vanessa azzeruoli | Università degli Studi di Padova (original) (raw)

Papers by vanessa azzeruoli

Research paper thumbnail of L'intermediazione informale di manodopera nelle campagne italiane: caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e mediatori panjabi in Pianura Padana (Sociologia del Lavoro, 2015)

SOCIOLOGIA DEL LAVORO, 2015

Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del... more Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Attraverso la comparazione tra due casi - i caporali burkinabé nella produzione di pomodoro da industria in Puglia e Basilicata e i mediatori indiani panjabi nel settore dell’allevamento bovino in Pianura Padana - si analizzerà la relazione tra reti sociali dei migranti, intermediari e settori produttivi locali. Da un lato, si descriverà come gli intermediari manipolino le reti sociali al fine di ottenere capitale economico e sociale. Dall’altro si mostrerà come la legislazione sulla mobilità contribuisca a gerarchizzare le reti migratorie: gli intermediari sono tra quanti hanno le maggiori possibilità di accumulare capitale economico e sociale per puntare a una mobilità sociale e geografica. L’articolo si basa su due ricerche condotte con metodologie etnografiche.

Research paper thumbnail of The (sacred) cow business: narratives and practices of the "ethnic niche" of Indian Punjab milkers in the Po Valley

Research paper thumbnail of C. Protein malnutrition in monkeys

Research paper thumbnail of Protein Preference in Protein-Malnourished Monkeys

Perceptual and Motor Skills, 1972

10 protein-malnourished monkeys and 8 dietary controls were run in a preference experiment design... more 10 protein-malnourished monkeys and 8 dietary controls were run in a preference experiment designed to look at the differences in the way the 2 groups accepted foods containing various amounts of protein. Each monkey was given choices among diets containing 2%, 3.5%, or 25% protein, and non-food objects. The protein-malnourished monkeys showed a marked preference for the high-protein food; the adequately nourished monkeys chose all foods at the same ratio. The results indicated that a rapid learning process was involved in the formation of a preference for high-protein foods. The colors of the 2% and the 25% diets were then reversed, and the protein-malnourished monkeys showed a temporary disruption in their preference behavior, but they soon established a stable preference for the high-protein food. The experimental results are consistent with the hypothesis that protein-malnourished rhesus monkeys have a specific hunger for protein.

Research paper thumbnail of Device for Study of Communication of Dominance Without Physical Contact

Perceptual and Motor Skills, 1974

Dominance competition between paired rhesus monkeys ( ns = 4) was compared using a standard appar... more Dominance competition between paired rhesus monkeys ( ns = 4) was compared using a standard apparatus, the Wisconsin General Test Apparatus, and a new device called the Parallel Competition Box. The Parallel Competition Box does not allow physical contact between individual Ss during testing as does the Wisconsin General Test Apparatus. Results comparing the Parallel Competition Box and the Wisconsin General Test Apparatus on food incentive competition indicate that physical contact is not necessary for assertion and maintenance of dominance between socialized rhesus monkeys.

Research paper thumbnail of Legami tra pianure. Gli intermediari nella migrazione dei panjabi indiani in Italia

Connected plains The brokers within the panjabi indian migration in Italy This research contribut... more Connected plains The brokers within the panjabi indian migration in Italy This research contributes to the field of migration studies by investigating the social construction of the brokers in Indian Punjabi migration in Italy. The thesis analyzes the influence of networks during the migration process and its relationship with the migration policies framework and economic conditions. The purpose of the investigation is to examine in depth the multidimensionality of transnational networks. Attempting to understand the factors that have influenced the constitution of the network, and identifying migrants’ shifting roles within it, the thesis identifies brokerage as the main constitutive moment of migrants’ networks. Moreover, the focus on brokerage also sheds light on how international migrations both affect and are affected by states’ socio-political and economic changes. In this particular instance, Italy, a country characterized by an enduring economic crisis, and India, which is i...

Research paper thumbnail of Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nord-est. I rumeni tra occupazione e disoccupazione

Sociologia Del Lavoro, 2012

Research paper thumbnail of L'intermediazione informale di manodopera nelle campagne italiane: caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e mediatori panjabi in Pianura Padana

SOCIOLOGIA DEL LAVORO, 2015

Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del... more Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Attraverso la comparazione tra due casi - i caporali burkinabé nella produzione di pomodoro da industria in Puglia e Basilicata e i mediatori indiani panjabi nel settore dell’allevamento bovino in Pianura Padana - si analizzerà la relazione tra reti sociali dei migranti, intermediari e settori produttivi locali. Da un lato, si descriverà come gli intermediari manipolino le reti sociali al fine di ottenere capitale economico e sociale. Dall’altro si mostrerà come la legislazione sulla mobilità contribuisca a gerarchizzare le reti migratorie: gli intermediari sono tra quanti hanno le maggiori possibilità di accumulare capitale economico e sociale per puntare a una mobilità sociale e geografica. L’articolo si basa su due ricerche condotte con metodologie etnografiche.

Research paper thumbnail of young Sikh living in Italy a subaltern place of the diaspora (looking for a publication!)

Young Sikhs living in Italy notice that they could hardly find their own place, why? To try to un... more Young Sikhs living in Italy notice that they could hardly find their own place, why? To try to understand it I will try to apply Bourdeu’s concept of habitus. The analysis follows 3 axes: the Italian context, the Punjab context during temporary return and the global diaspora. The thesis emerged is that the habitus of young Sikh living in Italy are strongly influenced by the internalization the Italian system of disposition reproduced by the school system and when they return to India they realize that act “as Indian and as Italian” is not as easy as they thought. The cultural capital obtained creates frustration because they could not use it to get access to a better job in Italy and at the same time Italian language is not a useful skill for a further migration They are stuck in the Italian situation and they look at the global Sikh diaspora disclosing a transnational caste system based on hierarchized by western citizenship leaded by indo-Canadian and indo-USA young Sikh citizen and English speaker. Young Sikhs living in Italy looks to the center of the Sikhs global diaspora from a subaltern position, trying to get closer. But in which way?

