Gabriele Zanello | Università degli Studi di Udine / University of Udine (original) (raw)
Papers by Gabriele Zanello
«Rivista di letteratura religiosa italiana», 2019
Abstract · The Bibie in the history of pastoral and liturgical use of the friulian language · On ... more Abstract · The Bibie in the history of pastoral and liturgical use of the friulian language · On February 1, 2019 the new edition of the translation of the Holy Scripture in the Friulian language, La Bibie, published by the Pio Paschini Institute for the History of the Church in Friuli on behalf of the dioceses of Udine, Gorizia and Concordia-Prodenone was officially presented in Udine. At the presentation, attended by numerous authorities and a large audience, Cardinal Gualtiero Bassetti, archbishop of Perugia-Città della Pieve and President of the Italian Episcopal Conference, spoke with a report entitled: The mother’s voice. The ecclesial reasons of the Bible in the Friulian language. On that same occasion, the contribution now published was also read, which aims to outline the historical path within which the new edition of La Bibie is placed.
«Ladinia», 2018
Tl 1593 él vegnù stampé a Frankfurt da Hieronymus Megiserus (ca. 1554–1619) y per i tips de Johan... more Tl 1593 él vegnù stampé a Frankfurt da Hieronymus Megiserus (ca. 1554–1619) y per i tips de Johann Spieß l Specimen quadraginta diversarum atque inter se differentium linguarum et dialectorum, videlicet Oratio dominica totidem linguis expressa. Dlongia la verscion tl ebraich, tl sard, tl “retich”, tl “lingaz indian” dl Mond Nuef y ciamò te d’autres varietés, fòvel ence vegnù integré la traduzion dl Pater noster tla Goriti- anorum et Foroiuliensium lingua. Bele tl titul végnel auzé fora i fins dles traduzions y dla publicazion: al ne dess nia ester na racoiuda te tesć liturgics, ma n essay con obietifs entografics y pensés per letours interessés al esotich, coche al fova bele vegnù fat te esperimenc coche chel de gessner 1555 y roCCa 1591. Demé la prejenza dl furlan te n tel cudejel stampé é dessegur n fat significatif: n iade per podei ejaminé l test da n pont de veduda linguistich y spo per podei valuté sia valuta geopolitica y enultima ence per ti dé n contest a sia prejenza y per podei valuté les ipoteses de reconesciment dla paternité. Per l’analisa linguistica él de utl da fé n confront con d’autri tesć che à les medemes carateristiches, souraldut con la novela “tl lingaz furlan” che i ciafon ti Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone de Lionardo Salviati: te tramidoi i caji se tràtela de tesć stampés y de tesć che an pò definì “servii”. La pruma traduzion de Megiser à abù n suzes secolar: danter l 1605 y l 1870 pérel che ala sie vegnuda adoreda begn trenta iadesc, tla plu pert di caji te tesć paradigmatics.
«Quaderni Veneti», 2016
A short but intense exchange of letters between the poet from Grado Biagio Marin (1891-1985) and ... more A short but intense exchange of letters between the poet from Grado Biagio Marin (1891-1985) and the Friulian writer and essayist Celso Macor (1925-1998) provided them with the opportunity to trigger a heated debate over the legitimacy of dedicating the auditorium in Gorizia to 'Friulian culture'. Whereas Marin complained vehemently about the alleged deletion of the Italian character from the tradition of Gorizia, Macor defended the dedication. Indeed, he recognized in the name 'Auditorium della cultura friulana' an act of justice for a culture that has embodied the symbolic value of the peaceful coexistence between different and nevertheless dialogic ethnic groups.
«Zeitschrift für romanische Philologie», 2018
Giovanni Antonio Battaglia was a notary and a secular priest of the diocese of Aquileia. He was a... more Giovanni Antonio Battaglia was a notary and a secular priest of the diocese of Aquileia. He was active between the late fifteenth and the first four decades of the sixteenth century in Gemona, his place of birth, in the castle of Porcia and the city of Udine. A register he compiled (Udine, Archivio notarile antico, n. 2247), contains two documents which are worthy of attention. The first one is a funeral lauda in Italian vernacular which completes the rather short list of the religious laude repertoire of the Friulian region between the fifteenth and sixteenth centuries. The second document is the text Dolce Regi-na, dona la tua pace. This work can be placed within the framework of the brotherhoods of the Battuti, which Battaglia served as a priest and as a teacher. A rather composite Latin text also appears on the same page of the notarial register. It includes an invocation to the Magi, a quote from the Scriptures and an adapted liturgical oration. The presence of this exorcism, unusual if compared to the local context of traditional beliefs and therapeutic practices, requires wide-ranging comparisons. The figure of Battaglia himself also deserves further analysis especially in order to understand his cultural background as well as clarifying his relationship with the humanists whom he was corresponding with.
In-certi confini. Percorsi nelle letterature europee contemporanee, a cura di Marika Piva e Marco Prandoni, 2017
Minatori di memorie. Memoria culturale e culture della memoria delle miniere e della migrazione italiana in Limburgo (belga e olandese) e Vallonia, a cura di Marco Prandoni e Sonia Salsi, 2017
I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati p... more I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. È inoltre vietata la riproduzione, anche parziale, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere realizzate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLE-ARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org Prima edizione, dicembre 2017 Ristampa 5 4 3 2 1 0
Nato a Gorizia in una famiglia ebraica di origini tedesche, Alberto (Abram) Michelstaedter (1850-... more Nato a Gorizia in una famiglia ebraica di origini tedesche, Alberto (Abram) Michelstaedter (1850-1929) interpretò in maniera esemplare il tipo dell’ebreo emancipato e addirittura assimilato, incarnando con animo generoso, laborioso e sobrio l’ideale borghese della Bildung e della rispettabilità. Ferventi spiriti liberali e patriottici trapelano dalla sua attività di giornalista e conferenziere, mentre la sua produzione poetica ne riflette la capacità di distacco ironico e il temperamento gioviale, saldo anche a fronte dei noti eventi luttuosi che coinvolsero il figli Gino e Carlo. Anche dai profili biografici post mortem traspare l’immagine di una personalità capace di coniugare l’arte e l’erudizione con il commercio e il lavoro assiduo.
Per comprendere in modo approfondito la figura di Alberto Michelstaedter è dunque necessario prendere in esame sia le sue origini ebraiche, tanto cruciali quanto problematiche, sia i suoi sentimenti di italianità, presupposto per una reale integrazione culturale, sia la pratica della scrittura friulana, che costituisce un vero e proprio potenziamento dell’assimilazione, dal momento che nella Gorizia a cavallo fra i due secoli l’affermazione dell’identità friulana veniva strumentalizzata ai fini del nazionalismo italiano. Ma anche altri tratti sembrano avvicinare Alberto al tipo dell’intellettuale mitteleuropeo di stirpe ebraica. Se per un verso è stato colto il contrasto tra l’aspetto sereno, forte e positivo della sua maschera pubblica e le sofferenze nascoste nel groviglio della sua interiorità, non si è mai parlato della coesistenza in lui di due anime, forse in conflitto tra loro, sicuramente in ricerca di equilibrio: lo spirito contemplativo dell’intellettuale e lo spirito pratico dell’uomo d’affari. In questo dualismo, che il figlio ha percepito e ricondotto alla “rettorica” e alle convenzioni dei salotti borghesi, si può riconoscere non soltanto una più ampia crisi della figura dell’intellettuale, ma anche il tramonto di una precisa tradizione culturale che aveva saputo coniugare senza imbarazzo due ambiti apparentemente distanti, se non addirittura opposti.
