Marco Giani | Università Ca' Foscari Venezia (original) (raw)
Books by Marco Giani
Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei ... more Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei Mondiali di calcio femminile in Francia, espugnano finalmente il cuore di italiani e italiane. Sebbene alla vigilia nessuno avrebbe scommesso neanche sul passaggio del girone, la cavalcata di Sara Gama e compagne si ferma solo ai quarti di finale. Mentre le azzurre vengono ricevute dal presidente Mattarella, le statunitensi, guidate da una Megan Rapinoe in stato di grazia, vanno a vincere la loro quarta Coppa del Mondo. Nel farlo, litigano con tutti, dalla federazione, che non riconosce il loro diritto a un equal pay rispetto ai loro (assai più scarsi) colleghi maschi, al presidente Trump, irritato per la sfrontatezza della capitana, attivista LGBTQ+ e icona di un’America opposta a quella del tycoon. Così, mentre a New York Rapinoe arringa la folla agitando questa visione alternativa, al Quirinale Gama ricorda più sommessamente, ma con grande fermezza e decisione, che le sportive italiane hanno le stesse prerogative dei loro colleghi: cosa aspetta l’Italia a riconoscere il diritto al professionismo anche alle donne? In occasione della nuova, attesissima edizione del Mondiale femminile, Capitane coraggiose racconta i diversi contesti in cui si collocano le storie e le strategie comunicative di queste due grandi leader sportive. Un viaggio nel mondo dello sport femminile di squadra (tuttora ignorato da una narrazione ancorata alla figura della sportiva singola, eroica ma isolata) che mette a nudo i pregiudizi ancora vivi e pulsanti nel cuore dell’Occidente e ci ricorda come il coraggio non incida mai nella Storia se non è accompagnato da una sana dose di realismo, cioè di politica.
Theses by Marco Giani
"Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian politic... more "Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian political thought. Careful reader of Machiavelli and Guicciardini, he tried to mix together the new ideas from Florence and the Venetian and classical tradition he belonged to. This research would like to explore the lexicon used by Paruta, in order to reach a better historical and semantic interpretation. It is composed by: a bio-bibliographical introduction; a general summary; a selected lexicon from Paruta's political works (with occurrences); conclusions.
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Paolo Paruta (1540-1598) può essere considerato il portavoce del pensiero politico veneziano di fine XVI. Lettore attento di Machiavelli e di Guicciardini, provò a far incontrare le novità fiorentine con le tradizioni cittadine e classiche da cui proveniva, giungendo ad una sintesi originale. La ricerca intende scandagliare il lessico utilizzato da questo scrittore, al fine da darne una più chiara caratterizzazione semantica e storica. Ad una parte introduttiva bio-bibliografica segue un profilo contenutistico generale, un lessico politico parutiano ragionato (allegate le occorrenze), delle conclusioni sintetiche."
Papers by Marco Giani
Studi Piemontesi, 2023
La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, non... more La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, nonché una figura interessante per capire l’ambigua valorizzazione dello sport femminile operata dal regime durante il Ventennio fascista. In gioventù, nella Torino degli anni Venti, Marina fu una sportiva di discreto livello: si dedicò a livello agonistico all’atletica leggera (1922-1927) e alla pallacanestro (1924-1925), e solo in un secondo momento alla scherma (1931-1937). A partire dall’estate 1929 Marina incominciò la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica leggera, che mantenne fino al 1933; fra il 1930 e il 1931 si occupò anche della pallacanestro. Grazie al suo ruolo, Marina aiutò molto lo sviluppo dell’atletica leggera, e si spese per le proprie atlete, ad es. accompagnandole durante le trasferte internazionali; d’altra parte, sostenne con convinzione sulla stampa le ragioni ideologiche ed eugenetiche del regime sul tema dello sport femminile. Figura assimilabile per molti aspetti a quella della francese Alice Milliat (con la quale collaborò, all’interno della FSFI), Marina Zanetti terminò bruscamente la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica nel 1933, probabilmente perché troppo legata politicamente a Leandro Arpinati.
: Battente, Saverio / Cacciuni Angelone, Mimmo / Guazzoni, Deborah (eds.): Un secolo di basket in Italia, 2023
Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calci... more Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calcio) la pallacanestro come sport femminile di squadra in un’Italia nella quale la pallavolo era ancora un sport semi-sconosciuto, relegato di fatto ad alcune esperienze dopolavoristiche. La vittoria dell’Europeo 1938, ospitato a Roma, è giustamente ricordata come un grande successo internazionale dello sport azzurro di questo periodo, frutto di un movimento nazionale incarnato nella massima serie in quegli anni dominato dalle squadre milanesi.
Nell’intervento si proporranno alcuni spunti di ricerca utili ad approfondire meglio perché sia corretto affermare dal punto di vista storiografico che la pallacanestro, fra 1922 e 1943, abbia avuto “un sensibile impatto sulla nascita dell’emancipazione di genere attraverso lo sport”. Prima di tutto, si uscirà dalla storia agonistica propriamente detta per alcuni affondi di storia sociale, utili a comprendere come l’esperienza sportiva delle cestiste le emancipasse realmente a livello sociale: nelle testimonianze superstiti molte di loro sottolineano l’eccezionalità della possibilità di viaggiare in lungo e in largo per l’Italia (le trasferte), del far parte di un collettivo al femminile relativamente più libero ed autogestito di quanto avvenisse in uno spogliatoio “singolare” di atletica o di nuoto (la squadra), dell’essere riconosciute pubblicamente per le loro vittorie sportive (i premi). In secondo luogo si affronteranno alcuni ambiti ancora poco studiati dal punto di vista agonistico, come quello delle associazioni giovanili di regime (ONB, poi GIL), e quello universitario (i GUF): per comprendere la porosità fra questi mondi e quello del Campionato nazionale organizzato dalla FIP verrà analizzato il ruolo di “apostola” del basket svolto dall’azzurra Bruna Bertolini fra le universitarie del GUF Milano all’inizio del 1933. Si proporranno poi alcuni interessanti carotaggi provenienti dal mondo della pallacanestro femminile delle periferie d’Italia (province, ma anche colonie), raggiunti solo negli anni Trenta e negli anni Quaranta da quel movimento che negli anni Venti aveva già toccato le grandi metropoli dell’Italia Settentrionale. Infine, si accennerà ai rapporti che la pallacanestro femminile (comunque in mano a dirigenti maschili, nell’Italia del Ventennio, e quindi soggiacente alle loro direttive) intratteneva a livello sistemico con gli altri sport femminili all’epoca diffusi nel nostro paese.
In: Bradaš, Marija / Maiolini, Elena Valentina / Rinaldin, Anna (eds.): Dall’affetto al morso. Storie e significati di nove parole. Dueville: Ronzani, 2023
Articolo monografico sul significato del sostantivo "neutralità" nel lessico politico del venezia... more Articolo monografico sul significato del sostantivo "neutralità" nel lessico politico del veneziano Paolo Paruta (1540-1598).
Ultimo Uomo, 2022
Articolo per Ultimo Uomo di approfondimento sul calcio femminile in Russia, fra persistenza degli... more Articolo per Ultimo Uomo di approfondimento sul calcio femminile in Russia, fra persistenza degli stereotipi sessisti di era sovietica, tentativi di globalizzazione e esclusione dall'Europeo di Inghilterra 2022
Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Feder... more Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Federica Seneghini "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini" (título original: "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce"). Obra dedicada a la historia italiana de los prejuicios machistas contra las mujeres futbolistas.
Índice del ensayo: [1] ¿El fútbol no es deporte para señoritas?; [2] ¿Deporte «masculino» y deporte «femenino»?; [3] ¿Italianas que juegan al fútbol?; [4] Una nueva práctica social: la afición femenina; [5] Un pasatiempo para las ciudadanas (¡y para los milaneses!); [6] Tifosinas bastante polémicas; [7] Las preguntas de Ninì: de la afición pasiva al fútbol activo; [8] A la luz del día: las condiciones del fútbol; [9] La lucha fuera del campo por el derecho a jugar; [10] Los prejuicios de 1933; [11] Hacerse un hueco en la Italia fascista; [12] El final del sueño, el retorno de la política; [14 ] La motivación olímpica; [15] Cae el telón; [16] Viejos prejuicios difíciles de eliminar.
El ensayo se puede descargar en: http://altamarea.es/historiadeunalucha.pdf
Para adquirir un ejemplar de "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini": https://altamarea.es/producto/las-futbolistas-que-desafiaron-a-mussolini/
Studi Piemontesi, 2021
Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had... more Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had a great career in the 1920s-1940s' Italian athletics movement, whom the Fascist Regime greatly supported. Nevertheless, during World War II they both joined the Italian Resistance in their hometown. The essay is focused on the first part of Lydia Bongiovanni's life and career. Lydia, the younger sister of mathematician Emilia, was trained firstly by the Società Ginnastica Torinese (SGT), which was still influenced by Andreina Sacco. Then Lydia won her first medals, such as her SGT mates (Giovanna Virengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi, Vittorina Vivenza), before leaving SGT and joining the GUF Torino. In 1933, Lydia won two gold medals at the International University Games held in Turin.
