Giacomo Tagliani | Università degli Studi di Palermo (original) (raw)
Books by Giacomo Tagliani
"Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini e "Todo modo" (1976) di Elio Pet... more "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini e "Todo modo" (1976) di Elio Petri: due film gemelli ed estremi, dalla medesima tonalità apocalittica e dall’identico destino censorio. Due film che si trovano uniti anche nel confronto implicito con il pensiero di Michel Foucault, proprio in quei mesi impegnato in una svolta significativa nei suoi lavori con il passaggio da "Sorvegliare e Punire" (1975) a "La volontà di sapere" (1976). Attraverso l’analisi comparata dei due film e di alcuni passaggi del filosofo francese dedicati al concetto di potere pastorale, questo libro si concentra su una fase cruciale della storia della cultura critica europea, nella quale prende compiutamente forma, all’incrocio tra arte e filosofia, la riflessione sul ruolo della verità nell’esercizio del potere. Un momento originario che influenzerà ampiamente la teoria critica successiva nonché gran parte del cinema italiano più recente, da Nanni Moretti a Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, e che propone alcune chiavi di lettura decisive per comprendere la nostra attuale ossessione per il vero e l’autentico nei comportamenti e nei sentimenti quotidiani.
Andreotti, Berlusconi, Moro, Mussolini: ciascuno incarnazione di una specifica immagine del poter... more Andreotti, Berlusconi, Moro, Mussolini: ciascuno incarnazione di una specifica immagine del potere, tutti protagonisti di film che hanno segnato l’immaginario recente. Il cinema biografico è in continua espansione e il mondo della politica cattura sempre di più il suo interesse, soprattutto in Italia. Anziché considerarlo un semplice fenomeno commerciale, questo libro propone di pensare il biografico-politico come l’espressione più tipica del cinema contemporaneo: è qui infatti che si possono comprendere con chiarezza gli incroci tra estetica e politica, le strategie di costruzione del senso comune, le forme di autorappresentazione di una comunità nazionale. E se l’intreccio originale di vita, storia e politica definisce il carattere peculiare del pensiero italiano, il cinema biografico-politico è allora il luogo più fecondo per riflettere sulla memoria storica e sul futuro della nazione.
Intrighi, terrorismo internazionale, geopolitica, spionaggio: Homeland è la serie televisiva che ... more Intrighi, terrorismo internazionale, geopolitica, spionaggio: Homeland è la serie televisiva che ha rivoluzionato il racconto del mondo dopo l’11 settembre, vincendo numerosi premi e ottenendo un enorme successo di pubblico. Per la prima volta un libro ne indaga l’estetica, i segreti e lo stile, svelandone tutta la densità concettuale, l’ampiezza dei temi e gli aspetti controversi. Giacomo Tagliani conduce il lettore in un labirinto di immagini, tra gli schermi della guerra a distanza e l'onniscienza dei dispositivi di controllo: mettendo in questione l'odierna nozione d'identità occidentale e il suo rapporto con l'alterità, questo volume, più di una semplice guida alla serie, offre una riflessione quanto mai attuale sul modo in cui si racconta l’epoca della Guerra al terrore.
Oltre sessant’anni dopo la sua scomparsa, il pensiero di André Bazin si rivela ancora di estrema ... more Oltre sessant’anni dopo la sua scomparsa, il pensiero di André Bazin si rivela ancora di estrema attualità. Dimostra, per esempio, di essere uno strumento utile (forse il più utile) per interpretare il cinema che definiamo “moderno”. Ma c’è di più: la riflessione di Bazin si rivela una chiave interpretativa irrinunciabile nella comprensione di molti fenomeni che interessano la produzione audiovisiva contemporanea, in particolare le nuove forme del documentario. Per il tramite di Bazin, questo volume vuole essere uno strumento utile alla comprensione di quegli oggetti misteriosi che sono le immagini in movimento, anche quando (o forse ancora di più quando) esse dimostrano di tendere verso un radicale ripensamento del loro statuto, proprio come ora sta accadendo.
Le immagini del controllo. Visibilità e governo dei corpi, Dec 2016
Dopo un lungo periodo di degenza, il cinema italiano sembra aver ritrovato la propria vocazione o... more Dopo un lungo periodo di degenza, il cinema italiano sembra aver ritrovato la propria vocazione originaria, quella di raccontare la realtà di un paese perennemente attraversato da contrasti e tensioni e popolato da maschere sempre in bilico tra un passato stereotipato e un futuro che non si concretizza. "Gomorra" di Matteo Garrone e "Il divo" di Paolo Sorrentino hanno definitivamente riacceso una polemica che sembrava sopita riguardante i rapporti fra la settima arte e la realtà. Ma il cinema è ancora in grado di dar forma alle inquietudini e alle tensioni che serpeggiano nel Paese e di mettere in scena uno spaccato dell'esistenza quotidiana con il quale lo spettatore può confrontarsi in maniera critica e problematica? E quali gli strumenti analitici più forti per poter riflettere sul potere testimoniale delle immagini filmiche senza perdere di vista il linguaggio cinematografico e le strategie di scrittura adottate nei singoli film? Sono questi gli interrogativi che attraversano cui i saggi di questo volume provano a fornire una risposta. A partire da "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio e "Il caimano" di Nanni Moretti, passando per la produzione di Ciprì e Maresco e approdando infine alla nuova generazione di autori impegnati la ricognizione della realtà si presenta come un proficuo orizzonte di ricerca per mettere in luce le discontinuità e le innovazioni della produzione recente nei confronti del sostanziale disimpegno che sembra aver segnato il ventennio precedente
Papers by Giacomo Tagliani
M.C. Addis, S. Jacoviello (eds.), Tra il dire e il fare. Enunciazione: l'immagine e altre forme semiotiche, 2020
A strange obsession for truth seems to define the present time: injunction to truth-telling, call... more A strange obsession for truth seems to define the present time: injunction to truth-telling, call to being authentic, fear of the fake are some of the features characterizing practices and rethorics of our living together. The realm of politics appears to be a privileged ground to this end, being able to grasp the symptoms diffused in the everyday life and configure them into steady models of behaviour through the effectiveness of its (self)representations. This paper aims to address the rhetoric pervasiveness of the concept of truth by inquiring the semantic field deployed by neologism "truthiness" and its Italian translation "veracità", tentatively defined as a "natural" truth that presents itself without mediation or filters and keeps together diverse phenomena, from popular wisdom to food wholesomeness. As a matter of fact, the need for witnessing one's genuine and truthful being seems to be the recurrent feature in several cultural expressions of the present time, as well as in the subsequent subjectivation processes. The goal of the paper is thus to analyse this "aesthetics of truthiness" to outline its specific enunciative strategies that testify how the matter of post-truth should be addressed primarily in terms of behaviours instead of knowledge. Fig. 1-"Governo balneare": Matteo Salvini al Papeete di Milano Marittima Lo sguardo trasognato, leggermente all'insù, fissa il volto di una ragazza in costume che danza. Occhi socchiusi, espressione estatica, microfono in mano: in piedi probabilmente sul cubo, la vocalist si dimena di fronte a Matteo Salvini che a torso nudo, la pelle salmastra rubizza per il sole, divide il
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2020
This paper deals with the “theoretical history” of the concept of wall – considered both as a pla... more This paper deals with the “theoretical history” of the concept of wall – considered both as a place and as a scene – as proposed by Agnès Varda in Mur, murs (Id., 1981) and Visages, Villages (Faces, Places, 2017). In these films, walls are both surfaces of inscription of the stories binding the subjects to a certain place and frames in which everyone’s conducts become a spectacle addressed to anyone. This theoretical framework directly traceable in these works will be finally considered as a potential interpreting strategy of some practices in urban art (such as those of Blu and Bansky) that magnify aesthetical and political possibilities of the walls modelling the space of historical existence of a given community.
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2018
All’interno del panorama audiovisivo contemporaneo, la possibilità di attestare il reale sembra e... more All’interno del panorama audiovisivo contemporaneo, la possibilità di attestare il reale sembra esposta a un duplice rischio. Da un lato, grazie alla diffusione delle tecnologie leggere, emerge l'illusione di una coincidenza tra immagine e realtà; dall’altro, a causa della manipolabilità completa di ogni riproduzione digitale, si manifesta uno scetticismo radicale nell'efficacia testimoniale dell'immagine. Questo paradosso mediale sembra aver generato due opposte strategie retoriche che attraversano in generale l’orizzonte audiovisivo del presente e che riattualizzano la grande dicotomia cinematografica tra “montaggio sovrano” e “montaggio proibito”: alla ripresa in continuità propria della maggior parte dei video amatoriali fruiti in rete si contrappongono quei processi di “autenticazione intermediale” (Montani) che definiscono la cifra peculiare di un nuovo rapporto tra le immagini.