Studi filologici e interculturali tra traduzione e plurilinguismo, a cura di Rita Scotti Jurić, Nada Poropat Jeletić, Isabella Matticchio, 2016
From the nineteenth century onwards, the translation has become a channel to enrich Friulian lang... more From the nineteenth century onwards, the translation has become a channel to enrich Friulian language and literature with new expressions. At the turn of the century, the writers from Gorizia widened the range of authors: the translation arose as an attempt to transpose the original poetic expression. Later, however, with Pasolini and his Academiuta di lenga furlana, translation becomes a free poetical re–creation, an imitation which relies on the musical and symbolic values of a marginal and mostly oral language. What comes after Pasolini, both in opposition and in continuity, is hardly conceivable without the renewal of Friulian literature and the grafting of the masterpieces of European literature onto Friulian culture. Translations not only become more frequent, but they cover several genres and an increasingly varied number of languages and names, involving centers of culture, institutions, individuals such as Giorgio Faggin, who confronted mainly with the poetical experience of over sixty European authors, especially Dutch or from northern Italy, or Pierluigi Cappello, who is known not only for his poetical activity, but also for his keen interest on translation; notwithstanding the assumption of untranslatability, he has always looked for the intensity and stylistic refinement.
I prums contac anter l poet de Grado Biagio Marin (1891–1985) y l scritour y sagist furlan Celso ... more I prums contac anter l poet de Grado Biagio Marin (1891–1985) y l scritour y sagist furlan Celso Macor (1925–1998) giata forma te n raport epistolar pié via de dezember dl 1984 tres la mediazion dl scritour y depenjadour Fulvio Monai y con l dejider de scrive, da pert dl poet, n contribut per la “Iniziativa Isontina” tla revista che Macor manajova. I doi inteletuai, che se encontova a livel leterar tla enrescida de formes de esprescion adatedes ence a n contest sozial che eliminova la pureza y l original, mess tost afronté na discuscion che peia via da na letra, meneda demez de dezember dl 1984 al foliet da vigni di “Il Piccolo” con chela che Marin damanova ciuldiche l auditore fossa vegnù dediché ot agn dant a la “cultura furlana”. Al poet, che protestova pervia che al vegniva sferié demez l carater talian da la cultura de Gorizia y che sotliniova l contribut pité sun l plan spiritual entant l prozes unitar, respogn Macor defenan chela intitolazion sciche at de giustizia per na cultura che fova steda dantaldut tl passé na componenta importanta dla zivilté de Gorizia y che tolova ite tl present l valour simbolich dla convivenza dignitousa anter etnies desvalives ma che rejonova una con l’autra. Entant l barat epistolar và la discuscion inant con tonns plu stersc azican i argomenc dla identité y dla interculturalité, ruvan a la fin a na sintesa plu auta, che toca – ence sce ala reconesc la dificolté da porté adum les posizions – sentimenc de stima y de respet un con l auter.
1. Il canto XI del Paradiso ha subito per decenni una singolare svalutazione. Soltanto nella seco... more 1. Il canto XI del Paradiso ha subito per decenni una singolare svalutazione. Soltanto nella seconda metà del Novecento sono stati riconsiderati sia il testo in sé, sia l'immagine che, attraverso di esso, Dante ha voluto dare del santo di Assisi. Le perplessità espresse a suo tempo da Francesco De Sanctis 1 sono di ordine squisitamenente letterario, ma hanno di fatto paralizzato l'approccio critico in tutti i suoi risvolti: l'XI e il XII del Paradiso sarebbero appesantiti da una «fredda» allegoria 2 e lo stesso «sublime disprezzo del santo per le cose terrene» non raggiungerebbe le vette della grande poesia dantesca 3 . A Umberto Cosmo il canto XI era apparso cerebrale, poco spontaneo 4 , carico di troppi particolari e curiosità storiche che appesantiscono la fantasia di Dante, per cui la figura di Francesco, forse perché tratteggiata da Tommaso 5 , si presenta più come opera di un filosofo che di un poeta, tanto da risultare debole sul piano lirico 6 . 1 Cfr. DE SANCTIS 1955, pp. 297-299. 2 «S. Francesco amava la povertà, e l'autore trasforma la povertà in una donna, ed in luogo di 2 «S. Francesco amava la povertà, e l'autore trasforma la povertà in una donna, ed in luogo di rappresentare i sentimenti ti fa una fredda allegoria» (ivi, p. 298). 3 «Certo in questa vita vi è qualche cosa di poetico, ed è il sublime disprezzo del santo per le cose terrene, quel suo combattere contro il proprio corpo, che egli chiamava il suo asino, come a nemico. Ma questo concetto perde di efficacia nella forma allegorica che gli ha dato il poeta» (ivi, p. 299). 4 «Ma troppo Dante aveva fino dalla sua prima giovinezza alimentato il proprio spirito di storia e di pensiero francescano, perché tale atteggiamento potesse spontaneamente germinare dal suo cuore» (COSMO 1936, p. 152). 5 «Così un canto con sì ardito volo incominciato e che ci doveva trasportare sull'ali della fantasia commossa per gli spazi infiniti del cielo, s'appesantisce in sulla fine e si costringe negli schemi logici d'un filosofo, che pare si sia assunto per officio l'erudire il proprio discepolo e scaltrirne lo spirito» (ivi, p. 170). 6 «Era tanto vissuto con Tommaso, aveva durato tanti sforzi per comprenderlo e compenetrarsene, che nel riviverlo come personaggio della propria azione, non si è saputo più liberare dalla costrizione di lui. Alto, solenne nell'enunciazione dei fatti storici, commoventesi nello scoprire le cause del loro divenire, sgomento nell'infinitezza della Provvidenza che ne tesse le fila, sottile nelle distinzioni, serrato nei raziocini; ma per ciò appunto, a volte, più filosofo che poeta, se al poeta è condizione essenziale la liricità onde investe l'oggetto della propria contemplazione, e per la quale anche il concetto più astruso si concreta in fantasma che vive la propria vita individua. Così quando il poeta si accostò alla parte più alta del proprio canto, a quella che doveva essere solo canto, non si seppe districare dalle maglie in che s'era irretito, e san Francesco gli stette dinanzi come persona che tu vedi sì chiaramente e con compiacimento, ma nella quale, per isforzi che faccia, non ti riesce d'internarti per sorprenderne l'intimo palpito e riviverne la vita» (ivi, pp. 170-171).
La didattica dell’italiano. Problemi e prospettive, a cura di Marcello Ostinelli, 2015
Questo volume riunisce gli atti del convegno Quale didattica dell'italiano? Problemi e prospettiv... more Questo volume riunisce gli atti del convegno Quale didattica dell'italiano? Problemi e prospettive dell'insegnamento dell'italiano che si tenne a Locarno al Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana nei giorni 17 e 18 ottobre 2014 e quelli del ciclo di lezioni Costruttori, rabdomanti, palombari. Il percorso dell'insegnante di italiano che si svolse tra l'autunno del 2013 e la primavera del 2014 all'Università della Svizzera italiana a Lugano. Entrambe le manifestazioni furono patrocinate dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, dall'Istituto di studi italiani dell'Università della Svizzera italiana e dal Dipartimento dell' educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino nell'intento di sostenere il progetto di istituire nella Svizzera italiana un Centro di didattica della lingua e della letteratura italiana. Al progetto sono associate ora anche l' Alta scuola pedagogica dei Grigioni e la sezione di lingua italiana dell'Istituto universitario federale per la formazione professionale con sede a Lugano. Oltre al Dipartimento dell' educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino è pure interessato il Dipartimento dell' educazione, cultura e protezione dell'ambiente del Cantone dei Grigioni.