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Le atlete torinesi Lydia Bongiovanni (1914-1998) ed Elda Franco (1924-2013) vissero da protagoniste la felice stagione dello sport femminile sotto il regime fascista, interessato al suo sviluppo per fini eugenetici: durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, militarono entrambe nelle fila della Resistenza cittadina. Il saggio ricostruisce la prima parte della vita e dalla carriera di Lydia Bongiovanni (sorella minore della matematica Emilia), dall’avviamento allo sport presso la Società Ginnastica Torinese dominata ancora dalla figura di Andreina Sacco, ai primi successi (soprattutto nei salti, e nella staffetta) assieme a sodali quali Giovanna Viarengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi e Vittorina Vivenza, fino al passaggio al Guf Torino e alle due medaglie d’oro conquistate ai Giochi Universitari Internazionali, disputati a Torino nel settembre 1933.
In: Guazzoni, Deborah / Monaco, Matteo (eds.): Sport e rivoluzione, 2021
Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milan... more Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milanese del 1933, boicottato dal regime eppure al contempo figlio di quella temperie.
Sommario:
[1] Abbandonare il mito, entrare nella stori(ografi)a
[2] "Un'idea": e perché no?
[3] Giochi d'estate: iniziative femminili e maschili
[4] Chiedere permessi: dall'Ufficio milanese al CONI romano
[5] Ritagliarsi uno spazio nella terra di nessuno delle istituzioni sportive
[6] Il sostegno di Arpinati
[7] I cambi della guardia estivi e il turning point di fine luglio
[8] Reprimere il calcio femminile italiano, cioè boicottarlo
[9] Conclusioni
Il Presente e la Storia, 2021
Articolo dedicato alla rappresentazione della donna alpinista nel fascicolo "La Paula" (1934), fi... more Articolo dedicato alla rappresentazione della donna alpinista nel fascicolo "La Paula" (1934), firmato da Vittorio Varale.
Annuario dell'Archivio di Stato di Milano, 2020
The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused ... more The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused by researchers, such as a file on Gabriella “Gaby” Angelini’s death (1932/1933). Gaby was a young Milanese aviator, the first Italian woman to fly alone to several North-European countries in the summer of 1932. A few months later, while flying from Rome to Delhi, she died in an airplane crash in the Libyan Desert. The file preserved in the Milan State Archive sheds light on how the Fascist regime was able to control the news about Gaby’s death, and on the funeral ceremonies held in Milan in mid-December 1932, when public rituals previously reserved to men were extended to this young girl, a sporting symbol of the Fascist “new woman”.
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L’Archivio di Stato di Milano contiene molte fonti per la storia dello sport tuttora non studiate, fra cui un fascicolo sulla morte di Gabriella “Gaby” Angelini (1932/1933). Gaby era una giovane aviatrice di Milano, la prima italiana a volare da sola, in un tour nord-europeo che la tenne occupata per l’estate del 1932. Qualche mese dopo, durante il raid Roma-Delhi, Gaby morì in un incidente nel Deserto Libico. Il fascicolo conservato nell’Archivio di Stato di Milano fa comprendere le modalità tramite cui il regime fascista riuscì a controllare il flusso di informazioni sia riguardo alla tragedia, sia riguardo i funerali, celebrati a Milano a metà di dicembre. A Gaby, incarnazione sportiva della “donna nuova” vagheggiata dal Fascismo, furono estesi rituali pubblici solitamente riservati agli aviatori maschi.
Quaderni Veneti, 2019
The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbish... more The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbishop of Nicosia (Cyprus) before the Ottoman conquest, as an important character of his 1579 dialogue Della Perfettione della vita politica. Mocenigo, a most prominent member of the contemplative party, is depicted by Paruta as a sort of bishop-philosopher, very optimistic about the fact that Aristotelian philosophy (as it was still taught in the University of Padua in the mid-16th century) could help the search for human reason. Yet, Mocenigo was persecuted by the Roman Inquisition for his not-fully orthodox religious beliefs. In the essay, a comparison between Mocenigo as historical man and Mocenigo as Perfettione’s fictional character is developed.
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All'interno del suo dialogo Della Perfettione della Vita Politica (1579), lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta utilizza Filippo Mocenigo, ultimo vescovo cattolico di Nicosia (Cipro) prima della conquista ottomana. Mocenigo, membro importante del gruppo dei contemplativi della Perfettione, è dipinto da Paruta come una sorta di vescovo-filosofo, assertore del fatto che la filosofia aristotelica possa aiutare la ricerca della ragione umana. D'altra parte, nel corso della sua esistenza storica, Mocenigo venne perseguitato dall'Inquisizione Romana a causa del suo credo eterodosso. Il saggio sviluppa dunque un confronto fra il Mocenigo-uomo reale , e Mocenigo-personaggio di Paruta.
Monaco, Matteo / Stelitano, Antonella (eds.), Donna e sport nella storia d’Italia. Atti del VII Convegno Nazionale SISS, 2020
Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che rip... more Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che riprende e rielabora l'intervento al Convegno Nazionale SISS di Treviso 2018, sul quale vd. https://www.storiasport.com/file/convegno-treviso-abstract-book.pdf
PreText, 2020
Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il ... more Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il dicembre 1933 dalla Tipografia Vecchi, e dedicata nello specifico alle adolescenti. Si analizza in particolare il grande spazio dato allo sport, ed una inchiesta fra le lettrici su questo argomento: "Quale sport preferite e quale vi sembra più elegante e per- ciò meglio adatto alla grazia femminile? E qual è il vostro ideale sportivo?".
In: Laureys, Marc / Kraye, Jill / Lines, David A. (ed.): Spheres of Conflict and Rivalries in Renaissance Europe. Bonn: V&R unipress / Bonn University Press.
Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dial... more Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dialogue Perfettione della vita politica (1579), readers are introduced to the sphere of the Venetian ruling class. Paruta emphasizes its unity: Venice must show just one face, since the public image of a harmonious ruling class ought to be maintained. Living within this closed inner sphere is an art that must be taught, as demonstrated in a juvenile causa ‘debate’ between Paruta and his friend Angelo Dolfin, about the Republic’s policy during the Great Siege of Malta (1565). At the same time, Paruta, as a sort of Venetian champion, had to face the external sphere of Florence: his Discorsi politici (1599) show that – as a political writer in the age of the Counter-Reformation – Paruta had to respond to what Machiavelli had written; as a historiographer of the Wars of Italy, he could not ignore Guicciardini’s opinions about Venice’s deeds. In order to secure total victory, Paruta decided to use his enemies’ linguistic weapons; but he did not realize that those weapons were poisoned with the new, modern outlook spreading from the pen of those two Florentine authors.
Archivio Storico Lodigiano, 2020
Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due i... more Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due interviste concesse dalla stessa e dalle sue sorelle Marta e Rosetta permettono di comprendere alcuni aspetti della storia della famiglia Boccalini. Durante la propria infanzia a Lodi i due fratelli e le cinque sorelle strinsero infatti forti legami con lo scultore socialista Ettore Archinti, per il quale posarono come modelli e modelle; d’altra parte, l’insegnamento spirituale dello scultore influenzò per il resto dell’esistenza i sette figli. Nel 1927 la famiglia si trasferì a Milano: ciascuno prese la sua strada, assieme ai rispettivi compagni e compagne di vita (Giovanna sposò un immigrato siciliano, Giuseppe Barcellona). Ciò nonostante, tutti quanti provarono a vivere la propria esistenza adulta nella Milano fascista degli anni Trenta con quanta più libertà possibile: la fondazione della prima squadra di calcio femminile in Italia (e la sua gestione, anche dopo il boicottaggio da parte del regime, addirittura fino ai primi mesi del 1934) va considerata all’interno di questo tentativo più ampio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, qualche membro della famiglia entrò a far parte della Resistenza, mentre la loro guida spirituale veniva arrestata e deportata dalle forze nazi-fasciste nel campo di Flossenbürg.
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The discovering of Giovanna Boccalini Barcellona’s personal archive, and 2 oral interviews with Giovanna and her sisters Marta and Rosetta cast some light on some aspects of Bocca- lini’s family history. During their childhood in Lodi, the 2 brothers (Mario, Umberto) and the 5 sisters (Giovanna, Teresa, Luisa, Marta, Rosetta) had strong personal ties to Socialist sculptor Ettore Archinti, who used them as models; on the other hand, Archinti’s spiritual legacy had a strong impact on their life. In 1927 the Boccalini family moved to Milan: sons and daughters scattered all around the city with their new partners (Giovanna mar- ried a Sicilian immigrant, Giuseppe Barcellona). Nevertheless, they all tried to live their adult lives in the 1930s Fascist Milan with as much freedom as possible: the foundation of the first-ever women’s football team in Italy (and the managing of the team even after the regime’s boycott, until early 1934) should be considered inside of this wider attempt. Dur- ing WW2, some members of the family joined the Italian Resistance, while their spiritual guide was arrested and then deported to Flossenbürg camp by the Nazi-Fascists forces.
Calcio Romantico, 2020
Articolo dedicato al rapporto fra omosessualità (vera, presunta, rappresentata, dichiarata, nasco... more Articolo dedicato al rapporto fra omosessualità (vera, presunta, rappresentata, dichiarata, nascosta) e calcio femminile italiano contemporaneo, alla luce dei cambiamenti avvenuti prima e dopo il Mondiale di Francia 2019.
Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei ... more Estate 2019: grazie anche al supporto dei media, le atlete della nostra Nazionale, impegnate nei Mondiali di calcio femminile in Francia, espugnano finalmente il cuore di italiani e italiane. Sebbene alla vigilia nessuno avrebbe scommesso neanche sul passaggio del girone, la cavalcata di Sara Gama e compagne si ferma solo ai quarti di finale. Mentre le azzurre vengono ricevute dal presidente Mattarella, le statunitensi, guidate da una Megan Rapinoe in stato di grazia, vanno a vincere la loro quarta Coppa del Mondo. Nel farlo, litigano con tutti, dalla federazione, che non riconosce il loro diritto a un equal pay rispetto ai loro (assai più scarsi) colleghi maschi, al presidente Trump, irritato per la sfrontatezza della capitana, attivista LGBTQ+ e icona di un’America opposta a quella del tycoon. Così, mentre a New York Rapinoe arringa la folla agitando questa visione alternativa, al Quirinale Gama ricorda più sommessamente, ma con grande fermezza e decisione, che le sportive italiane hanno le stesse prerogative dei loro colleghi: cosa aspetta l’Italia a riconoscere il diritto al professionismo anche alle donne? In occasione della nuova, attesissima edizione del Mondiale femminile, Capitane coraggiose racconta i diversi contesti in cui si collocano le storie e le strategie comunicative di queste due grandi leader sportive. Un viaggio nel mondo dello sport femminile di squadra (tuttora ignorato da una narrazione ancorata alla figura della sportiva singola, eroica ma isolata) che mette a nudo i pregiudizi ancora vivi e pulsanti nel cuore dell’Occidente e ci ricorda come il coraggio non incida mai nella Storia se non è accompagnato da una sana dose di realismo, cioè di politica.
"Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian politic... more "Paolo Paruta (1540-1598) could be considered the mouthpiece of late XVI century Venetian political thought. Careful reader of Machiavelli and Guicciardini, he tried to mix together the new ideas from Florence and the Venetian and classical tradition he belonged to. This research would like to explore the lexicon used by Paruta, in order to reach a better historical and semantic interpretation. It is composed by: a bio-bibliographical introduction; a general summary; a selected lexicon from Paruta's political works (with occurrences); conclusions.
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Paolo Paruta (1540-1598) può essere considerato il portavoce del pensiero politico veneziano di fine XVI. Lettore attento di Machiavelli e di Guicciardini, provò a far incontrare le novità fiorentine con le tradizioni cittadine e classiche da cui proveniva, giungendo ad una sintesi originale. La ricerca intende scandagliare il lessico utilizzato da questo scrittore, al fine da darne una più chiara caratterizzazione semantica e storica. Ad una parte introduttiva bio-bibliografica segue un profilo contenutistico generale, un lessico politico parutiano ragionato (allegate le occorrenze), delle conclusioni sintetiche."
Studi Piemontesi, 2023
La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, non... more La torinese Marina Zanetti (1904-1953) fu la prima vera dirigente sportiva che l’Italia ebbe, nonché una figura interessante per capire l’ambigua valorizzazione dello sport femminile operata dal regime durante il Ventennio fascista. In gioventù, nella Torino degli anni Venti, Marina fu una sportiva di discreto livello: si dedicò a livello agonistico all’atletica leggera (1922-1927) e alla pallacanestro (1924-1925), e solo in un secondo momento alla scherma (1931-1937). A partire dall’estate 1929 Marina incominciò la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica leggera, che mantenne fino al 1933; fra il 1930 e il 1931 si occupò anche della pallacanestro. Grazie al suo ruolo, Marina aiutò molto lo sviluppo dell’atletica leggera, e si spese per le proprie atlete, ad es. accompagnandole durante le trasferte internazionali; d’altra parte, sostenne con convinzione sulla stampa le ragioni ideologiche ed eugenetiche del regime sul tema dello sport femminile. Figura assimilabile per molti aspetti a quella della francese Alice Milliat (con la quale collaborò, all’interno della FSFI), Marina Zanetti terminò bruscamente la propria carriera dirigenziale nel campo dell’atletica nel 1933, probabilmente perché troppo legata politicamente a Leandro Arpinati.
: Battente, Saverio / Cacciuni Angelone, Mimmo / Guazzoni, Deborah (eds.): Un secolo di basket in Italia, 2023
Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calci... more Come risaputo, il regime fascista propose (e impose, a scapito di altre discipline, come il calcio) la pallacanestro come sport femminile di squadra in un’Italia nella quale la pallavolo era ancora un sport semi-sconosciuto, relegato di fatto ad alcune esperienze dopolavoristiche. La vittoria dell’Europeo 1938, ospitato a Roma, è giustamente ricordata come un grande successo internazionale dello sport azzurro di questo periodo, frutto di un movimento nazionale incarnato nella massima serie in quegli anni dominato dalle squadre milanesi.
Nell’intervento si proporranno alcuni spunti di ricerca utili ad approfondire meglio perché sia corretto affermare dal punto di vista storiografico che la pallacanestro, fra 1922 e 1943, abbia avuto “un sensibile impatto sulla nascita dell’emancipazione di genere attraverso lo sport”. Prima di tutto, si uscirà dalla storia agonistica propriamente detta per alcuni affondi di storia sociale, utili a comprendere come l’esperienza sportiva delle cestiste le emancipasse realmente a livello sociale: nelle testimonianze superstiti molte di loro sottolineano l’eccezionalità della possibilità di viaggiare in lungo e in largo per l’Italia (le trasferte), del far parte di un collettivo al femminile relativamente più libero ed autogestito di quanto avvenisse in uno spogliatoio “singolare” di atletica o di nuoto (la squadra), dell’essere riconosciute pubblicamente per le loro vittorie sportive (i premi). In secondo luogo si affronteranno alcuni ambiti ancora poco studiati dal punto di vista agonistico, come quello delle associazioni giovanili di regime (ONB, poi GIL), e quello universitario (i GUF): per comprendere la porosità fra questi mondi e quello del Campionato nazionale organizzato dalla FIP verrà analizzato il ruolo di “apostola” del basket svolto dall’azzurra Bruna Bertolini fra le universitarie del GUF Milano all’inizio del 1933. Si proporranno poi alcuni interessanti carotaggi provenienti dal mondo della pallacanestro femminile delle periferie d’Italia (province, ma anche colonie), raggiunti solo negli anni Trenta e negli anni Quaranta da quel movimento che negli anni Venti aveva già toccato le grandi metropoli dell’Italia Settentrionale. Infine, si accennerà ai rapporti che la pallacanestro femminile (comunque in mano a dirigenti maschili, nell’Italia del Ventennio, e quindi soggiacente alle loro direttive) intratteneva a livello sistemico con gli altri sport femminili all’epoca diffusi nel nostro paese.
In: Bradaš, Marija / Maiolini, Elena Valentina / Rinaldin, Anna (eds.): Dall’affetto al morso. Storie e significati di nove parole. Dueville: Ronzani, 2023
Articolo monografico sul significato del sostantivo "neutralità" nel lessico politico del venezia... more Articolo monografico sul significato del sostantivo "neutralità" nel lessico politico del veneziano Paolo Paruta (1540-1598).
Ultimo Uomo, 2022
Articolo per Ultimo Uomo di approfondimento sul calcio femminile in Russia, fra persistenza degli... more Articolo per Ultimo Uomo di approfondimento sul calcio femminile in Russia, fra persistenza degli stereotipi sessisti di era sovietica, tentativi di globalizzazione e esclusione dall'Europeo di Inghilterra 2022
Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Feder... more Traducción al castellano de Estefanía Asins del apéndice incluido en la novela histórica de Federica Seneghini "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini" (título original: "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce"). Obra dedicada a la historia italiana de los prejuicios machistas contra las mujeres futbolistas.
Índice del ensayo: [1] ¿El fútbol no es deporte para señoritas?; [2] ¿Deporte «masculino» y deporte «femenino»?; [3] ¿Italianas que juegan al fútbol?; [4] Una nueva práctica social: la afición femenina; [5] Un pasatiempo para las ciudadanas (¡y para los milaneses!); [6] Tifosinas bastante polémicas; [7] Las preguntas de Ninì: de la afición pasiva al fútbol activo; [8] A la luz del día: las condiciones del fútbol; [9] La lucha fuera del campo por el derecho a jugar; [10] Los prejuicios de 1933; [11] Hacerse un hueco en la Italia fascista; [12] El final del sueño, el retorno de la política; [14 ] La motivación olímpica; [15] Cae el telón; [16] Viejos prejuicios difíciles de eliminar.
El ensayo se puede descargar en: http://altamarea.es/historiadeunalucha.pdf
Para adquirir un ejemplar de "Las futbolistas que desafiaron a Mussolini": https://altamarea.es/producto/las-futbolistas-que-desafiaron-a-mussolini/
Studi Piemontesi, 2021
Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had... more Lydia Bongiovanni (1914-1998) and Elda Franco (1924-2013) were two sportswomen from Turin who had a great career in the 1920s-1940s' Italian athletics movement, whom the Fascist Regime greatly supported. Nevertheless, during World War II they both joined the Italian Resistance in their hometown. The essay is focused on the first part of Lydia Bongiovanni's life and career. Lydia, the younger sister of mathematician Emilia, was trained firstly by the Società Ginnastica Torinese (SGT), which was still influenced by Andreina Sacco. Then Lydia won her first medals, such as her SGT mates (Giovanna Virengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi, Vittorina Vivenza), before leaving SGT and joining the GUF Torino. In 1933, Lydia won two gold medals at the International University Games held in Turin.