A partire da alcuni esempi emblematici, cinematografici (ad esempio Redacted, La bocca del lupo, Vincere) e amatoriali caricati in rete, la presente proposta intende affrontare queste due grandi forme di mediazione tra mondo e immagine per interrogare i regimi di credenza (Deleuze) contemporanei. Rileggendo alcuni passaggi classici della teoria del cinema, su tutti Ejzenstejn e Bazin, l’obbiettivo è quello di delineare le principali modalità di costruzione di specifiche “autorità” discorsive (Foucault, Lincoln) che orientano l’esperienza mediale contemporanea e definiscono la possibilità per lo spettatore di credere al mondo e alle immagini che lo rappresentano.
L'avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes , 2019
This article aims to outline the three main threads that have marked Italian cinema in the adopti... more This article aims to outline the three main threads that have marked Italian cinema in the adoption, comparison and modelling of migratory images and imageries, namely: a formed and forming gaze that transforms the multitude of life forms on the move into a horde of indistinct bodies; a humanitarian moral and a look that risk placing the diasporic subjects in an irredeemable position of subalternity and the construction and valorisation of migrant identities. Through these three threads, it is possible to reconstruct the visual history of migratory
phenomena – both outwards to the Americas and inwards from North Africa –and highlight wo opposing outcomes: on the one hand, the strategies of homologating otherness, posed alternately as a threat to social stability or within a condition of suffering; on the other hand,
the formative processes that help to re-establish the migrant’s positive condition as the bearerof elements of creolisation, the promoter of discursive negotiation and translation of identities.
Fata Morgana n. 34 , 2018
The Variable Intensities of Terror. Representations of Migrants and Terrorist in Contemporary Med... more The Variable Intensities of Terror. Representations of Migrants and Terrorist in Contemporary Mediascape
Terrorist and migrant are probably the major phobias of contemporary Western societies, the two figures that embody the fears of the present time the most. Media are crowded by tragedies associating with the landings of migrants and videos documenting attacks, beheadings and destructions of artistic heritage. What are the criteria of visibility of these images? Which iconographic and imaginary domains do they recall? What are the effects and passions produced on the public?
Migratory waves and terrorist attacks have been interpreted by media through distinct rhetoric, and yet enclosed in neighboring discursive fields, whose “boundaries” are marked by the different passional gradations (from fear to terror) that these would produce in public opinion. Starting from an audiovisual corpus consisting of the representations broadcasted by Italian media in the period coinciding with the attacks occurred in November 2015 in Paris, the paper will evaluate the theoretical and heuristic effectiveness of two specific ways of creating fear involving migrants and terrorists, that we propose to define respectively “low” and “high” intensity.
The rhetoric of invasion and preventive security is based on the gradual threat of a looming terror. This passional gradualness is also supported by implicit references to an epidemiological imaginary that originates from Hollywood cinema and is rooted around two “conceptual characters” – the zombie and the clone – and two genres – horror and science fiction. Forms of representation and passional variations will therefore be the focus around which the essay will articulate a reflection – related to a specific but nevertheless generalizable corpus – on the images of migrants and terrorists, two “extreme” forms of life that continually challenge our relationship with the Otherness.
Acta Universitatis Sapientiae, Oct 2016
In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of th... more In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of the French Revolution by recurring to classical and yet “revolutionary” means. The interpolation between painting and film, indeed, produces a visual surface which pursues a paradoxical effect of immediacy and verisimilitude. At the same time though, it underscores the represented nature of the images in a complex dynamic of “reality effect” and critical meta-discourse. The aim of this paper is the analysis of the main discursive strategies deployed by the film to disclose an intermedial effectiveness in the light of its original digital aesthetics. Furthermore, it focuses on the problematic relationship between image and reality, deliberately addressed by Rohmer through the dichotomy simulation/illusion. Finally, drawing on the works of Louis Marin, it deals with the representation of history and the related ideology, in order to point out the film's paradoxical nature, caught in an indecibility between past and present.
Acta Universitatis Sapientiae, Film and Media Studies, 2016
In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of th... more In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual
and “conservative” account of the French Revolution by recurring to classical and yet “revolutionary” means. The interpolation between painting and film produces a visual surface which pursues a paradoxical effect of immediacy and verisimilitude. At the same time though, it underscores the represented nature of the images in a complex dynamic of “reality effect” and critical meta-discourse. The aim of this paper is the analysis of the main discursive strategies deployed by the film to disclose an intermedial effectiveness in the light of its original digital aesthetics. Furthermore, it focuses on the problematic relationship between image and reality, deliberately addressed by Rohmer through the dichotomy simulation/illusion. Finally, drawing on the works of Louis Marin, it deals with the representation of history and the related ideology, in order to point out the film’s paradoxical nature, caught in an undecidability between past and present.
Journal of Italian cinema and Media Studies, 2014
The increasing production of biographical films dealing with power and its figures raises interes... more The increasing production of biographical films dealing with power and its figures raises interesting questions about the nature and the aims of political cinema. What are the strategies used to represent people whose public image has completely overlapped to their identity? This matter concerns not only thematic aspects of the biopic genre, but more in depth it discloses fundamental issues at the basis of any theory of cinema. From this point of view, some Italian instances propose original solutions, creating a coherent framework in continuity with a long tradition that has marked the history of Italian thought. This article aims at making a survey of these inputs through the analysis of contemporary relevant texts – above all Il Caimano/The Caiman (Moretti, 2006), Il Divo: La spettacolare vita di Giulio Andreotti/Il Divo (Sorrentino, 2008), Vincere/To Win (Bellocchio, 2009) – in the attempt of defining the space of effectiveness of this new line of development within the huge field of political cinema.
K. Revue trans-européenne de philosophie et arts, 2020
Giuliano Montaldo's biopic "Giordano Bruno" marks a turn in the history of Italian biographical c... more Giuliano Montaldo's biopic "Giordano Bruno" marks a turn in the history of Italian biographical cinema. This essay analyses this movie in the light of Bruno's thought, highlighting its relevance for the present "biographical turn" as well as the importance of film theory and practice in the framework of the so-called "Italian Thought". By considering them as strictly intertwined, the essay aims at underlying the crucial theoretical role played by biopics in the definition of specific key concepts of the present time.
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2016
In Salò or the 120 Days of Sodom (1975), Pasolini's last work, the myth loses its positive and or... more In Salò or the 120 Days of Sodom (1975), Pasolini's last work, the myth loses its positive and originary features to intrinsically link to a death spectacle. The memory of fascism, polemically questioned by the director, is elaborated as a thanatopolitical mythological machinery to which an utopia able to affirm and regenerate life is counterposed. Through the analysis of the topological articulation disclosed by the film, this paper attempts to rethink some of its interpretative keys, by lingering on the theoretical level proposed by the filmic discourse.
In Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), opera ultima di Pasolini, il mito perde la sua tonalità positiva e originante per legarsi intrinsecamete a uno spettacolo di morte. La memoria del fascismo, affrontata polemicamente dal regista, viene elaborata come macchina mitologica tanatopolitica alla quale si contrappone un'utopia capace di affermare e rigenerare la vita. Attraverso l'analisi dell'articolazione topologica dispiegata dal film, distinta tra spazio utopico, eterotopico e reale, il presente intervento prova a ripensarne alcune chiavi interpretative, soffermandosi sul livello teorico costruito dal discorso filmico.
Contemporary cinema has widely inquired the regime of violence deployed by financial capitalism, ... more Contemporary cinema has widely inquired the regime of violence deployed by financial capitalism, detecting continuities and differences compared with other forms and figures of coercion which mark social fabric. From this respect, The Wolf of Wall Street (2013) by Martin Scorsese represents a particularly interesting object: this film indeed attempts to elaborate an appropriate representation of the forms-of-life and power relationships arisen from market globalization and the dematerialization of the goods, despite being completely different from the director's stylistic tradition and even though it has been considered ethically controversial.
The narration of a return to a savage and primordial dimension of violence thus stages a state of nature which is foreign to the laws ruling social behavior and nevertheless becomes the ground for a new contractuality opposed to the existing state of right. In turn, this thematic dimension seems to be constantly doubled by an enunciational level, since it is the image itself to use violence against spectatorial gaze, imposing the main character's unique and swallowing point of view, which seems to expunge any form of otherness and difference.
