Antonio Paolucci (1939-2024) (original) (raw)

Angelo Colocci

per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poetici di vario genere, con un interesse specifico per l'indagine intorno al tema del riso e della facezia e il correlato oggetto poetico dell'epigramma (si vedano complessivamente Convegno su una sintesi in Bernardi 2010). a questo si aggiunge una non esigua produzione poetica in proprio (latina e volgare) che costituisce l'unica parte, per cosí dire, "emersa" -per quanto decisamente postuma -dell'opera colocciana: nel 1772, l'abate marchigiano giovan francesco lancellotti pubblicò infatti a Jesi, con un interessante commento, molte delle Poesie italiane e latine di mons. Angelo Colocci, che egli aveva tratto dai suoi sparsi autografi conservati presso la Biblioteca Vaticana.

Paolo Comanducci. A detached man

Conosco Paolo Comanducci sin dal tempo della sua tenera età accademica, che notoriamente corrisponde alla fruizione di una borsa di studio. Nel 1974, insieme a Mirella Urso e Vittorio Villa, avevo pubblicato un libro sull'interpretazione giuridica 1 , che aveva attirato l'attenzione di Giovanni Tarello. Questa è stata l'oc

Antonio Pucci - XIX inediti

Il Propugnatore Periodico bimestrale di Filologia, di Storia e di Bibliografia Instituito e diretto da Francesco Zambrini. Tomo XI. - Parte II. Bologna Presso Gaetano Romagnoli Libraio-Editore della R. Commissione pe' testi di Lingua, 1878, pag. 105 e seguenti. Articolo di Alessandro D'Ancona. Trascrizione a cura di Valerio Sampieri. XIX SONETTI INEDITI DI ANTONIO PUCCI Il compianto alunno mio Enrico Frizzi trovò nel cod. riccardiano 1103 i seguenti Sonetti di Antonio Pucci, e li copiò per far cosa grata a me, ch'ei sapeva collettore delle rime di questo antico fecondissimo poeta fiorentino. E poichè nel codice, per essersi imbrogliate le carte, i Sonetti non procedevano in regola, rimise egli l'ordine nel singolare componimento, che con titolo comprensivo, fu dal Pucci chiamato Sonetto d' amore. La copia riuscì diligentissima: ma rimangono tuttavia alcune dubbiezze di lezione ed alcune lacune, a sanar le quali sarebbe desiderabile che per tutti i Sonetti si trovassero altri apografi, come pel primo e pel secondo mi è avvenuto in un codice, marciano (zeniano, colc, p. 89). Ma i Sonetti sesto e decimoterzo restano maculati dal difetto di qualche verso per innavvertenza del primo scrittore del codice. Ciò però non mi trattenne dalla pubblicazione, tanto più che nuove ed assidue ricerche nei codici delle Biblioteche fiorentine non condussero a felice risultato. Se altri sarà più fortunato, questa Corona di Sonetti potrà quandochessia tornare a luce integralmente e con più corretta lezione. Per a desso l'erudito lettore la vorrà gradire come possiamo offrirgliela.-E ben crediamo che potrà davvero riuscirgli gradita, e ch'ei non resterà di troppo offeso da certe erotiche licenze di immagini e di parole. Pensi egli ai tempi in cui questi Sonetti furono scritti, ai costumi che rappresentanoo, alla cultura dell' Autore , alla libertà popolana della sua Musa. Era passata l'età della purissima, ma quasi interamente soggettiva poesia di Dante e di Petrarca: e il rapsodo plebeo che accordava la rozza sua lira ai sensi, anzi agli istinti della cittadinanza fiorentina, non poteva alzarsi alle idealità platoniche dell' arte: e nè in cuor suo nè in quello del popolo avrebbe trovato di tali squisitezze poetiche. Pure, in difetto di altri pregi, vi è qui una tale ingenuità e un tal lepore nel racconto stesso dell'amore colpevole, e la forma del componimento è sì nuova e bizzarra, così vivo il dialogo e naturale lo svolgimento narrativo, che queste umili rime dell'Araldo fiorentino dovranno piacere a chiunque le legga, nè alcuno, ne siam certi, vorrà rimproverarci di aver vinto ogni scrupolo e procuratane la pubblicazione.

Giovanni Antonio Cucchi (1690-1771)

Università degli Studi di Milano, 2023

Catalogo delle principali opere note di Giovanni Antonio Cucchi (1690-1771), nato a Campiglia Cervo – frazione gli Ondini – e morto a Milano. Rispetto all'ultima tesi sul pittore redatta nel 1995-1996, sono riuscito ad aggiungere al catalogo del pittore un discreto numero di dipinti fino ad oggi assegnati ad altri pittori od a sconosciuti artisti. Ringrazio tutte le istituzioni che hanno appoggiato questa mia ricerca.

