Mario Citroni | Scuola Normale Superiore (original) (raw)
Papers by Mario Citroni
Maia”, 34, pp. 247-257., 1982
Brill’s Companion to Callimachus, ed. by Benjamin Acosta-Hughes, Luigi Lehnus and Susan A. Stephens , 2011
Pasquali's "Arte allusiva" presupposes the contemporary philological debate, especially in German... more Pasquali's "Arte allusiva" presupposes the contemporary philological debate, especially in Germany, about the originality of Latin poetry. The theoretical aspect of the question, i.e. that works admittedly modelled on other works may possess their own artistic quality, had been widely discussed by the Italian school of aesthetics. Pasquali's article combines these debates in an original approach. He grants to allusion the full dignity of an artistic process with its own specific prerogatives: allusion evokes a different, more ancient world in a modern text, and thus confronts tradition, recovering and reforming it for a contemporary setting. Allusion appears as peculiar to a production that confronts its own present with a past of artistic traditions possessing a marked significance for authors and public, typically the case for Hellenistic poetry and all Latin literature. Recent theories of intertextuality, and the intertextual analysis conducted today on ancient texts often make reference to Pasquali, reinterpreting the positions that he elaborated in different paths, which are here identified and briefly described.
Enciclopedia Oraziana, volume III, pp. 398-403, 1998
Dictynna, Revue de Poétique latine, 14, 2017
Heinze (nel saggio Die horazische Ode), Fraenkel (nell’Horace) e gli studiosi influenzati dal New... more Heinze (nel saggio Die horazische Ode), Fraenkel (nell’Horace) e gli studiosi influenzati dal New Criticism concordavano nel rifiutare il ricorso a elementi contestuali esterni al testo nell’interpretazione delle odi di Orazio, ma questa posizione critica aveva, in ciascuno dei tre casi, origini e motivazioni sostanzialmente diverse che vengono qui analizzate. In Heinze, in Fraenkel, ma anche in fasi precedenti del dibattito, e poi in fasi successive fino ad oggi, nell’interpretazione della lirica antica e del suo rapporto con occasioni e destinatari entrano in gioco delle opposizioni, intese rigidamente: quella tra la lirica antica che avrebbe carattere dialogico e la lirica moderna che avrebbe carattere fonologico; quella tra la lirica greca che sarebbe caratterizzata dalla dimensione orale e perciò da un legame diretto con l’occasione e col destinatario e la lirica latina che sarebbe invece ‘libresca’ e in cui occasione e destinatario andrebbero perciò considerati solo in quanto elementi della finzione letteraria-formale del componimento. Queste opposizioni vengono qui messe in discussione, e largamente sfumate, anche nel confronto con posizioni espresse in studi recenti e recentissimi sulla lirica antica e moderna (specialmente di M. Lowrie, A. Barchiesi, P.A. Miller, P. Alpers, J. Culler). Si sostiene infine la rilevanza dell’occasione e del destinatario nell’interpretazione della lirica oraziana
almeno nei casi in cui siano coinvolti personaggi reali viventi al tempo della composizione: personaggi e situazioni subiscono un processo di trasfigurazione e tipizzazione che li rende idonei a integrarsi in testi di natura essenzialmente estetica, destinati a un pubblico generico, ma
che non li astrae del tutto dalla dimensione storica e biografica. La conoscenza, quando possibile, dei dati di realtà consentirebbe, a noi, e consentiva in modo differenziato a diverse componenti del pubblico antico, di comprendere meglio il processo, propriamente artistico, di trasfigurazione e tipizzazione.