This paper aims at proposing a reflexion through images about the forms of subjectivation specific of the animal competition transposed to the virtual world of financial trade, intertwining the theory in action inside the film with Aesthetics and Critical Theory positions.
La confessione, secondo Foucault, è un dispositivo discorsivo particolarmente efficace che instau... more La confessione, secondo Foucault, è un dispositivo discorsivo particolarmente efficace che instaura una specifica relazione di potere, diventando così un elemento centrale per la costituzione di un corpo sociale moralizzato. Alcuni film italiani ne hanno affrontato la diffusione nelle società contemporanee; tra questi, è stato Todo modo (1976) di Elio Petri a dispiegare compiutamente tale dimensione di dispositivo nella cornice della rappresentazione del potere, congiungendo strategie di enunciazione e dinamiche di soggettivazione secondo un direttrice critica e diagnostica.
The confession – according to Foucault – is an effective discursive apparatus able to settle a specific relation of power, so becoming a pivotal element for the constitution of a moralized social body. Some Italian films have faced its diffusion in contemporary societies; among these, it was Elio Petri's Todo modo (1976) which fully disclosed this dimension of apparatus in the framework of the representation of power, merging strategies of enunciation and dynamics of subjectivation towards a critical and diagnostic direction.
TiConTre, May 18, 2014
Among Tzvetan Todorov's different fields of research, images play a small but highly meaningful t... more Among Tzvetan Todorov's different fields of research, images play a small but highly meaningful theoretical role. The work on visuality of the Bulgarian scholar is mainly confined within the apologetic diptych about Northern painting – namely Éloge du quotidien about Dutch painting of XVIIth Century and Éloge de l'individu about Flemish painting of Renaissance – and it shows a strong relationship with the interdisciplinary approach of French theory of art, a branch of the structuralist thought born during the Seventies under the influence of Hermeneutics and Anthropology. The importance of such an approach for contemporary research on images is constantly growing, since it focuses on the discursive level – by considering the picture as an apparatus of creation of meaning – rather than the thematic or stylistic levels, typical of the classical Art History, or the pure formal one. This paper aims at tracing a survey of the inputs springing from the aforementioned books, highlighting both the links with some of the most important scholars of this disciplinary field and the personal proposals of this unique research course. We will therefore take into consideration conceptual tangles such as the notions of text and theoretical object, as well as matters of methodological nature. Through Todorov's work, it is possible to point out some guidelines within the present time iconosphere, overwhelming the hesitations of a static and stiff approach to the processes of visual signification.
This article represents the outcome of a round table organized and conducted by Giacomo Tagliani ... more This article represents the outcome of a round table organized and conducted by Giacomo Tagliani about the Lessico del cinema Italiano/Lexicon of Italian Cinema (2014–2016). This research and editorial project comprises three volumes and 21 entries that address the history of Italian cinema through an original and challenging approach, namely to detect a list of conceptual clusters able to provide new perspectives over the heritage of Italian films. In this refined version, the authors who took part in that round table, that is, Roberto De Gaetano (also editor of the volumes), Massimiliano Coviello, Luca Venzi and Francesco Zucconi, outline their involvement in the research project, their specific methodological references, their peculiar vision of the history of Italian cinema and eventually their point of view onto its current situation. This written conversation offers a broad survey of Lessico’s key aspects and addresses important methodological, theoretical and critical issues, trying to establish an interdisciplinary dialogue among different fields of studies.
"Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini e "Todo modo" (1976) di Elio Pet... more "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini e "Todo modo" (1976) di Elio Petri: due film gemelli ed estremi, dalla medesima tonalità apocalittica e dall’identico destino censorio. Due film che si trovano uniti anche nel confronto implicito con il pensiero di Michel Foucault, proprio in quei mesi impegnato in una svolta significativa nei suoi lavori con il passaggio da "Sorvegliare e Punire" (1975) a "La volontà di sapere" (1976). Attraverso l’analisi comparata dei due film e di alcuni passaggi del filosofo francese dedicati al concetto di potere pastorale, questo libro si concentra su una fase cruciale della storia della cultura critica europea, nella quale prende compiutamente forma, all’incrocio tra arte e filosofia, la riflessione sul ruolo della verità nell’esercizio del potere. Un momento originario che influenzerà ampiamente la teoria critica successiva nonché gran parte del cinema italiano più recente, da Nanni Moretti a Paolo Sorrentino e Matteo Garrone, e che propone alcune chiavi di lettura decisive per comprendere la nostra attuale ossessione per il vero e l’autentico nei comportamenti e nei sentimenti quotidiani.
Andreotti, Berlusconi, Moro, Mussolini: ciascuno incarnazione di una specifica immagine del poter... more Andreotti, Berlusconi, Moro, Mussolini: ciascuno incarnazione di una specifica immagine del potere, tutti protagonisti di film che hanno segnato l’immaginario recente. Il cinema biografico è in continua espansione e il mondo della politica cattura sempre di più il suo interesse, soprattutto in Italia. Anziché considerarlo un semplice fenomeno commerciale, questo libro propone di pensare il biografico-politico come l’espressione più tipica del cinema contemporaneo: è qui infatti che si possono comprendere con chiarezza gli incroci tra estetica e politica, le strategie di costruzione del senso comune, le forme di autorappresentazione di una comunità nazionale. E se l’intreccio originale di vita, storia e politica definisce il carattere peculiare del pensiero italiano, il cinema biografico-politico è allora il luogo più fecondo per riflettere sulla memoria storica e sul futuro della nazione.
Intrighi, terrorismo internazionale, geopolitica, spionaggio: Homeland è la serie televisiva che ... more Intrighi, terrorismo internazionale, geopolitica, spionaggio: Homeland è la serie televisiva che ha rivoluzionato il racconto del mondo dopo l’11 settembre, vincendo numerosi premi e ottenendo un enorme successo di pubblico. Per la prima volta un libro ne indaga l’estetica, i segreti e lo stile, svelandone tutta la densità concettuale, l’ampiezza dei temi e gli aspetti controversi. Giacomo Tagliani conduce il lettore in un labirinto di immagini, tra gli schermi della guerra a distanza e l'onniscienza dei dispositivi di controllo: mettendo in questione l'odierna nozione d'identità occidentale e il suo rapporto con l'alterità, questo volume, più di una semplice guida alla serie, offre una riflessione quanto mai attuale sul modo in cui si racconta l’epoca della Guerra al terrore.
Oltre sessant’anni dopo la sua scomparsa, il pensiero di André Bazin si rivela ancora di estrema ... more Oltre sessant’anni dopo la sua scomparsa, il pensiero di André Bazin si rivela ancora di estrema attualità. Dimostra, per esempio, di essere uno strumento utile (forse il più utile) per interpretare il cinema che definiamo “moderno”. Ma c’è di più: la riflessione di Bazin si rivela una chiave interpretativa irrinunciabile nella comprensione di molti fenomeni che interessano la produzione audiovisiva contemporanea, in particolare le nuove forme del documentario. Per il tramite di Bazin, questo volume vuole essere uno strumento utile alla comprensione di quegli oggetti misteriosi che sono le immagini in movimento, anche quando (o forse ancora di più quando) esse dimostrano di tendere verso un radicale ripensamento del loro statuto, proprio come ora sta accadendo.