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
Nacque il 19 marzo 1892 a Gorizia, città in cui il padre Augusto, friulano, era titolare di una f... more Nacque il 19 marzo 1892 a Gorizia, città in cui il padre Augusto, friulano, era titolare di una farmacia. Conseguita la maturità nel 1910 presso lo Staatsgymnasium, si iscrisse alla Facoltà di medicina dell'Università di Vienna. Dopo un soggiorno di studio a Roma e alterne vicende, riuscì a laurearsi in piena guerra, il 2 luglio 1917. Essendo già stato richiamato al servizio militare, prestò la propria opera in qualità di tenente medico presso l'ospedale Donawitz di Feldbach, in Stiria. Dopo il crollo dell'Impero austroungarico e la fine della tragica esperienza bellica, ritornò a Vienna, dove nel 1923 sposò la scrittrice Helma Brock e nell'anno successivo si specializzò in urologia sotto la guida del prof. H. Rubritius della Allgemeine Poliklinik; a tale branca della medicina avrebbe dedicato in seguito un contributo scientifico imponente, non soltanto con la pluridecennale direzione della rivista «Urologia», ma soprattutto con oltre duecento tra monografie, relazioni e articoli tanto specialistici quanto divulgativi, che gli procurarono a livello internazionale la fama di fondatore della moderna scienza urologica in Italia. L'esercizio della professione e il costante servizio alla medicina lo portarono a risiedere in diversi luoghi: da Venezia a Feltre, Conegliano, Treviso, Trieste e Firenze, città nella quale si sarebbe fermato per più di vent'anni come primario dell'ospedale di Camerata. Nell'ultima fase del secondo conflitto mondiale sono state le pagine del vocabolario di Iacopo Pirona (V.) e quelle poetiche di Ermes di Colloredo (V.) a ricondurlo, di volta in volta, al Friuli dell'infanzia, facendo affiorare in lui una sensibilità fino ad allora sopita; quelle stesse pagine costituirono anche una sorta di filtro (e niente più) per le prime due esili raccolte, composte a Conegliano e sciolte da qualsiasi aggancio con la tradizione, «Una urgenza emotiva legata al tempo e allo spazio e, insieme, svincolata dalle angustie dello spazio e dall'ombra del tempo» (Pellegrini): Vot poesiis [Otto poesie] (1944) e Altris poesiis Il medico Franco de Gironcoli in un ritratto giovanile.
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
Nacque a San Valentino di Fiumicello (Udine) il 9 ottobre 1882. Su invito del parroco e maestro d... more Nacque a San Valentino di Fiumicello (Udine) il 9 ottobre 1882. Su invito del parroco e maestro don Zogovich, il padre, oste del paese, lo iscrisse allo Staatsgymnasium di Gorizia, dove il giovane si segnalò per l'intelligenza vivace e per l'attitudine allo studio delle lingue. Al ginnasio, P. conobbe Giovanni Battista Brusin (V.), intrecciando un rapporto d'amicizia che avrebbe rivestito nei decenni successivi un notevole rilievo. Dopo la maturità, conseguita nel 1903-1904, l'eccellente competenza linguistica acquisita nella giovinezza sarebbe stata ulteriormente consolidata negli anni della formazione universitaria, ricevuta a Innsbruck, sotto la guida di Theodor Gartner, e a Vienna, nel 1905, con Adolfo Mussafia e Wilhelm Meyer-Lübke. Gli studi si conclusero nell'anno accademico 1907-1908 a Innsbruck con la discussione di una tesi in filologia romanza e germanica (Die germanischen Elemente im Isonzofriaulischen und grammatische Bearbeitung derselben), ma il rapporto con quella che fu da lui percepita come la lingua dei dominatori rimase problematico, ed è dunque significativo sul piano degli orientamenti ideologici e politici il fatto che, in seguito, P. si sarebbe dedicato a essa soltanto in alcune pregevoli traduzioni letterarie, nella stesura di due grammatiche per l'apprendimento (insieme con Emilio Bidoli) e nell'insegnamento scolastico. Dal 1907, infatti, P. fu docente di lingua e letteratura tedesca nell'I.R. Ginnasio superiore di Capodistria, e nel 1912 passò al Ginnasio superiore comunale F. Petrarca di Trieste. Presidente, fin dalla giovinezza, dell'Unione dei giovani friulani, associazione irredentistica goriziana, per due volte venne arrestato e processato dalle autorità dell'Impero: nel 1903 per aver preso parte alle manifestazioni udinesi, e nell'anno successivo per essere stato coinvolto a Innsbruck nelle giornate studentesche che rivendicavano una università italiana a Trieste. A causa dei sospetti politici che gravavano su di lui, anche durante il primo conflitto mondiale venne sospeso dall'insegnamento e «tenuto in disposizione». Dopo aver Il glottologo Ugo Pellis (Udine, Civici musei, Fototeca).
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
gnito della commenda dell'ordine pontificio di S. Gregorio Magno. Quanti hanno scritto su di lui,... more gnito della commenda dell'ordine pontificio di S. Gregorio Magno. Quanti hanno scritto su di lui, ne hanno messo in evidenza l'umanità, la religiosità, l'audacia nell'ideare progetti di ricerca innovativi e la perseveranza nel cercare di realizzarli con continuità e con mirabile unità di intenti.
«Quaderni dell’Associazione della Carnia Amici dei musei e dell’arte», 2007
Giovani voci poetiche dall'Europa contemporanea
Oltre i confini. Scritti in onore di don Luigi Tavano per i suoi 90 anni, 2013
Tresesin. Ad Tricensimum, 2011
Multas per gentes. Omaggio a Giorgio Faggin, 2009
«Rivista di letteratura religiosa italiana», 2019
Abstract · The Bibie in the history of pastoral and liturgical use of the friulian language · On ... more Abstract · The Bibie in the history of pastoral and liturgical use of the friulian language · On February 1, 2019 the new edition of the translation of the Holy Scripture in the Friulian language, La Bibie, published by the Pio Paschini Institute for the History of the Church in Friuli on behalf of the dioceses of Udine, Gorizia and Concordia-Prodenone was officially presented in Udine. At the presentation, attended by numerous authorities and a large audience, Cardinal Gualtiero Bassetti, archbishop of Perugia-Città della Pieve and President of the Italian Episcopal Conference, spoke with a report entitled: The mother’s voice. The ecclesial reasons of the Bible in the Friulian language. On that same occasion, the contribution now published was also read, which aims to outline the historical path within which the new edition of La Bibie is placed.
