claudia viggiani - Academia.edu (original) (raw)
Papers by claudia viggiani
Roma, 2018
Tratto da "Roma con i miei occhi"
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Finestre sull'Arte, anno IV, n. 16 (dicembre, gennaio, febbraio 2022/2023), 2022
L'Autoritratto con amico di Raffaello, conservato al Louvre, è uno dei dipinti più celebri dell'U... more L'Autoritratto con amico di Raffaello, conservato al Louvre, è uno dei dipinti più celebri dell'Urbinate. A lungo ci si è interrogati sull'identità dell'amico: in questa sede si propone una possibile identificazione.
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Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140 Durante la ricerca d’archiv... more Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140 Durante la ricerca d’archivio da me condotta per approfondire lo studio di alcune opere medievali conservate nella basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, ho rinvenuto alcuni documenti che hanno reso possibile la straordinaria scoperta di una pittura murale ancora conservata in un piccolo ambiente – non accessibile dalla chiesa – situato in fondo alla navata laterale destra, oltre il campanile.
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Nello splendido ritratto di Simonetta Vespucci, dipinto intorno al 1480 da Sandro Botticelli e og... more Nello splendido ritratto di Simonetta Vespucci, dipinto intorno al 1480 da Sandro Botticelli e oggi conservato nello Städel Museum di Francoforte (Fig. 1), la nobildonna è raffigurata a mezzo busto, con il viso di profilo e il corpo delicatamente girato verso l'osservatore al quale mostra il prezioso pendente che porta al collo. Fig. 1 Botticelli, Simonetta Vespucci come ninfa, 1480, Städel Museum, Francoforte La giovane Simonetta Cattanei, musa ispiratrice di Botticelli che la ritrasse nei suoi più celebri capolavori quali la Nascita di Venere e la Primavera, oggi entrambi agli Uffizi, fu maritata giovanissima al coetaneo Marco Vespucci e fu amata da Giuliano de' Medici-il fratello minore di Lorenzo il Magnifico-che le dedicò la vittoria della giostra del 29 gennaio 1475. La sua precoce morte, sopraggiunta all'età di 23 anni nell'aprile del 1476 a causa della tisi, fece sì che Simonetta diventasse presto un'icona ultraterrena alla quale lo stesso Lorenzo il Magnifico, immaginandola nel firmamento, dedicò un sonetto nel quale la descriveva come una "chiara stella" che con i suoi raggi toglieva la luce alle stelle vicine. Nel dipinto di Botticelli la celestiale Simonetta, degna della bellezza e della purezza d'un angelo, appare con l'incarnato perlaceo, un abito bianco e una lunga chioma dorata, terminante in due lunghe due trecce unite all'altezza del cuore. La sua elaborata acconciatura presenta candide perle di diversa dimensione e fili argentei che escono da un gioiello a forma di fiore, in oro con rubino, forse un simbolo nuziale. La collana di fili d'oro regge un raro pendente eseguito in età ellenistica, raffigurante una scena del mito di Apollo e Marsia. Il pregiato gioiello è un cammeo in sardonica a due facce aventi lo stesso soggetto e la medesima cornice in oro e smalto nero (Fig.2) Fig. 2 Apollo, Olympos e Marsia, cammeo, sardonica, età ellenistica, Bibliothèque Nationale de France, Parigi L'unica differenza sostanziale è che una faccia del cammeo presenta un fondo con un marrone più chiaro rispetto all'altra faccia che ha il fondo più scuro. Il dipinto di Botticelli mostra il lato del cammeo con il fondo più scuro e con le figure evidenziate dal bianco giallastro della sardonica.
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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Una chiesa dell’Aventino a Roma che, nel corso del restauro, ha permesso di essere conosciuta in ... more Una chiesa dell’Aventino a Roma che, nel corso del restauro, ha permesso di essere conosciuta in profondità nelle stratificazioni della storia. Sono emersi numerosi fatti ancora inediti dal periodo antico, ai successivi interventi medievali, fino ai restauri barocchi e settecenteschi. Ne emerge una pagina di storia estremamente affascinante anche per la conoscenza dei santi titolari della chiesa grazie a una ricostruzione rigorosa dei documenti d’archivio.