Le immagini del controllo. Visibilità e governo dei corpi, Dec 2016
Dopo un lungo periodo di degenza, il cinema italiano sembra aver ritrovato la propria vocazione o... more Dopo un lungo periodo di degenza, il cinema italiano sembra aver ritrovato la propria vocazione originaria, quella di raccontare la realtà di un paese perennemente attraversato da contrasti e tensioni e popolato da maschere sempre in bilico tra un passato stereotipato e un futuro che non si concretizza. "Gomorra" di Matteo Garrone e "Il divo" di Paolo Sorrentino hanno definitivamente riacceso una polemica che sembrava sopita riguardante i rapporti fra la settima arte e la realtà. Ma il cinema è ancora in grado di dar forma alle inquietudini e alle tensioni che serpeggiano nel Paese e di mettere in scena uno spaccato dell'esistenza quotidiana con il quale lo spettatore può confrontarsi in maniera critica e problematica? E quali gli strumenti analitici più forti per poter riflettere sul potere testimoniale delle immagini filmiche senza perdere di vista il linguaggio cinematografico e le strategie di scrittura adottate nei singoli film? Sono questi gli interrogativi che attraversano cui i saggi di questo volume provano a fornire una risposta. A partire da "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio e "Il caimano" di Nanni Moretti, passando per la produzione di Ciprì e Maresco e approdando infine alla nuova generazione di autori impegnati la ricognizione della realtà si presenta come un proficuo orizzonte di ricerca per mettere in luce le discontinuità e le innovazioni della produzione recente nei confronti del sostanziale disimpegno che sembra aver segnato il ventennio precedente
M.C. Addis, S. Jacoviello (eds.), Tra il dire e il fare. Enunciazione: l'immagine e altre forme semiotiche, 2020
A strange obsession for truth seems to define the present time: injunction to truth-telling, call... more A strange obsession for truth seems to define the present time: injunction to truth-telling, call to being authentic, fear of the fake are some of the features characterizing practices and rethorics of our living together. The realm of politics appears to be a privileged ground to this end, being able to grasp the symptoms diffused in the everyday life and configure them into steady models of behaviour through the effectiveness of its (self)representations. This paper aims to address the rhetoric pervasiveness of the concept of truth by inquiring the semantic field deployed by neologism "truthiness" and its Italian translation "veracità", tentatively defined as a "natural" truth that presents itself without mediation or filters and keeps together diverse phenomena, from popular wisdom to food wholesomeness. As a matter of fact, the need for witnessing one's genuine and truthful being seems to be the recurrent feature in several cultural expressions of the present time, as well as in the subsequent subjectivation processes. The goal of the paper is thus to analyse this "aesthetics of truthiness" to outline its specific enunciative strategies that testify how the matter of post-truth should be addressed primarily in terms of behaviours instead of knowledge. Fig. 1-"Governo balneare": Matteo Salvini al Papeete di Milano Marittima Lo sguardo trasognato, leggermente all'insù, fissa il volto di una ragazza in costume che danza. Occhi socchiusi, espressione estatica, microfono in mano: in piedi probabilmente sul cubo, la vocalist si dimena di fronte a Matteo Salvini che a torso nudo, la pelle salmastra rubizza per il sole, divide il
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2020
This paper deals with the “theoretical history” of the concept of wall – considered both as a pla... more This paper deals with the “theoretical history” of the concept of wall – considered both as a place and as a scene – as proposed by Agnès Varda in Mur, murs (Id., 1981) and Visages, Villages (Faces, Places, 2017). In these films, walls are both surfaces of inscription of the stories binding the subjects to a certain place and frames in which everyone’s conducts become a spectacle addressed to anyone. This theoretical framework directly traceable in these works will be finally considered as a potential interpreting strategy of some practices in urban art (such as those of Blu and Bansky) that magnify aesthetical and political possibilities of the walls modelling the space of historical existence of a given community.
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2018
All’interno del panorama audiovisivo contemporaneo, la possibilità di attestare il reale sembra e... more All’interno del panorama audiovisivo contemporaneo, la possibilità di attestare il reale sembra esposta a un duplice rischio. Da un lato, grazie alla diffusione delle tecnologie leggere, emerge l'illusione di una coincidenza tra immagine e realtà; dall’altro, a causa della manipolabilità completa di ogni riproduzione digitale, si manifesta uno scetticismo radicale nell'efficacia testimoniale dell'immagine. Questo paradosso mediale sembra aver generato due opposte strategie retoriche che attraversano in generale l’orizzonte audiovisivo del presente e che riattualizzano la grande dicotomia cinematografica tra “montaggio sovrano” e “montaggio proibito”: alla ripresa in continuità propria della maggior parte dei video amatoriali fruiti in rete si contrappongono quei processi di “autenticazione intermediale” (Montani) che definiscono la cifra peculiare di un nuovo rapporto tra le immagini.
A partire da alcuni esempi emblematici, cinematografici (ad esempio Redacted, La bocca del lupo, Vincere) e amatoriali caricati in rete, la presente proposta intende affrontare queste due grandi forme di mediazione tra mondo e immagine per interrogare i regimi di credenza (Deleuze) contemporanei. Rileggendo alcuni passaggi classici della teoria del cinema, su tutti Ejzenstejn e Bazin, l’obbiettivo è quello di delineare le principali modalità di costruzione di specifiche “autorità” discorsive (Foucault, Lincoln) che orientano l’esperienza mediale contemporanea e definiscono la possibilità per lo spettatore di credere al mondo e alle immagini che lo rappresentano.
L'avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes , 2019
This article aims to outline the three main threads that have marked Italian cinema in the adopti... more This article aims to outline the three main threads that have marked Italian cinema in the adoption, comparison and modelling of migratory images and imageries, namely: a formed and forming gaze that transforms the multitude of life forms on the move into a horde of indistinct bodies; a humanitarian moral and a look that risk placing the diasporic subjects in an irredeemable position of subalternity and the construction and valorisation of migrant identities. Through these three threads, it is possible to reconstruct the visual history of migratory
phenomena – both outwards to the Americas and inwards from North Africa –and highlight wo opposing outcomes: on the one hand, the strategies of homologating otherness, posed alternately as a threat to social stability or within a condition of suffering; on the other hand,
the formative processes that help to re-establish the migrant’s positive condition as the bearerof elements of creolisation, the promoter of discursive negotiation and translation of identities.
Fata Morgana n. 34 , 2018
The Variable Intensities of Terror. Representations of Migrants and Terrorist in Contemporary Med... more The Variable Intensities of Terror. Representations of Migrants and Terrorist in Contemporary Mediascape
Terrorist and migrant are probably the major phobias of contemporary Western societies, the two figures that embody the fears of the present time the most. Media are crowded by tragedies associating with the landings of migrants and videos documenting attacks, beheadings and destructions of artistic heritage. What are the criteria of visibility of these images? Which iconographic and imaginary domains do they recall? What are the effects and passions produced on the public?
Migratory waves and terrorist attacks have been interpreted by media through distinct rhetoric, and yet enclosed in neighboring discursive fields, whose “boundaries” are marked by the different passional gradations (from fear to terror) that these would produce in public opinion. Starting from an audiovisual corpus consisting of the representations broadcasted by Italian media in the period coinciding with the attacks occurred in November 2015 in Paris, the paper will evaluate the theoretical and heuristic effectiveness of two specific ways of creating fear involving migrants and terrorists, that we propose to define respectively “low” and “high” intensity.
The rhetoric of invasion and preventive security is based on the gradual threat of a looming terror. This passional gradualness is also supported by implicit references to an epidemiological imaginary that originates from Hollywood cinema and is rooted around two “conceptual characters” – the zombie and the clone – and two genres – horror and science fiction. Forms of representation and passional variations will therefore be the focus around which the essay will articulate a reflection – related to a specific but nevertheless generalizable corpus – on the images of migrants and terrorists, two “extreme” forms of life that continually challenge our relationship with the Otherness.
Acta Universitatis Sapientiae, Oct 2016
In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of th... more In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of the French Revolution by recurring to classical and yet “revolutionary” means. The interpolation between painting and film, indeed, produces a visual surface which pursues a paradoxical effect of immediacy and verisimilitude. At the same time though, it underscores the represented nature of the images in a complex dynamic of “reality effect” and critical meta-discourse. The aim of this paper is the analysis of the main discursive strategies deployed by the film to disclose an intermedial effectiveness in the light of its original digital aesthetics. Furthermore, it focuses on the problematic relationship between image and reality, deliberately addressed by Rohmer through the dichotomy simulation/illusion. Finally, drawing on the works of Louis Marin, it deals with the representation of history and the related ideology, in order to point out the film's paradoxical nature, caught in an indecibility between past and present.
Acta Universitatis Sapientiae, Film and Media Studies, 2016
In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual and “conservative” account of th... more In The Lady and the Duke (2001), Eric Rohmer provides an unusual
and “conservative” account of the French Revolution by recurring to classical and yet “revolutionary” means. The interpolation between painting and film produces a visual surface which pursues a paradoxical effect of immediacy and verisimilitude. At the same time though, it underscores the represented nature of the images in a complex dynamic of “reality effect” and critical meta-discourse. The aim of this paper is the analysis of the main discursive strategies deployed by the film to disclose an intermedial effectiveness in the light of its original digital aesthetics. Furthermore, it focuses on the problematic relationship between image and reality, deliberately addressed by Rohmer through the dichotomy simulation/illusion. Finally, drawing on the works of Louis Marin, it deals with the representation of history and the related ideology, in order to point out the film’s paradoxical nature, caught in an undecidability between past and present.