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Le atlete torinesi Lydia Bongiovanni (1914-1998) ed Elda Franco (1924-2013) vissero da protagoniste la felice stagione dello sport femminile sotto il regime fascista, interessato al suo sviluppo per fini eugenetici: durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, militarono entrambe nelle fila della Resistenza cittadina. Il saggio ricostruisce la prima parte della vita e dalla carriera di Lydia Bongiovanni (sorella minore della matematica Emilia), dall’avviamento allo sport presso la Società Ginnastica Torinese dominata ancora dalla figura di Andreina Sacco, ai primi successi (soprattutto nei salti, e nella staffetta) assieme a sodali quali Giovanna Viarengo, Margherita Scolari, Ellen Capozzi e Vittorina Vivenza, fino al passaggio al Guf Torino e alle due medaglie d’oro conquistate ai Giochi Universitari Internazionali, disputati a Torino nel settembre 1933.
In: Guazzoni, Deborah / Monaco, Matteo (eds.): Sport e rivoluzione, 2021
Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milan... more Uno studio che problematizza alcuni aspetti del paradossale esperimento di calcio femminile milanese del 1933, boicottato dal regime eppure al contempo figlio di quella temperie.
Sommario:
[1] Abbandonare il mito, entrare nella stori(ografi)a
[2] "Un'idea": e perché no?
[3] Giochi d'estate: iniziative femminili e maschili
[4] Chiedere permessi: dall'Ufficio milanese al CONI romano
[5] Ritagliarsi uno spazio nella terra di nessuno delle istituzioni sportive
[6] Il sostegno di Arpinati
[7] I cambi della guardia estivi e il turning point di fine luglio
[8] Reprimere il calcio femminile italiano, cioè boicottarlo
[9] Conclusioni
Il Presente e la Storia, 2021
Articolo dedicato alla rappresentazione della donna alpinista nel fascicolo "La Paula" (1934), fi... more Articolo dedicato alla rappresentazione della donna alpinista nel fascicolo "La Paula" (1934), firmato da Vittorio Varale.
Annuario dell'Archivio di Stato di Milano, 2020
The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused ... more The Milan State Archive contains several sources for the history of sports that are still unused by researchers, such as a file on Gabriella “Gaby” Angelini’s death (1932/1933). Gaby was a young Milanese aviator, the first Italian woman to fly alone to several North-European countries in the summer of 1932. A few months later, while flying from Rome to Delhi, she died in an airplane crash in the Libyan Desert. The file preserved in the Milan State Archive sheds light on how the Fascist regime was able to control the news about Gaby’s death, and on the funeral ceremonies held in Milan in mid-December 1932, when public rituals previously reserved to men were extended to this young girl, a sporting symbol of the Fascist “new woman”.
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L’Archivio di Stato di Milano contiene molte fonti per la storia dello sport tuttora non studiate, fra cui un fascicolo sulla morte di Gabriella “Gaby” Angelini (1932/1933). Gaby era una giovane aviatrice di Milano, la prima italiana a volare da sola, in un tour nord-europeo che la tenne occupata per l’estate del 1932. Qualche mese dopo, durante il raid Roma-Delhi, Gaby morì in un incidente nel Deserto Libico. Il fascicolo conservato nell’Archivio di Stato di Milano fa comprendere le modalità tramite cui il regime fascista riuscì a controllare il flusso di informazioni sia riguardo alla tragedia, sia riguardo i funerali, celebrati a Milano a metà di dicembre. A Gaby, incarnazione sportiva della “donna nuova” vagheggiata dal Fascismo, furono estesi rituali pubblici solitamente riservati agli aviatori maschi.
Quaderni Veneti, 2019
The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbish... more The Venetian political writer Paolo Paruta presented Filippo Mocenigo, the last Catholic Archbishop of Nicosia (Cyprus) before the Ottoman conquest, as an important character of his 1579 dialogue Della Perfettione della vita politica. Mocenigo, a most prominent member of the contemplative party, is depicted by Paruta as a sort of bishop-philosopher, very optimistic about the fact that Aristotelian philosophy (as it was still taught in the University of Padua in the mid-16th century) could help the search for human reason. Yet, Mocenigo was persecuted by the Roman Inquisition for his not-fully orthodox religious beliefs. In the essay, a comparison between Mocenigo as historical man and Mocenigo as Perfettione’s fictional character is developed.
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All'interno del suo dialogo Della Perfettione della Vita Politica (1579), lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta utilizza Filippo Mocenigo, ultimo vescovo cattolico di Nicosia (Cipro) prima della conquista ottomana. Mocenigo, membro importante del gruppo dei contemplativi della Perfettione, è dipinto da Paruta come una sorta di vescovo-filosofo, assertore del fatto che la filosofia aristotelica possa aiutare la ricerca della ragione umana. D'altra parte, nel corso della sua esistenza storica, Mocenigo venne perseguitato dall'Inquisizione Romana a causa del suo credo eterodosso. Il saggio sviluppa dunque un confronto fra il Mocenigo-uomo reale , e Mocenigo-personaggio di Paruta.
Monaco, Matteo / Stelitano, Antonella (eds.), Donna e sport nella storia d’Italia. Atti del VII Convegno Nazionale SISS, 2020
Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che rip... more Articolo sulla ricezione giornalistica della morte dell'aviatrice milanese Gaby Angelini, che riprende e rielabora l'intervento al Convegno Nazionale SISS di Treviso 2018, sul quale vd. https://www.storiasport.com/file/convegno-treviso-abstract-book.pdf
PreText, 2020
Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il ... more Articolo su "Voce di Giovinezza", interessante rivista milanese, pubblicata fra il novembre e il dicembre 1933 dalla Tipografia Vecchi, e dedicata nello specifico alle adolescenti. Si analizza in particolare il grande spazio dato allo sport, ed una inchiesta fra le lettrici su questo argomento: "Quale sport preferite e quale vi sembra più elegante e per- ciò meglio adatto alla grazia femminile? E qual è il vostro ideale sportivo?".
In: Laureys, Marc / Kraye, Jill / Lines, David A. (ed.): Spheres of Conflict and Rivalries in Renaissance Europe. Bonn: V&R unipress / Bonn University Press.
Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dial... more Paolo Paruta (1540–1598) may be considered the mouthpiece of late Renaissance Venice. In his dialogue Perfettione della vita politica (1579), readers are introduced to the sphere of the Venetian ruling class. Paruta emphasizes its unity: Venice must show just one face, since the public image of a harmonious ruling class ought to be maintained. Living within this closed inner sphere is an art that must be taught, as demonstrated in a juvenile causa ‘debate’ between Paruta and his friend Angelo Dolfin, about the Republic’s policy during the Great Siege of Malta (1565). At the same time, Paruta, as a sort of Venetian champion, had to face the external sphere of Florence: his Discorsi politici (1599) show that – as a political writer in the age of the Counter-Reformation – Paruta had to respond to what Machiavelli had written; as a historiographer of the Wars of Italy, he could not ignore Guicciardini’s opinions about Venice’s deeds. In order to secure total victory, Paruta decided to use his enemies’ linguistic weapons; but he did not realize that those weapons were poisoned with the new, modern outlook spreading from the pen of those two Florentine authors.
Archivio Storico Lodigiano, 2020
Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due i... more Il ritrovamento dell’archivio personale di Giovanna Boccalini Barcellona e la riscoperta di due interviste concesse dalla stessa e dalle sue sorelle Marta e Rosetta permettono di comprendere alcuni aspetti della storia della famiglia Boccalini. Durante la propria infanzia a Lodi i due fratelli e le cinque sorelle strinsero infatti forti legami con lo scultore socialista Ettore Archinti, per il quale posarono come modelli e modelle; d’altra parte, l’insegnamento spirituale dello scultore influenzò per il resto dell’esistenza i sette figli. Nel 1927 la famiglia si trasferì a Milano: ciascuno prese la sua strada, assieme ai rispettivi compagni e compagne di vita (Giovanna sposò un immigrato siciliano, Giuseppe Barcellona). Ciò nonostante, tutti quanti provarono a vivere la propria esistenza adulta nella Milano fascista degli anni Trenta con quanta più libertà possibile: la fondazione della prima squadra di calcio femminile in Italia (e la sua gestione, anche dopo il boicottaggio da parte del regime, addirittura fino ai primi mesi del 1934) va considerata all’interno di questo tentativo più ampio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, qualche membro della famiglia entrò a far parte della Resistenza, mentre la loro guida spirituale veniva arrestata e deportata dalle forze nazi-fasciste nel campo di Flossenbürg.