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A Roma si conserva una statua che fu inizialmente abbozzata da Michelangelo Buonarroti e poi riel... more A Roma si conserva una statua che fu inizialmente abbozzata da Michelangelo Buonarroti e poi rielaborata e terminata da Nicolas Cordier, detto il Franciosino, all'inizio del Seicento. La statua è collocata all'interno dell'Oratorio di Santa Barbara a Roma, in posizione tale da raffigurare il benedicente pontefice nell'atto di contemplare il triclinium, la mensa alla quale era solito accogliere dodici poveri, tra i quali una volta apparve un angelo. Secondo i documenti giunti sino a noi, una statua "sbozzata e non finita", raffigurante "San Pietro in abito di papa" si trovava nella casa di Michelangelo in Macel de' Corvi, "in una stanza del piano terra, coperta a tetto".
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Rome through my eyes, 2018
From the book "Rome through my eyes" by Claudia Viggiani (Palombi editore, Roma)
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Roma con i miei occhi, 2018
From the book "Rome through my eyes" by Claudia Viggiani (Palombi editore, Roma)
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Roma con i miei occhi, 2018
Dal libro "Roma con i miei occhi" di claudia Viggiani, Palombi Editore, Roma
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"Roma con i miei occhi", 2018
Dal cancello su via delle Quattro Fontane, attraverso il piccolo giardino, raggiungo la bigliette... more Dal cancello su via delle Quattro Fontane, attraverso il piccolo giardino, raggiungo la biglietteria della Galleria Barberini. L'impatto con l'imponente palazzo mi lascia sempre stupita e incredula. Quanti soldi devono aver speso i Barberini per costruire questa dimora? Prima di venire a vivere qui, abitavano nella "Casa grande" ai Giubbonari, sottodimensionata per le esigenze del cardinale Maffeo che, nel 1620, disponeva di una "famiglia" di quarantasei persone. Edificato a partire dal 1628, inglobando Villa Sforza, il Palazzo alle Quattro Fontane passò prima sotto la direzione di Carlo Maderno e successivamente sotto quella di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona. Tutti architetti di grido, famosissimi all'epoca; "star" internazionali ed eccentriche che volevano risplendere di luce eterna, come poi è realmente accaduto, come sta accadendo. L'ingresso al museo è bellissimo, elegante, prestigioso, ma senza sfarzo. È al piano terra di un edificio che si sviluppa su molti piani, dai sotterranei, attraverso i mezzanini fino all'attico e al sottotetto. Salgo dalla scala di Gian Lorenzo Bernini, restaurata da poco e riportata al suo antico splendore. È bellissima e vado su lentamente per guardarla. Il bianco del travertino mi avvolge. C'è tanta luce e per vedere meglio mi riparo dietro le colonne binate e i pilastri angolari. Mi affaccio più volte salendo: è divertente immaginare quante persone si siano sporte da questa balaustra. Alzando lo sguardo posso anche scorgere il cielo di Roma sopra di me. Al primo piano, nella sala 12, si trova il quadro che sto andando a vedere, uno degli ultimi ritratti realizzati da Raffaello, straordinario artista al quale fu dato il titolo di magister fin dall'età di diciassette anni. Alla fine del XVI secolo, il dipinto, un olio su tavola, si trovava nella collezione Sforza di Santa Fiora per passare, all'inizio del XVII secolo, in quella Boncompagni e, qualche decennio dopo, nella raccolta Barberini. Secondo un'antica tradizione, il dipinto rappresentava Margherita Luti, figlia di un fornaio trasteverino, amante ufficiale del pittore; ma recenti e più attendibili studi sostengono, in maniera plausibile, l'ipotesi che la donna ritratta da Raffaello sia una figura allegorica oppure una donna di difficile identificazione, rappresentata comunque nelle sembianze di Venere. L'emblematico titolo del quadro, comparso per la prima volta nel XVII secolo, in un'incisione che riproduceva