Journal of Italian cinema and Media Studies, 2014
The increasing production of biographical films dealing with power and its figures raises interes... more The increasing production of biographical films dealing with power and its figures raises interesting questions about the nature and the aims of political cinema. What are the strategies used to represent people whose public image has completely overlapped to their identity? This matter concerns not only thematic aspects of the biopic genre, but more in depth it discloses fundamental issues at the basis of any theory of cinema. From this point of view, some Italian instances propose original solutions, creating a coherent framework in continuity with a long tradition that has marked the history of Italian thought. This article aims at making a survey of these inputs through the analysis of contemporary relevant texts – above all Il Caimano/The Caiman (Moretti, 2006), Il Divo: La spettacolare vita di Giulio Andreotti/Il Divo (Sorrentino, 2008), Vincere/To Win (Bellocchio, 2009) – in the attempt of defining the space of effectiveness of this new line of development within the huge field of political cinema.
K. Revue trans-européenne de philosophie et arts, 2020
Giuliano Montaldo's biopic "Giordano Bruno" marks a turn in the history of Italian biographical c... more Giuliano Montaldo's biopic "Giordano Bruno" marks a turn in the history of Italian biographical cinema. This essay analyses this movie in the light of Bruno's thought, highlighting its relevance for the present "biographical turn" as well as the importance of film theory and practice in the framework of the so-called "Italian Thought". By considering them as strictly intertwined, the essay aims at underlying the crucial theoretical role played by biopics in the definition of specific key concepts of the present time.
Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni, 2016
In Salò or the 120 Days of Sodom (1975), Pasolini's last work, the myth loses its positive and or... more In Salò or the 120 Days of Sodom (1975), Pasolini's last work, the myth loses its positive and originary features to intrinsically link to a death spectacle. The memory of fascism, polemically questioned by the director, is elaborated as a thanatopolitical mythological machinery to which an utopia able to affirm and regenerate life is counterposed. Through the analysis of the topological articulation disclosed by the film, this paper attempts to rethink some of its interpretative keys, by lingering on the theoretical level proposed by the filmic discourse.
In Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), opera ultima di Pasolini, il mito perde la sua tonalità positiva e originante per legarsi intrinsecamete a uno spettacolo di morte. La memoria del fascismo, affrontata polemicamente dal regista, viene elaborata come macchina mitologica tanatopolitica alla quale si contrappone un'utopia capace di affermare e rigenerare la vita. Attraverso l'analisi dell'articolazione topologica dispiegata dal film, distinta tra spazio utopico, eterotopico e reale, il presente intervento prova a ripensarne alcune chiavi interpretative, soffermandosi sul livello teorico costruito dal discorso filmico.
Contemporary cinema has widely inquired the regime of violence deployed by financial capitalism, ... more Contemporary cinema has widely inquired the regime of violence deployed by financial capitalism, detecting continuities and differences compared with other forms and figures of coercion which mark social fabric. From this respect, The Wolf of Wall Street (2013) by Martin Scorsese represents a particularly interesting object: this film indeed attempts to elaborate an appropriate representation of the forms-of-life and power relationships arisen from market globalization and the dematerialization of the goods, despite being completely different from the director's stylistic tradition and even though it has been considered ethically controversial.
The narration of a return to a savage and primordial dimension of violence thus stages a state of nature which is foreign to the laws ruling social behavior and nevertheless becomes the ground for a new contractuality opposed to the existing state of right. In turn, this thematic dimension seems to be constantly doubled by an enunciational level, since it is the image itself to use violence against spectatorial gaze, imposing the main character's unique and swallowing point of view, which seems to expunge any form of otherness and difference.
This paper aims at proposing a reflexion through images about the forms of subjectivation specific of the animal competition transposed to the virtual world of financial trade, intertwining the theory in action inside the film with Aesthetics and Critical Theory positions.
La confessione, secondo Foucault, è un dispositivo discorsivo particolarmente efficace che instau... more La confessione, secondo Foucault, è un dispositivo discorsivo particolarmente efficace che instaura una specifica relazione di potere, diventando così un elemento centrale per la costituzione di un corpo sociale moralizzato. Alcuni film italiani ne hanno affrontato la diffusione nelle società contemporanee; tra questi, è stato Todo modo (1976) di Elio Petri a dispiegare compiutamente tale dimensione di dispositivo nella cornice della rappresentazione del potere, congiungendo strategie di enunciazione e dinamiche di soggettivazione secondo un direttrice critica e diagnostica.
The confession – according to Foucault – is an effective discursive apparatus able to settle a specific relation of power, so becoming a pivotal element for the constitution of a moralized social body. Some Italian films have faced its diffusion in contemporary societies; among these, it was Elio Petri's Todo modo (1976) which fully disclosed this dimension of apparatus in the framework of the representation of power, merging strategies of enunciation and dynamics of subjectivation towards a critical and diagnostic direction.
TiConTre, May 18, 2014
Among Tzvetan Todorov's different fields of research, images play a small but highly meaningful t... more Among Tzvetan Todorov's different fields of research, images play a small but highly meaningful theoretical role. The work on visuality of the Bulgarian scholar is mainly confined within the apologetic diptych about Northern painting – namely Éloge du quotidien about Dutch painting of XVIIth Century and Éloge de l'individu about Flemish painting of Renaissance – and it shows a strong relationship with the interdisciplinary approach of French theory of art, a branch of the structuralist thought born during the Seventies under the influence of Hermeneutics and Anthropology. The importance of such an approach for contemporary research on images is constantly growing, since it focuses on the discursive level – by considering the picture as an apparatus of creation of meaning – rather than the thematic or stylistic levels, typical of the classical Art History, or the pure formal one. This paper aims at tracing a survey of the inputs springing from the aforementioned books, highlighting both the links with some of the most important scholars of this disciplinary field and the personal proposals of this unique research course. We will therefore take into consideration conceptual tangles such as the notions of text and theoretical object, as well as matters of methodological nature. Through Todorov's work, it is possible to point out some guidelines within the present time iconosphere, overwhelming the hesitations of a static and stiff approach to the processes of visual signification.
This article represents the outcome of a round table organized and conducted by Giacomo Tagliani ... more This article represents the outcome of a round table organized and conducted by Giacomo Tagliani about the Lessico del cinema Italiano/Lexicon of Italian Cinema (2014–2016). This research and editorial project comprises three volumes and 21 entries that address the history of Italian cinema through an original and challenging approach, namely to detect a list of conceptual clusters able to provide new perspectives over the heritage of Italian films. In this refined version, the authors who took part in that round table, that is, Roberto De Gaetano (also editor of the volumes), Massimiliano Coviello, Luca Venzi and Francesco Zucconi, outline their involvement in the research project, their specific methodological references, their peculiar vision of the history of Italian cinema and eventually their point of view onto its current situation. This written conversation offers a broad survey of Lessico’s key aspects and addresses important methodological, theoretical and critical issues, trying to establish an interdisciplinary dialogue among different fields of studies.
solima.media.unisi.it
Questo lavoro è il frutto di una ricerca che trae spunto da un ciclo di lezioni inerente alle con... more Questo lavoro è il frutto di una ricerca che trae spunto da un ciclo di lezioni inerente alle contaminazioni tra antropologia e cinema; in particolare verranno esaminati in questa sede le problematiche connesse al rapporto con l'altro, non necessariamente inteso come essere umano, ma più in generale come istanza esterna ad un soggetto. Il punto di partenza è costituito dai alcuni film del regista tedesco Werner Herzog, il cui lavoro verte da anni sulla problematizzazione del concetto di visione, concetto che presiede, ovviamente, alla costruzione della dicotomia identità-alterità.
Annuario Fata Morgana Web, 2020
A global reflection on complex seriality starting from tv show Homeland's season finale.
