storia, delle testimonianze e di quei particolari che narrano le vicissitudini locali. Infatti essa durante i lavori di restauro della facciata avvenuti tra il 1929 e il 1930, venne rimossa e scomparve insieme all’antico portale.
L’opera di ricerca svolta dall'autore, accomunata da un’intensa passione per il territorio, ha fatto sì che ogni particolare di questa magnifica vicenda ritornasse alla luce.
Infatti, quasi per caso, questa storia ritrova il suo epilogo.
La realizzazione del libro trova il suo nascere durante gli studi condotti per la rievocazione del centenario dell’eruzione del 1906.
Da un accurata indagine condotta nel sottosuolo della parrocchia, in quegli angusti locali che una volta offrivano la degna sepoltura agli abitanti del Rione Oratorio, emerse una verità sconosciuta. Esplorando quel rivolo di lava che ivi penetrò emersero dei particolari interessanti. Alcuni blocchi litici fuori dal contesto attrassero la curiosità dello studioso che dopo essere stati rilevati e comparati con degli elementi fotografici, unici per altro e importantissimi per la conduzione e la realizzazione di questo lavoro, portarono alla deduzione che l’antico portale e la sua lapide effettivamente non si allontanarono mai più di tanto dal loro ipogeo ma vennero utilizzati come materiali di risulta per riempire la voragine lasciata dal passaggio delle lave del 1906.

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Papers by Vincenzo Marasco

Research paper thumbnail of Maria SS. della Neve: storia e leggenda di un ritrovamento miracoloso, in G. Cardone, Riti e ritualità a Napoli, in Campania e nel Sud Italia, Bari, Prospettivaeditrice, 2019, pp. 317-322.

Analizzando i vari aspetti etnologici relativi alla città di Torre Annunziata, sicuramente l’epis... more Analizzando i vari aspetti etnologici relativi alla città di Torre Annunziata, sicuramente l’episodio del ritrovamento della sacra Icona di Maria SS. della Neve, la Madonna bruna che si venera presso la Chiesa parrocchiale cittadina dell’A.G.P. e Basilica pontificia a Lei intitolata, la “zingarella” come affettuosamente la chiamano molti dei suoi devoti, non poteva essere assolutamente ignorato, anche se non esistono riferimenti e documenti che possano fare chiarezza sulla sua venuta a Torre Annunziata.
In questa mia breve esposizione cercherò di ripercorrere le fasi salienti del leggendario e miracoloso ritrovamento, secondo la tradizione che oggi caratterizza, dopo circa 600 anni, una parte importante della storia del culto mariano locale.
La tradizione orale che trova riscontro nella devozione mariana di Torre Annunziata, a differenza di quel che realmente si evince dalla lettura analitica dei documenti, attribuisce la nascita dell’antico borgo marinaro della Turris Annunciatae ad un presunto intervento divino che portò alla ratifica di una concessione, datata 19 Settembre 1319, rogata dal Protonotaro Bartolomeo di Capua per incarico di Carlo d’Angiò, duca di Calabria e al tempo vicario del padre Roberto nella reggenza del Regno di Napoli.

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Research paper thumbnail of La zampogna: cenni, mito e magia di uno strumento di pace, in S. Giordano - D. Pagano (a cura di), 48° Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Associazione italiana “Amici del Presepe” sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, Torre Annunziata, s.n., 2019, pp. 17-21.

Nonostante i numerosi studi sulla Zampogna, ancora oggi non possiamo affermare con precisione com... more Nonostante i numerosi studi sulla Zampogna, ancora oggi non possiamo affermare con precisione come e quando sia nato il suo primo archetipo.
La Zampogna è una tipologia di aerofoni a sacco, della famiglia di strumenti musicali che traggono il proprio principio di funzionamento da uno o più elementi sonori alimentati in modo continuo da un serbatoio d’aria tenuto in pressione dal soffio insufflato del suo suonatore, ovvero dallo Zampognaro: è, quindi, l’aria contenuta nell’otre, tradizionalmente di vello caprino, ma oggi anche di materiale sintetico, a far vibrare le ance poste sugli elementi sonori, una serie di canne lignee tenute insieme da un unico ceppo, sempre di legno, che producono i suoni caratteristici di questo strumento così caro a tanti, soprattutto nel Centro e Sud Italia, in quanto i suoi suoni riconducono inevitabilmente al calore del focolare domestico e agli sterminati spazi montani e, come accade soprattutto nella tradizionale italiano, ai santi giorni della Natività di Gesù Cristo.
Poche sono le fonti che fanno riferimento a questo strumento in epoche antiche.

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Research paper thumbnail of 1319-2019, settecento anni fa la fondazione della cappella dell’A.G.P. e di Torre Annunziata, in S. Giordano - D. Pagano (a cura di), 48ª Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Ass. italiana “Amici del Presepe”, sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, s.l. , s.n., 2019, pp. 8-12.

Il XIV secolo, benché per l’epoca le notizie relative al nostro territorio risultino scarne e sen... more Il XIV secolo, benché per l’epoca le notizie relative al nostro territorio risultino scarne e senza dovizia di particolari, è visto come il periodo durante il quale tutta la fascia costiera e la pedemontana vesuviana a settentrione del fiume Sarno fino a Capo Oncino cominci ad essere interessata dalle prime formazioni antropiche organizzate, soggette a statuti e a nuove amministrazioni giuridiche, di natura religiosa e civica: è il momento in cui l’embrione del borgo marinaro della Turris Annunciatæ prende forma e in particolare nasce la sua vocazione mariana, sulla quale esso è stato fondato a seguito della concessione regia del 19 settembre del 1319 cui poi seguì la costruzione della cappella dedicata alla Vergine dell’Annunziata.

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Research paper thumbnail of La Basilica dell'Ave Gratia Plena cuore della Comunità di Torre Annunziata, in Giordano Salvatore - Domenico Pagano (a cura di), 45ª Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Associazione italiana “Amici del Presepe”, sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, s. l., s.n., 2016, pp. 18-25.

La Basilica dell'Ave Gratia Plena cuore della Comunità di Torre Annunziata, 2016

L'anno 1319 venne concesso il regio privilegio per la costruzione dell'antica cappella dedicata a... more L'anno 1319 venne concesso il regio privilegio per la costruzione dell'antica cappella dedicata alla Vergine dell'Annunciata (Ave Gratia Plena) nei pressi della spiaggia, nel luogo detto Calcarola, dove poi si ergerà la torre dei Conti Orsini di Nola.
L'articolo introduce all'aspetto storico del catalogo della 45ª mostra di presepistica che si tiene ogni anno in Torre Annunziata all'interno della Cappella dell'Arciconfraternita dei Santi Agostino e Monica.

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. VI. Gli Eroi del dovere.

Edizioni www.vesuvioweb.com 2006

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. V. L'evento eruttivo diventa attrazione per i turisti.