il capolavoro, indica in maniera molto esplicita l'attività svolta da una prostituta, disponibile ad avere rapporti sessuali con il suo amante. La parola "fornarina", dal latino fornix-ĭcis, era, infatti, diffusa nei secoli passati per designare una donna di strada, che esercitava la sua professione sotto le arcate, fornices, dei teatri o dei monumenti pubblici. La parola conserva ancora oggi la stessa radice, presente sia nel verbo fornicare sia nella parola fornice utilizzata per indicare una grande apertura ad arco in architettura e un ripiegamento di parti del corpo in anatomia. Questa donna chi è? E perché questo quadro è stato conservato da Raffaello proprio nel suo studio, sino alla morte avvenuta nel 1520? Chi era il committente al quale presumibilmente il quadro non è mai stato consegnato, forse per la prematura morte di qualcuno? A guardarla bene, questa Venere pudica, ritratta in un boschetto di mirto e melo cotogno, con l'armilla al braccio, i seni scoperti e le mani utilizzate per indicare in maniera inconfondibile e con gesti provocanti le due parti del corpo con le quali concepire e allattare un figlio, sembra essere molto cara al pittore.
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Nel 1690 uscì a Roma la prima parte della più importante delle opere scritte da Giovanni Ciampini... more Nel 1690 uscì a Roma la prima parte della più importante delle opere scritte da Giovanni Ciampini, il Vetera monimenta in quibus praecipue musiva opera sacrarum, profanarumque aedium structura, ac nonnulli antiqui ritus, dissertationibus, iconibusque illustrantur, dedicato al pontefice Alessandro VII Chigi.
Il secondo volume fu invece pubblicato con lo stesso titolo dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1698 a Roma, città nella quale era nato nel 1633.
Nel capitolo 10, intitolato “De Musivorum operum origine, nominibus, et speciebus”, dedicato all’opus tessellatum e all’opus sectile, Ciampini pubblica due stampe che testimoniano l’esistenza a Roma di alcune opere musive minute, realizzate, secondo lui, in tempi molto antichi e conservate in diverse chiese romane.
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Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2009
Lo studio è tratto dal secondo volume della pubblicazione "Santa Maria del Popolo. Storia e Resta... more Lo studio è tratto dal secondo volume della pubblicazione "Santa Maria del Popolo. Storia e Restauri" a cura di Ilaria Miarelli Mariani e Maria Richiello.
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L'articolo illustra le vicende relative alla costruzione dello stabile sito tra via di Pietra, pi... more L'articolo illustra le vicende relative alla costruzione dello stabile sito tra via di Pietra, piazza di Pietra, via dei Bergamaschi e piazza Colonna, progettata da Gabriele Valvassori
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Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140 Durante la ricerca d’archiv... more Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140
Durante la ricerca d’archivio da me condotta per approfondire
lo studio di alcune opere medievali conservate nella basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, ho rinvenuto alcuni documenti che hanno reso possibile la straordinaria scoperta di una pittura murale ancora conservata in un piccolo ambiente – non accessibile dalla chiesa – situato in fondo alla navata laterale destra, oltre il campanile.
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Books by claudia viggiani
Sette itinerari alla scoperta di luoghi di Roma caratterizzati dalla presenza dell'acqua. ... Chi... more Sette itinerari alla scoperta di luoghi di Roma caratterizzati dalla presenza dell'acqua.
...
Chiunque visiti Roma rimane colpito dai numerosi monumenti e dalle
imponenti opere idrauliche che, connesse alla grande quantità di acqua
presente nel territorio, caratterizzano da sempre il tessuto urbano e suburbano della città.