Estetiche della verità. Pasolini, Foucault, Petri, 2020
Isbn 978-88-6822-920-7 stampato in italia nel mese di ottobre 2020 da Pellegrini Editore via camp... more Isbn 978-88-6822-920-7 stampato in italia nel mese di ottobre 2020 da Pellegrini Editore via camposano, 41 -87100 cosenza tel. (0984) 795065 -Fax (0984) 792672
L. Bandirali, D. Castaldo, F. Ceraolo (eds.), Re-directing. La regia nello spettacolo del XXI secolo, 2020
Annuario Fata Morgana Web, 2019
This paper analyses two possible approaches to biographical movies in the present day drawing on ... more This paper analyses two possible approaches to biographical movies in the present day drawing on the opposition between classical and modern cinema proposed by Gilles Deleuze. Classical and modern should be here intended as specific qualities of the biographical narrative, instead of general definition of a biographical movie. Whereas classical biopics aims to reconstruct a certain life, modern biopics seems on the contrary more focused on the invention of life: if the former demands to be evaluated upon its compliance with the past, the latter should be inquired upon the scope of its dialectic with the present. This way, biography could be thought as a powerful methodological tool to question images as decisive moments in the processes of configuration of meaning connecting citizens and community, past and present, history and memory.
by Caroline Pane, Emilia Héry, Claudio Pirisino, Viviana Birolli, Elisa Francesconi, Cristina Tosetto, Laura Iamurri, Giacomo Tagliani, Ivan Barlafante, Martina Marolda, and Susanna Arangio
Mémoires du Ventennio. Représentations et enjeux mémoriels du régime fasciste de 1945 à aujourd'hui. Cinéma, théâtre, arts plastiques., 2019
Fata Morgana Web 2019. Un anno di visioni, 2019
A critical review of "Vice" (2019) by Adam McKay, the biopic about the life of former US Vice-Pre... more A critical review of "Vice" (2019) by Adam McKay, the biopic about the life of former US Vice-President Dick Cheney starring Christian Bale and Amy Adams
AA.VV., Sulla famiglia Bertolucci. Scritti per Attilio, Bernardo, Giuseppe, Ensemble, Roma, 2018
R. De Gaetano, N. Tucci (a cura di), Fata Morgana Web 2017. Un anno di visioni, Pellegrini, Cosenza, 2017
R. De Gaetano, N. Tucci (a cura di), Fata Morgana Web 2017. Un anno di visioni, Pellegrini, Cosenza, 2017
Annuario Fata Morgana Web, 2019
Annuario Fata Morgana Web, 2019
Fata Morgana Web 2018. Un anno di visioni, 2018
A critical essay about The Net (Geumul) by south-korean director Kim Ki-duk
Annuario Fata Morgana Web, 2019
Fata Morgana Web 2019. Un anno di visioni, 2019
A critical essay about "The Painted Bird" (2019) by Václav Marhoul
Osservatorio TV, Sep 6, 2014
Durante le festività natalizie, un uomo entra in una chiesa per confessarsi. La sua condotta non ... more Durante le festività natalizie, un uomo entra in una chiesa per confessarsi. La sua condotta non si è macchiata di peccati veniali: ha ucciso un uomo la notte precedente, senza mostrare rimorso o pentimento alcuno. Per sciogliere la reticenza dell'impaurito confessore, che non si era mai trovato di fronte a reati di tale entità, minaccia un'azione dimostrativa contro due ignare fedeli sedute in preghiera nella navata antistante, legando inoltre la sopravvivenza di una figura sconosciuta all'esito della conversazione con il prete stesso. Iniziato come un dialogo sul male e il libero arbitrio, il confronto tra l'omicida e il sacerdote si trasforma in una d u p l i c e c o n f e s s i o n e e s i arricchisce di particolari circa la professione di sicario dell'uomo; al contempo, la fede piuttosto fragile del confessore comincia a vacillare, sino al racconto delle sue violenze nei confronti del figlio e della moglie defunta in un passato che questi cerca disperatamente di dimenticare. Ottenuta l'ammissione della colpa del suo interlocutore e sciolto ogni dubbio, l'uomo si rivela essere il figlio abbandonato di Giacomo Tagliani
B. Maio (a cura di), Osservatorio Tv 2017, Rigel, Roma, 2017
Il volume è pubblicato secondo la Creative Commons Public License I diritti del progetto apparten... more Il volume è pubblicato secondo la Creative Commons Public License I diritti del progetto appartengono a Barbara Maio. I singoli saggi sono di proprietà dei rispettivi autori. Ogni immagine, video, logo, marchio registrato è del legittimo proprietario.
Nero, titoli di testa iniziali, titolo del film; di seguito, allo scorrere dei restanti crediti, ... more Nero, titoli di testa iniziali, titolo del film; di seguito, allo scorrere dei restanti crediti, inquadratura fissa su un lungo corridoio di cemento armato illuminato da luci al neon; dalla profondità di campo, alla convergenza ideale delle linee di fuga della composizione, un uomo avanza quasi impercettibilmente su un tapis-roulant in direzione della mdp, posta all'estremità del nastro. La fissità del quadro sottolinea ancor più l'astrattezza della messa in scena, giocata sui canoni della prospettiva lineare, costrutto rappresentativo, come noto, dissimile dalla reale modalità percettiva dell'occhio umano 1 . Giunto alla fine del lento incedere, dilatato ulteriormente dal piano sequenza, l'uomo, un fattorino che trasporta una valigia, vira repentinamente sulla sua sinistra anticipato da una breve carrellata e infine seguito con una panoramica più veloce; rapido carrello in avvicinamento su una barista che agita uno shaker che crea un finto raccordo di sguardo; in ultimo, controcampo su un uomo che osserva la ragazza seduto al bar. Le prime tre inquadrature de Le conseguenze dell'amore (2002) contengono già di per sé numerosi elementi, amplificati e dilatati nel prosieguo del film, che marcano l'originalità di questo testo all'interno del panorama cinematografico italiano odierno. L'opera di Paolo Sorrentino si configura, infatti, come una 91 L'elaborazione di un racconto come momento di costruzione di un'identità pubblica o privata passa inevitabilmente attraverso un'operazione di sintesi, nonché attraverso un'accettazione dell'alterità inconciliabile dei tempi. Come scrive Ricoeur, «il passato è ciò che, anzitutto, deve essere rieffettuato secondo il modulo dell'identità, ma è tale proprio per il fatto che è l'assente di tutte le nostre costruzioni», e ancora, l'analogia «porta in sé la forza della rieffettuazione e della messa a distanza, nella misura in cui esserecome, è essere e non essere» 18 . The time is out of joint. Una sottile linea parte dall'Amleto di Shakespeare e unisce i passi citati di Ricoeur e Derrida: dal passato, dai meandri di un archivio, gli spettri ci guardano, ci interpellano, sembrano darci del tu. Il presente diventa allora il divenire in cui si determina la capacità di ereditare, la capacità della finzione di stare al passo con la propria "realtà" presente e passata, di saperla finalmente decifrare nei propri tratti virtuali, di mantenerne la memoria e, al contempo, lasciare che passi. Lo spazio del reale nel cinema italiano contemporaneo 90 «sperimentare forme complesse -e probabilmente estreme -di configurazione narrativa del tempo», cfr. P. Montani, L'immaginazione narrativa. Il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario, Guerini, Milano 1999, soprattutto pp. 47-51. 18. P. Ricoeur, Tempo e racconto volume terzo, cit., p. 238. 1. A questo proposito si veda il classico testo di E. Panofsky, La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli, Milano 1966.
Ti do i miei occhi di un temp fa, 2017
L'introduzione di Vincenzo Cascone e Giacomo Tagliani a "Ti do i miei occhi di un tempo fa", la r... more L'introduzione di Vincenzo Cascone e Giacomo Tagliani a "Ti do i miei occhi di un tempo fa", la raccolta di fotografie e scritti inediti di Marco Dinoi (Silvana 2017)
Fata Morgana Web, 2020
Review of "Il cinema del nuovo millennio. Geografie, forme, autori", edited by Alessia Cervini (C... more Review of "Il cinema del nuovo millennio. Geografie, forme, autori", edited by Alessia Cervini (Carocci 2020)
Frutto di un progetto di ricerca articolato che ha coinvolto Inghilterra, Italia e Australia, la ... more Frutto di un progetto di ricerca articolato che ha coinvolto Inghilterra, Italia e Australia, la raccolta di saggi curata da Hope, d'Arcangeli e Serra affronta una questione centrale all'interno del dibattito filmico odierno: il cinema ha ancora la capacità di rappresentare criticamente la realtà a sé coeva? Se non vi è dubbio che la risposta non possa che essere positiva, le modalità attraverso le quali tale funzione viene assolta sono invece oggetto di controversie, sia per quanto concerne la dimensione tematico-stilistica che quella formale. Per quanto riguarda il primo versante, il volume esplicita come aree di indagine prescelte i tre plessi centrali nelle rivendicazioni sui diritti da parte della sinistra contemporanea -parità fra classi, etnie, generi -nel contesto di produzioni di grande consumo. Analoga immediatezza non si riscontra invece in relazione al secondo aspetto, oggetto potenziale del prossimo volume dedicato a "Cinematic representations of Italy's socio-political past; social marginalization on screen; filmic representations of the State, institutional repression, and counter-reaction" (http://italianpoliticalcinema.wordpress.com). Il dittico che pare delinearsi evidenzia dunque una scansione accorta e interessante, benché problemi e punti deboli non sembrino totalmente scongiurati.
