Percorsi di lavoro autonomo e integrazione degli immigrati (original) (raw)
Related papers
IL Lavoro autonomo degli immigrati di Eugenio Zucchetti
Tali attività presentano fenomeni di mobilità occupazionale e di crescita professionale che documentano uno sviluppo dei progetti migratori e un avanzamento dei processi di inserimento nei sistemi sociali locali nel nostro Paese
Basi informative e politiche di integrazione per gli immigrati
Stato e mercato, 2007
The credibility of numbers, or indeed of knowledge in any form, is a social and moral problem T.M. Porter, Trust in Numbers, 1995 La popolazione immigrata appare nella sua accezione di senso comune come un universo compatto e ben definito, dalle caratteristiche omogenee, e spesso nettamente distinto da quello degli «italiani». Dai tentativi di individuarne in modo puntuale gli aspetti quantitativi e qualitativi sembra tuttavia emergere uno scenario diverso. Appare, cioè, un insieme fluido e dai contorni imprecisi, le cui dimensioni e caratteristiche possono variare anche sensibilmente a seconda del criterio che si adotta per circoscriverlo. Lo stesso vale per le politiche in materia di immigrazione. La molteplicità degli attori coinvolti e una divisione spesso non chiara delle competenze, nonché la pluralità degli obiettivi e degli interventi, rendono infatti complessa la definizione dei loro confini.
Cosenza, 27-28 settembre 2012 1. Introduzione: tre dimensioni di analisi poco esplorate La letteratura internazionale sulla diffusione del lavoro autonomo tra gli immigrati è vastissima e il tema è stato oggetto di studio anche in Italia, dove negli ultimi anni si è verificato un aumento molto rapido del numero di titolari d'impresa nati all'estero. Tuttavia, come mettono in luce alcuni autori (Rath e Kloosterman 2000; Codagnone 2003; Jones e Ram 2007), raramente le analisi sul lavoro autonomo degli immigrati mettono a confronto le loro caratteristiche con quelle dei lavoratori autonomi autoctoni, in alcuni casi rifacendosi in modo a-problematico a supposti caratteri "etnici" delle attività dei primi (Zanfrini 2008). D'altra parte gli studi sul lavoro autonomo spesso tendono a trascurare del tutto o considerare solo marginalmente le differenze esistenti tra autoctoni e immigrati, sebbene in molti paesi questi ultimi rappresentino una quota consistente dei lavoratori indipendenti. Questo paper si propone di cominciare a colmare questo vuoto, muovendosi tra due filoni di letteratura molto ampi e con pochissimi punti di contatto e utilizzando i dati Eurostat per mettere a confronto le caratteristiche dei lavoratori autonomi immigrati e autoctoni in cinque paesi europei. Accanto al confronto tra stranieri e nativi, le differenze tra contesti nazionali, pertanto, rappresenteranno la seconda dimensione comparativa di analisi. Anche questa risulta ad oggi poco esplorata. Come è noto, l'incidenza del lavoro indipendente sul totale dell'occupazione non è eguale in tutti i paesi dell'Europa a 15 ma è particolarmente elevata in Italia, dove nel 2008 poco meno di un quarto dell'occupazione extra-agricola si concentrava nel lavoro indipendente, e registra valori sopra la media OECD (14%) anche in Grecia, Spagna e Portogallo, mentre in Francia e Danimarca è sotto il 10% (Pedersini e Coletto, 2010). Si tratta di differenze ampie che tuttavia non vengono praticamente mai prese in considerazione dagli studi sull'ethnic business, i quali si concentrano
Analisi degli interventi di integrazione rivolti alle donne immigrate
Isfol OA:< http://hdl. handle. net/10448/194, 2009
Il presente rapporto di ricerca è il prodotto di un indagine quali-quantitativa svolta per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali -DG dell'Immigrazione, a valere sul Fondo Europeo per l'Integrazione, nei mesi di settembre-novembre 2009. L'indagine C. A.T.I. prevista dal progetto di ricerca è stata condotta dalla società Pragma Research Srl nel mese di ottobre 2009. Gli approfondimenti qualitativi si basano su focus group organizzati nelle Province di Prato, Modena e Brescia nel mese di novembre 2009. Il rapporto è a cura di Marco Marucci e Claudia Montedoro. Sono autori del volume: Si ringrazia inoltre la DG dell'Immigrazione ed in particolare il Direttore Generale Dott. G.M. Silveri e la Dott.ssa G. Viglietta per la collaborazione offerta ai fini della realizzazione delle attività progettuali. ANALISI DEGLI INTERVENTI DI INTEGRAZIONE INDICE RIVOLTI ALLE DONNE IMMIGRATE INDICE PREMESSA p. 1 INTRODUZIONE -Il concetto di integrazione, dalla teoria alla pratica, p. 5 Il concetto di integrazione: teorie e modelli Le molteplici dimensioni dell'integrazione CAP. 1 -Il contesto internazionale ed europeo: flussi migratori e politiche, p. 24 Il fenomeno delle migrazioni internazionali Le principali linee di indirizzo delle Organizzazioni internazionali L'immigrazione nell'Unione Europea e linee di principio per le politiche di integrazione CAP. 2 -La migrazione al femminile: arrivi e permanenza delle donne straniere in Italia, p. 47 Progetti migratori al femminile in Italia Un po' di storia La situazione attuale Evoluzioni legislative: soggiorno, regolarizzazioni e cittadinanza Le regolarizzazioni CAP. 3 -Una lettura del fenomeno dell'integrazione femminile per ambiti di interesse, p. 63 Donne migranti fra tradizioni e modernità Ambiti di pertinenza per l'integrazione delle donne straniere 1. Famiglie, ricongiungimenti e matrimoni misti 2. Formazione linguistica e intercultura 