«Ladinia», 2018
Tl 1593 él vegnù stampé a Frankfurt da Hieronymus Megiserus (ca. 1554–1619) y per i tips de Johan... more Tl 1593 él vegnù stampé a Frankfurt da Hieronymus Megiserus (ca. 1554–1619) y per i tips de Johann Spieß l Specimen quadraginta diversarum atque inter se differentium linguarum et dialectorum, videlicet Oratio dominica totidem linguis expressa. Dlongia la verscion tl ebraich, tl sard, tl “retich”, tl “lingaz indian” dl Mond Nuef y ciamò te d’autres varietés, fòvel ence vegnù integré la traduzion dl Pater noster tla Goriti- anorum et Foroiuliensium lingua. Bele tl titul végnel auzé fora i fins dles traduzions y dla publicazion: al ne dess nia ester na racoiuda te tesć liturgics, ma n essay con obietifs entografics y pensés per letours interessés al esotich, coche al fova bele vegnù fat te esperimenc coche chel de gessner 1555 y roCCa 1591. Demé la prejenza dl furlan te n tel cudejel stampé é dessegur n fat significatif: n iade per podei ejaminé l test da n pont de veduda linguistich y spo per podei valuté sia valuta geopolitica y enultima ence per ti dé n contest a sia prejenza y per podei valuté les ipoteses de reconesciment dla paternité. Per l’analisa linguistica él de utl da fé n confront con d’autri tesć che à les medemes carateristiches, souraldut con la novela “tl lingaz furlan” che i ciafon ti Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone de Lionardo Salviati: te tramidoi i caji se tràtela de tesć stampés y de tesć che an pò definì “servii”. La pruma traduzion de Megiser à abù n suzes secolar: danter l 1605 y l 1870 pérel che ala sie vegnuda adoreda begn trenta iadesc, tla plu pert di caji te tesć paradigmatics.
«Quaderni Veneti», 2016
A short but intense exchange of letters between the poet from Grado Biagio Marin (1891-1985) and ... more A short but intense exchange of letters between the poet from Grado Biagio Marin (1891-1985) and the Friulian writer and essayist Celso Macor (1925-1998) provided them with the opportunity to trigger a heated debate over the legitimacy of dedicating the auditorium in Gorizia to 'Friulian culture'. Whereas Marin complained vehemently about the alleged deletion of the Italian character from the tradition of Gorizia, Macor defended the dedication. Indeed, he recognized in the name 'Auditorium della cultura friulana' an act of justice for a culture that has embodied the symbolic value of the peaceful coexistence between different and nevertheless dialogic ethnic groups.
«Zeitschrift für romanische Philologie», 2018
Giovanni Antonio Battaglia was a notary and a secular priest of the diocese of Aquileia. He was a... more Giovanni Antonio Battaglia was a notary and a secular priest of the diocese of Aquileia. He was active between the late fifteenth and the first four decades of the sixteenth century in Gemona, his place of birth, in the castle of Porcia and the city of Udine. A register he compiled (Udine, Archivio notarile antico, n. 2247), contains two documents which are worthy of attention. The first one is a funeral lauda in Italian vernacular which completes the rather short list of the religious laude repertoire of the Friulian region between the fifteenth and sixteenth centuries. The second document is the text Dolce Regi-na, dona la tua pace. This work can be placed within the framework of the brotherhoods of the Battuti, which Battaglia served as a priest and as a teacher. A rather composite Latin text also appears on the same page of the notarial register. It includes an invocation to the Magi, a quote from the Scriptures and an adapted liturgical oration. The presence of this exorcism, unusual if compared to the local context of traditional beliefs and therapeutic practices, requires wide-ranging comparisons. The figure of Battaglia himself also deserves further analysis especially in order to understand his cultural background as well as clarifying his relationship with the humanists whom he was corresponding with.
In-certi confini. Percorsi nelle letterature europee contemporanee, a cura di Marika Piva e Marco Prandoni, 2017
Minatori di memorie. Memoria culturale e culture della memoria delle miniere e della migrazione italiana in Limburgo (belga e olandese) e Vallonia, a cura di Marco Prandoni e Sonia Salsi, 2017
I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati p... more I diritti di traduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. È inoltre vietata la riproduzione, anche parziale, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere realizzate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLE-ARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org Prima edizione, dicembre 2017 Ristampa 5 4 3 2 1 0
Nato a Gorizia in una famiglia ebraica di origini tedesche, Alberto (Abram) Michelstaedter (1850-... more Nato a Gorizia in una famiglia ebraica di origini tedesche, Alberto (Abram) Michelstaedter (1850-1929) interpretò in maniera esemplare il tipo dell’ebreo emancipato e addirittura assimilato, incarnando con animo generoso, laborioso e sobrio l’ideale borghese della Bildung e della rispettabilità. Ferventi spiriti liberali e patriottici trapelano dalla sua attività di giornalista e conferenziere, mentre la sua produzione poetica ne riflette la capacità di distacco ironico e il temperamento gioviale, saldo anche a fronte dei noti eventi luttuosi che coinvolsero il figli Gino e Carlo. Anche dai profili biografici post mortem traspare l’immagine di una personalità capace di coniugare l’arte e l’erudizione con il commercio e il lavoro assiduo.
Per comprendere in modo approfondito la figura di Alberto Michelstaedter è dunque necessario prendere in esame sia le sue origini ebraiche, tanto cruciali quanto problematiche, sia i suoi sentimenti di italianità, presupposto per una reale integrazione culturale, sia la pratica della scrittura friulana, che costituisce un vero e proprio potenziamento dell’assimilazione, dal momento che nella Gorizia a cavallo fra i due secoli l’affermazione dell’identità friulana veniva strumentalizzata ai fini del nazionalismo italiano. Ma anche altri tratti sembrano avvicinare Alberto al tipo dell’intellettuale mitteleuropeo di stirpe ebraica. Se per un verso è stato colto il contrasto tra l’aspetto sereno, forte e positivo della sua maschera pubblica e le sofferenze nascoste nel groviglio della sua interiorità, non si è mai parlato della coesistenza in lui di due anime, forse in conflitto tra loro, sicuramente in ricerca di equilibrio: lo spirito contemplativo dell’intellettuale e lo spirito pratico dell’uomo d’affari. In questo dualismo, che il figlio ha percepito e ricondotto alla “rettorica” e alle convenzioni dei salotti borghesi, si può riconoscere non soltanto una più ampia crisi della figura dell’intellettuale, ma anche il tramonto di una precisa tradizione culturale che aveva saputo coniugare senza imbarazzo due ambiti apparentemente distanti, se non addirittura opposti.
Studi filologici e interculturali tra traduzione e plurilinguismo, a cura di Rita Scotti Jurić, Nada Poropat Jeletić, Isabella Matticchio, 2016
From the nineteenth century onwards, the translation has become a channel to enrich Friulian lang... more From the nineteenth century onwards, the translation has become a channel to enrich Friulian language and literature with new expressions. At the turn of the century, the writers from Gorizia widened the range of authors: the translation arose as an attempt to transpose the original poetic expression. Later, however, with Pasolini and his Academiuta di lenga furlana, translation becomes a free poetical re–creation, an imitation which relies on the musical and symbolic values of a marginal and mostly oral language. What comes after Pasolini, both in opposition and in continuity, is hardly conceivable without the renewal of Friulian literature and the grafting of the masterpieces of European literature onto Friulian culture. Translations not only become more frequent, but they cover several genres and an increasingly varied number of languages and names, involving centers of culture, institutions, individuals such as Giorgio Faggin, who confronted mainly with the poetical experience of over sixty European authors, especially Dutch or from northern Italy, or Pierluigi Cappello, who is known not only for his poetical activity, but also for his keen interest on translation; notwithstanding the assumption of untranslatability, he has always looked for the intensity and stylistic refinement.