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The discovering of Giovanna Boccalini Barcellona’s personal archive, and 2 oral interviews with Giovanna and her sisters Marta and Rosetta cast some light on some aspects of Bocca- lini’s family history. During their childhood in Lodi, the 2 brothers (Mario, Umberto) and the 5 sisters (Giovanna, Teresa, Luisa, Marta, Rosetta) had strong personal ties to Socialist sculptor Ettore Archinti, who used them as models; on the other hand, Archinti’s spiritual legacy had a strong impact on their life. In 1927 the Boccalini family moved to Milan: sons and daughters scattered all around the city with their new partners (Giovanna mar- ried a Sicilian immigrant, Giuseppe Barcellona). Nevertheless, they all tried to live their adult lives in the 1930s Fascist Milan with as much freedom as possible: the foundation of the first-ever women’s football team in Italy (and the managing of the team even after the regime’s boycott, until early 1934) should be considered inside of this wider attempt. Dur- ing WW2, some members of the family joined the Italian Resistance, while their spiritual guide was arrested and then deported to Flossenbürg camp by the Nazi-Fascists forces.
Calcio Romantico, 2020
Articolo dedicato al rapporto fra omosessualità (vera, presunta, rappresentata, dichiarata, nasco... more Articolo dedicato al rapporto fra omosessualità (vera, presunta, rappresentata, dichiarata, nascosta) e calcio femminile italiano contemporaneo, alla luce dei cambiamenti avvenuti prima e dopo il Mondiale di Francia 2019.
Diacronie, 2020
In 1933 the first women's football team in Italy was founded by some men's football female fans, ... more In 1933 the first women's football team in Italy was founded by some men's football female fans, eager to transform their passive fan supporting faith to more active sporting activity.
Female fandom was a sociological fact, during the Fascist Ventennio (1922-1943): the regime didn't ban the entrance to the Italian stadiums, so girls were free to attend the male football's matches, and they did it, above all in the more developed and open-minded cities such as Milan, Turin, Bologna, Naples. Fighting against a lot of prejudices, they thought they had the right to support their football idols such as Giuseppe Meazza and Angelo Schiavio: they depicted themselves as expert, enthusiastic, ladylike female fans. They were the umpteenth incarnation of the donna nuova 'new women' of the Fascist ideology, different both from the last generation of Italian women (who didn't attend the football stadiums) and from the decadent 1920s' model coming from abroad.
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Nel 1933 alcune tifose di squadre maschili di calcio fondarono la prima squadra di calcio femminile in Italia: la loro intenzione era quella di far evolvere la loro fede calcistica passiva in qualcosa di più attivo.
La presenza di tifose era una realtà sociologica radicata, durante il Ventennio: dal momento che il regime non glielo impediva, le ragazze erano libere di andare alle partite delle squadre maschili, e in effetti lo facevano, soprattutto nei centri urbani dalla mentalità più aperta, come Milano, Torino, Bologna, Napoli. Lottando strenuamente contro moltissimi pregiudizi, le tifose ritenevano di avere il diritto di tifare i loro beniamini calcistici come Giuseppe Meazza e Angelo Schiavio: si autorappresentavano come supporters esperte, passionali e femminili. Erano insomma l’ennesima incarnazione della donna nuova desiderata dal Fascismo, diversa sia dalla generazione delle madri (che non usavano andare allo stadio), sia dal modello decadente e importato dall’estero della donna degli Anni Venti.
In: Campana, Andrea / Giunta, Fabio (eds.): Natura Società Letteratura, Atti del XXII Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Bologna, 13-15 settembre 2018). Roma: Adi editore, 2020
Torquato Tasso e lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta (1540-1598) ebbero molto in comune,... more Torquato Tasso e lo scrittore politico veneziano Paolo Paruta (1540-1598) ebbero molto in comune, a partire dalla formazione universitaria presso lo Studio di Padova - risultano ad es. essere stati entrambi allievi di Carlo Sigonio. La biografia letteraria di Paruta è segnata dalla pubblicazione, nel 1579, della prima edizione della "Perfettione della Vita Politica", dialogo in tre libri nel quale molti prelati e laici veneziani, durante le pause del Concilio di Trento alle sue ultime battute (1562-1563), discutono, sulla falsa riga dell’Etica Nicomachea aristotelica, di vari temi etici. Fra questi, quello della nobiltà, a cui Tasso aveva dedicato uno specifico dialogo, "Il Forno overo de la Nobiltà". La cronologia dell’opera tassiana appare importante: scritto da Tasso fra il 1578 e il 1579, Il Forno fu pubblicato nel 1581, revisionato nel 1585 e infine pubblicato di nuovo nel 1587. Nel frattempo anche Paruta, per scrupoli d’ordine morale, revisionava il proprio dialogo, mandando alle stampe nel 1582 una seconda edizione, rivista. Come appare evidente, le cronologie delle due opere appaiono saldamente intrecciate. Al cuore sia de "Il Forno" sia di una specifica sezione del Libro Terzo della "Perfettione" parutiana dedicata a questo tema vi è una domanda circa la corretta definizione della nobiltà, laddove la risposta non può che essere aggiornata all’Italia del Secondo Cinquecento. Quali sono quindi i punti di contatto e le differenze fra le opere di questi due autori?
Glocalism, 2020
ABSTRACT ITALIANO Grazie alla strabiliante performance della Nazionale femminile (capace di raggi... more ABSTRACT ITALIANO
Grazie alla strabiliante performance della Nazionale femminile (capace di raggiungere i quarti di finale della Coppa del Mondo femminile in Francia), l’estate del 2019 ha rappresentato il punto più alto dello sviluppo del calcio femminile in Italia, aiutato massicciamente dalla sua piena integrazione nella macchina organizzativa della FIFA (sponsor e media compresi). Questo saggio cerca di indagare la qualità e la quantità di questa influenza esterna, globale. I filtri di genere, geografici e storici verranno utilizzati per una migliore comprensione del fenomeno. L’analisi sarà basata principalmente su blog sportivi, giornali on-line, interviste con le calciatrici, tweets dei tifosi, così da far emergere una visione il più possibile realistica della realtà sociologica del movimento calcistico femminile italiano. Le tendenze globalizzanti, i modelli (compresa una immagine innovativa della donna sportiva) e i valori (come il female empowerment e la diversity) hanno modellato la rappresentazione della Nazionale femminile italiana trasmessa dai media al pubblico italiano, non abituato a vedere delle ragazze giocare a calcio. D’altro canto, le calciatrici azzurre, che hanno approfittato dell’influenza globale per migliorare la propria condizione, sono riuscite a loro volta a modellarla (ad esempio mostrando un’immagine della calciatrice grintosa, piuttosto che quello della calciatrice arrogante di stampo statunitense). Quanto accaduto in Italia nell’estate del 2019 appare quindi a tutti gli effetti un interessante caso di successo di glocalizzazione interno allo sport femminile, raggiunto in un contesto per altro a tal punto sbilanciato dal punto di vista del genere quale quello italiano.
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ENGLISH ABSTRACT
Thanks to the stunning performance of the Italian national team (who reached the quarter-finals of the FIFA Women's World Cup in France), the summer of 2019 was the apex in the development of women's football in Italy: it was greatly helped by its integration into the huge FIFA system (including sponsors and media). This essay tries to investigate the quality and quantity of this external, global influence. Gender, geographic, and historical filters will be used to gain a better understanding of the phenomenon. The analysis will be based mainly on sports blogs, on-line newspapers, interviews with footballers and supporters' tweets, in order to capture the most realistic view of the sociological reality of the Italian women's football movement. The globalizing tendencies, models (a new image of women in sport), and values (such as female empowerment and diversity) shaped the representation of Italy's national team as broadcasted by media to the Italian audience, unaccustomed to viewing young women playing soccer. On the other hand, the Italian female footballers, who took advantage of the global influence in order to improve their condition, were successful in shaping it (for example, by showing an image of the hard-headed footballer, rather than the arrogant one coming from the USA). What happened in Italy during the summer of 2019 seems like an interesting (and successful) case of glocalization in women's sports, played out in such a gendered context as the Italian one.
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SOMMARIO
(1) INTRODUZIONE
(1.1.) La necessità di una prospettiva globale (e di genere)
(1.2) La glocalizzazione del calcio contemporaneo
(1.3) Note di metodo
(2) IL CALCIO ITALIANO FEMMINILE E L’ESTERO: CAMBIAMENTI DI PARADIGMA
(2.1) Quando non conveniva citare l’estero: Italia, 1933
(2.2) Un nuovo contesto globale, e la governance ancora al maschile
(2.3) Prendere il controllo del calcio femminile globale
(2.4) Critiche alla governance globale maschile
(2.5) Il Boom mediatico
(2.6) Diventare celebrità
(2.7) Raddoppiando le squadre
(2.8) Modernizzare la narrazione
(2.9) Un momento di transizione
(3) LE ITALIANE CHE EMIGRA(VA)NO
(3.1) Flussi transnazionali di calciatrici
(3.2) Dai panifici alla Coppa del Mondo
(3.3) L’American Dream delle calciatrici italiane
(3.4) La disconnettività cosciente delle italiane
(4) QUESTIONI DI SPONSOR E DI MEDIA
(4.1) Il triangolo sport - media - sponsor
(4.2) Gli investimenti
(4.3) Gli sponsor a caccia delle azzurre
(4.4) Le azzurre e le regole di comportamento mediatico
(4.5) L’ideologia progressista degli sponsor e della FIFA
(4.6) “Quel che faccio ora è già politica”
(5) UNA NUOVA ICONOGRAFIA
(5.1) Rappresentare il corpo delle sportive contemporanee
(5.2) Dai tacchi a spillo allo sguardo da dure (passando per il fango)
(5.3) La nuova immagine delle azzurre
(5.4) Mostrare i muscoli
(5.5) Entrare nella complessità
(5.6) L’iconografia delle azzurre proposta dalla FIFA
(6) LE AZZURRE DENTRO LE POLEMICHE MONDIALI
(6.1) Porte più piccole? No, grazie
(6.2) “Si sa che le americane sono fate a modo loro …”
(6.3) Toste, non aggressive
(6.4) Sorseggiando il tè con Alex Morgan
(7) VOCI FUORI DAL CORO
(7.1) I Mondiali del livellamento sessuale
(7.2) Fra individualismo e maternage spirituale
(7.3) Tutto fumo e niente arrosto?