Edizioni www.vesuvioweb.com, 2006

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Research paper thumbnail of Francesco Marasca. Diario dei Ricordi. Viaggio nei luoghi della mia gioventù tra le vie del quartiere della Pruvulera e quelle della Torre Annunziata che non c'è più. Collana di Studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", VIII (2022), Youcanprint Self-publishing, Tricase 2022

Opera post mortem trascritta e curata da Vincenzo Marasco, 2022

Solitamente andavo a trovare Zio Francesco il sabato pomeriggio, quando i miei impegni settimanal... more Solitamente andavo a trovare Zio Francesco il sabato pomeriggio, quando i miei impegni settimanali me lo consentivano. Quei momenti trascorsi a discutere con lui, presso il bilocale che aveva in affitto al primo piano di un edificio di Via Domenico Cirillo, quasi come se fosse un rifugio dove poter trascorrere i suoi attimi di riflessione, a volte volevo che non finissero mai. La discussione veniva sempre iniziata seduti al tavolo del cucinino che fungeva anche da ingresso e disimpegno, dopo che egli aveva messo su la caffettiera e si era riacceso la mezza sigaretta già in parte fumata, e lasciata in sospeso tempo prima. In quel nostro discutere, per anni, c’è stato sempre un tema riguardante la città, oltre che la storia della nostra famiglia e tutti quei frangenti passati, gli uomini e le donne che hanno segnato grosso modo l’evolversi della vita cittadina.
Zio Francesco era come un libro da sfogliare, bastava solo girare un foglio per scoprire un capitolo in più.
Spesso anche osservando una semplice cartolina, di cui lui è stato un accanito collezionista, passione che per altro condividevamo, nascevano dei discorsi centrati su tutto quello che era raffigurato nell’immagine quasi sempre presa a casaccio dal pacchetto allacciato con un elastico, in cui era solito custodirle. Tuttavia capitava anche che egli mi facesse leggere un suo scritto poetico per capire io cosa ne pensassi e se quel suo sentimento affidato all’inchiostro su uno dei tanti fogli volanti sparsi per il cucinino e la sala da letto, fosse troppo intimo per poterlo scrivere. Non mi sono mai pronunciato a riguardo. Ho sempre risposto dicendogli che se lo aveva scritto era perché sentiva il bisogno di non dimenticare, o di dover rivelare a qualcuno l’intimità di quel pensiero espresso con i versi.
Nel 2010, pochi anni prima che se ne andasse, zio Francesco decise di scrivere le sue Memorie raccogliendole in quel che io poi ho chiamato Diario, dove conservare i ricordi della sua fanciullezza e di quel ragazzo che visse tra i vicoli della Pruvulera.

F.M.: Che ne pienze? Facce bbuono a scrivere tutte sti ccose?

Io: Sì zio, fai benissimo. Anzi un giorno di questi vengo con la telecamera e ti riprendo anche mentre mi racconti tutto quello che ti passa per la testa, e mentre rispondi a qualche mia domanda.

Così poi ho fatto. Conservo le registrazioni di quelle nostre chiacchierate in quanto ho sempre reputato che la sua voce e l’espressione dei suoi occhi dimostrate mentre raccontava la città e le vicende famigliari, non dovessero essere perse.
Un giorno, mi diede una busta - della spesa, dove come era suo solito raccoglieva spesso i suoi appunti e i fogli svolazzanti - insieme a due quaderni in cui erano raccolte le Memorie e a quel Diario che aveva deciso di scrivere.
Quando se ne andò, dopo averlo salutato per l’ultima volta, mi ripromisi che prima o poi gli avrei reso il tributo che meritava di ricevere con la trascrizione dei suoi scritti e la stampa di questo SUO lavoro, in ricordo delle nostre belle, lunghe e profonde chiacchierate.

Vincenzo Marasco

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Research paper thumbnail of Aurelio Spera e Pasquale Monaco, due vite per il Cervino, "Quaderni di storia e storie torresi", Collana di studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", V (2020), Vulcanica Print, Nola 2020.

Aurelio Spera e Pasquale Monaco, due vite per il Cervino, 2020

Spesso gli alpinisti definiscono se stessi come conquistatori dell’inutile, forse perché già in l... more Spesso gli alpinisti definiscono se stessi come conquistatori dell’inutile, forse perché già in loro stessi è presente la consapevolezza di quanto effimera possa essere la soddisfazione di arrivare in cima a una montagna, soprattutto se paragonata allo sforzo e al rischio per raggiungerla per poi subito abbandonarla a causa della mutevolezza degli elementi. Ebbene, da buon camminatore, e da scarno alpinista quale sono stato, posso dire che quell’inutile che conquistiamo in vetta non è dissimile da quell’inutile che conquistiamo ogni giorno portando avanti i nostri principi, i nostri ideali e le nostre piccole, grandi imprese; inutile forse perché effimero, ma sostanziale per la nostra esistenza.

Spesso, quando si parla di montagna in un paese con quasi 8 mila metri di costa si dimenticano i 1.200 chilometri di Alpi e soprattutto i 1.400 chilometri di Appennino, ma la naturale propensione di chi volge lo sguardo sull’orizzonte della vita da un punto e un contesto più alto e aspira a un qualcosa di più che l’ordinaria esistenza, non può che contemplare, oltre che le profondità del mare anche e soprattutto quella metafora di vita che sono le nostre vette montane.
Salire in montagna ti insegna a vivere, perché ti mette crudamente al confronto con te stesso, ti mostra chi realmente sei senza menzogne e senza scusanti, è lì che capisci quanto vali, perché è in quel contesto che decidi se prendere di faccia la tua essenza o rinnegarla, nascondendola magari dietro la sorte o dietro colpe altrui; è lì in montagna dove decidi se essere un uomo o qualcos’altro, perché è in montagna che non si mente, perché non è possibile farlo. Ecco perché chi ci va sa; è consapevole di ciò che affronta e ne accetta le condizioni, perché è cosciente che potrà essere contraccambiato con una doppia moneta, quella della gloria effimera della vetta o quella del rischio del fallimento, spesso con fatali conseguenze.
Oggi andare in montagna è diventato un qualcosa alla portata di tutti coloro che vogliano cimentarsi sulle nostre catene montuose, ma, se da un lato è un bene perché avvicina più persone alla conoscenza di questo splendido e fondamentale contesto, dall’altro si è andato perdendo quel fascino che l’alpinismo aveva nei tempi passati, perché per molti, andare in montagna è ormai uno sport, è un’attività prestazionale e non una disciplina dell’anima.