Research paper thumbnail of L'immagine della donna indiana sullo sfondo. Articolo pubblicato su sconnessioni precarie

co nne ssio nipre carie .o rg http://www.co nnessio niprecarie.o rg/2013/02/15/limmagine-della-do... more co nne ssio nipre carie .o rg http://www.co nnessio niprecarie.o rg/2013/02/15/limmagine-della-do nna-indiana-sullo -sfo ndo / L'immagine della donna indiana sullo sfondo di VANESSA AZ Z ERUOLI Sobborghi di Jalandhar, Punjab. Il traf f ico è rallentato non dalle solite mucche, dai carri agricoli e dai rickshaw, ma da una piccola manif estazione. Studenti, un centinaio. Due lunghe file indiane, confermando per una volta il detto comune, dividono distintamente uomini e donne. Indossano un'unif orme all'inglese, marrone e bianca. Gli uomini indossano pantaloni, camicia e pullover, mentre la variante f emminile prevede una gonna sotto il ginocchio. I cartelli e gli slogan urlati a gran voce riprendono quelli delle manif estazioni nella capitale. In inglese. Denunciano la violenza contro le donne, e per le donne rivendicano la libertà di scegliere come vestirsi e di camminare per strada senza essere importunate. La macchina su cui viaggio oltrepassa il rallentamento in una silente indif f erenza. Non credo sia possibile un'istantanea più esaustiva delle ripercussioni dei f atti di Delhi nel Punjab di questi giorni. Le due lunghe file separate per sesso, il vestito differente, la distanza che li separa. Bambini e bambine crescono all'interno dei ruoli prestabiliti dalla tradizione e tramandati dalla f amiglia.

Conference Presentations by vanessa azzeruoli

Research paper thumbnail of Mercato del lavoro e migrazione. Una breve analisi degli anni della crisi

Buongiorno, Sono Vanessa Azzeruoli, dottoressa in ricerca in Scienze Sociali dell'Università di P... more Buongiorno, Sono Vanessa Azzeruoli, dottoressa in ricerca in Scienze Sociali dell'Università di Padova e attualmente operatrice all'Hub regionale dell'Emilia Romagna all'interno dell'operazione Marenostrum/Triton. Il mio intervento si focalizzerà sul mercato del lavoro e le forme di reclutamento dei migranti in particolare in merito agli anni della crisi.

Research paper thumbnail of Informal brokerage in the Italian agricultural labour market: comparison between burkinabè caporali in Southern Italy and Panjabimiddlemen in Northern Italy

Migrant labor and social sustainability of global agri-food, University of Murcia, Spagna, 5-7/11... more Migrant labor and social sustainability of global agri-food, University of Murcia, Spagna, 5-7/11/2014. Co author Domenico Perrotta (University of Bergamo)

Research paper thumbnail of May this turban set you free. Construction of discourses on Sikh soldiers in Italian diaspora.• Paper presented at the conference Race, Migration and Citizenship" Birmingham, Midland Institute, Birmingham, UK, 4-5 Luglio 2013

Research paper thumbnail of The (sacred) cows’ business. Paper presented at the international conference Agricolture and migration in the European Union. Università di Bergamo 24-25 Ottobre.

Research paper thumbnail of Young Sikhs living in Italy: building identities, changing traditions paper presented in the internatonal conference Young Sikhs in a Global World, Centre for Theology and Religious Studies, Lund University, Sweden. 18-19 Giugno 2013. long version.

Research paper thumbnail of Young Sikhs living in Italy: building identities, changing traditions paper presented in the internatonal conference Young Sikhs in a Global World, Centre for Theology and Religious Studies, Lund University, Sweden. 18-19 Giugno 2013.

Research paper thumbnail of Il ricongiungimento famigliare delle donne punjabi in Italia: strategie e pratiche presentato al convegno Lands of Strangers. Padova 12-13 Ottobre  2012

Sessione 4. Ricongiungimenti e diritto all'unità familiare. Politiche locali, prassi amministrati... more Sessione 4. Ricongiungimenti e diritto all'unità familiare. Politiche locali, prassi amministrative, agency dei migranti, mediazioni del privato sociale in tempo di crisi (Giuliana CHIARETTI e Fabio PEROCCO)

Research paper thumbnail of Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nordest. I rumeni tra occupazione e disoccupazione. Paper presentato all'AIS- ELO Il nodo al lavoro. Catania, 22-23 settembre 2011

Convegno nazionale AIS-ELO, Il nodo del Lavoro. 1. Introduzione La crisi economica internazionale... more Convegno nazionale AIS-ELO, Il nodo del Lavoro. 1. Introduzione La crisi economica internazionale che ha interessato anche l'Italia ripropone all'attenzione delle scienze sociali il tema della disoccupazione [Pugliese 1993, Orientale Caputo 2009] e soprattutto nell'Italia centro-settentrionale del lavoratore povero [Benassi 2002, Negri-Saraceno 2003, Mingione 1999]. Il profondo cambiamento delle forme contrattuali e della composizione della forza lavoro ha comportato una precarizzazione occupazionale spinta favorendo un mutamento delle strategie individuali all'interno del mercato del lavoro, con ripercussioni sui legami famigliari e sui rapporti sociali. Il mutamento delle forme di flessibilità avvenuto nel corso degli ultimi quindici anni rendono complessa l'analisi dei meri dati statistici, imponendo una riformulazione dei concetti stessi di occupazione e disoccupazione [Pugliese, Rebeggiani 1997; Reyneri 2005]. Il radicamento nel territorio italiano di individui e famiglie migranti, decise a restare nonostante la crisi economica, rende necessaria una problematizzazione dei percorsi lavorativi perseguiti non solo dal lavoratore straniero, ma dall'intera forza lavoro; i percorsi dei/lle lavoratori/trici vanno inoltre contestualizzati all'interno dei diversi sistemi occupazionali italiani che continuano a relegare la maggioranza dei migranti a un limitato numero di mansioni [Reyneri 2007]. Questo contributo ha una duplice finalità: da un lato analizzare l'impatto della crisi sui diversi percorsi lavorativi e di vita dei/lle lavoratori/trici migranti, evidenziando le figure più colpite a livello strutturale e quali scelte individuali e familiari abbiano influenzato lo stato occupazionale; dall'altro lato, mettere in luce i cambiamenti sia del mercato occupazionale sia del lavoro concreto nell'area del Nord Est in questa fase di crisi economica.