Hispania terris omnibus felicior. Premesse ed esiti di un processo di integrazione, Fondazione Niccolò Canussio, Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 27-29 settembre 2001, Pisa, pp. 281-301, 2002
1 Oltre a Pomponio Mela, i due Seneca, Lucano, Columella, Quintiliano e Marziale, erano di origin... more 1 Oltre a Pomponio Mela, i due Seneca, Lucano, Columella, Quintiliano e Marziale, erano di origine spagnola il famoso grammatico Giulio Igino, lo storico Fabio Rustico che fu fonte di Tacito, il poeta Sextilius Ena (peraltro poco stimato, come vedremo). Seneca il Vecchio dà notizia, e stralci dei discorsi, di una decina di retori di origine spagnola sicura o probabile; alcuni di essi ebbero grande prestigio: soprattutto Porcio Latrone, che fu maestro di Ovidio e di cui Quintiliano (inst. X 5, 18) dice che fu il primo professore di eloquenza latina di fama e Giunio Gallione (la cui origine spagnola è congetturale ma quasi certa), ma anche Gavio Silone e Clodio Turrino. Ci appaiono come figure minori, ma comunque meritevoli di molte citazioni da parte di Seneca, Fulvio Sparso e Cornelio Ispano, personaggi la cui origine spagnola non è però certa. Seneca fa solo un cenno poco lusinghiero (non malus rhetor) a Brocchus, forse spagnolo, e dà giudizi limitativi o negativi su Statorio Vittore di Cordova e su un Seneca e un Quintiliano i cui nomi fanno pensare a origine spagnola. Sulle ragioni che consentono di identificare questi declamatori come spagnoli dati e bibliografia in M. GRIFFIN, The Elder Seneca and Spain, «Journ. of Rom. Stud.» 62, 1972, pp. 1-19. Ampie caratterizzazioni di ciascuno di essi in H. DE LA VILLE DE MIRMONT, Les déclamateurs espagnols au temps d'Auguste et de Tibère, «Bulletin hispanique» 15, 1913, pp. 154-169; 237-254; 384-410. La Griffin ipotizza origine spagnola anche per il retore e filosofo Papirio Fabiano che Seneca filosofo considerava determinante per la propria formazione. Marziale, come vedremo, colloca tra le figure di spicco della filosofia, dell'oratoria e della poesia contemporanea tre suoi amici spagnoli: rispettivamente Liciniano, Deciano e Canio Rufo. È azzardata l'ipotesi di R. SYME, Tacitus, Oxford 1958, p. 587, n. 3, di identificazione dell'Egnatius autore di un poema De rerum natura citato da Macrob. Sat. VI 5, 2 e 12 con l'omonimo Celtibero deriso da Catullo, c. 37, 17ss. e c. 39. Come vedremo, Cicerone, Arch. 26, fa un riferimento poco lusinghiero a «poeti di Cordova» non meglio identificati. L'IMMAGINE DELLA SPAGNA E L'AUTORAPPRESENTAZIONE DEL POETA NEGLI EPIGRAMMI DI MARZIALE MARIO CITRONI
Modelli letterari e ideologia nell'età flavia. Atti della III Giornata ghisleriana di Filologia classica, a cura di F: Gasti e G. Mazzoli, Pavia, pp. 15-38, 2005
"Les vers du plus nul des poètes..." Nouvelles recherches sur les Priapées, Actes de la journée d'étude organisée le 7 novembre 2005 à lUniversité Lumière-Lyon 2, édités par F. Biville, E. Plantade, D. Vallat, Lyon, pp. 35-51, 2008
Memoria e identità. La cultura romana costruisce la sua immagine, a cura di Mario Citroni, Firenze, pp. 149-184, 2003
La componente autobiografica nella poesia greca e latina fra realtà e artificio letterario, Atti del convegno, Pisa 16-17 maggio 1991, a cura di G. Arrighetti e F. Montanari, Pisa, pp. 275-292, 1993
Associazione Italiana di Cultura Classica - Delegazione di Torino, Atti del convegno nazionale di studi su Orazio, Torino 13-14-15 aprile 1992, a cura di R. Uglione, Torino 1993, pp. 95-127, 1993
Letteratura e civitas. Transizioni dalla Repubblica all'Impero. In ricordo di Emanuele Narducci, a cura di Mario Citroni, Pisa, 2012
Questo volume è nato dalla volontà di rendere omaggio alla figura di Emanuele Narducci, scomparso... more Questo volume è nato dalla volontà di rendere omaggio alla figura di Emanuele Narducci, scomparso precocemente cinque anni or sono, mentre era nel pieno fervore della sua instancabile attività di ricerca, di insegnamento, di promozione di iniziative per la valorizzazione e la diffusione degli studi sull'antico.