La nascita e lo sviluppo di Roma, che nei secoli divenne la dominatrice
incontrastata del Mediterraneo, è infatti legata alla sua felice posizione
geografica, a diretto contatto con il fiume Tevere, nei pressi di località
ricche di sorgenti naturali e in comunicazione con il vicino mare.
Le popolazioni arcaiche che sin dalla prima età del ferro si insediarono
nell’area, fondarono i loro villaggi sui colli presso la riva sinistra del Tevere all’altezza dell’Isola Tiberina. Questa, facilitando l’attraversamento
del fiume, rendeva possibile il collegamento fra l’Etruria e la Campania. Proprio alle pendici del colle Palatino, in seguito allo straripamento
del fiume, si incagliò la cesta con i
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Il villino, sorto nel quartiere Ludovisi su disegno dell’architetto Giovenale, presenta una sapie... more Il villino, sorto nel quartiere Ludovisi su disegno dell’architetto Giovenale, presenta una sapiente distribuzione dei corpi di fabbrica. La decorazione delle facciate riprende i modelli delle ville romane del Seicento mentre la sistemazione dell’interno fonde scultura e pittura a trompe l’oeuil, grazie al lavoro di Giovanni Capranesi e Gioacchino Pagliei.
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18 ITINERARIES TO UNVEIL, STEP AFTER STEP, THE WONDERS OF ROME
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Roma, 2018
Tratto da "Roma con i miei occhi"
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Finestre sull'Arte, anno IV, n. 16 (dicembre, gennaio, febbraio 2022/2023), 2022
L'Autoritratto con amico di Raffaello, conservato al Louvre, è uno dei dipinti più celebri dell'U... more L'Autoritratto con amico di Raffaello, conservato al Louvre, è uno dei dipinti più celebri dell'Urbinate. A lungo ci si è interrogati sull'identità dell'amico: in questa sede si propone una possibile identificazione.
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Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140 Durante la ricerca d’archiv... more Estratto dalla rivista Arte Medievale anno V-(2006), 1-pagine 131-140 Durante la ricerca d’archivio da me condotta per approfondire lo studio di alcune opere medievali conservate nella basilica dei Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino, ho rinvenuto alcuni documenti che hanno reso possibile la straordinaria scoperta di una pittura murale ancora conservata in un piccolo ambiente – non accessibile dalla chiesa – situato in fondo alla navata laterale destra, oltre il campanile.
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Nello splendido ritratto di Simonetta Vespucci, dipinto intorno al 1480 da Sandro Botticelli e og... more Nello splendido ritratto di Simonetta Vespucci, dipinto intorno al 1480 da Sandro Botticelli e oggi conservato nello Städel Museum di Francoforte (Fig. 1), la nobildonna è raffigurata a mezzo busto, con il viso di profilo e il corpo delicatamente girato verso l'osservatore al quale mostra il prezioso pendente che porta al collo. Fig. 1 Botticelli, Simonetta Vespucci come ninfa, 1480, Städel Museum, Francoforte La giovane Simonetta Cattanei, musa ispiratrice di Botticelli che la ritrasse nei suoi più celebri capolavori quali la Nascita di Venere e la Primavera, oggi entrambi agli Uffizi, fu maritata giovanissima al coetaneo Marco Vespucci e fu amata da Giuliano de' Medici-il fratello minore di Lorenzo il Magnifico-che le dedicò la vittoria della giostra del 29 gennaio 1475. La sua precoce morte, sopraggiunta all'età di 23 anni nell'aprile del 1476 a causa della tisi, fece sì che Simonetta diventasse presto un'icona ultraterrena alla quale lo stesso Lorenzo il Magnifico, immaginandola nel firmamento, dedicò un sonetto nel quale la descriveva come una "chiara stella" che con i suoi raggi toglieva la luce alle stelle vicine. Nel dipinto di Botticelli la celestiale Simonetta, degna della bellezza e della purezza d'un angelo, appare con l'incarnato perlaceo, un abito bianco e una lunga chioma dorata, terminante in due lunghe due trecce unite all'altezza del cuore. La sua elaborata acconciatura presenta candide perle di diversa dimensione e fili argentei che escono da un gioiello a forma di fiore, in oro con rubino, forse un simbolo nuziale. La collana di fili d'oro regge un raro pendente eseguito in età ellenistica, raffigurante una scena del mito di Apollo e Marsia. Il pregiato gioiello è un cammeo in sardonica a due facce aventi lo stesso soggetto e la medesima cornice in oro e smalto nero (Fig.2) Fig. 2 Apollo, Olympos e Marsia, cammeo, sardonica, età ellenistica, Bibliothèque Nationale de France, Parigi L'unica differenza sostanziale è che una faccia del cammeo presenta un fondo con un marrone più chiaro rispetto all'altra faccia che ha il fondo più scuro. Il dipinto di Botticelli mostra il lato del cammeo con il fondo più scuro e con le figure evidenziate dal bianco giallastro della sardonica.