I prums contac anter l poet de Grado Biagio Marin (1891–1985) y l scritour y sagist furlan Celso ... more I prums contac anter l poet de Grado Biagio Marin (1891–1985) y l scritour y sagist furlan Celso Macor (1925–1998) giata forma te n raport epistolar pié via de dezember dl 1984 tres la mediazion dl scritour y depenjadour Fulvio Monai y con l dejider de scrive, da pert dl poet, n contribut per la “Iniziativa Isontina” tla revista che Macor manajova. I doi inteletuai, che se encontova a livel leterar tla enrescida de formes de esprescion adatedes ence a n contest sozial che eliminova la pureza y l original, mess tost afronté na discuscion che peia via da na letra, meneda demez de dezember dl 1984 al foliet da vigni di “Il Piccolo” con chela che Marin damanova ciuldiche l auditore fossa vegnù dediché ot agn dant a la “cultura furlana”. Al poet, che protestova pervia che al vegniva sferié demez l carater talian da la cultura de Gorizia y che sotliniova l contribut pité sun l plan spiritual entant l prozes unitar, respogn Macor defenan chela intitolazion sciche at de giustizia per na cultura che fova steda dantaldut tl passé na componenta importanta dla zivilté de Gorizia y che tolova ite tl present l valour simbolich dla convivenza dignitousa anter etnies desvalives ma che rejonova una con l’autra. Entant l barat epistolar và la discuscion inant con tonns plu stersc azican i argomenc dla identité y dla interculturalité, ruvan a la fin a na sintesa plu auta, che toca – ence sce ala reconesc la dificolté da porté adum les posizions – sentimenc de stima y de respet un con l auter.
1. Il canto XI del Paradiso ha subito per decenni una singolare svalutazione. Soltanto nella seco... more 1. Il canto XI del Paradiso ha subito per decenni una singolare svalutazione. Soltanto nella seconda metà del Novecento sono stati riconsiderati sia il testo in sé, sia l'immagine che, attraverso di esso, Dante ha voluto dare del santo di Assisi. Le perplessità espresse a suo tempo da Francesco De Sanctis 1 sono di ordine squisitamenente letterario, ma hanno di fatto paralizzato l'approccio critico in tutti i suoi risvolti: l'XI e il XII del Paradiso sarebbero appesantiti da una «fredda» allegoria 2 e lo stesso «sublime disprezzo del santo per le cose terrene» non raggiungerebbe le vette della grande poesia dantesca 3 . A Umberto Cosmo il canto XI era apparso cerebrale, poco spontaneo 4 , carico di troppi particolari e curiosità storiche che appesantiscono la fantasia di Dante, per cui la figura di Francesco, forse perché tratteggiata da Tommaso 5 , si presenta più come opera di un filosofo che di un poeta, tanto da risultare debole sul piano lirico 6 . 1 Cfr. DE SANCTIS 1955, pp. 297-299. 2 «S. Francesco amava la povertà, e l'autore trasforma la povertà in una donna, ed in luogo di 2 «S. Francesco amava la povertà, e l'autore trasforma la povertà in una donna, ed in luogo di rappresentare i sentimenti ti fa una fredda allegoria» (ivi, p. 298). 3 «Certo in questa vita vi è qualche cosa di poetico, ed è il sublime disprezzo del santo per le cose terrene, quel suo combattere contro il proprio corpo, che egli chiamava il suo asino, come a nemico. Ma questo concetto perde di efficacia nella forma allegorica che gli ha dato il poeta» (ivi, p. 299). 4 «Ma troppo Dante aveva fino dalla sua prima giovinezza alimentato il proprio spirito di storia e di pensiero francescano, perché tale atteggiamento potesse spontaneamente germinare dal suo cuore» (COSMO 1936, p. 152). 5 «Così un canto con sì ardito volo incominciato e che ci doveva trasportare sull'ali della fantasia commossa per gli spazi infiniti del cielo, s'appesantisce in sulla fine e si costringe negli schemi logici d'un filosofo, che pare si sia assunto per officio l'erudire il proprio discepolo e scaltrirne lo spirito» (ivi, p. 170). 6 «Era tanto vissuto con Tommaso, aveva durato tanti sforzi per comprenderlo e compenetrarsene, che nel riviverlo come personaggio della propria azione, non si è saputo più liberare dalla costrizione di lui. Alto, solenne nell'enunciazione dei fatti storici, commoventesi nello scoprire le cause del loro divenire, sgomento nell'infinitezza della Provvidenza che ne tesse le fila, sottile nelle distinzioni, serrato nei raziocini; ma per ciò appunto, a volte, più filosofo che poeta, se al poeta è condizione essenziale la liricità onde investe l'oggetto della propria contemplazione, e per la quale anche il concetto più astruso si concreta in fantasma che vive la propria vita individua. Così quando il poeta si accostò alla parte più alta del proprio canto, a quella che doveva essere solo canto, non si seppe districare dalle maglie in che s'era irretito, e san Francesco gli stette dinanzi come persona che tu vedi sì chiaramente e con compiacimento, ma nella quale, per isforzi che faccia, non ti riesce d'internarti per sorprenderne l'intimo palpito e riviverne la vita» (ivi, pp. 170-171).
La didattica dell’italiano. Problemi e prospettive, a cura di Marcello Ostinelli, 2015
Questo volume riunisce gli atti del convegno Quale didattica dell'italiano? Problemi e prospettiv... more Questo volume riunisce gli atti del convegno Quale didattica dell'italiano? Problemi e prospettive dell'insegnamento dell'italiano che si tenne a Locarno al Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana nei giorni 17 e 18 ottobre 2014 e quelli del ciclo di lezioni Costruttori, rabdomanti, palombari. Il percorso dell'insegnante di italiano che si svolse tra l'autunno del 2013 e la primavera del 2014 all'Università della Svizzera italiana a Lugano. Entrambe le manifestazioni furono patrocinate dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, dall'Istituto di studi italiani dell'Università della Svizzera italiana e dal Dipartimento dell' educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino nell'intento di sostenere il progetto di istituire nella Svizzera italiana un Centro di didattica della lingua e della letteratura italiana. Al progetto sono associate ora anche l' Alta scuola pedagogica dei Grigioni e la sezione di lingua italiana dell'Istituto universitario federale per la formazione professionale con sede a Lugano. Oltre al Dipartimento dell' educazione, della cultura e dello sport del Cantone Ticino è pure interessato il Dipartimento dell' educazione, cultura e protezione dell'ambiente del Cantone dei Grigioni.
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
Nacque il 19 marzo 1892 a Gorizia, città in cui il padre Augusto, friulano, era titolare di una f... more Nacque il 19 marzo 1892 a Gorizia, città in cui il padre Augusto, friulano, era titolare di una farmacia. Conseguita la maturità nel 1910 presso lo Staatsgymnasium, si iscrisse alla Facoltà di medicina dell'Università di Vienna. Dopo un soggiorno di studio a Roma e alterne vicende, riuscì a laurearsi in piena guerra, il 2 luglio 1917. Essendo già stato richiamato al servizio militare, prestò la propria opera in qualità di tenente medico presso l'ospedale Donawitz di Feldbach, in Stiria. Dopo il crollo dell'Impero austroungarico e la fine della tragica esperienza bellica, ritornò a Vienna, dove nel 1923 sposò la scrittrice Helma Brock e nell'anno successivo si specializzò in urologia sotto la guida del prof. H. Rubritius della Allgemeine Poliklinik; a tale branca della medicina avrebbe dedicato in seguito un contributo scientifico imponente, non soltanto con la pluridecennale direzione della rivista «Urologia», ma soprattutto con oltre duecento tra monografie, relazioni e articoli tanto specialistici quanto divulgativi, che gli procurarono a livello internazionale la fama di fondatore della moderna scienza urologica in Italia. L'esercizio della professione e il costante servizio alla medicina lo portarono a risiedere in diversi luoghi: da Venezia a Feltre, Conegliano, Treviso, Trieste e Firenze, città nella quale si sarebbe fermato per più di vent'anni come primario dell'ospedale di Camerata. Nell'ultima fase del secondo conflitto mondiale sono state le pagine del vocabolario di Iacopo Pirona (V.) e quelle poetiche di Ermes di Colloredo (V.) a ricondurlo, di volta in volta, al Friuli dell'infanzia, facendo affiorare in lui una sensibilità fino ad allora sopita; quelle stesse pagine costituirono anche una sorta di filtro (e niente più) per le prime due esili raccolte, composte a Conegliano e sciolte da qualsiasi aggancio con la tradizione, «Una urgenza emotiva legata al tempo e allo spazio e, insieme, svincolata dalle angustie dello spazio e dall'ombra del tempo» (Pellegrini): Vot poesiis [Otto poesie] (1944) e Altris poesiis Il medico Franco de Gironcoli in un ritratto giovanile.