(8) CONCLUSIONI
La-CRO.S.S., 2024
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. sulla storia del termine alpinistico "sesto grado", per come... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. sulla storia del termine alpinistico "sesto grado", per come ne parla il suo inventore Vittorio Varale nei suoi scritti giornalistici.
La-CRO.S.S., 2024
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S., che mostra come ancora nel 1966 in Italia fosse difficile, ... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S., che mostra come ancora nel 1966 in Italia fosse difficile, sia nella pratica che nella mentalità, coniugare l'attività sportiva femminile e la maternità, con evidente ritardo rispetto ai paesi dell'Europa Settentrionale.
Vita Sportiva, 2024
Recensione di "Una vita in fuorigioco" di Katia Serra per Vita Sportiva. Il pezzo si propone anch... more Recensione di "Una vita in fuorigioco" di Katia Serra per Vita Sportiva. Il pezzo si propone anche come spoglio utile per la storia dello sport, e del calcio femminile italiano in particolare. I tre temi su cui ci si sofferma di più sono: gli allenamenti; gli infortuni; gli abusi sessuali. La versione caricata su Academia è dotata anche - in nota - dei rimandi bibliografici precisi, assenti nella versione on-line.
La-CRO.S.S., 2024
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un curioso episodio occorso a Milano, e da datare a fine ... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su un curioso episodio occorso a Milano, e da datare a fine anni Venti, avente come protagonista l'alpinista Ninì Pietrasanta (1909-2000), la quale a quanto pare provò a fare sci nautico nel Naviglio, con l'aiuto degli amici Vitale Bramani (1900-1970) e Leopoldo Gasparotto (1902-1944).
La-CRO.S.S., 2023
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come nel 1968, mentre infuriava la contestazione giovanil... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come nel 1968, mentre infuriava la contestazione giovanile, il presidente del CONI Giulio Onesti provava a proporre lo sport come antidoto positivo contro la corruzione moderna, simboleggiata secondo lui dai "cantanti da strapazzo". L'imminente nascita dei Giochi della Gioventù è simbolo di un paternalismo in cui si possono intravvedere antichi modelli dirigisti tipici del Ventennio fascista.
Vita Sportiva, 2023
Articolo per Vita Sportiva che raccoglie un po' di informazioni sparse sia sulla politicizzazione... more Articolo per Vita Sportiva che raccoglie un po' di informazioni sparse sia sulla politicizzazione degli sportivi triestini nell'immediato Secondo Dopoguerra, sia un profilo particolare del cestista Cesare Rubini. Questa versione, a differenza di quella on-line, contiene in nota i riferimenti bibliografici.
Vita Sportiva, 2023
Articolo divulgativo per Vita Sportiva a partire da una citazione delle memorie di Massimo Caprar... more Articolo divulgativo per Vita Sportiva a partire da una citazione delle memorie di Massimo Caprara, in cui il dirigente del PCI e storico segretario di Togliatti ricorda un dialogo avuto nel 1964 a Roma con Ernesto "Che" Guevara: al centro del ricordo, la diversa considerazione sociale degli scacchi e del baseball a Cuba e in Italia.
Vita Sportiva, 2023
Recensione divulgativa per Vita Sportiva del romanzo sportivo "Area piccola" di Giorgia Bernardin... more Recensione divulgativa per Vita Sportiva del romanzo sportivo "Area piccola" di Giorgia Bernardini, contenente qualche riflessione sul basket femminile italiano all'inizio del Terzo millennio: la fine definitiva del paradigma della "grazia"; la pratica dell'allenamento, incentrato sul lavoro muscolare in palestra; l'importanza, per le giovani protagoniste del romanzo, di avere una madre cestista (le dinastie femminili di cestiste, fenomeno italiano?); la descrizione delle partite di allenamento miste maschi-femmine; la tentazione dello sport totalizzante.
La-CRO.S.S, 1947
Articolo divulgativo di La-CRO.S.S. sulla partita di calcio femminile fra Genova/Liguria e Torino... more Articolo divulgativo di La-CRO.S.S. sulla partita di calcio femminile fra Genova/Liguria e Torino/Piemonte, disputata domenica 13 luglio 1947 all'Arena Civica di Milano
Vita Sportiva, 2023
Articolo divulgativo per Vita Sportiva sull'uscita di scena, ai Mondiali femminili di Australia e... more Articolo divulgativo per Vita Sportiva sull'uscita di scena, ai Mondiali femminili di Australia e Nuova Zelanda 23, delle calciatrici statunitensi Megan Rapinoe e Alex Morgan. Contiene estratti (aggiornati) dal libro "Capitane coraggiose" (2023).
La-CRO.S.S., 2023
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contentente qualche fonte di difficile reperibilità su un te... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. contentente qualche fonte di difficile reperibilità su un tema finora assai poco studiato, negli studi sulla storia dello sport femminile dell'immediato Secondo Dopoguerra, ossia come il rischio della promiscuità con gli sportivi maschi fosse agitato da molti per ostacolare la pratica sportiva femminile in Italia.
Gli Eroi del Calcio, 2023
Articolo per Gli Eroi del Calcio, estratto rimaneggiato ed aggiornato di "Capitane Coraggiose": v... more Articolo per Gli Eroi del Calcio, estratto rimaneggiato ed aggiornato di "Capitane Coraggiose": versione con links (assenti nella versione web)
La-CRO.S.S., 2023
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che spiega come il coro che accompagna l'huddle iniziale del... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. che spiega come il coro che accompagna l'huddle iniziale della Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti abbia un'origine italiana, ossia il tifo italiano che sostenne le calciatrici americane a Jesolo, durante il Mundialito del 1985: da qui la distorsione linguistica dello stesso.
La-CRO.S.S., 2023
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S su un paio di passaggi di «Brasile» nei quali Stefan Zweig cr... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S su un paio di passaggi di «Brasile» nei quali Stefan Zweig critica lo sport contemporaneo di massa.
La-CRO.S.S., 2023
Articolo divulgativo per La.CRO.S.S. che, partendo da alcune statistiche pubblicate nel 1965 in u... more Articolo divulgativo per La.CRO.S.S. che, partendo da alcune statistiche pubblicate nel 1965 in un volume sull'atletica leggera, dimostra come nell'immediato Secondo Dopoguerra l'offerta sportiva al femminile in Basilicata conobbe un drammatico restringimento.
La-CRO.S.S., 2023
Seconda parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" ... more Seconda parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: l'educazione ricevuta presso il collegio cattolico Loreto Convent di Nairobi; l'arrivo in Italia, e l'inizio della carriera come tennista.
Prima parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" pi... more Prima parte dell'analisi dei passi (post-1947) dell'autobiografia di Lea Pericoli "Maldafrica" più pregnanti per la storia dello sport: la nascita a Milano (1935); l'infanzia passata con la famiglia in Etiopia, per la maggior parte ad Addis Abeba; l'incontro col tennis.
Recensione divulgativa per Libri di Sport della biografia per ragazzi di Ondina Valla.
La-CRO.S.S., 2022
Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come la pallacanestro femminile rinacque a Sorrento (NA) ... more Articolo divulgativo per La-CRO.S.S. su come la pallacanestro femminile rinacque a Sorrento (NA) nel 1949, quando il vecchio coach d'epoca fascista richiamò alcune veterane del Ventennio, mischiandole con le nuove leve.
La storiografia dello sport femminile in Italia ha spesso, per comodità di indagine, isolato il V... more La storiografia dello sport femminile in Italia ha spesso, per comodità di indagine, isolato il Ventennio fascista come oggetto autonomo di studio, al massimo collegandolo al precedente periodo dell’Italia liberale, in cui la pratica sportiva al femminile nel nostro paese quasi assente, e di fatto riservata ad un numero veramente esiguo di italiane. Fra il 1922 e il 1943, al contrario, la sportivizzazione di massa di bambine e di ragazze, pensata non certo per un’emancipazione di genere bensì per i noti obiettivi demografici del regime mussoliniano, spalancò di fatto le porte degli stadi, delle piscine e dei campi da basket a moltissime giovani, che trovarono in Ondina Valla un modello da emulare: lasciando che il loro corpo di future madri venisse forgiato dalla pratica sportiva, esse di fatto forgiarono anche il loro carattere, spesso con esiti del tutto fuorvianti rispetto ai desideri del regime, come dimostrato dalle sportive che aderirono alla Resistenza.