Virgilian Studies, A Miscellany dedicated to the Memory of Mario Geymonat, ed. by H.-C. Guenther, Nordhausen, pp. 39-87, 2015
In questa sede intendo affrontare uno solo, forse il più noto e dibattuto, dei problemi esegetici... more In questa sede intendo affrontare uno solo, forse il più noto e dibattuto, dei problemi esegetici posti da questo proemio: l'identificazione dei momenti in cui in esso si parla dell'opera stessa in cui il proemio è collocato, le Georgiche, e dei momenti in cui si parla invece del progetto di un'opera futura. Si tratta di un problema che coinvolge l'intera concezione del proemio: discuterne ci darà dunque l'occasione di considerare anche altre questioni ancora aperte nella interpretazione di questo testo e di interrogarci sul suo significato complessivo.
La poésie lyrique dans la cité antique: les Odes d'Horace au miroir de la lyrique grecque archaïque, Textes réunis par Bénédicte Delignon, Nadine Le Meur et Olivier Thévenaz, Paris - Lyon, 2016
Mario Citroni, Mario Labate, Gianpiero Rosati, a cura di, Luoghi dell'abitare, immaginazione letteraria e identità romana. Da Augusto ai Flavi, 2019
The sentence caldum meiere et frigidum potare appears to mean something like ‘to spend much money... more The sentence caldum meiere et frigidum potare appears to mean something like ‘to spend much money without getting any satisfaction’.
Posthomerica III (eds. F. Montanari, S. Pittaluga), Genova, 2001
The Classical Journal , 2000
Maia”, 34, pp. 247-257., 1982
Brill’s Companion to Callimachus, ed. by Benjamin Acosta-Hughes, Luigi Lehnus and Susan A. Stephens , 2011
Pasquali's "Arte allusiva" presupposes the contemporary philological debate, especially in German... more Pasquali's "Arte allusiva" presupposes the contemporary philological debate, especially in Germany, about the originality of Latin poetry. The theoretical aspect of the question, i.e. that works admittedly modelled on other works may possess their own artistic quality, had been widely discussed by the Italian school of aesthetics. Pasquali's article combines these debates in an original approach. He grants to allusion the full dignity of an artistic process with its own specific prerogatives: allusion evokes a different, more ancient world in a modern text, and thus confronts tradition, recovering and reforming it for a contemporary setting. Allusion appears as peculiar to a production that confronts its own present with a past of artistic traditions possessing a marked significance for authors and public, typically the case for Hellenistic poetry and all Latin literature. Recent theories of intertextuality, and the intertextual analysis conducted today on ancient texts often make reference to Pasquali, reinterpreting the positions that he elaborated in different paths, which are here identified and briefly described.