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
Nacque a San Valentino di Fiumicello (Udine) il 9 ottobre 1882. Su invito del parroco e maestro d... more Nacque a San Valentino di Fiumicello (Udine) il 9 ottobre 1882. Su invito del parroco e maestro don Zogovich, il padre, oste del paese, lo iscrisse allo Staatsgymnasium di Gorizia, dove il giovane si segnalò per l'intelligenza vivace e per l'attitudine allo studio delle lingue. Al ginnasio, P. conobbe Giovanni Battista Brusin (V.), intrecciando un rapporto d'amicizia che avrebbe rivestito nei decenni successivi un notevole rilievo. Dopo la maturità, conseguita nel 1903-1904, l'eccellente competenza linguistica acquisita nella giovinezza sarebbe stata ulteriormente consolidata negli anni della formazione universitaria, ricevuta a Innsbruck, sotto la guida di Theodor Gartner, e a Vienna, nel 1905, con Adolfo Mussafia e Wilhelm Meyer-Lübke. Gli studi si conclusero nell'anno accademico 1907-1908 a Innsbruck con la discussione di una tesi in filologia romanza e germanica (Die germanischen Elemente im Isonzofriaulischen und grammatische Bearbeitung derselben), ma il rapporto con quella che fu da lui percepita come la lingua dei dominatori rimase problematico, ed è dunque significativo sul piano degli orientamenti ideologici e politici il fatto che, in seguito, P. si sarebbe dedicato a essa soltanto in alcune pregevoli traduzioni letterarie, nella stesura di due grammatiche per l'apprendimento (insieme con Emilio Bidoli) e nell'insegnamento scolastico. Dal 1907, infatti, P. fu docente di lingua e letteratura tedesca nell'I.R. Ginnasio superiore di Capodistria, e nel 1912 passò al Ginnasio superiore comunale F. Petrarca di Trieste. Presidente, fin dalla giovinezza, dell'Unione dei giovani friulani, associazione irredentistica goriziana, per due volte venne arrestato e processato dalle autorità dell'Impero: nel 1903 per aver preso parte alle manifestazioni udinesi, e nell'anno successivo per essere stato coinvolto a Innsbruck nelle giornate studentesche che rivendicavano una università italiana a Trieste. A causa dei sospetti politici che gravavano su di lui, anche durante il primo conflitto mondiale venne sospeso dall'insegnamento e «tenuto in disposizione». Dopo aver Il glottologo Ugo Pellis (Udine, Civici musei, Fototeca).
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
gnito della commenda dell'ordine pontificio di S. Gregorio Magno. Quanti hanno scritto su di lui,... more gnito della commenda dell'ordine pontificio di S. Gregorio Magno. Quanti hanno scritto su di lui, ne hanno messo in evidenza l'umanità, la religiosità, l'audacia nell'ideare progetti di ricerca innovativi e la perseveranza nel cercare di realizzarli con continuità e con mirabile unità di intenti.
«Quaderni dell’Associazione della Carnia Amici dei musei e dell’arte», 2007
Giovani voci poetiche dall'Europa contemporanea
Oltre i confini. Scritti in onore di don Luigi Tavano per i suoi 90 anni, 2013
Tresesin. Ad Tricensimum, 2011
Multas per gentes. Omaggio a Giorgio Faggin, 2009
Linea Milano-Gorizia, il centro che si relaziona con la periferia? Oppure è la periferia che inve... more Linea Milano-Gorizia, il centro che si relaziona con la periferia? Oppure è la periferia che investe di parole, domande e suggestioni il centro? Frutto di una lunga e puntigliosa ricerca, il volume, denso per notizie, nomi ed atmosfere, offre l’edizione critica dello scambio epistolare, dai toni e dalla severità mitteleuropea, intercorso tra il maggiore germanista e traduttore italiano Ervino Pocar (Pirano d’Istria 1892 - Milano 1981) e lo scrittore e giornalista isontino Celso Macor (Versa di Romans d’Isonzo 1925 - Gorizia 1998). Nelle quasi duecento lettere (1967-1981) si vede nascere, dapprima timidamente, poi in modo più risoluto, una profonda e solida amicizia, ma si intuiscono anche le lotte che i due interlocutori stanno combattendo: per Pocar è la lotta con il tempo, per cercare di completare, in un «lungo inverno d’anni ancora fecondi» alcuni ambiziosi e sfibranti progetti di traduzione e di edizione di opere di autori tedeschi e austriaci; per Macor, invece, è la lotta con la parola, per illuminare con i versi di una «umanissima intramontabile poesia» quel mondo friulano ormai giunto al crepuscolo; per entrambi si tratta dell’iter appassionato e faticoso verso una (ri)creazione letteraria innervata di idealità non soltanto artistica, ma anche civile. Dal carteggio, che si dipana lungo una quindicina d’anni, emerge infine il coinvolgimento di entrambi gli intellettuali nella vita culturale goriziana negli anni Settanta, in particolare per la realizzazione di volumi ancor oggi preziosi, come quello pubblicato per celebrare il bicentenario dalla prima ascensione del Triglav, o quello dedicato alla figura dell’artista futurista Sofronio Pocarini, fratello di Ervino.
Nella produzione encomiastica del Settecento friulano, rigogliosa sia sul versante veneto che su ... more Nella produzione encomiastica del Settecento friulano, rigogliosa sia sul versante veneto che su quello arciducale, trova spazio anche una raccolta poetiche di pertinenza goriziana che comprende numerosi componimenti in più lingue: essa celebra infatti con un largo ventaglio di idiomi l’importante ruolo ricoperto da Giovanni Filippo conte di Cobenzl nella stipula del trattato di Teschen tra l’Austria e la Prussia (1779). L’intervento si concentrerà sulla seconda raccolta: ne rammenterà brevemente la fortuna critica e passerà in rassegna i promotori, gli autori e le lingue coinvolte; ne coglierà i nessi con quella fitta rete di relazioni che di lì a poco si sarebbe consolidata nell’Arcadia romano-sonziaca; ne presenterà i nuclei tematici, gli agganci intertestuali e le soluzioni metriche e stilistiche, isolando gli elementi di continuità e quelli di discontinuità rispetto alla tradizione arcadica; mostrerà, infine, come i componimenti di questa raccolta veicolino anche un messaggio ideologico che non si limita al mero e prevedibile contenuto encomiastico.