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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La storia e il restauro del complesso conventuale dei Santi Bonifacio e Alessio all'Aventino, 2004
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Rome through my eyes, 2018
From the book "Rome through my eyes" by Claudia Viggiani (Palombi editore, Roma)
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Roma con i miei occhi, 2018
From the book "Rome through my eyes" by Claudia Viggiani (Palombi editore, Roma)
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Roma con i miei occhi, 2018
Dal libro "Roma con i miei occhi" di claudia Viggiani, Palombi Editore, Roma
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"Roma con i miei occhi", 2018
Dal cancello su via delle Quattro Fontane, attraverso il piccolo giardino, raggiungo la bigliette... more Dal cancello su via delle Quattro Fontane, attraverso il piccolo giardino, raggiungo la biglietteria della Galleria Barberini. L'impatto con l'imponente palazzo mi lascia sempre stupita e incredula. Quanti soldi devono aver speso i Barberini per costruire questa dimora? Prima di venire a vivere qui, abitavano nella "Casa grande" ai Giubbonari, sottodimensionata per le esigenze del cardinale Maffeo che, nel 1620, disponeva di una "famiglia" di quarantasei persone. Edificato a partire dal 1628, inglobando Villa Sforza, il Palazzo alle Quattro Fontane passò prima sotto la direzione di Carlo Maderno e successivamente sotto quella di Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini e Pietro da Cortona. Tutti architetti di grido, famosissimi all'epoca; "star" internazionali ed eccentriche che volevano risplendere di luce eterna, come poi è realmente accaduto, come sta accadendo. L'ingresso al museo è bellissimo, elegante, prestigioso, ma senza sfarzo. È al piano terra di un edificio che si sviluppa su molti piani, dai sotterranei, attraverso i mezzanini fino all'attico e al sottotetto. Salgo dalla scala di Gian Lorenzo Bernini, restaurata da poco e riportata al suo antico splendore. È bellissima e vado su lentamente per guardarla. Il bianco del travertino mi avvolge. C'è tanta luce e per vedere meglio mi riparo dietro le colonne binate e i pilastri angolari. Mi affaccio più volte salendo: è divertente immaginare quante persone si siano sporte da questa balaustra. Alzando lo sguardo posso anche scorgere il cielo di Roma sopra di me. Al primo piano, nella sala 12, si trova il quadro che sto andando a vedere, uno degli ultimi ritratti realizzati da Raffaello, straordinario artista al quale fu dato il titolo di magister fin dall'età di diciassette anni. Alla fine del XVI secolo, il dipinto, un olio su tavola, si trovava nella collezione Sforza di Santa Fiora per passare, all'inizio del XVII secolo, in quella Boncompagni e, qualche decennio dopo, nella raccolta Barberini. Secondo un'antica tradizione, il dipinto rappresentava Margherita Luti, figlia di un fornaio trasteverino, amante ufficiale del pittore; ma recenti e più attendibili studi sostengono, in maniera plausibile, l'ipotesi che la donna ritratta da Raffaello sia una figura allegorica oppure una donna di difficile identificazione, rappresentata comunque nelle sembianze di Venere. L'emblematico titolo del quadro, comparso per la prima volta nel XVII secolo, in un'incisione che riproduceva il capolavoro, indica in maniera molto esplicita l'attività svolta da una prostituta, disponibile ad avere rapporti sessuali con il suo amante. La parola "fornarina", dal latino fornix-ĭcis, era, infatti, diffusa nei secoli passati per designare una donna di strada, che esercitava la sua professione sotto le arcate, fornices, dei teatri o dei monumenti