Aurelio e Pasquale erano probabilmente persone che vivevano in ragione di quel sentimento che ti eleva ad essere migliore nel corpo, ma anche e soprattutto nell’anima, in ragione di ciò che ti avvicina a un qualcosa di più elevato che non sia legato a un che di materiale, ma che dia significato alla tua esistenza. Aurelio e Pasquale erano giovani e come è giusto che fosse, la loro età li ha portati ad osare perché questo verbo è complementare con quello di vivere ed è sostanziale con la storia dell’umanità; loro hanno vissuto pienamente, tanto che a sessantaquattro anni dalla loro scomparsa siamo ancora qui a parlarne. Loro fallirono in modo letale nell’ardua impresa, ma la morte non è mai inutile se ha un suo significato, un suo valore, la vera morte non è il fallimento di un’impresa, la vera morte è non vivere la vita.

Ciro Teodonno
Presidente della Commissione Regionale per la Tutela dell’Ambiente Montano del CAI

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata: 19 settembre 1319 - 19 settembre 2019. Sette secoli dalla fondazione del culto dell'Annunziata e dalla nascita della Turris Annunciatae, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Vulcanica Print, Nola 2019.

Torre Annunziata: 19 settembre 1319 - 19 settembre 2019. Sette secoli dalla fondazione del culto dell'Annunziata e dalla nascita della Turris Annunciatae, 2019

Nel settembre 1319, a Carlo d’Angiò, figlio primogenito di Roberto, principe ereditario del Regno... more Nel settembre 1319, a Carlo d’Angiò, figlio primogenito di Roberto, principe ereditario del Regno di Napoli, Duca di Calabria e Vicario generale del Regno, che nel frattempo curava gli interessi della corona al posto del padre impegnato nelle regioni del nord Italia in azioni di guerra per fronteggiare le ingerenze ghibelline sul papato di Giovanni XXII e per accrescere ancor di più la sua influenza sulla penisola, si rivolsero quattro notabili, fidelium regiorum, che avevano interessi nelle zone limitrofi alla Calcarola, per chiedere una concessione di un pezzo di territorio nei pressi di questa località, onde poter edificare una chiesetta dedicata alla Vergine dell’Annunziata con un annesso hospitale.
Fu così che Andrea Petrucci di Scafati, Guglielmo da Nocera, Matteo de Avitabulo, Puccio Francone da Napoli, dopo aver dimostrato al Vicario Generale del Regno le loro intenzioni, il 19 settembre ebbero la decretazione della regia concessione in cui si legge:

«Per un borgo da costruirsi nel bosco di Scafati, Carlo, Capitano della città di Napoli e suo giudice, saluta i fedeli del padre e i nostri. Da parte di Guglielmo da Nocera, di Matteo de Avitabulo, di Puccio Francone da Napoli e di Andrea Petrucci di Scafati, fedeli del nostro Regno, fu testé esposto a Noi, come essi, per divina ispirazione e senza indugio alcuno, desiderino, e dispongano di fondare e innalzare per lode della Beata Vergine, una cappella, da nominarsi Chiesa della Vergine Annunziata, e un ospedale nel luogo detto Calcarola, collegato alla via pubblica, per la quale si va a Scafati e quell’altra via per la quale si va al paese del mare di Stabia, esclusivamente a loro fatiche e spese, col concorso di altri. Coll’aiuto divino ci compiacciamo di concedere e donare loro, per la suddetta ragione, liberamente, quattro moggia di terra. Disponiamo di secondare, per quanto possiamo, il loro lodevole proponimento, pensando di consentire a tale domanda per omaggio alla gloriosissima Vergine.
Con la fedeltà vostra, con l’autorità del vicariato, disponiamo, con pareri di agrimensori, degni di fede, aggiunti a voi, a recarvi personalmente sul predetto posto. Concediamo quattro moggia della predetta terra agli stessi Guglielmo, Matteo, Puccio, Andrea, o ai loro delegati, per misura legittima, da distinguersi con termini precisi e nel luogo prefisso. Si faccia menzione della cosa con pubblico istrumento, con nostro suggello, per la medesima assegnazione, affinché, da ora in poi, il nostro privilegio abbia opportuna efficacia.
Emesso in Aversa, per don Bartolomeo di Capua, Ministro di Stato e Protonotaro del Regno di Sicilia, nell’anno del Signore 1319 addì 19 settembre».

L'opuscolo, scritto a più mani, raccoglie i seguenti articoli:

Angelandrea Casale, Introduzione al 700° Anniversario della fondazione della Cappella dell’Annunziata;
Luigi Ausiello e Vincenzo Marasco, Panoramica storico-politica del territorio dalle origini al 19 settembre 1319;
Vincenzo Amorosi, L’araldica dei quattro fidelium regiorum;
Lucia Muoio, La cappella della Vergine Annunciata e la città di Torre Annunziata nel settimo centenario;
Anna Vitiello, Marianeve Vitello e Mariarosaria Izzo, a cura di, Rappresentazione storica in atto unico della concessione dei 4 moggia di territorio ai 4 fedelissimi del re;
Nello Collaro, Cenni sull’iconografia dell’Annunciazione nella storia dell’Arte.

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Research paper thumbnail of 51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola II (1861-2017), Edizioni Scientifiche e Artistiche, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Nola 2017.