Research paper thumbnail of L’intermediazione informale di manodopera in agricoltura in Italia: un confronto tra i caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e i mediatori panjabi nella Pianura Padana. Co autore Domenico Perrotta (Università di Bergamo). Paper presentato all'AIS-ELO Milano-Bicocca 11-12/09/2014

Oggetto di questo contributo è la mediazione informale nel mercato del lavoro agricolo in Italia.... more Oggetto di questo contributo è la mediazione informale nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Il paper intende proporre una comparazione tra due casi. Da un lato, il caso dei caporali originari dell’Africa Occidentale, e in particolare della regione del Boulgou nel Burkina Faso, rispetto ai quali verrà descritta soprattutto l’attività di intermediazione di manodopera relativa alla raccolta del pomodoro da industria nel foggiano e nel Nord della Basilicata; dall’altro lato, il caso dei mediatori di nazionalità indiana, provenienti dalla regione del Panjab, e delle loro attività di intermediazione in relazione al settore dell’allevamento e alle filiere del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano nella Pianura Padana (soprattutto tra le province di Mantova, Cremona, Modena, Reggio Emilia).
La comparazione verrà preceduta da un breve paragrafo introduttivo che contestualizza la questione dell’intermediazione di manodopera in agricoltura a livello europeo: si mostrerà come in varie regioni dell’Unione Europea (soprattutto Provenza, Andalusia, Sassonia, Peloponneso e, in Italia, la Pianura Padana e le pianure costiere del Mezzogiorno) si sia sviluppato un modello di agricoltura intensiva che richiede ampie quantità di manodopera, talvolta stagionale (ad esempio nelle raccolte), talaltra più stabile (come nella serricoltura e nell’allevamento), e come a questa richiesta rispondano migranti originari dell’Est Europa, dall’Africa, dall’Asia, dall’America Latina. Tuttavia, nei diversi paesi le forme della mediazione nel mercato dell’impiego assumono forme molto diverse: programmi governativi dedicati al reclutamento di stagionali in Paesi terzi (come i Contrats OMI in Francia, i contratos en origen in Spagna, il Seasonal Agricultural Workers Scheme nel Regno Unito e i decreti flusso per lavoro stagionale in Italia); intermediari privati “formali” (agenzie di lavoro temporaneo, cooperative o altri tipi di imprese che operano in subappalto); intermediari privati “informali” (e talvolta illegali), come i caporali dell’Italia meridionale.
La tesi da cui prendiamo le mosse è che l’attività di mediazione informale va analizzata in relazione a una complessa rete di questioni, relative alle caratteristiche delle filiere agricole e a quelle del mercato del lavoro, alle strategie di mobilità dei migranti e alle normative che intendono regolarla e controllarla. Tale tesi verrà sviluppata attraverso la comparazione tra due aree geografiche italiane, due forme di mobilità, due filiere produttive, al fine di comprendere come la mediazione possa assumere caratteristiche differenti.
Nelle regioni del Mezzogiorno considerate, i caporali burkinabé (così come quelli di altre nazionalità dell’Africa Occidentale) operano stagionalmente, tra maggio e ottobre, per la piantumazione e la raccolta manuale del pomodoro, organizzando squadre di alcune decine di braccianti, soprattutto loro connazionali e appartenenti alle loro reti sociali, occupandosi non solo della mediazione lavorativa, ma anche dell’alloggio in casolari abbandonati e della fornitura di una ampia serie di servizi (fornitura di cibo e acqua, trasporto in vari luoghi, ecc.), in un contesto di sostanziale segregazione della manodopera migrante rispetto alle popolazioni locali. Nella Pianura Padana gli intermediari panjabi sono principalmente lavoratori inseriti dagli anni ’80 e ’90 nelle aziende zootecniche in qualità di mungitori di bovini da latte, i quali reclutano e formano connazionali (spesso parenti) e in cambio acquisiscono capitale economico e/o sociale. Vi sono quattro tipologie di intermediazione: 1) sostituzione temporanea: permette al mediatore di usufruire delle ferie; 2) sostituzione permanente: permette di cambiare lavoro; 3) allargamento della forza lavoro: permette di cambiare mansione; 4) reclutamento per azienda terza: professionalizzazione del ruolo di intermediario. In entrambi i casi, l’intermediazione permette al datore di lavoro di reclutare just in time lavoratori disciplinati e, grazie alla concorrenza tra intermediari, di abbassare il costo del lavoro.
L’analisi concernerà soprattutto tre questioni. In primo luogo, la relazione tra le modalità della mediazione di manodopera nei settori considerati e le caratteristiche delle relative filiere produttive (quella del pomodoro da industria nel Mezzogiorno e quelle del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano nella Pianura Padana), con l’obiettivo di mostrare come queste forme di mediazione “informale” da un lato sono funzionali all’organizzazione dell’intera filiera e dall’altro lato ne influenzano alcune trasformazioni. In secondo luogo, le modalità attraverso cui la legislazione relativa al mercato del lavoro agricolo influenza e in parte costruisce i ruoli degli intermediari e le caratteristiche dell’attività di mediazione. In terzo luogo, il rapporto tra le forme di mobilità dei lavoratori interessati da questa attività di mediazione e le modalità attraverso le quali i mediatori si inseriscono, organizzano e utilizzano questa mobilità.
Si mostrerà come le varie forme di regolazione informale all’opera (l’organizzazione delle reti sociali dei migranti, il ruolo di intermediazione svolto dai “caporali” tra i lavoratori agricoli migranti da un lato e le aziende, e più in generale le società locali, dall’altro lato) intrattengano rapporti complessi e talvolta contraddittori con le forme di regolazione istituzionale, e in particolare con tre tipi di “normative”: le forme di regolazione relative all’agricoltura, soprattutto a livello europeo (le Politiche agricole comunitarie) e locale/regionale (la presenza o meno di “distretti” produttivi; le modalità di attribuzione dei fondi per lo sviluppo rurale da parte delle Regioni, ecc.); le normative relative al mercato del lavoro agricolo (in particolare, in Italia, la legge 608/1996, che abolì le commissioni comunali di collocamento e sancì la liberalizzazione del mercato del lavoro agricolo, e il decreto che, nel 2011, ha introdotto il reato penale di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, ma anche le normative che regolano le forme “legali” di mediazione di manodopera); le normative in merito all’immigrazione (la legge 189/2002 – Bossi-Fini, che regola il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro; “decreti flussi” sulle quote di ingresso; modalità di richiesta e ottenimento della protezione internazionale; normative sui ricongiungimenti familiari).
Il paper si basa su due ricerche condotte separatamente dai due autori, utilizzando metodologie etnografiche e qualitative. Vanessa Azzeruoli, nell’ambito della ricerca per la tesi di dottorato in Scienze Sociali, ha studiato, tra il 2011 e il 2013, la costruzione degli intermediari nella migrazione panjabi indiana in Italia in particolare in merito all’arrivo, la stabilizzazione e lo spostamento in un paese terzo. Per questa ricerca sono state effettuate 52 interviste a migranti panjabi (e 42 a testimoni privilegiati) e sono state condotte osservazioni nei contesti di vita e di lavoro sia in Panjab indiano sia in Italia. Domenico Perrotta ha studiato, tra il 2010 e il 2013, il lavoro dei migranti in agricoltura, in particolare di nazionalità rumena e burkinabé: sono state realizzate circa 45 interviste in Puglia e Basilicata (e circa 25 in Emilia Romagna, con intento comparativo) a braccianti, caporali, imprenditori agricoli, operai di industrie conserviere e testimoni privilegiati e sono state condotte osservazioni etnografiche dei contesti di abitazione e lavoro dei migranti africani nelle zone considerate, in particolare dei “ghetti” e delle baraccopoli nei quali sovente essi vivono durante le stagioni di raccolta. Tali ricerche sono già state presentate in numerosi convegni e seminari nazionali e internazionali e in articoli scientifici; tuttavia, la comparazione tra le due forme di mediazione, proposta in questo contributo, non è mai stata presentata in altre sedi.