pubblici. La parola conserva ancora oggi la stessa radice, presente sia nel verbo fornicare sia nella parola fornice utilizzata per indicare una grande apertura ad arco in architettura e un ripiegamento di parti del corpo in anatomia. Questa donna chi è? E perché questo quadro è stato conservato da Raffaello proprio nel suo studio, sino alla morte avvenuta nel 1520? Chi era il committente al quale presumibilmente il quadro non è mai stato consegnato, forse per la prematura morte di qualcuno? A guardarla bene, questa Venere pudica, ritratta in un boschetto di mirto e melo cotogno, con l'armilla al braccio, i seni scoperti e le mani utilizzate per indicare in maniera inconfondibile e con gesti provocanti le due parti del corpo con le quali concepire e allattare un figlio, sembra essere molto cara al pittore.
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Il secondo volume fu invece pubblicato con lo stesso titolo dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1698 a Roma, città nella quale era nato nel 1633.
Nel capitolo 10, intitolato “De Musivorum operum origine, nominibus, et speciebus”, dedicato all’opus tessellatum e all’opus sectile, Ciampini pubblica due stampe che testimoniano l’esistenza a Roma di alcune opere musive minute, realizzate, secondo lui, in tempi molto antichi e conservate in diverse chiese romane.
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Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2009
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Durante la ricerca d’archivio da me condotta per approfondire
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...
Chiunque visiti Roma rimane colpito dai numerosi monumenti e dalle
imponenti opere idrauliche che, connesse alla grande quantità di acqua
presente nel territorio, caratterizzano da sempre il tessuto urbano e suburbano della città.
La nascita e lo sviluppo di Roma, che nei secoli divenne la dominatrice
incontrastata del Mediterraneo, è infatti legata alla sua felice posizione
geografica, a diretto contatto con il fiume Tevere, nei pressi di località
ricche di sorgenti naturali e in comunicazione con il vicino mare.
Le popolazioni arcaiche che sin dalla prima età del ferro si insediarono
nell’area, fondarono i loro villaggi sui colli presso la riva sinistra del Tevere all’altezza dell’Isola Tiberina. Questa, facilitando l’attraversamento
del fiume, rendeva possibile il collegamento fra l’Etruria e la Campania. Proprio alle pendici del colle Palatino, in seguito allo straripamento
del fiume, si incagliò la cesta con i
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18 ITINERARI PER SCOPRIRE, PASSO DOPO PASSO, LE MERAVIGLIE DELLA CITTÀ
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The area designed for the residential neighbourhood known today as EUR has been chosen since 1936... more The area designed for the residential neighbourhood known today as EUR has been chosen since 1936 as a venue for the Universal Exhibition of Rome, to be celebrated in 1942 on occasion of the twentieth anniversary of the March on Rome, which never took place owing to the outbreak of World War II.
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Itinerari culturali e guida storica artistica dell'EUR. L’area destinata a diventare sede del qua... more Itinerari culturali e guida storica artistica dell'EUR.
L’area destinata a diventare sede del quartiere residenziale oggi chiamato EUR, era stata scelta fin dal 1936 quale luogo dell’Esposizione Universale di Roma, programmata per celebrare nel ‘42 il ventesimo anniversario della marcia su Roma e mai realizzata a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale.
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