51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola II (1861-2017), 2017

A distanza di quasi due anni dalla pubblicazione della prima raccolta storico-giornalistica rigua... more A distanza di quasi due anni dalla pubblicazione della prima raccolta storico-giornalistica riguardante Torre Annunziata, finalmente siamo riusciti a tenere fede alla nostra promessa della continuazione dell’opera intrapresa. Con questo diamo luogo non ad un nuovo lavoro, bensì al necessario prosieguo di quella prima raccolta che tanto ci ha fatto conoscere della storia contemporanea di Torre Annunziata.
Abbiamo sempre ritenuto che la realizzazione di una seconda raccolta non potesse essere non considerata, in quanto la nostra ricerca aveva già precedentemente individuato una mole tale di argomenti da trattare, preziosissimi nel loro genere, che non meritavano di essere tralasciati. E proprio per questo ci siamo riservati, al tempo, la facoltà di riprenderli, per poterli così offrire al pubblico lettore. Questo prosieguo l’abbiamo voluto vedere un po’ alla stregua di una missione da compiere, d’altronde, comune a tutti coloro che, come noi, nutrono l’amore e la pazienza per la ricerca storica e per l’attenta indagine di quelle vicissitudini che hanno caratterizzato la storia antropica dei nostri territori: bella o brutta, curiosa o inverosimile che sia.
Pertanto, con l’ausilio dei tanti mezzi a nostra disposizione, tra cui l’indispensabile web, l’archivio comunale e l’interessantissimo fondo dell’emeroteca annessa alla Biblioteca comunale di Torre Annunziata, ritornando in alcuni casi anche sui nostri passi, abbiamo ancora una volta setacciato la carta stampata per il recupero di altre note e articoli che parlassero della città, dei suoi tanti personaggi, alcuni dei quali dimenticati, e anche piccoli compendi letterari pubblicati da quel mondo di pensiero che un tempo contraddistingueva una fitta schiera di rappresentanti della buona società locale.
Oltre questo sono risultati fondamentali per i nostri scopi l’utilizzo libero dei fondi digitalizzati de l’Unità, testata storica italiana, purtroppo non più pubblicata, e de La Stampa, e non per ultima la fornitissima raccolta storica de La Voce della Provincia custodita presso la redazione della rivista di Via Eolo.
Sicuramente molto affascinate è risultata la ricerca storica per convalidare alcuni riferimenti, da noi ritenuti importanti, letti tra le righe degli articoli scelti. Per questo è stata necessaria la consultazione di tutti quei fondi documentari cittadini disponibili, in cui, come si vedrà, è stato possibile reperire informazioni utili agli approfondimenti necessari per delineare un quadro chiaro degli eventi e il conseguente arricchimento delle nostre note, poste a introduzione degli articoli selezionati nella raccolta.
Ribadiamo ulteriormente che il lavoro che vi presentiamo non vuole essere assolutamente una riproposizione di quello che potrebbe essere considerato retorico, bensì ci piace l’idea di vedere il contenuto della nuova raccolta come un ulteriore ausilio di analisi utile per i ricercatori futuri, che volessero approfondire lo studio della Storia locale. Perciò riteniamo prezioso ogni contributo o suggerimento da parte dei lettori per migliorare questa tipologia di studio.
Infine, come già chiaramente espresso, vogliamo confermare la nostra dedica a tutte le vittime delle ingiustizie umane, soprattutto agli otto nostri concittadini che sono periti nel drammatico crollo del 7 luglio 2017 dell’edificio situato su Rampa Nunziante: in modo corale per LORO chiediamo GIUSTIZIA!

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata - Oplontis. Repertorio bibliografico. Ausilio per lo studio storico, civico e archeologico del territorio, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", YouCanPrint, Tricase 2018.

Torre Annunziata - Oplontis. Repertorio bibliografico. Ausilio per lo studio storico, civico e archeologico del territorio, 2018

L'estratto del lavoro che presento non è altro che un risvolto di approfondimento nato dalla mia ... more L'estratto del lavoro che presento non è altro che un risvolto di approfondimento nato dalla mia personale curiosità di cultore di storia locale, forte oramai di anni di ricerca archivistica e di letture storiche servite ad illustrarmi, ampiamente e sotto ogni profilo, il territorio di Torre Annunziata e della sua antica Oplontis. All'uopo non potevo lasciare inevaso il dubbio percettivo su quanto a riguardo fosse stato scritto. Così nel tempo è maturata la necessità di inerpicarmi lungo la via della materia bibliografica, alla ricerca di tutto quanto narrasse di questo antico territorio, esaminando e riportando in un unico "contenitore" tutti quei titoli che descrivono in un modo o in un altro sia Oplontis che Torre Annunziata, dalle origini fino ai nostri giorni.

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Research paper thumbnail of Il compagno Mario Guarriera. Una vita in "rosso" tra socialismo e antifascismo, "Quaderni di storia e storie torresi", Collana di studi del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno, I (2016), Vulcanica Print, Nola 2017.

Il compagno Mario Guarriera. Una vita in "rosso" tra socialismo e antifascismo, 2017

Questa è la storia di un uomo libero. Questa è la storia di un uomo i cui ideali sono stati gli ... more Questa è la storia di un uomo libero.
Questa è la storia di un uomo i cui ideali sono stati gli stessi di migliaia di torresi che in epoche buie, dove il divario sociale, gli eventi storici legati alla rivoluzione industriale e al ventennio fascista, creava schiavi e prigionieri di un sistema arcaico dove non vi poteva essere salvezza se non quella di schierarsi con gli assetati di potere e con chi si nutriva del sangue operaio.
Questo opuscolo racconta dell'uomo Mario Guarriera, nato libero e da gente umile e morto per gli altri alla pari dei giusti.

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Research paper thumbnail of A Historical Account of Archaeological Discoveries in the Region of Torre Annunziata, in John R. Clarke - Nayla K. Muntasser (a cura di), Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50 B.C.-A.D. 79), 1, The Humanities E-Book, New York 2014, pp. 209-661.

A Historical Account of Archaeological Discoveries in the Region of Torre Annunziata, 2014

In Clarke J. R., Muntasser N. K., Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50... more In Clarke J. R., Muntasser N. K., Oplontis: Villa A (“of Poppaea”) at Torre Annunziata, Italy (50 B.C.-A.D. 79). Volume 1: ancient landscape and modern discovery.

Cinque secoli di scoperte archeologiche emerse dal sottosuolo di Torre Annunziata. Un accurata recensione archivistica e bibliografica che propone al lettore una miniera di informazioni che hanno determinato poi alla rinascita di Oplontis.

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Research paper thumbnail of 51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola I (1882-1972), a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Edizioni Scientifiche e Artistiche, Torre del Greco 2015.

51 episodi storico-giornalistici su Torre Annunziata. Raccola I (1882-1972), 2015