Research paper thumbnail of Padanie. Il reclutamento dei panjabi indiani nel settore dell'allevamento in Pianura Padana. Paper presentato alla giornata di studi Bracciani migranti, Centro studi sull'emigrazioni, Roma. 03/10/2014

Nell’intervento ci si focalizzerà su un punto di vista peculiare, che si distanzia dal braccianta... more Nell’intervento ci si focalizzerà su un punto di vista peculiare, che si distanzia dal bracciantato, ma che nella sua specificità ci permetterà di problematizzare l’inserimento di forza lavoro migrante nel primo settore, l’influenza del mercato e delle leggi sull’immigrazione (in particolare la Bossi-Fini), e più in generale le trasformazioni sociali del tessuto locale. Nella relazione ci concentreremo infatti sul lavoro dei panjabi indiani negli allevamenti bovini e più in generale sulla filiera del latte, in particolare in merito alla produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. L’indagine è stata condotta utilizzando una metodologia etnografica e qualitativa. In particolare il materiale è stato raccolto tra il 2011 e il 2013, e comprende 52 interviste a migranti panjabi (e 42 a testimoni privilegiati) e sono state condotte osservazioni nei contesti di vita e di lavoro sia in Panjab indiano sia in Italia. La tesi che si vuole supportare parte dall’assunto secondo il quale in questo caso non è corretto parlare nella mansione di sostituzione della popolazione autoctona, ma piuttosto di una trasformazione del processo di produzione e centrale in questo è il sistema di reclutamento attuato dai panjabi attraverso gli intermediari. E' un sistema dove le tre figure coinvolte, datore di lavoro, fruitore e mediatore, ne ottengono un beneficio seppur di diversa entità ed è influenzato dal mercato del lavoro del settore e dalle politiche migratorie. Le tre figure infine hanno qualcosa in comune, essere agricoltori a latitudini diverse.

Research paper thumbnail of L'intermediazione informale di manodopera nelle campagne italiane: caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e mediatori panjabi in Pianura Padana (Sociologia del Lavoro, 2015)

SOCIOLOGIA DEL LAVORO, 2015

Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del... more Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Attraverso la comparazione tra due casi - i caporali burkinabé nella produzione di pomodoro da industria in Puglia e Basilicata e i mediatori indiani panjabi nel settore dell’allevamento bovino in Pianura Padana - si analizzerà la relazione tra reti sociali dei migranti, intermediari e settori produttivi locali. Da un lato, si descriverà come gli intermediari manipolino le reti sociali al fine di ottenere capitale economico e sociale. Dall’altro si mostrerà come la legislazione sulla mobilità contribuisca a gerarchizzare le reti migratorie: gli intermediari sono tra quanti hanno le maggiori possibilità di accumulare capitale economico e sociale per puntare a una mobilità sociale e geografica. L’articolo si basa su due ricerche condotte con metodologie etnografiche.

Research paper thumbnail of The (sacred) cow business: narratives and practices of the "ethnic niche" of Indian Punjab milkers in the Po Valley

Research paper thumbnail of C. Protein malnutrition in monkeys

Research paper thumbnail of Protein Preference in Protein-Malnourished Monkeys

Perceptual and Motor Skills, 1972

10 protein-malnourished monkeys and 8 dietary controls were run in a preference experiment design... more 10 protein-malnourished monkeys and 8 dietary controls were run in a preference experiment designed to look at the differences in the way the 2 groups accepted foods containing various amounts of protein. Each monkey was given choices among diets containing 2%, 3.5%, or 25% protein, and non-food objects. The protein-malnourished monkeys showed a marked preference for the high-protein food; the adequately nourished monkeys chose all foods at the same ratio. The results indicated that a rapid learning process was involved in the formation of a preference for high-protein foods. The colors of the 2% and the 25% diets were then reversed, and the protein-malnourished monkeys showed a temporary disruption in their preference behavior, but they soon established a stable preference for the high-protein food. The experimental results are consistent with the hypothesis that protein-malnourished rhesus monkeys have a specific hunger for protein.

Research paper thumbnail of Device for Study of Communication of Dominance Without Physical Contact

Perceptual and Motor Skills, 1974

Dominance competition between paired rhesus monkeys ( ns = 4) was compared using a standard appar... more Dominance competition between paired rhesus monkeys ( ns = 4) was compared using a standard apparatus, the Wisconsin General Test Apparatus, and a new device called the Parallel Competition Box. The Parallel Competition Box does not allow physical contact between individual Ss during testing as does the Wisconsin General Test Apparatus. Results comparing the Parallel Competition Box and the Wisconsin General Test Apparatus on food incentive competition indicate that physical contact is not necessary for assertion and maintenance of dominance between socialized rhesus monkeys.

Research paper thumbnail of Legami tra pianure. Gli intermediari nella migrazione dei panjabi indiani in Italia

Connected plains The brokers within the panjabi indian migration in Italy This research contribut... more Connected plains The brokers within the panjabi indian migration in Italy This research contributes to the field of migration studies by investigating the social construction of the brokers in Indian Punjabi migration in Italy. The thesis analyzes the influence of networks during the migration process and its relationship with the migration policies framework and economic conditions. The purpose of the investigation is to examine in depth the multidimensionality of transnational networks. Attempting to understand the factors that have influenced the constitution of the network, and identifying migrants’ shifting roles within it, the thesis identifies brokerage as the main constitutive moment of migrants’ networks. Moreover, the focus on brokerage also sheds light on how international migrations both affect and are affected by states’ socio-political and economic changes. In this particular instance, Italy, a country characterized by an enduring economic crisis, and India, which is i...

Research paper thumbnail of Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nord-est. I rumeni tra occupazione e disoccupazione

Sociologia Del Lavoro, 2012

Research paper thumbnail of L'intermediazione informale di manodopera nelle campagne italiane: caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e mediatori panjabi in Pianura Padana

SOCIOLOGIA DEL LAVORO, 2015

Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del... more Oggetto di questo articolo è la figura dell’intermediario informale di manodopera nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Attraverso la comparazione tra due casi - i caporali burkinabé nella produzione di pomodoro da industria in Puglia e Basilicata e i mediatori indiani panjabi nel settore dell’allevamento bovino in Pianura Padana - si analizzerà la relazione tra reti sociali dei migranti, intermediari e settori produttivi locali. Da un lato, si descriverà come gli intermediari manipolino le reti sociali al fine di ottenere capitale economico e sociale. Dall’altro si mostrerà come la legislazione sulla mobilità contribuisca a gerarchizzare le reti migratorie: gli intermediari sono tra quanti hanno le maggiori possibilità di accumulare capitale economico e sociale per puntare a una mobilità sociale e geografica. L’articolo si basa su due ricerche condotte con metodologie etnografiche.