3. Formazione professionale e inserimento lavorativo 4. Lavoro: Donne straniere nel mondo del lavoro 4.1 Lavoro domestico e di cura 4.2 Imprenditoria femminile Capitale sociale delle migranti e l'associazionismo Il fenomeno della tratta e della prostituzione Salute delle donne e diritti riproduttivi La gestione della gravidanza e del parto ANALISI DEGLI INTERVENTI DI INTEGRAZIONE INDICE RIVOLTI ALLE DONNE IMMIGRATE CAP. 4 -Terzo settore e integrazione sociale delle donne immigrate: un'analisi sugli enti iscritti alla prima sezione del registro nazionale (art.42 D.lgs 286/98), p. 91 Gli enti e le associazioni che operano a favore degli immigrati Il Registro degli enti e delle associazioni che operano a favore degli immigrati La survey sulle associazioni iscritte al Registro nazionale: caratteristiche dell'indagine e metodologia Una prima esplorazione degli enti iscritti al registro Caratteristiche organizzative 1. Mission e utenza prevalente 2. Le risorse umane: operatori e volontari 3. Le risorse umane: operatori e volontari 4. Reti e collaborazioni istituzionali L'analisi degli interventi realizzati dagli enti iscritti al registro Caratteristiche di base degli interventi Aree e ambiti d'intervento La qualità degli interventi Una prima sintesi dei risultati CAP. 5 -Le buone pratiche per l'integrazione delle donne immigrate, p. 136 La metodologia adottata per la selezione Le buone pratiche selezionate p.146
This article investigates the insertion process of Maghreb immigrants in the economic and social life of a Central Italian industrial district (Pesaro-Urbino, in the Marche region). The author argues that the mere fact of being employed does not generate either "integration"or "acceptance" into the Italian society. In fact, what is more important for the natives is: the working discipline of the foreigners, their subordination to the Italian management and colleagues, and the number of worked hours.
Il presente contributo si propone di studiare le specificità del modello di insediamento territoriale dei migranti in Italia. Tali specificità sono rintracciabili nel legame che storicamente intercorre tra il fenomeno migratorio in Italia, nelle sue diverse espressioni (emigrazione, migrazione interna e immigrazione), e i profondi squilibri sociali ed economici tra diverse regioni e aree geografiche della penisola. Dai dati dell’ultimo Censimento emerge che i sistemi locali del lavoro con la maggiore incidenza di immigrati in Italia sono soprattutto aree a sviluppo diffuso a forte concentrazione manifatturiera, in particolare distretti industriali. Tale tendenza, tuttavia, si è interrotta in seguito alla crisi del 2007-2008. Negli anni più recenti si registrano da un lato la fuoriuscita di addetti stranieri dai sistemi manifatturieri, soprattutto del Nord-est, dall’altro maggiori possibilità occupazionali nel settore primario, molto diffuso nelle regioni meridionali, e nei servizi a bassa qualifica, tipici delle aree metropolitane. È certamente prematuro stabilire se i mutamenti in atto determineranno una vera e propria trasformazione del modello di insediamento territoriale dei migranti. I dati analizzati in questo articolo, tuttavia, mostrano che la crisi economica ha colpito duramente i lavoratori immigrati, acuendo così le diseguaglianze nel reddito e nelle condizioni lavorative. Si pone quindi l’esigenza di politiche attente a evitare fenomeni di esclusione e scompensi territoriali che possono minare seriamente gli equilibri socio-economici complessivi del paese.
Un modello neo-schiavistico d'inclusione dei migranti: Il caso del lavoro domestico e di cura
Scienza e pace, 2010
Nel corso degli ultimi due decenni, la produzione di migranti "irregolari" si è affermata gradualmente come asse portante del nostro siste sociale, così come il circolo irregolarità-sanatorie è assurto a perno tanto delle logiche della legittimazione politica, quanto di quelle del mercato . Sul primo versante, la repressione dei migranti diventa una delle principali arene politiche in cui si contendono degli elettori; sul secondo versante, la condizione di illegalità dei migranti favorisce il loro impiego con una remunerazione irrisoria e con non solo la sopravvivenza di imprese che non potrebbero permettersi di retribuire regolarmente i loro lavoratori, ma soddisfa anche biso primari delle famiglie italiane, a cui il welfare state non è assolutamente in grado di rispondere. In parallelo, si è diffuso una sorta di razz economicistico strisciante che, partendo dalla visione dei migranti come "risorse" indispensabili per il sistema produttivo di beni e serviz allo stesso tempo, soggetti esclusi dai circuiti assistenziali e previdenziali, ha impercettibilmente condotto alla creazione di un modello d inclusione sociale neo-schiavistico.
Street-Level Bureaucrats e integrazione dei migranti
Sociologia del diritto, 2023
Sommario L'articolo affronta la questione di come gli street-level bureaucrats si sono adattati e hanno reagito alle difficoltà causate dai cambiamenti decisi dai policy maker nel campo delle politiche sociali e in particolare nelle politiche migratorie. Questi cambiamenti sono stati caratterizzati essenzialmente dal taglio della spesa sociale. Il tema è stato affrontato attraverso l'analisi empirica condotta con due ricerche in altrettanti contesti italiani, grazie alle quali è stato possibile effettuare un confronto ed evidenziare punti in comune e differenze degli street-level bureaucrats dei due territori.