La ricerca d’archivio molto spesso conduce il suo cultore a percorrere le strade più svariate aff... more La ricerca d’archivio molto spesso conduce il suo cultore a percorrere le strade più svariate affinché egli possa far riemergere dai meandri delle carte le notizie più affini ai propri interessi di studio. Tuttavia non sempre le indagini riportano a galla i risultati tanto sperati. In conseguenza si è costretti a
rivolgere lo sguardo verso nuovi fondi, ritenuti necessari, per assolvere alle proprie finalità.
In considerazione dell’approfondimento di fatti moderni diviene strettamente necessario anche il vaglio delle preziose fonti giornalistiche. Sospinti dalla necessità e optando quindi per tali tipologie di fonti informative, non bisogna mai escludere l’opportunità, nel caso si tratti di casi poco chiari, di approfondire le notizie giornalistiche con la consultazione e l’accertamento tramite le fonti archivistiche.
Il progetto editoriale che vi presentiamo ha come intento proprio quello di sposare queste due tipologie di ricerca: quella d’emeroteca e quella d’archivio. A lavoro svolto la prerogativa sarà sempre la stessa: quella di riferire al lettore l’esattezza e la fedeltà storica dei fatti, e anche dei misfatti, che hanno
caratterizzato la storia antropica del contesto studiato.
Per la specifica delle nostre esigenze ci sono venuti in soccorso alcuni fondi giornalistici di straordinario valore storico: l’Archivio storico digitalizzato de La Stampa, quello de L’Unità, e il cospicuo fondo giornalistico, a carattere locale, conservato presso la Biblioteca comunale di Torre Annunziata “Ernesto
Cesaro”.
Al fine delle nostre indagini, dopo un’analisi di quanto si è ritenuto strettamente
necessario alla realizzazione di questa prima raccolta, si è voluto realizzare un almanacco di natura storico - giornalistica che riguardi esclusivamente Torre Annunziata, impostato su un ordine cronologico, con la speranza futura
di realizzare più volumi a cadenza periodica - questo dipenderà poi da quanto materiale si riuscirà a mettere insieme nel tempo - ogni uno dei quali composto da 51 articoli (l’aggiunta di quel numero in più rispetto a quello “tondo” è stata espressamente voluta in quanto lo abbiamo considerato alla stregua di un
qualche cosa che doveva ritenersi fuori dagli schemi o anche semplicemente un puro fatto di curiosità intellettuale) editi negli ultimi due secoli.
L’idea di creare una raccolta giornalistica del genere, commentata, nasce dal lavoro certosino e metodico intrapreso da tempo dal coautore di questo lavoro, membro del Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno”, Antonio Papa. La sua opera di trascrizione e analisi delle fonti giornalistiche locali comincia
nel febbraio 2011 data in cui egli ha cominciato, con dedita continuità, a rendere pubblici, servendosi dell’ausilio di un blog conosciuto come “Torresi Memorie”, stralci di rari periodici editi a Torre Annunziata, con relative annotazioni, che riferiscono di un fatto specifico o un di personaggio della o legato alla nostra città. Dopo una prima fase di impostazione del lavoro sulle basi già sperimentate da Antonio Papa, rimboccate le maniche, si è passati all’operazione di individuazione dei fatti meritevoli di essere riproposti e al successivo recupero delle memorie giornalistiche.
La rilettura degli articoli e la loro trascrizione, nella maggior parte dei casi integrale, ha reso possibile l’approfondimento di alcuni aneddoti cittadini di cui non se ne conoscevano i particolari.
Anche se il lavoro, all’occhio dei lettori più severi, potrebbe essere accolto come una “semplice riproposizione” di quello fatto dai corrispondenti giornalistici di un tempo, noi, invece vogliamo considerarlo come uno spunto aggiuntivo di ricerca da offrire a chi ritroverà tra le sue righe fatti o ricordi correlati alle proprie vicissitudini passate nonché un soccorso alle proprie esigenze di studio.
Lungi da noi la richiesta di plauso o benemerenza, saremo felici, se ciò avvenisse, sapere di essere riusciti a generare uno spunto di curiosità, anche esilarante, un’emozione o un personale ricordo in chi si ritroverà tra le mani questo nostro lavoro.

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Research paper thumbnail of L'Archivio storico della Parrocchia Ave Gratia Plena, Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, in Torre Annunziata. Inventario,  a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", Edizioni Scientifiche e Artistiche, Torre del Greco 2014.

L'Archivio storico della Parrocchia Ave Gratia Plena, Basilica pontificia di Maria SS. della Neve, in Torre Annunziata. Inventario, 2014

Come possiamo descrivere l’emozione che lo studioso prova nella riscoperta di un antico manoscrit... more Come possiamo descrivere l’emozione che lo studioso prova nella riscoperta di un antico manoscritto, in particolar modo di prima mano? E’ una sensazione unica. Solo gli specialisti del campo o gli appassionati e attenti scrutatori delle vicissitudini di un tempo, specialmente se legate ad una determinata argomentazione che rivela ciò che era il proprio luogo d’origine, possono farci percepire le sensazioni che prevalgono da quanto di magnifico avviene nel proprio essere quando si tocca con mano ciò che altre mani, nel più dei casi, secoli addietro, avevano impresso nella cellulosa.
E il ritrovamento di un archivio, di un fondo di documenti, ancora in parte inesplorato o disperso e poi riaffiorato, è sempre da considerarsi una vittoria che lo studioso riporta nei confronti dell’effetto degradante e annientante del tempo.
La vittoria consiste nel poter riscrivere fatti “incontaminati”, dare nuove motivazioni di rivalsa ad una questione oramai creduta estinta, o, semplicemente, poter narrare agli interlocutori parte della loro storia arricchita dei particolari nuovi e affascinanti sepolti nella polvere dei secoli.
E alla vittoria della scoperta, ancor più a soddisfare lo studioso, in maniera fantastica, e se Iddio lo volesse, occorrebbe il ringraziamento di tutti quegli uomini, i personaggi, di un tempo che hanno permesso l’accatastamento di centinaia e centinaia di metri lineari di carte, di storie remote. E loro, riesumati anche per un solo momento, grazie al lavoro certosino di quanti si appassionano alla ricerca archivistica, ritornando alla ribalta, da gran protagonisti, sulle loro labbra e nei pensieri, si renderanno nuovamente attori di quelle antiche venture.
Insomma, il rispolvero e la risistemazione di un antico fondo archivistico rimangono un modo fondamentale per far rivivere in maniera eccezionale non solo dei fatti, ma anche degli uomini.

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Research paper thumbnail of Alle fonti del Vesuvio. L'analisi delle fonti bibliografiche relative al Vesuvio dalle origini al 1631, ed. Ilmiolibro, Roma 2013.

Alle fonti del Vesuvio. L'analisi delle fonti bibliografiche relative al Vesuvio dalle origini al 1631, 2013

Gli autori di questo testo hanno ricercato le fonti bibliografiche attinenti alla storia del Vesu... more Gli autori di questo testo hanno ricercato le fonti bibliografiche attinenti alla storia del Vesuvio. Sono stati in tanti, nel corso dei secoli a scrivere di questo vulcano, il più sorvegliato della terra. Abbiamo voluto leggere ogni riferimento a partire dalle origini e fino al 1631.

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata nella cartografia antica. Analisi toponomastica e iconografica di Torre Annunziata nella cartografia antica con riferimenti a Sylva Mala, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno, ed. Ilmiolibro, Roma 2011.

Torre Annunziata nella cartografia antica. Analisi toponomastica e iconografica di Torre Annunziata nella cartografia antica con riferimenti a Sylva Mala, 2011

Analisi di un viaggio attraverso 1800 anni di storia. Dallo studio della cartografia antica relat... more Analisi di un viaggio attraverso 1800 anni di storia. Dallo studio della cartografia antica relativa all'area vesuviana, si evincono particolari interessanti dell'evoluzione toponomastica dei luoghi e non solo. Si analizza l'evoluzione urbanistica attraverso quanto riferito dai maestri cartografi vissuti tra il medioevo e la fine del XVIII secolo. L'autore non trascura alcun particolare, egli si concentra particolarmente sull'area prossima a Torre Annunziata e la pedemontana vesuviana, un tempo, conosciuta come Sylva Mala o Sylva Maris.