Research paper thumbnail of young Sikh living in Italy a subaltern place of the diaspora (looking for a publication!)

Young Sikhs living in Italy notice that they could hardly find their own place, why? To try to un... more Young Sikhs living in Italy notice that they could hardly find their own place, why? To try to understand it I will try to apply Bourdeu’s concept of habitus. The analysis follows 3 axes: the Italian context, the Punjab context during temporary return and the global diaspora. The thesis emerged is that the habitus of young Sikh living in Italy are strongly influenced by the internalization the Italian system of disposition reproduced by the school system and when they return to India they realize that act “as Indian and as Italian” is not as easy as they thought. The cultural capital obtained creates frustration because they could not use it to get access to a better job in Italy and at the same time Italian language is not a useful skill for a further migration They are stuck in the Italian situation and they look at the global Sikh diaspora disclosing a transnational caste system based on hierarchized by western citizenship leaded by indo-Canadian and indo-USA young Sikh citizen and English speaker. Young Sikhs living in Italy looks to the center of the Sikhs global diaspora from a subaltern position, trying to get closer. But in which way?

Research paper thumbnail of L'immagine della donna indiana sullo sfondo. Articolo pubblicato su sconnessioni precarie

co nne ssio nipre carie .o rg http://www.co nnessio niprecarie.o rg/2013/02/15/limmagine-della-do... more co nne ssio nipre carie .o rg http://www.co nnessio niprecarie.o rg/2013/02/15/limmagine-della-do nna-indiana-sullo -sfo ndo / L'immagine della donna indiana sullo sfondo di VANESSA AZ Z ERUOLI Sobborghi di Jalandhar, Punjab. Il traf f ico è rallentato non dalle solite mucche, dai carri agricoli e dai rickshaw, ma da una piccola manif estazione. Studenti, un centinaio. Due lunghe file indiane, confermando per una volta il detto comune, dividono distintamente uomini e donne. Indossano un'unif orme all'inglese, marrone e bianca. Gli uomini indossano pantaloni, camicia e pullover, mentre la variante f emminile prevede una gonna sotto il ginocchio. I cartelli e gli slogan urlati a gran voce riprendono quelli delle manif estazioni nella capitale. In inglese. Denunciano la violenza contro le donne, e per le donne rivendicano la libertà di scegliere come vestirsi e di camminare per strada senza essere importunate. La macchina su cui viaggio oltrepassa il rallentamento in una silente indif f erenza. Non credo sia possibile un'istantanea più esaustiva delle ripercussioni dei f atti di Delhi nel Punjab di questi giorni. Le due lunghe file separate per sesso, il vestito differente, la distanza che li separa. Bambini e bambine crescono all'interno dei ruoli prestabiliti dalla tradizione e tramandati dalla f amiglia.

Research paper thumbnail of Mercato del lavoro e migrazione. Una breve analisi degli anni della crisi

Buongiorno, Sono Vanessa Azzeruoli, dottoressa in ricerca in Scienze Sociali dell'Università di P... more Buongiorno, Sono Vanessa Azzeruoli, dottoressa in ricerca in Scienze Sociali dell'Università di Padova e attualmente operatrice all'Hub regionale dell'Emilia Romagna all'interno dell'operazione Marenostrum/Triton. Il mio intervento si focalizzerà sul mercato del lavoro e le forme di reclutamento dei migranti in particolare in merito agli anni della crisi.

Research paper thumbnail of Informal brokerage in the Italian agricultural labour market: comparison between burkinabè caporali in Southern Italy and Panjabimiddlemen in Northern Italy

Migrant labor and social sustainability of global agri-food, University of Murcia, Spagna, 5-7/11... more Migrant labor and social sustainability of global agri-food, University of Murcia, Spagna, 5-7/11/2014. Co author Domenico Perrotta (University of Bergamo)

Research paper thumbnail of May this turban set you free. Construction of discourses on Sikh soldiers in Italian diaspora.• Paper presented at the conference Race, Migration and Citizenship" Birmingham, Midland Institute, Birmingham, UK, 4-5 Luglio 2013

Research paper thumbnail of The (sacred) cows’ business. Paper presented at the international conference Agricolture and migration in the European Union. Università di Bergamo 24-25 Ottobre.

Research paper thumbnail of Young Sikhs living in Italy: building identities, changing traditions paper presented in the internatonal conference Young Sikhs in a Global World, Centre for Theology and Religious Studies, Lund University, Sweden. 18-19 Giugno 2013. long version.

Research paper thumbnail of Young Sikhs living in Italy: building identities, changing traditions paper presented in the internatonal conference Young Sikhs in a Global World, Centre for Theology and Religious Studies, Lund University, Sweden. 18-19 Giugno 2013.

Research paper thumbnail of Il ricongiungimento famigliare delle donne punjabi in Italia: strategie e pratiche presentato al convegno Lands of Strangers. Padova 12-13 Ottobre  2012

Sessione 4. Ricongiungimenti e diritto all'unità familiare. Politiche locali, prassi amministrati... more Sessione 4. Ricongiungimenti e diritto all'unità familiare. Politiche locali, prassi amministrative, agency dei migranti, mediazioni del privato sociale in tempo di crisi (Giuliana CHIARETTI e Fabio PEROCCO)

Research paper thumbnail of Rimanendo precari: migranti e crisi economica nel Nordest. I rumeni tra occupazione e disoccupazione. Paper presentato all'AIS- ELO Il nodo al lavoro. Catania, 22-23 settembre 2011