Federica Cugno e Matteo Rivoira, Università di Torino L'Atlante Linguistico Italiano: uno strumen... more Federica Cugno e Matteo Rivoira, Università di Torino L'Atlante Linguistico Italiano: uno strumento di conoscenza del patrimonio linguistico e storico-culturale CERIMONIA DEL CENTENARIO Ore 15.30, sede della Scuola di danza "Tersicore" già sede del Consiglio comunale (g.c.) Via Crispi, 1 Intervento musicale del Gruppo Vocale Farra L'ATLANTE DELLA MEMORIA Ore 17.30, Kinemax Piazza della Vittoria, 41 Anteprima assoluta del film documentario L'Atlante della Memoria, ispirato alla vita e all'opera di Ugo Pellis Regia di Dorino Minigutti Dialogherà con il regista Nicola Cossar Ingresso su prenotazione fino ad esaurimento dei posti disponibili
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Mai come chest an o sin contents di jessi a Aplis di Davâr pe tierce edizion de Scuele di Avost! ... more Mai come chest an o sin contents di jessi a Aplis di Davâr pe tierce edizion de Scuele di Avost! Ce che al è sucedût ca a la fin di Otubar dal an passât nus à fat nassi la esigjence di inviâ une riflession serie par comprendi alc di plui dal nestri teritori e dai cambiaments in vore. Al è nassût cussì il teme di chest an: Paisaç ambient e teritori par imparâ a lei ce che nus stâ ator di un pont di viste gjeografic, leterari, antropologjic, climatic e ancje par imparâ a cjalâlu midiant dal zûc, de tecnologjie, de esperience, des tecnichis teatrâls o artistichis, miscliçant cognossince e creativitât intune ricete che e vûl alimentâ, come simpri, la cussience des oportunitâts infinidis dal insegnament dal furlan a scuele. A son tantis lis personis che a metaran a disposizion la lôr professionalitât e a dutis al va il nestri ringraciament. Un biel jutori par cheste edizion nus ven de Universitât di Udin e dai siei docents presints ducj i dîs, ma in maniere particolâr martars ai 27 di Avost cu la gjestion di une zornade interie! Ocasions di no pierdi! La Scuele di Avost e je un percors di formazion articolât e increditât daûr des Liniis Vuide MIUR 2016-19. E je vierte ai insegnants di ducj i ordins scolastics (dal asîl nît aes scuelis superiôrs). La partecipazion e je libare e gratuite: si pues iscrivisi a dut il percors formatîf, dome a une zornade o dome a une o plui lezions. I timbris te tessare personâl a atestaran lis oris fatis (cui che nol à ancjemò la tessare la varà in cheste ocasion domandantle tal moment de iscrizion ai 26 di Avost). Al è pussibil fermâsi e stâ te stesse struture dulà che si ten il cors o in struturis dongje. La prenotazion e lis spesis par durmî e par mangjâ a son a caric di ognidun dai partecipants. Si domande di segnâsi ae iniziative (specificant i laboratoris sielts) dentri di martars ai 20 di Avost midiant de schede di iscrizion disponibile tal sît www.scuelefurlane.it. La schede e va compilade in dutis lis sôs vôs e inviade ae direzion info@scuelefurlane.it, la iscrizion e je valide dome se us rivarà une rispueste di conferme, se no clamait il 0432.501598 (int.5). La iniziative e previôt no plui di 100 iscrits. Se cualchidun al è interessât a un servizi di centri estîf pai fîs che nus al domandi vie mail e nô o darìn lis informazions par cjapâ contats direts. Par vê plui informazions si pues clamâ li dal Docuscuele, des 9:00 aes 13:00 di lunis a vinars al 0432.501598-int. 5 o scrivint une mail a info@scuelefurlane.it. DOCUSCUELE CENTRI REGJONÂL DI DOCUMENTAZION RICERCJE E SPERIMENTAZION DIDATICHE PE SCUELE FURLANE li de Societât Filologjiche Furlane, vie Manin 18-33100 Udin tel. 0432.501598-int. 5 | info@scuelefurlane.it | www.scuelefurlane.it
Dopo dal sucès de Summer School di furlan par insegnants de scuele de infanzie, primarie e second... more Dopo dal sucès de Summer School di furlan par insegnants de scuele de infanzie, primarie e secondarie di prin grât dal an passât, o sin a presentâus il program de seconde edizion. Il lûc al è confermât e cussì o passarìn trê dîs insiemi tal incjant des monts a Davâr, localitât Aplis, par partecipâ a un percors di formazion articolât e increditât daûr des Liniis Vuide MIUR 2016-2019.
Il program al previôt lezions frontâls cun esperts docents de Universitât e professioniscj che a tignaran aprofondiments di linguistiche, gramatiche, leterature e didatiche, oltri aes ativitâts laboratoriâls che a permetaran di cognossi e meti in pratiche metodologjiis inovativis e buinis pes diferentis etâts dai students (art, storie, musiche, tecnichis artistichis, bai tradizionâi, visitis compagnadis tal teritori oltri a dut il rest...).
La partecipazion e je libare e gratuite: si pues iscrivisi a dut il percors formatîf, dome a une zornade o dome a une o plui lezions, i timbris te tessare personâl a atestaran lis oris fatis (cui che nol à ancjemò la tessare la varà in cheste ocasion domandantle tal moment de iscrizion ai 27 di Avost).
Al è pussibil fermâsi e stâ te stesse struture dulà che si ten il cors o in struturis dongje. La prenotazion e lis spesis par durmî e par mangjâ a son a caric di ognidun dai partecipants.
Si domande di segnâsi ae iniziative (specificant i laboratoris sielts) dentri di lunis ai 20 di Avost midiant de schede di iscrizion disponibile tal sît www.scuelefurlane.it. La schede e va compilade in dutis lis sôs vôs e inviade ae direzion info@scuelefurlane.it, la iscrizion e je valide dome se us rivarà une rispueste di conferme, se no clamait il 0432.501598 (int.5).
La iniziative e previôt massime 100 iscrits.
Al è disponibil ancje il servizi dal Centri Estîf di Tumieç par intratignî i fruts (dai 3 ai 11 agns) tes oris des lezions. Il servizi al è organizât de cooperative sociâl Maciao che si pues contatâ al n. 0433 468141 par acuardis direts (la cooperative e je sierade par feriis dai 13 ai 17 di Avost).
Par vê plui informazions si pues domandâ ae referente dal Docuscuele, dot.e Antonella Ottogalli, clamant des 9:00 aes 13:00 di lunis a vinars al 0432.501598 - int. 5 o scrivint une mail a info@scuelefurlane.it.
Im Jahr 1942, mitten im Zweiten Weltkrieg, wird das Büchlein "Poesie a Casarsa" von Pier Paolo Pa... more Im Jahr 1942, mitten im Zweiten Weltkrieg, wird das Büchlein "Poesie a Casarsa" von Pier Paolo Pasolini in Bologna veröffentlicht. Der damals knapp zwanzigjährige Autor pflegt eine stark emotionale Beziehung zum friulanischen Heimatdorf seiner Mutter: Casarsa. Dieses Werk wird die Grundlagen für eine neue Poetik schaffen und den Beginn einer neuen Ära für die friaulische Literatur markieren. In dieser Phase der literarischen Produktion Pasolinis ist das Friulanische kein Kommunikationsmittel, sondern eine reine Sprache der Dichtung und für die Dichtung. Aber seine Kenntnisse des Friulanischen waren noch nicht gefestigt, nicht systematisch, sondern fragmentarisch und unpräzise. Die Entwicklung der folgenden Gedichtsammlungen macht Pasolinis Werk interessant, nicht nur von einem stilistischen, sondern auch von einem sprachlichen Gesichtspunkt aus betrachtet. Seine Sprachauffassung trennt Pasolini von den anderen friulanischen Autoren, insbesondere von Giuseppe Marchetti, für den das Friulanische nicht das bevorzugte Mittel für den kommunikativen Akt war, sondern eine vollberechtigte Sprache, ein kollektiver Ausdruck, gültig für jeden Bereich der Kommunikation.