L’intervento, incentrandosi sulle interviste rilasciate durante la carriera e sulla successiva memorialistica, proverà a recuperare la voce delle sportive, nel tentativo di ascoltare dalle dirette interessate (più che dalle centinaia di pubblicisti uomini che in quegli anni si accapigliavano sulla stampa circa la liceità o meno della pratica sportiva per le donne d’Italia) in che cosa consistesse la libertà che andarono guadagnandosi col sudore degli allenamenti e la fatica delle gare. Saranno indagate in particolare alcune esperienze ricorrenti in quegli anni, in primis quella della trasferta, vissuta da moltissime come esperienza preziosissima di libertà, di uscita assieme alle compagne di squadra o di società sportiva dal ristretto nido familiare.
Nella seconda parte si proverà ad indagare la continuità di alcuni fenomeni già individuati come tipici dell’epoca fascista anche ben dopo il 1945, partendo dalla numerosa congerie di pregiudizi come quello contro le ragazze desiderose di giocare a calcio, e analizzando anche alcune decisioni dei dirigenti federali e di società che mostrano come il patriarcato profondo della società italiana abbia tentato di impedire e/o di ostacolare le sportive anche in età repubblicana. Bisognerà aspettare i pieni anni Sessanta per iniziare a cogliere qualche timido vento di cambiamento: ma nel frattempo un’altra generazione di sportive, orfana di qualsiasi patronato politico e/o sociale, sarà stata irrimediabilmente perduta.
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Most of the time Italian Sports Historians treated the Fascist "Ventennio" (1922-1943) as if it were an independent object of study, or just linked it to the previous era when just a few Italian women had had real access to sports. Instead from 1922 to 1943 Mussolini's regime attempted to develop sports among girls and young women, not for women's empowerment but for the well-known demographic target, which was a larger and healthier population. The regime's policy gave Italian girls access to sports fields, swimming pools, and basketball courts: Olympic champion Ondina Valla was their model. Not only their body but their spirit was shaped by sport, often with unintended outcomes: some of those girls joined the anti-Fascist Resistance during World War II.
Using interviews released during their sporting career and later written memories we should try to discover the sportswomen's voice, and to listen to them, more than those Italian men who during those years wrote a lot of articles and books about the legitimacy of women's sports. We should try to understand what kind of freedom was that gained through training and competition. The research will focus on some common experiences of those years, above all travels, that were for a lot of girls a valuable experience of personal freedom (joined with their teammates) from the small family nest.
Then the research will move after 1945 when a lot of features of the Fascist sporting mentality survived, such as the opposition to women's football. Analysing some policies acted by the male managers of women's Italian sports, we will understand how the deep patriarchate of Italian society had prevented or hindered the development of women's sports even during the Republican era. During the mid-1960s a wind of change started to blow: meanwhile, a whole generation of Italian sportswomen was irremediably lost.
La storiografia ha ampiamente illustrato l’importanza che il regime fascista ebbe nello sviluppo ... more La storiografia ha ampiamente illustrato l’importanza che il regime fascista ebbe nello sviluppo dello sport femminile del nostro paese, fino a metà anni Venti ancora limitato ad un numero assai esiguo di ragazze dei ceti più alti e abitanti in qualche città del Settentrione. La pratica sportiva nelle associazioni femminili di regime non è stata ancora a sufficienza studiata. Soprattutto negli ultimi anni del Ventennio infatti il regime sfruttò le Piccole Italiane, le Giovani Italiane, le Giovani Fasciste, i Gruppi Universitari Fascisti e l’Opera Nazionale Dopolavoro per attuare la sportivizzazione di massa della gioventù femminile italiana, tutt’altro che disinteressata visti i già citati fini eugenetici. Finita l’epoca delle polemiche ad es. contro il Vaticano e assestatosi anche il quadro delle discipline accettate come femminili (e quelle invece rigettate come maschili), a partire da metà anni Trenta un numero sempre più crescente di ragazze ebbe, se interessata, accesso alla pratica della ginnastica, dell’atletica, del nuoto, della pallacanestro, dello sci, del pattinaggio (sia su ghiaccio che su rotelle), della scherma. L’asticella sociale si abbassò, e così anche le figlie del ceto impiegatizio e della piccola borghesia cittadina ebbero accesso a quanto era stato fuori dalla portata delle loro madri e sorelle maggiori. All’interno dei vari gruppi della GIL, dei GUF e dell’OND le italiane trovano non solo una sponda per resistere le resistenze familiari, ma soprattutto istruttori, allenatori, accompagnatrici delle squadre e delle rappresentative. Dirompente fu inoltre l’assetto geografico di questa sportivizzazione di massa: mentre in precedenza le società sportive private che avevano aperto le porte alle ragazze si concentravano in grandi centri urbani quali Torino, Trieste, Bologna, Milano, Genova, Roma e Napoli, la stessa struttura burocratica e nazionale delle associazioni di regime iniziò a pretendere che ogni filiale locale, anche del Centro-Sud e delle Isole, mandasse delle rappresentanze di sportive ai vari raduni nazionali, ove le ragazze avevano occasione di incontrare coetanee da tutto il paese, in un momento quindi importante non solo a livello meramente agonistico, ma più ampiamente sociale. Infine si proverà a indagare anche l’aspetto numerico di tale sport associazionistico, sia per cercare di quantificare l’aumento rispetto ai primi anni Venti, sia soprattutto per cercare di capire che fine fece, dopo il 1945, questa paradossale ma al contempo reale stagione espansiva della pratica sportiva al femminile in Italia.
Abstract dell'intervento del 16 aprile 2021 presso i Cantieri della Resistenza 2021, organizzati ... more Abstract dell'intervento del 16 aprile 2021 presso i Cantieri della Resistenza 2021, organizzati dall'Istituto Parri di Milano. Un'anteprima video dell'intervento è visionabile all'indirizzo https://youtu.be/JWgBi9a9V-s
Abstract dell'intervento presentato il 15 aprile 2021 all'interno del seminario SISSCO "Chi coman... more Abstract dell'intervento presentato il 15 aprile 2021 all'interno del seminario SISSCO "Chi comanda nel calcio?".
Abstract per l’intervento al Seminario di ricerca SISSCO «L’Italia e il calcio: prospettive stori... more Abstract per l’intervento al Seminario di ricerca SISSCO «L’Italia e il calcio: prospettive storiografiche. Calcio, identità e territori» (Palermo, 4 dicembre 2020).
Paper presentato il 7 febbraio 2020 a Bologna all'incontro «La storiografia del calcio», all'inte... more Paper presentato il 7 febbraio 2020 a Bologna all'incontro «La storiografia del calcio», all'interno del Seminario di ricerca Sissco 2019-2020 «L’Italia e il calcio: prospettive storiografiche».
Nel 1933, a Milano, un intrepido gruppo di giovani donne auto-denominatosi “Gruppo Femminile Calc... more Nel 1933, a Milano, un intrepido gruppo di giovani donne auto-denominatosi “Gruppo Femminile Calcistico” (GFC) tentò di organizzare la prima società di calcio femminile in Italia.
L’intervento, oltre a fornire elementi utili per una ricostruzione storiografica complessiva della vicenda, vuole concentrarsi soprattutto sulla retorica e quindi sull’ideologia delle calciatrici milanesi, tramite lo spoglio completo degli articoli che la rivista sportiva Il Calcio Illustrato dedicò all’avventura del GFC in quel 1933. Al centro della ricerca ci saranno quindi le parole: non soltanto le parole (maschili) dei giornalisti della rivista, ma soprattutto le parole delle dirette interessate, nella forma sia di manifesti e lettere inviate al giornale, sia di quelle interviste che servirono poi ad un inviato del Il Calcio Illustrato per assemblare un (preziosissimo, col senno di poi) reportage sul campo. Oltre all’aspetto verbale, grande spazio verrà dato anche a quello iconografico, tramite l’analisi delle irriverenti vignette del giornale dedicate alla GFC, nonché alle fotografie dello stesso proposte ai propri lettori. Dato il momento storico, le calciatrici si rendevano ben conto dell’assoluta fragilità del loro tentativo. Pur avendo trovato insperati appoggi in una società milanese evidentemente ancora - nonostante tutto - abbastanza open-minded per sostenere le proprie figlie e sorelle che volevano semplicemente giocare quello che nel Belpaese era il gioco maschile per eccellenza, le giovani sportive erano coscienti del loro status di rivoluzionarie. Tramite la loro semplice compagine sportiva stavano minando alle fondamenta l’immagine della donna dell’Italia fascista, la rigida settorializzazione sessuale della sua ideologia, la limitazione dell’attività sportiva femminile ad alcune “convenienti” discipline.
Proprio per questo motivo, nei vari interventi delle calciatrici è possibile individuare un’implicita quanto precisa strategia retorica: vedendosi già condannate alla sconfitta (che effettivamente arriverà nel giro di qualche mese), decisero di giocare all’attacco, presentando la loro attività non solo come innocua per il regime fascista, ma addirittura come fascistissima. In uno strabiliante black-out ideologico che passava prima di tutto attraverso la ri-semantizzazione di alcune parole chiave dell’ideologia sportiva fascista, le calciatrici, da una parte educate sin dalla giovane età all’attività sportiva (per quanto non ancora agonistica) nelle scuole del Regno, e dell’altra appassionate tifose di quel calcio maschile sul quale il regime stava puntando sempre di più le proprie fiches come strumento di propaganda popolare, chiedevano semplicemente di tirare le fila di quella educazione sportiva che lo stesso Fascismo aveva proposto loro. Se avevano giocato a tutto, perché non potevano ora dedicarsi allo sport nazionale? Perché doveva rimanere una prerogativa dei maschi, quando anche loro, data qualche precauzione legata soprattutto al contatto fisico, potevano viverlo da vere donne sportive fasciste?