Convegno nazionale AIS-ELO, Il nodo del Lavoro. 1. Introduzione La crisi economica internazionale... more Convegno nazionale AIS-ELO, Il nodo del Lavoro. 1. Introduzione La crisi economica internazionale che ha interessato anche l'Italia ripropone all'attenzione delle scienze sociali il tema della disoccupazione [Pugliese 1993, Orientale Caputo 2009] e soprattutto nell'Italia centro-settentrionale del lavoratore povero [Benassi 2002, Negri-Saraceno 2003, Mingione 1999]. Il profondo cambiamento delle forme contrattuali e della composizione della forza lavoro ha comportato una precarizzazione occupazionale spinta favorendo un mutamento delle strategie individuali all'interno del mercato del lavoro, con ripercussioni sui legami famigliari e sui rapporti sociali. Il mutamento delle forme di flessibilità avvenuto nel corso degli ultimi quindici anni rendono complessa l'analisi dei meri dati statistici, imponendo una riformulazione dei concetti stessi di occupazione e disoccupazione [Pugliese, Rebeggiani 1997; Reyneri 2005]. Il radicamento nel territorio italiano di individui e famiglie migranti, decise a restare nonostante la crisi economica, rende necessaria una problematizzazione dei percorsi lavorativi perseguiti non solo dal lavoratore straniero, ma dall'intera forza lavoro; i percorsi dei/lle lavoratori/trici vanno inoltre contestualizzati all'interno dei diversi sistemi occupazionali italiani che continuano a relegare la maggioranza dei migranti a un limitato numero di mansioni [Reyneri 2007]. Questo contributo ha una duplice finalità: da un lato analizzare l'impatto della crisi sui diversi percorsi lavorativi e di vita dei/lle lavoratori/trici migranti, evidenziando le figure più colpite a livello strutturale e quali scelte individuali e familiari abbiano influenzato lo stato occupazionale; dall'altro lato, mettere in luce i cambiamenti sia del mercato occupazionale sia del lavoro concreto nell'area del Nord Est in questa fase di crisi economica.

Research paper thumbnail of L’intermediazione informale di manodopera in agricoltura in Italia: un confronto tra i caporali burkinabé in Puglia e Basilicata e i mediatori panjabi nella Pianura Padana. Co autore Domenico Perrotta (Università di Bergamo). Paper presentato all'AIS-ELO Milano-Bicocca 11-12/09/2014

Oggetto di questo contributo è la mediazione informale nel mercato del lavoro agricolo in Italia.... more Oggetto di questo contributo è la mediazione informale nel mercato del lavoro agricolo in Italia. Il paper intende proporre una comparazione tra due casi. Da un lato, il caso dei caporali originari dell’Africa Occidentale, e in particolare della regione del Boulgou nel Burkina Faso, rispetto ai quali verrà descritta soprattutto l’attività di intermediazione di manodopera relativa alla raccolta del pomodoro da industria nel foggiano e nel Nord della Basilicata; dall’altro lato, il caso dei mediatori di nazionalità indiana, provenienti dalla regione del Panjab, e delle loro attività di intermediazione in relazione al settore dell’allevamento e alle filiere del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano nella Pianura Padana (soprattutto tra le province di Mantova, Cremona, Modena, Reggio Emilia).
La comparazione verrà preceduta da un breve paragrafo introduttivo che contestualizza la questione dell’intermediazione di manodopera in agricoltura a livello europeo: si mostrerà come in varie regioni dell’Unione Europea (soprattutto Provenza, Andalusia, Sassonia, Peloponneso e, in Italia, la Pianura Padana e le pianure costiere del Mezzogiorno) si sia sviluppato un modello di agricoltura intensiva che richiede ampie quantità di manodopera, talvolta stagionale (ad esempio nelle raccolte), talaltra più stabile (come nella serricoltura e nell’allevamento), e come a questa richiesta rispondano migranti originari dell’Est Europa, dall’Africa, dall’Asia, dall’America Latina. Tuttavia, nei diversi paesi le forme della mediazione nel mercato dell’impiego assumono forme molto diverse: programmi governativi dedicati al reclutamento di stagionali in Paesi terzi (come i Contrats OMI in Francia, i contratos en origen in Spagna, il Seasonal Agricultural Workers Scheme nel Regno Unito e i decreti flusso per lavoro stagionale in Italia); intermediari privati “formali” (agenzie di lavoro temporaneo, cooperative o altri tipi di imprese che operano in subappalto); intermediari privati “informali” (e talvolta illegali), come i caporali dell’Italia meridionale.
La tesi da cui prendiamo le mosse è che l’attività di mediazione informale va analizzata in relazione a una complessa rete di questioni, relative alle caratteristiche delle filiere agricole e a quelle del mercato del lavoro, alle strategie di mobilità dei migranti e alle normative che intendono regolarla e controllarla. Tale tesi verrà sviluppata attraverso la comparazione tra due aree geografiche italiane, due forme di mobilità, due filiere produttive, al fine di comprendere come la mediazione possa assumere caratteristiche differenti.
Nelle regioni del Mezzogiorno considerate, i caporali burkinabé (così come quelli di altre nazionalità dell’Africa Occidentale) operano stagionalmente, tra maggio e ottobre, per la piantumazione e la raccolta manuale del pomodoro, organizzando squadre di alcune decine di braccianti, soprattutto loro connazionali e appartenenti alle loro reti sociali, occupandosi non solo della mediazione lavorativa, ma anche dell’alloggio in casolari abbandonati e della fornitura di una ampia serie di servizi (fornitura di cibo e acqua, trasporto in vari luoghi, ecc.), in un contesto di sostanziale segregazione della manodopera migrante rispetto alle popolazioni locali. Nella Pianura Padana gli intermediari panjabi sono principalmente lavoratori inseriti dagli anni ’80 e ’90 nelle aziende zootecniche in qualità di mungitori di bovini da latte, i quali reclutano e formano connazionali (spesso parenti) e in cambio acquisiscono capitale economico e/o sociale. Vi sono quattro tipologie di intermediazione: 1) sostituzione temporanea: permette al mediatore di usufruire delle ferie; 2) sostituzione permanente: permette di cambiare lavoro; 3) allargamento della forza lavoro: permette di cambiare mansione; 4) reclutamento per azienda terza: professionalizzazione del ruolo di intermediario. In entrambi i casi, l’intermediazione permette al datore di lavoro di reclutare just in time lavoratori disciplinati e, grazie alla concorrenza tra intermediari, di abbassare il costo del lavoro.
L’analisi concernerà soprattutto tre questioni. In primo luogo, la relazione tra le modalità della mediazione di manodopera nei settori considerati e le caratteristiche delle relative filiere produttive (quella del pomodoro da industria nel Mezzogiorno e quelle del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano nella Pianura Padana), con l’obiettivo di mostrare come queste forme di mediazione “informale” da un lato sono funzionali all’organizzazione dell’intera filiera e dall’altro lato ne influenzano alcune trasformazioni. In secondo luogo, le modalità attraverso cui la legislazione relativa al mercato del lavoro agricolo influenza e in parte costruisce i ruoli degli intermediari e le caratteristiche dell’attività di mediazione. In terzo luogo, il rapporto tra le forme di mobilità dei lavoratori interessati da questa attività di mediazione e le modalità attraverso le quali i mediatori si inseriscono, organizzano e utilizzano questa mobilità.
Si mostrerà come le varie forme di regolazione informale all’opera (l’organizzazione delle reti sociali dei migranti, il ruolo di intermediazione svolto dai “caporali” tra i lavoratori agricoli migranti da un lato e le aziende, e più in generale le società locali, dall’altro lato) intrattengano rapporti complessi e talvolta contraddittori con le forme di regolazione istituzionale, e in particolare con tre tipi di “normative”: le forme di regolazione relative all’agricoltura, soprattutto a livello europeo (le Politiche agricole comunitarie) e locale/regionale (la presenza o meno di “distretti” produttivi; le modalità di attribuzione dei fondi per lo sviluppo rurale da parte delle Regioni, ecc.); le normative relative al mercato del lavoro agricolo (in particolare, in Italia, la legge 608/1996, che abolì le commissioni comunali di collocamento e sancì la liberalizzazione del mercato del lavoro agricolo, e il decreto che, nel 2011, ha introdotto il reato penale di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, ma anche le normative che regolano le forme “legali” di mediazione di manodopera); le normative in merito all’immigrazione (la legge 189/2002 – Bossi-Fini, che regola il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro; “decreti flussi” sulle quote di ingresso; modalità di richiesta e ottenimento della protezione internazionale; normative sui ricongiungimenti familiari).
Il paper si basa su due ricerche condotte separatamente dai due autori, utilizzando metodologie etnografiche e qualitative. Vanessa Azzeruoli, nell’ambito della ricerca per la tesi di dottorato in Scienze Sociali, ha studiato, tra il 2011 e il 2013, la costruzione degli intermediari nella migrazione panjabi indiana in Italia in particolare in merito all’arrivo, la stabilizzazione e lo spostamento in un paese terzo. Per questa ricerca sono state effettuate 52 interviste a migranti panjabi (e 42 a testimoni privilegiati) e sono state condotte osservazioni nei contesti di vita e di lavoro sia in Panjab indiano sia in Italia. Domenico Perrotta ha studiato, tra il 2010 e il 2013, il lavoro dei migranti in agricoltura, in particolare di nazionalità rumena e burkinabé: sono state realizzate circa 45 interviste in Puglia e Basilicata (e circa 25 in Emilia Romagna, con intento comparativo) a braccianti, caporali, imprenditori agricoli, operai di industrie conserviere e testimoni privilegiati e sono state condotte osservazioni etnografiche dei contesti di abitazione e lavoro dei migranti africani nelle zone considerate, in particolare dei “ghetti” e delle baraccopoli nei quali sovente essi vivono durante le stagioni di raccolta. Tali ricerche sono già state presentate in numerosi convegni e seminari nazionali e internazionali e in articoli scientifici; tuttavia, la comparazione tra le due forme di mediazione, proposta in questo contributo, non è mai stata presentata in altre sedi.