Annali d'Italianistica, 2016
Annali d'Italianistica, 2015
Fata Morgana Web, 2020
Review of Nicola Dusi's and Giorgio Grignaffini's book "Capire le serie TV. Generi, stili, pratiche"
il lavoro culturale, 2020
A critical review of "SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano", Netflix docuseries in five episod... more A critical review of "SanPa: Luci e tenebre di San Patrignano", Netflix docuseries in five episodes written by Gianluca Neri, Carlo Gabardini, and Paolo Bernardelli, directed by Cosima Spender, an double biography of Vincenzo Muccioli and San Patrignano, the biggest Italian community rehab for drug addiction.
Fata Morgana Web, 2020
13 GENNAIO 2020 GIACOMO TAGLIANI, USCENDO DAL CINEMA TAGGATO « Attraverso la camera delle meravig... more 13 GENNAIO 2020 GIACOMO TAGLIANI, USCENDO DAL CINEMA TAGGATO « Attraverso la camera delle meraviglie Eredità della politica di GIACOMO TAGLIANI Hammamet di Gianni Amelio.
Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Ital... more Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. (Pier Paolo Pasolini, "Il romanzo delle stragi") Gennaio, si sa, è tempo di saldi, e tutto costa meno. Anche i concetti. Figuriamoci la parola dell'anno, quella della collezione autunno-inverno precedente, pronta a essere sostituita con l'arrivo della bella stagione. E dunque, alla fine di gennaio, di "posttruth" sono pieni gli scaffali e se ne trovano esemplari a prezzi stracciati, forse di importazione parallela. Dunque quale migliore occasione per accaparrarsene uno degli ultimi pezzi prima che venga messa fuori commercio?
In occasione della presentazione della collana "Repetita" di Edizioni Estemporanee, pubblichiamo ... more In occasione della presentazione della collana "Repetita" di Edizioni Estemporanee, pubblichiamo una riflessione in due puntate sulle nuove forme della serialità televisiva, la prima a cura di Giacomo Tagliani e la seconda (che uscirà la settimana prossima) di Angela Maiello, autori rispettivamente dei primi volumi dedicati a due oggetti seriali molto popolari, Homeland -Caccia alla spia e Gomorra -La serie.
Il volume Marco Ferreri offre l’occasione per rileggere l’opera di Grande e per interrogarsi sull... more Il volume Marco Ferreri offre l’occasione per rileggere l’opera di Grande e per interrogarsi sull’attualità del suo pensiero nel dibattito contemporaneo sulle arti e sulle immagini. Lo facciamo discutendone con Alessandro Canadè, curatore del libro, e con Roberto De Gaetano,
autore dell’introduzione.
33 anni fa moriva Elio Petri. La sua capacità analitica della situazione politica italiana e la p... more 33 anni fa moriva Elio Petri. La sua capacità analitica della situazione politica italiana e la potenza visionaria del suo cinema ne fanno uno dei più importanti registi italiani, la cui opera rimane ancora poco conosciuta e poco studiata, salvo eccezioni. Riguardando i suoi film e leggendo i suoi testi, se ne percepisce la straordinaria attualità del pensiero e dell'immaginazione visiva, capaci di donare al presente configurazioni di senso inattese, spesso più lucide di tanti sguardi contemporanei.
il lavoro culturale ISSN 23849274 Soggetti in marcia. Alcune riflessioni sull'attraversamento di ... more il lavoro culturale ISSN 23849274 Soggetti in marcia. Alcune riflessioni sull'attraversamento di confini C'è una moltitudine che cammina lungo un'autostrada. In marcia verso una meta provvisoria, ma pur sempre ultimo tratto di un lungo viaggio affrontato in condizioni ostili e con i mezzi più disparati.
Che cosa avreste fatto se vi foste trovati all'interno di quella immensa macchina amministrativa?... more Che cosa avreste fatto se vi foste trovati all'interno di quella immensa macchina amministrativa?». Con questa domanda Gad Lerner introduce il dibattito che segue lo spettacolo di Marco Paolini Ausmerzen, andato in onda il 26 gennaio dall'ex-ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano in occasione della Giornata della memoria. Si rivolge, Lerner, ai pochi e selezionati spettatori presenti e implicitamente ai molto più numerosi telespettatori -che per fortuna non possono intervenire con un sms da casa -creando un tensione paradossale benché naturale. Come si può rispondere ad una domanda del
Col nome di Esercizi Spirituali si definisce una pratica religiosa introdotta da S. Ignazio di Lo... more Col nome di Esercizi Spirituali si definisce una pratica religiosa introdotta da S. Ignazio di Loyola nei primi decenni del 1500. Ufficialmente approvata dalla Chiesa nel 1548, per la grande efficacia spirituale, essa fu subito adottata come mezzo di formazione di uomini del potere economico e politico. Elio Petri -Todo Modo Nel chiuso di un eremo, esponenti del potere politico ed economico si ritrovano per dedicarsi agli esercizi spirituali e fornire così al Paese un'immagine coesa e al contempo penitente, ascoltando le richieste di moralizzazione che sempre più insistentemente provengono dall'opinione pubblica. Non si tratta del weekend appena concluso, ma del 1974 e del 1976. L'eremo è quello di Zafer, i protagonisti sono (presumibilmente) membri della Democrazia Cristiana e gli ideatori di questo ritiro sono Leonardo
il lavoro culturale, Oct 23, 2013
A review of Roberto Esposito's book "Due. La macchina della teologia politica e il posto del pens... more A review of Roberto Esposito's book "Due. La macchina della teologia politica e il posto del pensiero" (Einaudi 2013)
The NECS Steering Commi ee wishes to extend a very warm welcome to all the participants in our 14... more The NECS Steering Commi ee wishes to extend a very warm welcome to all the participants in our 14th annual conference, Transitions: Moving Images and Bodies, hosted by the Dipartimento di Scienze Umanistiche at the Università degli Studi di Palermo. As we all know, the global pandemic confronted us with a unique situation last year, forcing us to delay the conference and ultimately to move it online. Despite these challenges, however, the steering commi ee, along with the organizing team in Palermo, have sought to approach this challenge simultaneously as an opportunity: a chance to try out new forms of community and scholarly exchange. We could not have done this without the immense efforts of the Palermo organizing team and the NECS conference commi ee. In Palermo, we extend our deep gratitude to Alessia Cervini and Giacomo Tagliani (coordinators), as well as Simona Arillo a, Silvia Basile, Laura Buse a, Giuseppe Fido a, Andrea Inzerillo, Angela Maiello, and Pietro Renda. Faced with once-in-a-century challenges, the Palermo team rose to the occasion, and we are quite grateful for their vision, their dedication, and their flexibility in adapting this conference to truly unique global circumstances. In addition, we'd like to thank the other members of the conference commi ee, including Luca
"BioSeries" is a cycle of seminars about the relationship between the growing of biographical fic... more "BioSeries" is a cycle of seminars about the relationship between the growing of biographical fictional narratives and the expansion of narrative formats within cinema, literature, seriality. It aims to gather together scholars from different disciplinary perspectives to discuss the relevance of the the "biographical" and the "serial" as pivotal interpretive keys for the present time.
DETECt PANEL: Precarious Identities. Female Investigators between Gender Issues, Memories and Bor... more DETECt PANEL:
Precarious Identities. Female Investigators between Gender Issues, Memories and Borders
Unstable memories and precarious identities in Black Earth Rising
Massimiliano Coviello
In contemporary crime drama the contribution of Nordic Noir genre has proven to be crucial in problematizing the representation of female detectives (Turnbull 2014, Hill 2018) and challenge the traditional sexist heritage of crime genre, a genre whose tension towards an overturn of the order disrupted by a criminal act is usually conservative (Gates 2011). Moreover Nordic Noir’s female detectives represent an identity which reveals itself as precarious: on one hand, they do not feel compelled to adhere to the prescriptions of gender stereotypes anymore, but on the other, in their relationships they face permanent struggle for the recognition of their subjectivity.
The precariousness female detectives’ identities is able not only to challenge gender stereotypes but also to complicate the narrative strategies of crime genre. In fact, if every crime investigation always entails an in-depth exploration of mysterious events from the past (Todorov 1977), female detectives are often haunted by the spirits tormenting their memory. Living in the shadow of their traumatic past (Caruth 1996), gives them the ability to develop an empathetic relation with the victims and often the two narrative roles come to coincide.
This paper aims to analyse Black Earth Rising (2018) drama series, a case study which is particularly emblematic for the understanding of the interstitial role embodied by female detectives in European television crime series, not only for what concerns narrative structures of crime genre, but also for gender issues. In the series produced and distributed by Netflix, Kate Ashby is an investigator orphaned during Tutsi genocide in Rwanda and adopted by an international lawyer from London. Ashby’s investigations will bring her back to Rwanda, forcing her to cope with traumas and mysteries that still blur her memory, and to confront the violence that gave shape to the history of her country.