Il libro è disponibile al seguente link: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/storia-e-filosofia/52833/torre-annunziata-nella-cartografia-antica/

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Research paper thumbnail of Abbraccio a Maria à sposa. Rievocazione storica di un mito, a cura del Centro Studi Storici "Nicolò d'Alagno", s.n., Torre Annunziata 2011.

Abbraccio a Maria à sposa. Rievocazione storica di un mito, 2011

Quante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato “nù cunte” o un episodio che abbia lasciato un s... more Quante volte nella nostra vita abbiamo ascoltato “nù cunte” o un episodio che abbia lasciato un segno indelebile nella psiche di un individuo, talvolta in un contesto sociale intero? La risposta è tante, poche, addirittura, unica volta.
In tal caso, “ù cunte”, ovvero il racconto, che da qui vi narreremo, con questo nostro piccolo contributo alla storia antropologica e sociale della nostra città, non può essere più definito come tale, in quanto evolutosi, e passando dallo stadio di semplice racconto, a quello di una credenza popolare, può essere tranquillamente assumere la definizione di “mito”.
E, Torre Annunziata, in seguito a questa narrazione investita di sacralità, dai risvolti che affondano le proprie radici negli antichi riti pagani insinuati dal sottile mistero, coperto e costruito dalla psiche di chi lo ha saputo magistralmente edificare, anch’essa, ha vissuto in maniera passionale il proprio mito.

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Research paper thumbnail of Torre Annunziata, 21 gennaio 1946, Tipografia Aurora, Boscoreale 2008

Torre Annunziata, 21 gennaio 1946, 2008

Fin dalle prime ore emerge una sconcertante verità. La tragedia si sarebbe potuta evitare, se so... more Fin dalle prime ore emerge una sconcertante verità.
La tragedia si sarebbe potuta evitare, se solo fosse stata riposta una maggiore attenzione nella custodia dei vagoni. Le autorità italiane, infatti, dopo uno scoppio di lieve entità, avevano fatto notare agli alleati l’urgenza di adottare maggiori precauzioni.

Tale sollecitazione indusse gli alleati ad incaricare un drappello di pompieri a presidiare l’area dei convogli.
Ciò in considerazione del fatto che il luogo dove si trovavano i convogli era accessibile a tutti.

Il convoglio presente alla stazione marittima di Torre proviene dai depositi di Aversa zona già oggetto di un incidente verificatosi l’anno precedente in conseguenza del quale gli Alleati ne avevano deciso lo sgombero e la deposizione delle Santa Barbara in un luogo più sicuro.

Una probabile causa dello stazionamento delle munizioni nel porto torrese e consecutiva perdita di tempo nella messa in sicurezza delle stesse poteva essere imputabile ad una controversia nata tra i comandi alleati presenti a Napoli e organi governativi italiani, in quanto vennero violate in precedenza le disposizioni italiane in merito che erano quelle di affondare le Santa Barbara nel centro del Golfo di Napoli ad una profondità non inferiore ai 300 metri, ma ciò non avvenne in quanto le precedenti eliminazioni risultarono essere avvenute in zone del golfo dove le acque non superavano gli 80 metri di profondità mettendo a repentaglio la sicurezza della pesca nel golfo.

Alcuni operai presenti nei pressi della stazione marittima notarono, verso le 16 del giorno 21 l’allontanamento dei Vigili preposti dagli alleati a guardia del convoglio lasciandolo completamente incustodito.

La prima esplosione si è udita alcuni minuti prima delle sei di sera ed ha scosso da subito la popolazione che terrorizzata si è riversata nelle strade quando a circa dieci minuti da questa ne è avvenuta un'altra di minore entità per poi esserne seguita subito da una terza risultata fortissima tanto che aveva fatto tremare l’intero centro cittadino.

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Research paper thumbnail of Boscotrecase, storia di una riscoperta epigrafica, Tipografia Aurora, Boscoreale 2010.

Boscotrecase, storia di una riscoperta epigrafica, 2010

Il volume tratta un’importante vicenda storica che coinvolse l’intero territorio vesuviano. Il li... more Il volume tratta un’importante vicenda storica che coinvolse l’intero territorio vesuviano. Il libro non è altro che l’epilogo di uno studio accurato, uno studio svoltosi direttamente sul territorio a seguito di indizi bibliografici e riferimenti storici che hanno fatto sì che un’antica testimonianza appartenente a tutta la comunità di Boscotrecase ritornasse alla luce dopo decenni di silenzio.
La vicenda trova la sua origine nel lontano 1779 quando la furia incontrastata del Vesuvio afflisse le popolazioni locali con una nuova, spettacolare quanto tremenda calamità. L’eruzione venne vissuta con apprensione non solo dalle comunità locali, ma anche dalla vicina Napoli da cui l’evento si poteva ammirare in tutta la sua terribile “performance”.
Enormi fontane di lava, lancio di detriti vulcanici di ogni sorta eiettati a centinaia di metri d’altezza, arrecarono seri danni alle genti del territorio vesuviano, al bestiame e alle colture.
La cittadina di Boscotrecase benché così vicina al vulcano e particolarmente esposta alla ricaduta dei materiali eiettati, fortunosamente non subì danni notevoli.
A questo punto la popolazione del Rione Oratorio, che sicuramente durante il flagello si era appellata alla sua Santa Patrona, si sentì in debito. La fede scaturita da quegli animi scossi portò le genti a ringraziare Sant’Anna, e nel 1780, in occasione della messa in opera della nuova facciata della Chiesa del Rione, si affisse un’epigrafe marmorea sul nuovo portale della chiesa dove si riportava il voto cittadino.
Questa resistette ancora ad innumerevoli calamità e anche a quella più grave che investì in pieno l’intero Rione Oratorio arrecandone non pochi danni: l’eruzione del 1906.
L’antica testimonianza non poté resistere all’incuria dell’uomo, al disprezzo in taluni casi della storia, delle testimonianze e di quei particolari che narrano le vicissitudini locali. Infatti essa durante i lavori di restauro della facciata avvenuti tra il 1929 e il 1930, venne rimossa e scomparve insieme all’antico portale.
L’opera di ricerca svolta dall'autore, accomunata da un’intensa passione per il territorio, ha fatto sì che ogni particolare di questa magnifica vicenda ritornasse alla luce.
Infatti, quasi per caso, questa storia ritrova il suo epilogo.
La realizzazione del libro trova il suo nascere durante gli studi condotti per la rievocazione del centenario dell’eruzione del 1906.
Da un accurata indagine condotta nel sottosuolo della parrocchia, in quegli angusti locali che una volta offrivano la degna sepoltura agli abitanti del Rione Oratorio, emerse una verità sconosciuta. Esplorando quel rivolo di lava che ivi penetrò emersero dei particolari interessanti. Alcuni blocchi litici fuori dal contesto attrassero la curiosità dello studioso che dopo essere stati rilevati e comparati con degli elementi fotografici, unici per altro e importantissimi per la conduzione e la realizzazione di questo lavoro, portarono alla deduzione che l’antico portale e la sua lapide effettivamente non si allontanarono mai più di tanto dal loro ipogeo ma vennero utilizzati come materiali di risulta per riempire la voragine lasciata dal passaggio delle lave del 1906.