Il tentativo rivoluzionario delle calciatrici milanesi verrà represso delle autorità sportive del regime nel giro di qualche mese. Ciò nonostante, il loro straordinario (e per nulla ingenuo) esperimento merita di essere studiato a fondo: provarono a cambiare dall’interno, sfruttando le stesse parole e idee della dittatura che le reprimeva, la società in cui era toccato loro di vivere.
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Sull'argomento sono ora disponibili due argomenti, ossia:
Panel presentato giovedì 24 novembre 2016 a Bologna, all'interno della IV edizione del seminario ... more Panel presentato giovedì 24 novembre 2016 a Bologna, all'interno della IV edizione del seminario Attraverso la Storia (organizzato da SISEM-Società Italiana per la Storia dell'Età Moderna).
Contiene i seguenti abstract:
1. Marco Giani, "La Porta e il grandissimo stato di questo Signore:
i rapporti gerarchici all’interno dell’Impero ottomano nelle Relazioni da Costantinopoli veneziane cinquecentesche"
2. Cristina Setti, "Frontiere d’acqua: ibridazioni giurisdizionali e costruzione dell’alterità ottomana nelle comunicazioni tra il Levante veneziano e Costantinopoli (secoli XVI-XVII)"
3. Umberto Signori, "Il ruolo delle risorse legali prodotte da Costantinopoli nelle dispute diplomatiche tra ufficiali ottomani e consoli veneziani"
A linguistic enquiry about the semantic fields of neutrality and balance in Paolo Paruta's politi... more A linguistic enquiry about the semantic fields of neutrality and balance in Paolo Paruta's political works.
On 7 March 1573, after only three years, the Holy League (mainly Spain, Papacy and Venice) split ... more On 7 March 1573, after only three years, the Holy League (mainly Spain, Papacy and Venice) split up. The Most Serene Republic came to an agreement with the Ottoman Empire it had defeated just two years before in the glorious Battle of Lepanto (1571). There was a general outcry from all Europe: Venice, the merchant Republic, sold out its dominion (Cyprus) and its dignity to the enemy. Was it the truth? Why Venetians would have act like that, if they were the driving force of the Holy League (formed after Ottoman attack against Venetian Cyprus, 1570)? Paolo Paruta, a young writer, wrote a Discorso in order to justify this decision: a linguistic and rhetorical analysis of this work is going to help us to understand Venice’s reasons. Paruta, an honest spokesman of his city’s mentality in early 1570s, can introduce us to each matter (pro pace or pro bello) of this hard contention the Lion Republic had to face in this turning point of its history.
In his Discorsi Politici (1599) the Venetian Ambassador Paolo Paruta (1540-1598) analyzes several... more In his Discorsi Politici (1599) the Venetian Ambassador Paolo Paruta (1540-1598) analyzes several topics from ancient and modern History. Writing during the passage from Late Renaissance to the Age of Raison d’État, Paruta has the opportunity to face the new Renaissance warfare: mercenary troops, modern State armies, gunpowder and fortifications. As Ambassador of the Most Serene Republic in Rome, he announced to Pope Clement VIII the building of Palmanova fortress (1593); as political writer, he shows a deep aware of this historical turning point for Venice. The Lion Republic, harshly defeated in the Battle of Agnadello (1509), can aim no more for an offensive war, it has just to try to defend its territory from the Hapsburg and the Turks. So politics and military tactics match together: as mouthpiece of the Venetian neutrality, he opts for defensive tactics. This basic choice works as historiographical criteria, too: Charles V was right in not attacking Suleiman the Magnificent during the two Sieges of Vienna (1529, 1532); the Venetian Republic was betrayed during the Italian Wars by its offensive commanders, such as Bartolomeo d’Alviano. The last sentence of Paruta’s book («[W]here the business is doubtful and difficult, we must rather adhere to that which holds us from doing any thing, then to what eggs us on») is very far from the final, offensive exhortation of Machiavelli’s Principe: Venice and Florence have different points of view not only in the Parliament, but in the battlefield too. Yet the whole Italian Renaissance is on its last legs, under the Spanish dominion of the Peninsula. No more place for Scipio Africanus: the wise Parutian politician should follow the example of Fabius Maximus in his struggle to save the borders of the State.
Storia Dello Sport. Rivista Di Studi Contemporanei , 2020
Review of: Luigi Robuschi, La croce e il leone. Le relazioni tra Venezia e Ordine di Malta (secol... more Review of: Luigi Robuschi, La croce e il leone. Le relazioni tra Venezia e Ordine di Malta (secoli XIV-XVIII) (2015)
Laboratoire Italien, XI (2011), pp. 348-350., 2011
Trascrizione (priva di apparato critico) del testo della scrittura espurgatoria romana della Perf... more Trascrizione (priva di apparato critico) del testo della scrittura espurgatoria romana della Perfettione della Vita Politica di Paolo Paruta. Il testo è commentato in http://bit.ly/2J5yNIL
Trascrizione dei tre libri "Della Perfettione della Vita Politica", dialogo di Paolo Paruta, pubb... more Trascrizione dei tre libri "Della Perfettione della Vita Politica", dialogo di Paolo Paruta, pubblicato per la prima volta a Venezia nel 1579. Il testo segue l'edizione Monzani del 1852. Ultimo aggiornamento: 02/09/2017.
Trascrizione dei due libri dei "Discorsi Politici" di Paolo Paruta, pubblicati per la prima volta... more Trascrizione dei due libri dei "Discorsi Politici" di Paolo Paruta, pubblicati per la prima volta (postumi) a Venezia nel 1599. Il testo segue l'edizione Monzani del 1852.
Trascrizione (fondata sulla edizione Alberi) della Relazione dell'ambasciatore della Repubblica d... more Trascrizione (fondata sulla edizione Alberi) della Relazione dell'ambasciatore della Repubblica di Venezia Paolo Paruta, tornato dall'ambasceria presso la Santa Sede (1592-1595), durante il pontificato di Clemente VIII. Ultimo aggiornamento: 16/01/2017.
Trascrizione della "Lettera di Gentiluomo Veneziano" (questo il titolo tradizionale), lettera ind... more Trascrizione della "Lettera di Gentiluomo Veneziano" (questo il titolo tradizionale), lettera indirizzata nel 1581 da Paolo Paruta ad uno dei tre Capi di X (con molta probabilità Antonio Tiepolo), circa la decisione di passare dal latino all'italiano nella scrittura della Historia Vinetiana.
Il testo segue l'edizione Monzani del 1852.
Ultimo aggiornamento: 14/05/2017.
Trascrizione della "causa" disputata nel 1565 fra Paolo Paruta e Angelo Dolfin sul ruolo della Re... more Trascrizione della "causa" disputata nel 1565 fra Paolo Paruta e Angelo Dolfin sul ruolo della Repubblica di Venezia durante l'Assedio di Malta (1565).
Trascrizione degli unici tre sonetti di Paolo Paruta finora editi, pubblicati originariamente da ... more Trascrizione degli unici tre sonetti di Paolo Paruta finora editi, pubblicati originariamente da Moschetti nel 1895:
1. "Alma real di vera gioia erede";
2. "Se potesse la rima in presso al vero";
3. "Mancano i versi e già secca è la vena".
What Paolo Paruta said in 1589 about "Annali" by Venetian Secretario Ambrogio Ottobon. Ultimo agg... more What Paolo Paruta said in 1589 about "Annali" by Venetian Secretario Ambrogio Ottobon. Ultimo aggiornamento: 03/04/2016.
Trascrizione della lettera dedicatoria (Giovanni Paruta e fratelli a Francesco Barbaro, 01/08/159... more Trascrizione della lettera dedicatoria (Giovanni Paruta e fratelli a Francesco Barbaro, 01/08/1599) dei "Discorsi Politici" di Paolo Paruta (Venezia, 1599). Il testo segue l'edizione Monzani del 1852
Indice dei Nomi dei tre volumi contenenti i dispacci scritti fra il 1592 e il 1595 dall'allora Am... more Indice dei Nomi dei tre volumi contenenti i dispacci scritti fra il 1592 e il 1595 dall'allora Ambasciatore Ordinario di Venezia, Paolo Paruta (1540-1598), presso la corte di Clemente VIII a Roma - compreso link per consultarli integralmente. Ultimo aggiornamento: 02/09/2015.
Database contenente una raccolta di tutte le marche pinelliane finora disponibili. Per una migli... more Database contenente una raccolta di tutte le marche pinelliane finora disponibili.
Per una migliore visualizzazione, si consiglia di scaricare il file.
Prima di consultare il database, ci consiglia di leggere
https://czasopisma.uni.lodz.pl/escripta/article/view/5948
Trascrizione dell'inventario (conservato in: Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Pinell... more Trascrizione dell'inventario (conservato in: Venezia, Archivio di Stato, Archivio Proprio Pinelli, 2) dei testi sequestrati dalla Repubblica di Venezia in casa di Gian Vincenzo Pinelli dopo la sua morte, nel 1601.