References
Caruth, C. 1996. Unclaimed experience: Trauma, narrative and history, John Hopkins University Press, Baltimore.
Gates, P. 2011. Detecting Women: Gender and the Hollywood Detective Film, Suny Press, Albany.
Hill, A. Saga’s Story. In Hansen, K. T., Peacock, S., Turnbull, S. (eds.) European Television Crime Drama and Beyond, Palgrave Macmillan, Basingstoke.
Todorov, T. 1977. Typology of Detective Fiction. In Id., Poetics of Prose, Blackwell, Oxford.
Turnbull S. 2014. The Tv Crime Drama, Edinburgh University Press, Edinburgh.
Intervento: Sguardi altri. Strategie di rappresentazione dei fenomeni migratori nel cinema italia... more Intervento: Sguardi altri. Strategie di rappresentazione dei fenomeni migratori nel cinema italiano contemporaneo.
Immagini e immaginari migranti. Strategie di rappresentazione dei fenomeni migratori nel cinema i... more Immagini e immaginari migranti. Strategie di rappresentazione dei fenomeni migratori nel cinema italiano del Terzo Millennio.
Venerdì 23 settembre alle ore 18, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, Massimiliano Coviello, d... more Venerdì 23 settembre alle ore 18, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, Massimiliano Coviello, docente di teorie dei nuovi media all'Accademia di Belle Arti di Palermo, e Giacomo Tagliani, che insegna teoria del montaggio alla NABA di Milano, dialogano a partire dai loro libri dedicati rispettivamente al cinema di guerra contemporaneo e alla serie televisiva "Homeland", interrogando queste produzioni di finzioni per cercare di comprendere meglio la realtà.
Quindici anni fa iniziava su scala permanente la Guerra al terrore, la risposta dell'amministrazione Bush agli attacchi dell'11 settembre 2001. Come fu presto chiaro, in questa guerra dai contorni indefiniti le immagini assunsero presto un ruolo fondamentale: nascoste o moltiplicate, a seconda delle esigenze, queste sono diventate il mezzo attraverso quale gli spettatori occidentali hanno fatto esperienza di luoghi ed eventi distanti, vivendoli in diretta e al contempo in forma distaccata. Ma la forza delle immagini non è una prerogativa delle potenze alleate nella lotta al terrorismo: anche le organizzazioni terroristiche hanno cominciato a far ampio ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione per fondare la loro efficacia, operativa e simbolica, arrivando sino ai video "hollywoodiani" realizzati dall'ISIS. Il cinema e le serie televisive degli ultimi anni si sono progressivamente sempre più concentrati su questa mole di immagini, rielaborandole in senso critico o rilanciandole per scopi propagandistici, decostruendone le componenti singole o assumendone le retoriche.
Le immagini delle ondate migratorie e quelle degli attacchi terroristici dell’IS costituiscono un... more Le immagini delle ondate migratorie e quelle degli attacchi terroristici dell’IS costituiscono un corpus che, con l’incalzare degli avvenimenti, è in crescita costante. Terrorista e migrante rappresentano le due maggiori fobie delle società occidentali contemporanee e i mass media sono affollati dalle tragedie che accompagnano gli sbarchi dei migranti e dai video che documentano attentati, esecuzioni e distruzioni di patrimoni artistici.
Fenomeni migratori e fenomeni terroristi sono stati interpretati dai media italiani attraverso retoriche distinte ma al contempo sono stati racchiusi in campi discorsivi limitrofi, i cui “confini” sono segnati dalle diverse gradazioni passionali della paura che questi produrrebbero nell’opinione pubblica. Ci sembra che sia proprio la componente passionale e suoi effetti ad aver generato dei fenomeni di prossimità tra le immagini dei migranti e quelle dei terroristi.
L’intervento proverà a interdefinire le strategie di rappresentazione e verificarne l'efficacia passionale.
Panel del "Convegno Cinema & Storia. Tempo, memoria, identità nelle immagini del nuovo millennio"... more Panel del "Convegno Cinema & Storia. Tempo, memoria, identità
nelle immagini del nuovo millennio"
http://uniromatre.wix.com/cinemaestoria
Je suis très honoré d'être ici à cette séance des écrans philosophique mais je dois commencer ave... more Je suis très honoré d'être ici à cette séance des écrans philosophique mais je dois commencer avec une éclaircissement. Je ne suis pas un philosophe, ni classique, ni nouveau. Je suis à la limite un philosophe sauvage, ou mieux, barbare, qui ne parle pas la langue officielle de la philosophie, cette langue cultivée et voluptueuse, mais plutôt une langue descriptive et analytique, enfin anatomique. Mais peut-être, cette
Cinema, as act of resistance, opposes the standardization characterizing the present audiovisual ... more Cinema, as act of resistance, opposes the standardization characterizing the present audiovisual universe, proposing alternative solutions to conciliatory representation of world spread by mass-media. The political and ethical value of these images - antithetical to clichés in Deleuze's theory - is a pivotal feature that analysis should point out. This is one of the main goals of the different theoretical inquiries developed in these last years around cinema studies, whose ultimate aim is to remark the difference between the everyday praxis of the rule and the singular dimension of exception. More deeply, it seems that the most radical examples could be found in directors who pursue a constant comparison with this imagery, creating therefore devices able to reflect on sense construction mechanisms and strategies for representing the present. These theoretical objects - which carry out a perpetual movement between theory and praxis, between a general system and a local one - are elected places to testify theories efficacy and, at the same time, to implement analytical tools; such a process interpolates analysis and critics in order to achieve a broader comprehension of these texts meaning (Barthes, Greimas) and their feedback over the iconosphere (Lotman).
My proposal is an attempt of investigation of filmic text through an interdisciplinary approach which could interpolate Semiotics and Aesthetics, focusing on the political value inherent artistic experience. The starting point is the specific notion of "re-mediation" (Bolter&Grusin), seen as peculiarity of contemporary audiovisual dimension. Although it could remind former concept of "intertextuality", "re-mediation" introduces the idea of comparison between media (i.d. system of rules, instead of specific device; Sontag), extending its effectiveness. The aim of this work is therefore to probe how cinema works in relation to those rhetoric strategies and devices (Foucault, Agamben) which propose a "normal" and "agreeing" representation of society and the present (Rancière).
Contemporary Italian cinema represents the chartered ground of this reconnaissance. As a matter of fact, in its more self-conscious expressions, it seems to have renew its political attitude, tracing back Sixties and Seventies heritage of Pasolini, Rosi, Petri. Nanni Moretti, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Alina Marazzi and Marco Bellocchio are directors who, more than other, have tried to reflect on conditions of representation of the real conceived by mass-mediatic system. In doing this, they oppose stratified and complex images, which demand to the beholder a cognitive work, to stereotyped and "already-given" ones: for instance, the different masks adopted to represent the figure of Silvio Berlusconi in Il caimano by Nanni Moretti, the confrontation with the historical or social inquiry in Gomorra and Il divo by Garrone and Sorrentino respectively, the use of found-footage in Marazzi's films, the iconic efficacy into a collective imagery construction in Bellocchio's Vincere. Through an analysis of these texts, the challenge consists therefore in finding those distinctive elements which could give an account of that ethical dimension conceived as image's double capability: "to declare itself in lack of witness, and to invent the right forms to assume the whole debt" (Montani).
Call for paper per il prossimo numero di Carte Semiotiche, intitolato "Le immagini del controllo.... more Call for paper per il prossimo numero di Carte Semiotiche, intitolato "Le immagini del controllo. Visibilità e governo dei corpi". Il numero sarà curato da Maria Cristina Addis e Giacomo Tagliani (Università di Siena – Centro Omar Calabrese).
Call for papers for the next issue of Carte Semiotiche, "Images of Control. Visibility and the Government of Bodies". The issue will be edited by Maria Cristina Addis e Giacomo Tagliani (Università di Siena – Centro Omar Calabrese).
Appel à contribution du prochain numéro de Carte Semiotiche, "Les images du contrôle. Visibilité et gouvernement des corps". Le numéro sera édité par Maria Cristina Addis e Giacomo Tagliani (Università di Siena – Centro Omar Calabrese).
Call for paper del próximo número de Carte Semiotiche, titulado "Las imágenes del control. Visibilidad y gobierno de los cuerpos". El número será coordinado por Maria Cristina Addis y Giacomo Tagliani (Universidad de Siena – Centro Omar Calabrese).