Enciclopedia Oraziana, volume III, pp. 398-403, 1998
Dictynna, Revue de Poétique latine, 14, 2017
Heinze (nel saggio Die horazische Ode), Fraenkel (nell’Horace) e gli studiosi influenzati dal New... more Heinze (nel saggio Die horazische Ode), Fraenkel (nell’Horace) e gli studiosi influenzati dal New Criticism concordavano nel rifiutare il ricorso a elementi contestuali esterni al testo nell’interpretazione delle odi di Orazio, ma questa posizione critica aveva, in ciascuno dei tre casi, origini e motivazioni sostanzialmente diverse che vengono qui analizzate. In Heinze, in Fraenkel, ma anche in fasi precedenti del dibattito, e poi in fasi successive fino ad oggi, nell’interpretazione della lirica antica e del suo rapporto con occasioni e destinatari entrano in gioco delle opposizioni, intese rigidamente: quella tra la lirica antica che avrebbe carattere dialogico e la lirica moderna che avrebbe carattere fonologico; quella tra la lirica greca che sarebbe caratterizzata dalla dimensione orale e perciò da un legame diretto con l’occasione e col destinatario e la lirica latina che sarebbe invece ‘libresca’ e in cui occasione e destinatario andrebbero perciò considerati solo in quanto elementi della finzione letteraria-formale del componimento. Queste opposizioni vengono qui messe in discussione, e largamente sfumate, anche nel confronto con posizioni espresse in studi recenti e recentissimi sulla lirica antica e moderna (specialmente di M. Lowrie, A. Barchiesi, P.A. Miller, P. Alpers, J. Culler). Si sostiene infine la rilevanza dell’occasione e del destinatario nell’interpretazione della lirica oraziana
almeno nei casi in cui siano coinvolti personaggi reali viventi al tempo della composizione: personaggi e situazioni subiscono un processo di trasfigurazione e tipizzazione che li rende idonei a integrarsi in testi di natura essenzialmente estetica, destinati a un pubblico generico, ma
che non li astrae del tutto dalla dimensione storica e biografica. La conoscenza, quando possibile, dei dati di realtà consentirebbe, a noi, e consentiva in modo differenziato a diverse componenti del pubblico antico, di comprendere meglio il processo, propriamente artistico, di trasfigurazione e tipizzazione.
Hispania terris omnibus felicior. Premesse ed esiti di un processo di integrazione, Fondazione Niccolò Canussio, Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 27-29 settembre 2001, Pisa, pp. 281-301, 2002
1 Oltre a Pomponio Mela, i due Seneca, Lucano, Columella, Quintiliano e Marziale, erano di origin... more 1 Oltre a Pomponio Mela, i due Seneca, Lucano, Columella, Quintiliano e Marziale, erano di origine spagnola il famoso grammatico Giulio Igino, lo storico Fabio Rustico che fu fonte di Tacito, il poeta Sextilius Ena (peraltro poco stimato, come vedremo). Seneca il Vecchio dà notizia, e stralci dei discorsi, di una decina di retori di origine spagnola sicura o probabile; alcuni di essi ebbero grande prestigio: soprattutto Porcio Latrone, che fu maestro di Ovidio e di cui Quintiliano (inst. X 5, 18) dice che fu il primo professore di eloquenza latina di fama e Giunio Gallione (la cui origine spagnola è congetturale ma quasi certa), ma anche Gavio Silone e Clodio Turrino. Ci appaiono come figure minori, ma comunque meritevoli di molte citazioni da parte di Seneca, Fulvio Sparso e Cornelio Ispano, personaggi la cui origine spagnola non è però certa. Seneca fa solo un cenno poco lusinghiero (non malus rhetor) a Brocchus, forse spagnolo, e dà giudizi limitativi o negativi su Statorio Vittore di Cordova e su un Seneca e un Quintiliano i cui nomi fanno pensare a origine spagnola. Sulle ragioni che consentono di identificare questi declamatori come spagnoli dati e bibliografia in M. GRIFFIN, The Elder Seneca and Spain, «Journ. of Rom. Stud.» 62, 1972, pp. 1-19. Ampie caratterizzazioni di ciascuno di essi in H. DE LA VILLE DE MIRMONT, Les déclamateurs espagnols au temps d'Auguste et de Tibère, «Bulletin hispanique» 15, 1913, pp. 154-169; 237-254; 384-410. La Griffin ipotizza origine spagnola anche per il retore e filosofo Papirio Fabiano