Nol è dificil cjatâ un element in comun jenfri Maria Forte, Toni Fuartece e Pieri Menis: ducj i t... more Nol è dificil cjatâ un element in comun jenfri Maria Forte, Toni Fuartece e Pieri Menis: ducj i trê, di fat, a àn vût une grande passion pe peraule lete e pe peraule scrite, ma ognidun di lôr al à savût puartâ indenant cheste passion intun mût diferent e origjinâl: Maria Forte e à doprât cun finece lis peraulis tes sôs poesiis ma soredut tai siei romançs; Antonio Faleschini, inemorât intes storiis scoltadis di frut ator dal fogolâr di cjase, al à scrit tantis voris di storie locâl, regjonâl e nazionâl; e Pieri Menis al à salvât intes sôs contis lis peraulis de emigrazion pes Gjermaniis.
Vie pai secui la produzion in prose de leterature furlane e à gjoldût di mancul fortune rispiet a... more Vie pai secui la produzion in prose de leterature furlane e à gjoldût di mancul fortune rispiet a chê poetiche. Lis resons dal parcè che i scritôrs a àn preferît la poesie a cambiin daûr des epochis, ma cheste sielte, dut câs, e à puartât a une diferenziazion: se la poesie, massime pal furlan centrâl, e va indenant in maniere lineâr dal Cinccent fin al dì di vuê, la prose e marche dai vueits, e no dome pe pierdite di materiâl; i tescj, in fin dai fats, a son di mancul, ma forsit, propit par chest, ancjemò plui preseôs. Sul valôr de prose furlane Giorgio Faggin al à vût scrit: «Il friulano cioè non è usato come un mero vernacolo, idoneo soltanto a consentire una letteratura di second'ordine, ma è scelto per esprimere i concetti più elevati attraverso una forma sorvegliata ed elegante». Il cors al pontarà sul disvilup de prose par furlan massime te plui resinte ete moderne e ta chê contemporanie. A saran presentâts i autôrs plui significatîfs, sedi tal furlan centrâl chê te varietâts locâls, cun aprofondiments in forme monografiche su cualchi scritôr. Il cors al è a gratis. Al sarà inviât cun almancul 15 iscrits e al varà no plui di 50 partecipants. La formazion e je ricognossude daûr des liniis vuide MIUR 2016-2019; cu la frecuence di almancul il 75% des oris di lezion si varà un atestât a pueste.
Libri di conti delle parrocchie trentine come fonte per la storia dell'allevamento nel tardo medi... more Libri di conti delle parrocchie trentine come fonte per la storia dell'allevamento nel tardo medioevo Emanuele Curzel Università degli Studi di Trento La collegiata di San Candido in Val Pusteria e le sue alpes. Liti e controversie a cavallo dello spartiacque alpino fra XII e XVI secolo Walter Landi Archivio provinciale di Bolzano
al presentarà la opare HANS KITZMÜLLER par cure di RIENZO PELLEGRINI e GABRIELE ZANELLO Martars a... more al presentarà la opare HANS KITZMÜLLER par cure di RIENZO PELLEGRINI e GABRIELE ZANELLO Martars ai 10 di Avrîl dal 2018 · Aes 20.30
La prime edizion di une "Summer School" di furlan par insegnants de scuele de infanzie, primarie ... more La prime edizion di une "Summer School" di furlan par insegnants de scuele de infanzie, primarie e secondarie di prin grât. Trê dîs di passâ insiemi tal incjant des nestris monts a Davâr, localitât Aplis, par partecipâ a un percors di formazion articolât e acreditât daûr des Liniis Vuide MIUR 2016-2019.
Nel 1593 viene stampato a Francoforte, a cura di Hieronymus Megiserus (ca. 1554-1619) e per i tip... more Nel 1593 viene stampato a Francoforte, a cura di Hieronymus Megiserus (ca. 1554-1619) e per i tipi di Johann Spieß, lo "Specimen quadraginta diversarum atque inter se differentium linguarum et dialectorum, videlicet Oratio dominica totidem linguis espressa". Accanto alla versione ebraica, a quelle in sardo, in «retico», nella «lingua indiana» del Nuovo Mondo e a molte altre, nell’opuscolo viene inclusa anche la traduzione del Pater noster nella «Goritianorum et Foroiuliensium lingua». Gli scopi delle traduzioni e della pubblicazione traspaiono già dal titolo: non una raccolta di testi devoti o liturgici, ma un saggio con intenti etnografici o diretto a soddisfare la curiosità dei lettori verso l’esotico, sulla scia di analoghi esperimenti di Gessner (1555) e Rocca (1591). La comparsa del friulano in un simile opuscolo a stampa è un fatto in sé significativo, che induce per un verso a indagare i caratteri linguistici del breve testo, per un altro a scrutarne la valenza geopolitica (si parla di «Goritianorum et Foroiuliensium lingua»), per un altro ancora a contestualizzarne la presenza e a tentare di individuarne la paternità. Ma a fini strettamente linguistici tornerà utile il confronto con altri testi coevi, e in particolare con la novella «in lingua furlana» inclusa negli Avvertimenti della lingua sopra ’l Decamerone di Lionardo Salviati: in entrambi i casi si tratta di testi a stampa, e di testi in qualche misura “servili”.
La fortuna di questa prima traduzione offerta da Megiser sarà secolare: essa comparirà nuovamente nella "Cosmographia generalis" di Paulus van Merle (1605), nel "Pater noster, oder das Vader unser inser in viertzig unterschiedlichen Sprachen" di Georg Pistorius Mauer (1621), in "An essay towards a Real Character and a Philosophical Language" di John Wilkins (1668), nell’"Oratio dominica" di Dan. Brown (1713), in un volume stampato da John Chamberlayne ad Amsterdam nel 1715 ("Oratio dominica in omnium gentium linguis", 1715), e in analoghe opere di Jean Joseph Marcel (1805) e Giovanni Battista Bodoni (1806), fino al "Mithridates oder allgemeine Sprachenkunde mit dem Vater Unser als Sprachprobe in beynahe fünfhundert Sprachen und Mundarten" di Johann Christoph Adelung (1809).
A questo filo di trasmissione pressoché univoca vanno affiancandosi, a partire dal 1745, le traduzioni di destinazione devota, solitamente incluse nei catechismi o nei libretti di preghiere in friulano destinati al popolo: versioni in cui alcuni significativi scarti di resa lessicale lasciano intuire anche difformità interpretative se non addirittura dottrinali. Seguendo questa scia si giunge a quello che, rispetto a Megiser, costituisce l’altro polo della storia traduttiva del Pater noster, vale a dire la recente versione contenuta nella "Bibie" in lingua friulana (1997): una traduzione più consapevole, più sensibile alle esigenze della scienza biblica contemporanea, e per questo divenuta ufficiale e adottata anche a livello liturgico.
«Revue de Linguistique Romane», 2018
«Revue de Linguistique Romane», 2018