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Research paper thumbnail of Maria SS. della Neve: storia e leggenda di un ritrovamento miracoloso, in G. Cardone, Riti e ritualità a Napoli, in Campania e nel Sud Italia, Bari, Prospettivaeditrice, 2019, pp. 317-322.

Analizzando i vari aspetti etnologici relativi alla città di Torre Annunziata, sicuramente l’epis... more Analizzando i vari aspetti etnologici relativi alla città di Torre Annunziata, sicuramente l’episodio del ritrovamento della sacra Icona di Maria SS. della Neve, la Madonna bruna che si venera presso la Chiesa parrocchiale cittadina dell’A.G.P. e Basilica pontificia a Lei intitolata, la “zingarella” come affettuosamente la chiamano molti dei suoi devoti, non poteva essere assolutamente ignorato, anche se non esistono riferimenti e documenti che possano fare chiarezza sulla sua venuta a Torre Annunziata.
In questa mia breve esposizione cercherò di ripercorrere le fasi salienti del leggendario e miracoloso ritrovamento, secondo la tradizione che oggi caratterizza, dopo circa 600 anni, una parte importante della storia del culto mariano locale.
La tradizione orale che trova riscontro nella devozione mariana di Torre Annunziata, a differenza di quel che realmente si evince dalla lettura analitica dei documenti, attribuisce la nascita dell’antico borgo marinaro della Turris Annunciatae ad un presunto intervento divino che portò alla ratifica di una concessione, datata 19 Settembre 1319, rogata dal Protonotaro Bartolomeo di Capua per incarico di Carlo d’Angiò, duca di Calabria e al tempo vicario del padre Roberto nella reggenza del Regno di Napoli.

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Research paper thumbnail of La zampogna: cenni, mito e magia di uno strumento di pace, in S. Giordano - D. Pagano (a cura di), 48° Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Associazione italiana “Amici del Presepe” sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, Torre Annunziata, s.n., 2019, pp. 17-21.

Nonostante i numerosi studi sulla Zampogna, ancora oggi non possiamo affermare con precisione com... more Nonostante i numerosi studi sulla Zampogna, ancora oggi non possiamo affermare con precisione come e quando sia nato il suo primo archetipo.
La Zampogna è una tipologia di aerofoni a sacco, della famiglia di strumenti musicali che traggono il proprio principio di funzionamento da uno o più elementi sonori alimentati in modo continuo da un serbatoio d’aria tenuto in pressione dal soffio insufflato del suo suonatore, ovvero dallo Zampognaro: è, quindi, l’aria contenuta nell’otre, tradizionalmente di vello caprino, ma oggi anche di materiale sintetico, a far vibrare le ance poste sugli elementi sonori, una serie di canne lignee tenute insieme da un unico ceppo, sempre di legno, che producono i suoni caratteristici di questo strumento così caro a tanti, soprattutto nel Centro e Sud Italia, in quanto i suoi suoni riconducono inevitabilmente al calore del focolare domestico e agli sterminati spazi montani e, come accade soprattutto nella tradizionale italiano, ai santi giorni della Natività di Gesù Cristo.
Poche sono le fonti che fanno riferimento a questo strumento in epoche antiche.

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Research paper thumbnail of 1319-2019, settecento anni fa la fondazione della cappella dell’A.G.P. e di Torre Annunziata, in S. Giordano - D. Pagano (a cura di), 48ª Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Ass. italiana “Amici del Presepe”, sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, s.l. , s.n., 2019, pp. 8-12.

Il XIV secolo, benché per l’epoca le notizie relative al nostro territorio risultino scarne e sen... more Il XIV secolo, benché per l’epoca le notizie relative al nostro territorio risultino scarne e senza dovizia di particolari, è visto come il periodo durante il quale tutta la fascia costiera e la pedemontana vesuviana a settentrione del fiume Sarno fino a Capo Oncino cominci ad essere interessata dalle prime formazioni antropiche organizzate, soggette a statuti e a nuove amministrazioni giuridiche, di natura religiosa e civica: è il momento in cui l’embrione del borgo marinaro della Turris Annunciatæ prende forma e in particolare nasce la sua vocazione mariana, sulla quale esso è stato fondato a seguito della concessione regia del 19 settembre del 1319 cui poi seguì la costruzione della cappella dedicata alla Vergine dell’Annunziata.

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Research paper thumbnail of La Basilica dell'Ave Gratia Plena cuore della Comunità di Torre Annunziata, in Giordano Salvatore - Domenico Pagano (a cura di), 45ª Mostra di Presepistica Città di Torre Annunziata, Associazione italiana “Amici del Presepe”, sez. “Padre Angelo Maria Salvatore”, s. l., s.n., 2016, pp. 18-25.

La Basilica dell'Ave Gratia Plena cuore della Comunità di Torre Annunziata, 2016

L'anno 1319 venne concesso il regio privilegio per la costruzione dell'antica cappella dedicata a... more L'anno 1319 venne concesso il regio privilegio per la costruzione dell'antica cappella dedicata alla Vergine dell'Annunciata (Ave Gratia Plena) nei pressi della spiaggia, nel luogo detto Calcarola, dove poi si ergerà la torre dei Conti Orsini di Nola.
L'articolo introduce all'aspetto storico del catalogo della 45ª mostra di presepistica che si tiene ogni anno in Torre Annunziata all'interno della Cappella dell'Arciconfraternita dei Santi Agostino e Monica.

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. VI. Gli Eroi del dovere.

Edizioni www.vesuvioweb.com 2006

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. V. L'evento eruttivo diventa attrazione per i turisti.

Edizioni www.vesuvioweb.com, 2006

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. IV. Ottajano e San Giuseppe d'Ottajano come Pompei.

Edizioni www.vesuvioweb.com, 2006

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. III. Torre Annunziata è gravemente minacciata!

Edizioni www.vesuvioweb.com, 2006

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. II. Il dramma di Boscotrecase, parte II.

Edizioni www.vesuvioweb.com, 1906

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Research paper thumbnail of L'Eruzione Vesuviana del 4 -21 Aprile 1906. L'evento eruttivo raccontato attraverso gli scatti dell'epoca. Cap. I. Il dramma di Boscotrecase, parte I.

Edizioni www.vesuvioweb.com, 2006.