Research paper thumbnail of Padanie. Il reclutamento dei panjabi indiani nel settore dell'allevamento in Pianura Padana. Paper presentato alla giornata di studi Bracciani migranti, Centro studi sull'emigrazioni, Roma. 03/10/2014

Nell’intervento ci si focalizzerà su un punto di vista peculiare, che si distanzia dal braccianta... more Nell’intervento ci si focalizzerà su un punto di vista peculiare, che si distanzia dal bracciantato, ma che nella sua specificità ci permetterà di problematizzare l’inserimento di forza lavoro migrante nel primo settore, l’influenza del mercato e delle leggi sull’immigrazione (in particolare la Bossi-Fini), e più in generale le trasformazioni sociali del tessuto locale. Nella relazione ci concentreremo infatti sul lavoro dei panjabi indiani negli allevamenti bovini e più in generale sulla filiera del latte, in particolare in merito alla produzione di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. L’indagine è stata condotta utilizzando una metodologia etnografica e qualitativa. In particolare il materiale è stato raccolto tra il 2011 e il 2013, e comprende 52 interviste a migranti panjabi (e 42 a testimoni privilegiati) e sono state condotte osservazioni nei contesti di vita e di lavoro sia in Panjab indiano sia in Italia. La tesi che si vuole supportare parte dall’assunto secondo il quale in questo caso non è corretto parlare nella mansione di sostituzione della popolazione autoctona, ma piuttosto di una trasformazione del processo di produzione e centrale in questo è il sistema di reclutamento attuato dai panjabi attraverso gli intermediari. E' un sistema dove le tre figure coinvolte, datore di lavoro, fruitore e mediatore, ne ottengono un beneficio seppur di diversa entità ed è influenzato dal mercato del lavoro del settore e dalle politiche migratorie. Le tre figure infine hanno qualcosa in comune, essere agricoltori a latitudini diverse.

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Research paper thumbnail of Ripercussioni sociali e lavorative della crisi economica (2008-2010) tra gli immigrati in Veneto

Coordinatore: Devi Sacchetto. Autori: Vanessa Azzeruoli, Ruben Bassani, Imane Bounoun, Raluca Laz... more Coordinatore: Devi Sacchetto. Autori: Vanessa Azzeruoli, Ruben Bassani, Imane Bounoun, Raluca Lazarovici, Graziano Merotto, Marco Semenzin, Mariangela Treppete.

Research paper thumbnail of delegati immigrati. Ricersa IRES Emilia Romagna di Azzeruoli, V., Rinaldini, M., Tabanelli, P.

Research paper thumbnail of Tesi specialistica: Migranti in pianura. Immigrazione nel Basso-mantovano: il distretto di Suzzara

Research paper thumbnail of Tesi di dottorato: LEGAMI TRA PIANURE Gli intermediari nella migrazione panjabi indiana in Italia