Angelo Colocci (Jesi [Ancona], 1474 - Roma, 1549)

Questo contributo fornisce l'elenco (aggiornato fino all'anno 2014) di tutti i codici manoscritti o testi a stampa sui quali è possibile rintracciare postille di mano di Angelo Colocci, nonché sue pagine autografe (lettere, appunti, componimenti). Il regesto è corredato da una scheda biografica e relativa alle linee di ricerca concernenti il personaggio, da un'ampia bibliografia e da una descrizione paleografica della mano dell'umanista (a cura di Antonio Ciaralli).

Un Plinio appartenuto a Giorgio Antonio Vespucci

ausiiio, per quel che riguardava 1e parti in greco, di Teodoro Gaza, 1o stampatore veneziano Nicolas Jenson ne pubblicava una ristampa con minime varianti,. Uno di questi esemplari è conservato presso 1a Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze con segnatura A_r9r; non appena io si comincia a sfogliare, colpisce 1a decorazione presente nella carta iniziale de1 proemio del1a Naturalis Histotia indirizzato alf imperatorevespasiano: trattasi di due fregi a bianchi girari, uno che occupa i1 margine interno e comprende 1a capitale a foglia d'oro, l'altro posto ne1 margine inferiore, al centro del quale spìcca 1a doppia etligie tipica dei libri di Giorgio AntonioVespucci (t44? -r5t4), recante a sinistra in campo azzurro ' Su questo noto stampatore, si veda ora M. LowRy, Nicolas Jenson e le origini dell'editor{a veneziana nell'Europa del Rinascimento (trad. it. dr G. Scuo»rn), Roma, llveltro, z,ooz. Per ulteriore bibliografia sull'incunabolo si veda la scheda registrata in Incunabula Short Title Catalogue (http://istc.bl.uk) alla sigla identifi cativa ISTC ipoo787ooo. ' Si tratta di ISTC ipooT88ooo; nella scheda relativa si trova anche il rinvio alla descrizione del BSB Ink (http://inkunabeln.digitale sammlungen.de) della Bayerische Staats Bibliothek, nel quale si recupererà 1'ordinata indicazione dei testi che accompagnano la Naturalk historid, ovyero due lettere di Plinio i1 Giovane, rispettivamente a Marco e a tcito, excerpta riguardanti Plinio ilVecchio tratti da1

156 - Stefano Priuli (1946-1990)

Stefano Priuli è morto ad appena 44 anni il 3 settembre 1990. Crediamo che la sua perdita non sia stata solo di valore circoscritto, non fosse altro perché il Priuli ha avuto la capacità di dare propri importanti contributi ad una ricerca storica sul mondo antico concepita in modo non angusto. Ma è chiaro che per noi, che ben l'abbiamo conosciuto ed apprezzato e che a lui siamo stati legati da profondi vincoli d'affetto, la perdita è stata particolarmente amara e crudele 1 .

Riccardo Picchio (1923-2011)

Riccardo Picchio (1923-2011), Studi Slavistici, 2011

Il 13 agosto 2011 a New Haven si è spento Riccardo Picchio, lo slavista italiano indubbiamente più noto in ambito internazionale, le cui idee -acclamate o, a volte, criticate -hanno lasciato un'impronta indelebile sugli studi slavistici, in particolare paleoslavistici, della seconda metà del Novecento. Nato il 7 settembre 1923 ad Alessandria, Riccardo Picchio cresce e compie i primi studi nella città natale. Dei piemontesi condivideva alcuni tratti caratteriali tipici: considerava il lavoro il punto centrale della vita, aveva un acuto senso del dovere sociale e professionale e affrontava le persone, le loro idee e i loro sentimenti, con una fine ironia che, però, in nessun modo escludeva l'affetto. Nel 1941, trasferitasi la famiglia a Roma, Picchio s'iscrive alla "Sapienza" con l'intenzione di studiare germanistica. La sua innata curiosità, però, lo spinge a seguire anche lezioni di filologia romanza, di letterature sia americana che russa ("facevo filologia alleata", come egli stesso dirà più tardi, e non solo per scherzo), nonché, con Enrico Damiani, di lingua e letteratura bulgara. Sarà proprio Damiani a raccomandarlo per un corso di specializzazione in Bulgaria nell'anno accademico 1942/43 che, però, verrà interrotto dopo meno di due mesi e Picchio verrà rispedito in Italia perché il suo comportamento aveva deluso i rappresentanti ufficiali dell'Italia mussoliniana a Sofia 1 . Giacché però il primo amore non si scorda mai ("non arrugginisce", come si dice in bulgaro), i temi bulgari rimarranno una costante nelle ricerche di Picchio, dalla sua tesi di laurea sull'occidentalismo conservatore di Penčo Slavejkov (1946) agli studi degli anni Novanta, inseguendo un cammino a ritroso: dal modernismo letterario alla Rinascita nazionale bulgara e poi alla letteratura medievale.