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Research paper thumbnail of La Reale Arciconfratenita del Suffragio in Torre Annunziata, estratto dal periodico "MISTICA NEVE", XLIV del 1 marzo 2016

L'articolo presenta una sintesi storica della diffusione di un fenomeno sociale che affonda le su... more L'articolo presenta una sintesi storica della diffusione di un fenomeno sociale che affonda le sue radici nella notte dei tempi che poi sfocerà in istituzioni secolari quali sono le Confratenite e le Arciconfratenite nate sul territorio napoletane, e in particolare quello di Torre Annunziata. Tra le quattro Confratenite ivi presenti con questo articolo si vuole illustrare la storia della Reale Arciconfratenita del Suffragio in Torre Annunziata e le sue intenzioni filantropiche.

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Research paper thumbnail of La Famiglia Muoio: paratori (torresi) da sette generazioni. Articolo estratto dal periodico culturale "La Tofa della Domenica", a. X-247 del 1 novembre 2015.

"La Tofa della domenica", a.10/214 del 1 novembre 2015. Oggi giorno è divenuto alquanto difficile... more "La Tofa della domenica", a.10/214 del 1 novembre 2015.
Oggi giorno è divenuto alquanto difficile riscontrare nella società attuale realtà tradizionali familiari che riportano in auge, con sapienza e dedizione, antichi saperi che hanno caratterizzato nel tempo una specifica operosità artigianale.
La mostra documentaria e fotografica “Sette generazioni di paratori per due secoli di storia cittadina e mariana”, allestita a Torre Annunziata nella Cappella della Reale Arciconfraternita del Suffragio delle Anime dal 18 al 25 ottobre, è stata costruita proprio con lo scopo di proporre al pubblico le opere realizzate di chi ha saputo tramandare, con indiscussa fedeltà, i saperi tradizionali delle antiche maestranze di famiglia, come nel caso specifico dell’addobbatore o paratore, facendole divenire una esclusiva forma d’arte d’ingegno.
Quella degli addobbatori è un’attività svolta fin dall’antichità, ma vede la sua massima esaltazione nel periodo rinascimentale e barocco, quando diviene tradizione parare gli interni delle chiese con stoffe pregiate, nastri e fiocchi, al fine di coinvolgere emotivamente lo spettatore attraverso l’artificio scenografico.

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Research paper thumbnail of L'influenza zampognara ai piedi del Vesuvio. S.l.: s. n. 2011. In "Utriculus", a. XIII-47, Rivista dell'Associazione culturale "Circolo della Zampogna" di Scapoli, I semestre 2014.

Vogliamo precisare, in primis, che il Vesuvio, in particolar modo la porzione pedemontana che vol... more Vogliamo precisare, in primis, che il Vesuvio, in particolar modo la porzione pedemontana che volge a occidente e più specificamente l’area relativa al territorio della odierna Boscotrecase, non è, per autoctonia, un’area tradizionale di zampogne e di zampognari. Eppure, nel corso dell’ultimo secolo, si è tramandata una piccola presenza locale di questa tradizione musicale che appartiene per lo più, a territori dove lo strumento trova la sua natura ancestrale e un suo contesto più consono, cioè nell’entroterra campano.
Innanzitutto è doveroso una piccola analisi geografica del territorio anche per dare, al lettore che non conosce i luoghi trattati, una visione del contesto territoriale: Boscotrecase è un paesino impiantato sul versante occidentale vesuviano, come già specificato inizialmente, e guarda a Sud-Est la piana dell’agro-nocerino-sarnese e, più a Est, i territori del terzignese, terre in cui sono attestate da secoli tradizioni musicali caratterizzate da suoni e canti contadini, dove per lo più prevale il suono cupo della tammorra, integrato, come accadeva in casi eccezionali, da strumenti manufatti in loco, il più delle volte con materiali di ogni sorta e utilità, come il tipico putipù, lo scetavaiasse e altri strumenti improvvisati.
Con riferimento a tali e prossime caratteristiche musicali, di più facile acquisizione, non è semplice risalire alle situazioni che hanno permesso l’attestarsi in loco di una piccola comunità zampognara (parliamo di poche famiglie) nell’area urbana di Boscotrecase, come risulta da notizie trapelate dai ricordi dei cittadini più anziani, già a partire dalla fine del XIX secolo.
Ovviamente, legata a questa insolita tradizione zampognara vi è anche la presenza della ciaramella, conosciuta anche come pìpita, strumento di antichissime tradizioni popolari che trova il suo connubio ideale con la zampogna.
Alle due presenze, di cui abbiamo riferimenti storici certi, appartengono gli Esposito e i Catapano, i primi, ci riferiamo al capostipite, originari di Sant’Anastasia, località alle pendici Nord-Ovest del Vesuvio, mentre i secondi con radici locali molto profonde.
Nell’analisi di un contesto storico particolarmente difficile, la provenienza da una cultura contadina, possiamo asserire che i nuclei familiari che adottarono e sposarono questa tradizione popolare, erano, per lo più, alla ricerca di una risorsa economica, inconsapevoli del fatto che si stava introducendo in un nuovo contesto urbano una tradizione dalle caratteristiche pastorali.
Eppure ciò è avvenuto, e cercheremo di ripercorrere questa insolita influenza ascoltando i pochi testimoni ancora viventi, lucidi custodi di tali preziose memorie antropologiche, affinché esse vengano divulgate e conservate per i posteri.

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Research paper thumbnail of Il Tempietto d’argento di Maria SS. della Neve nella parrocchia di A.G.P. in Torre Annunziata

Il Tempietto d’argento di Maria SS. della Neve nella parrocchia di A.G.P. in Torre Annunziata. Vicende storiche e artistiche per un’opera d’arte napoletana postuma dell’eruzione vesuviana dell’aprile 1906 di Vittorio Emanuele Centonze, Antonio Coppola e Pasquale Cappelli , 2021

Il volume ricostruisce le vicende che portarono il popolo di Torre Annunziata a commissionare un ... more Il volume ricostruisce le vicende che portarono il popolo di Torre Annunziata a commissionare un Tempietto d’argento per omaggiare il miracolo compiuto dalla sacra immagine della Madonna della Neve in occasione dell’eruzione del Vesuvio del 1906. Gli artisti impegnati nell’opera furono l’argentiere Vittorio Emanuele Centonze, il pittore Antonio Coppola, e il pittore ceramista Pasquale Cappelli. Alcune tracce bibliografiche inoltre, insieme ai confronti stilistici, fanno sostenere la partecipazione dell’architetto Antonio Curri nella fase progettuale dell’opera.

The volume reconstructs the events that led the people of Torre Annunziata to commission a silver temple to pay homage to the miracle performed by the sacred image of the Madonna della Neve on the occasion of the eruption of Vesuvius in 1906. The artists involved in the work were the silversmith Vittorio Emanuele Centonze, the painter Antonio Coppola, and the ceramic painter Pasquale Cappelli. Furthermore, some bibliographic traces, together with stylistic comparisons, support the participation of the architect Antonio Curri in the design phase of the work.

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