Il presente lavoro si inserisce all’interno del filone di studi sui processi migratori e indaga l... more Il presente lavoro si inserisce all’interno del filone di studi sui processi migratori e indaga la costruzione sociale della figura degli intermediari nella migrazione panjabi indiana in Italia. Lo scopo è stato di osservare e analizzare l'influenza delle reti di connazionali durante il processo migratorio e la relazione con le politiche migratorie ed economiche. La ricerca ha studiato la multidimensionalità delle reti transnazionali e ci si è focalizzati sull’intermediazione in quanto momento costitutivo della rete stessa. Si sono voluti comprendere i fattori che ne hanno influenzato la costituzione, e individuati i mutamenti dei ruoli al suo interno. Inoltre lo sguardo sull'intermediazione è risultato un punto di vista peculiare per mettere in luce se e in che modo le migrazioni influenzano e sono influenzate dai mutamenti socio-politici ed economici di due paesi, l'Italia e l'India, attraversati il primo da una crisi e il secondo da una crescita economica. L’approccio utilizzato è stato di tipo multidisciplinare con l’intento di superare la dicotomia paese d’origine/stabilizzazione, utilizzando il concetto di Panjab de-centrato. Tale concetto include sia il territorio di emigrazione sia i diversi territori di immigrazione e opera sia a livello di costruzione culturale sia in termini pratici e materiali. Lo studio si concentra sulle soggettività che compongono le reti e che ricoprono il ruolo di intermediari, prestando particolare attenzione all’intersezionalità tra genere, casta, religione, luogo d’origine, periodo di migrazione e passaporto in possesso.
Dal punto di vista metodologico, il lavoro utilizza un tipo di etnografia multisituata che è stata condotta nel territorio compreso tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, tra maggio 2011 a maggio 2013, e in Panjab indiano per 4 e di 6 settimane. Sono state raccolte complessivamente 52 interviste a panjabi indiani; ad esse si sono affiancate 18 conversazioni etnografiche e 42 interviste a italiani e migranti provenienti da altre aree. Alle interviste si è affiancata l’osservazione partecipante per un totale stimato di circa 200 ore, e lo studio transazionale di 5 reti.
La tesi si sviluppa in due parti di tre capitoli ciascuna. La prima sezione è propedeutica e comprende il capitolo metodologico e la descrizione dei dati della ricerca, concentrando lo sguardo prima sul Panjab e poi sull'Italia. La seconda sezione contiene l'analisi della figura degli intermediari ed è suddivisa in tre livelli: la partenza, la stabilizzazione e la ri-partenza. Nel primo livello d’analisi, l'arrivo, ci si è concentrati sulle figure d’intermediazione che permettono l’ingresso sul suolo italiano; nel secondo stadio d’indagine, la stabilizzazione, l’attenzione si è spostata verso il reclutamento lavorativo e l’ottenimento del contratto di lavoro, necessario per accedere ai diritti di cittadinanza all’interno del quadro normativo vigente. Nel terzo livello, l’attenzione si è spostata sulla emigrazione verso un paese terzo, in particolare attraverso l’intermediazione durante i matrimoni internazionali e l’influenza dell’ottenimento della cittadinanza italiana.
La migrazione panjabi in Italia è di tipo familiare nella quale lo schema migratorio vede l’uomo che arriva, ottiene i documenti, ricongiunge la moglie ed, eventualmente, i figli. I panjabi sono prevalentemente agricoltori declassati il cui obiettivo della migrazione è avviare un’attività imprenditoriale e ottenere, nel minor tempo possibile, la cittadinanza italiana. Il passaporto occidentale permette non tanto di rivendicare il diritto di restare, piuttosto raggiungere un grado di mobilità attraverso i confini che è proprio dei paesi di quel che fu denominato primo mondo, e in questo modo i panjabi sbiancano la propria mobilità. La migrazione ha visto un cambio netto di strategia a metà anni 2000, riducendo drasticamente i ricongiungimenti e concentrando gli investimenti in India, mentre le persone stabilizzate precedentemente sul territorio attendono l’ottenimento della cittadinanza per affrontare una nuova migrazione al fine di garantire un futuro per sé e per i figli nel Panjab de-centrato anglofono composto da Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Inghilterra.
La tesi che emerge dalla ricerca sostiene che la costruzione delle reti è un processo collettivo atto a fronteggiare i contenimenti delle politiche statali, e relativamente autonomo rispetto alle dinamiche di espulsione e attrazione e, più in generale, alla regolazione degli ingressi per cittadini terzi. Gli stati non determinano le migrazioni, piuttosto influenzano i ruoli trasnazionali delle persone al loro interno, attraverso l’assegnazione di status amministrativi diversi all’interno della componente migrante. I pionieri, uomini, acquisiscono una posizione privilegiata all’interno della rete e, alcuni, si professionalizzano inserendosi nel business della migrazione. Tale mercato è creato dalla domanda di mobilità delle persone e la limitazione degli ingressi regolari, e diventa per gli intermediari una strategia individuale per raggiungere i propri obiettivi e accrescere il proprio status all’interno della rete; allo stesso tempo la figura dell’intermediario permette l’accumulo di capitale sociale perché permette la migrazione a terzi, forzando e talvolta travalicando le limitazioni imposte dalla regolazione statale dei flussi migratori.
L’accumulazione di capitale sociale collettivo all’interno della rete avviene attraverso una gerarchizzazione e genderizzazione delle reti, influenzata dal documento amministrativo assegnato dallo stato ai migranti, promossa dagli stessi pionieri e sostenuta nel Panjab de-centrato nella quale i primi arrivati mantengono una posizione di potere e le donne un ruolo subordinato. Le diverse soggettività non sempre promuovono i medesimi obiettivi all’interno della rete ed i vari membri che le compongono possono entrare in conflitto con tali gerarchie che incorporano, ricodificando e talvolta sovvertono questioni sociali e culturali legate al paese di provenienza.
Tali cambiamenti sono particolarmente visibili nell’influenza dell’acquisizione di una cittadinanza occidentale all’interno dell’intermediazione matrimoniale transnazionale. Essi, attraverso la naturalizzazione dello sposo o della sposa, permettono la mobilità dell’intera famiglia attraverso le politiche di unità famigliare. Ad emergere è una struttura gerarchica all’interno del Panjab de-centrato basata sulla cittadinanza occidentale al cui vertice vi è il passaporto canadese e statunitense, allo stadio successivo quello britannico, australiano e neozelandese, seguito dagli europei e, in ultima posizione, quello indiano. La gerarchia rispecchia la possibilità di mobilità attraverso i confini che tale passaporto permette di raggiungere, identificando con il vertice quello degli stati con i quali si può accedere al numero maggiore di stati nel mondo combinato con la possibilità di sponsorizzazione e ricongiungere i parenti. All’interno di questa gerarchia la soggettività individuale nell’arrangiamento matrimoniale può ottenere spazio di manovra, ribaltare i ruoli tradizionali, nel caso sia la donna ad avere una “cittadinanza superiore”, mentre se è l’uomo viene alimentata la subordinazione.
Le condizioni di viaggio nelle migrazioni all’interno del globo sono marchiate dal passaporto del viaggiatore. Una mobilità ingovernabile che, per una parte di mondo, viene pagata a caro prezzo.

Parole chiave: reti migratorie, intermediazione, cittadinanza, stratificazione civica, migrazione panjabi

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Presentazione della tesi di dottorando attraverso la categoria di ribalta/retroscena (Goffman). C... more Presentazione della tesi di dottorando attraverso la categoria di ribalta/retroscena (Goffman). Corso in sociologia e metodologia della ricerca sociale, Università di Bologna, 3 dicembre 2014.