che Seneca filosofo considerava determinante per la propria formazione. Marziale, come vedremo, colloca tra le figure di spicco della filosofia, dell'oratoria e della poesia contemporanea tre suoi amici spagnoli: rispettivamente Liciniano, Deciano e Canio Rufo. È azzardata l'ipotesi di R. SYME, Tacitus, Oxford 1958, p. 587, n. 3, di identificazione dell'Egnatius autore di un poema De rerum natura citato da Macrob. Sat. VI 5, 2 e 12 con l'omonimo Celtibero deriso da Catullo, c. 37, 17ss. e c. 39. Come vedremo, Cicerone, Arch. 26, fa un riferimento poco lusinghiero a «poeti di Cordova» non meglio identificati. L'IMMAGINE DELLA SPAGNA E L'AUTORAPPRESENTAZIONE DEL POETA NEGLI EPIGRAMMI DI MARZIALE MARIO CITRONI
Modelli letterari e ideologia nell'età flavia. Atti della III Giornata ghisleriana di Filologia classica, a cura di F: Gasti e G. Mazzoli, Pavia, pp. 15-38, 2005
"Les vers du plus nul des poètes..." Nouvelles recherches sur les Priapées, Actes de la journée d'étude organisée le 7 novembre 2005 à lUniversité Lumière-Lyon 2, édités par F. Biville, E. Plantade, D. Vallat, Lyon, pp. 35-51, 2008
Memoria e identità. La cultura romana costruisce la sua immagine, a cura di Mario Citroni, Firenze, pp. 149-184, 2003
La componente autobiografica nella poesia greca e latina fra realtà e artificio letterario, Atti del convegno, Pisa 16-17 maggio 1991, a cura di G. Arrighetti e F. Montanari, Pisa, pp. 275-292, 1993
Associazione Italiana di Cultura Classica - Delegazione di Torino, Atti del convegno nazionale di studi su Orazio, Torino 13-14-15 aprile 1992, a cura di R. Uglione, Torino 1993, pp. 95-127, 1993
Letteratura e civitas. Transizioni dalla Repubblica all'Impero. In ricordo di Emanuele Narducci, a cura di Mario Citroni, Pisa, 2012
Questo volume è nato dalla volontà di rendere omaggio alla figura di Emanuele Narducci, scomparso... more Questo volume è nato dalla volontà di rendere omaggio alla figura di Emanuele Narducci, scomparso precocemente cinque anni or sono, mentre era nel pieno fervore della sua instancabile attività di ricerca, di insegnamento, di promozione di iniziative per la valorizzazione e la diffusione degli studi sull'antico.
Virgilian Studies, A Miscellany dedicated to the Memory of Mario Geymonat, ed. by H.-C. Guenther, Nordhausen, pp. 39-87, 2015
In questa sede intendo affrontare uno solo, forse il più noto e dibattuto, dei problemi esegetici... more In questa sede intendo affrontare uno solo, forse il più noto e dibattuto, dei problemi esegetici posti da questo proemio: l'identificazione dei momenti in cui in esso si parla dell'opera stessa in cui il proemio è collocato, le Georgiche, e dei momenti in cui si parla invece del progetto di un'opera futura. Si tratta di un problema che coinvolge l'intera concezione del proemio: discuterne ci darà dunque l'occasione di considerare anche altre questioni ancora aperte nella interpretazione di questo testo e di interrogarci sul suo significato complessivo.
La poésie lyrique dans la cité antique: les Odes d'Horace au miroir de la lyrique grecque archaïque, Textes réunis par Bénédicte Delignon, Nadine Le Meur et Olivier Thévenaz, Paris - Lyon, 2016
Mario Citroni, Mario Labate, Gianpiero Rosati, a cura di, Luoghi dell'abitare, immaginazione letteraria e identità romana. Da Augusto ai Flavi, 2019
The sentence caldum meiere et frigidum potare appears to mean something like ‘to spend much money... more The sentence caldum meiere et frigidum potare appears to mean something like ‘to spend much money without getting any satisfaction’.
Posthomerica III (eds. F. Montanari, S. Pittaluga), Genova, 2001
The Classical Journal , 2000
Con il curatore del libro Stefano Grazzini, intervengono: Mario Citroni (Scuola Normale Superio... more Con il curatore del libro Stefano Grazzini, intervengono:
Mario Citroni (Scuola Normale Superiore)
Arnaldo Marcone (Università Roma Tre)
Giovanni Zago (Università degli Studi di Firenze)
Sarà possibile seguire la diretta anche sulla pagina fb dell'editore Della Porta o al link https://us02web.zoom.us/j/84142064652.
Editori Laterza, Roma - Bari, 1995