IL SOSPETTO DI UN NOME (original) (raw)
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Svegliati orsù, Asclepio Paieo, signore di tutti gli uomini, dolce fiore di Apollo e della sublime Coronide, cancella dalle palpebre il tuo sonno ed ascolta le preghiere di tali mortali che spesso e mai vanamente cercano d'ingraziarsi il tuo potere, com'anche quello della benigna Igea. Orsù dolce Asclepio, svegliati e ascolta il tuo inno.
EXPOGATE: I NOMI E LE VERGOGNE
Erano i tempi in cui l'allora governatore Roberto Formigoni diceva: «L'attività e i risultati di Infrastrutture Lombarde rappresentano il METODO con cui abbiamo VOLUTO CARATTERIZZARE l'esperienza di governo regionale in questi anni». Ai VERTICI del consiglio di sorveglianza -e convocato per tale motivo il 14 maggio dai funzionari incaricati da Maroni di fare luce sulla vicenda -c'era il ciellino Raffaele CATTANEO, tra i politici più vicini a Formigoni e oggi presidente del Consiglio regionale.
Tre studi sulla tradizione ebraica circa il divieto di nominare il Nome di Dio: E. Levinas, G. Scholem, D. Di Cesare.
Sono passati ormai 33 anni da quando il filosofo francese Jean-François Lyotard, che era stato invitato dal governo canadese a studiare la situazione delle università del paese, pubblicò il suo rapporto su quella che chiamò la «condizione postmoderna», 1 caratterizzando così la situazione storica in cui si trovava la società contemporanea. Sono passati 28 anni da quando la rivista britannica «New Left Review» ha pubblicato un densissimo saggio dello studioso americano Fredric Jameson intitolato Postmodernismo o la logica culturale del tardo-capitalismo, 2 e 26 anni da quando lo storico dell'architettura Charles Jencks si è chiesto, dal suo punto di vista, cosa potesse essere il «postmodernismo» e se si potesse parlare, in proposito, di «nuovo classicismo in arte e architettura». 3 Più o meno negli stessi anni il semiotico italiano Omar Calabrese, allievo di Umberto Eco, si è chiesto, dal suo punto di vista, se si potesse parlare di «età neobarocca». 4 Da allora le discussioni sull'argomento sono state intensissime e confuse e le dichiarazioni che il postmodernismo, nato negli anni Ottanta, fosse ormai morto e defunto molto numerose.
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Nuovo Umanesimo: Quando il nome non significa-Alla ricerca di uno statuto di Pino Rotta Quando affrontiamo la questione del "nuovo" viene quasi automatico collocare il nostro punto di osservazione come se guardassimo noi stessi che stando fuori da una bolla, magari fumosa e non ben penetrabile alla vista, come dovessimo osservare un fenomeno che è altro rispetto a noi al tempo stesso indagatori ed oggetto dell'indagine. Sostanzialmente un paradosso spazio-temporale. Un paradosso che secondo Gödel comportava che "per ogni sistema formale di regole ed assiomi è possibile arrivare a proposizioni indecidibili, usando gli assiomi dello stesso sistema formale", ma che la logica oggi rimette in discussione cercando di limitarne la portata. Questo ci permette di indagare dall'interno la nostra cultura (speculazione) mentre stiamo operando dall'esterno quanto dall'interno per realizzarla ed indirizzarla verso un obiettivo (prassi). Allora vediamo di mettere in discussione la possibilità di indagare questo concetto racchiuso in due termini "NUOVO"-"UMANESIMO". Si pone una prima questione che attiene all'aggettivo ed al sostantivo che esso intende caratterizzare. Così nominando il "nuovo umanesimo" ci troviamo, come osservatori in una terra di mezzo che mostra alle nostre spalle i fasti del Rinascimento (fenomeno intensamente italiano, anche se possiamo trovare analoghi periodi nella storia asiatica ed in quella araba), epoca in cui la bellezza e la speculazione spiccarono il volo e raggiunsero vette sublimi, mentre dinnanzi abbiamo ciò che non conosciamo e che per definizione chiamiamo nuovo con una sorta di evocazione anelante, ed in più con istanze di una rinascita umanista che provengono anche da molto fuori dal confine della patria del Rinascimento. Istanze che si manifestano nei più diversi campi dell'azione umana, dall'architettura delle città e dell'ambiente, alla musica, alla politica, all'economia, alla filosofia.
Marco Merlini, Un monastero benedettino sul Monte Athos X-XIII secolo, Tipografia Editrice S. Scolastica, Subiaco, 2017
Abibo, diacono e martire a Edessa (nell'antica Siria) la cui storia agiografica è stata probabilmente tradotta dal greco al latino dallo scriptorium di Amalfion: 170. Adalberto di Praga, vescovo, martire e santo (c. 956-997): 95. Adriano, imperatore romano (76-138, regnante 117-138): 192.
Questo lavoro, non pubblicato, è una presentazione introduttiva di "Nome e Necessità" di Saul Kripke. Una versione modificata e più breve di questo lavoro è in fase di pubblicazione presso "Biblioteca Analitica. Linguaggio, Conoscenza e Mente" a cura di G. Bonino, C. Gabbani e P. Tripodi, Carocci.
Rassegna giuridica umbra, 2001
Sommario: 1. Il diritto al nome ―2. Internet e i nomi a dominio ―3. Domain grabbing e cybersquatting ―4. La tutela giudiziaria del nome a dominio ―5. Domain grabbing ―6. Cybersquatting
Orpheus, 2007
Discussion about the origin of the name "Peratai", attributed to a gnostic group in Elegchos V,12-18 by Ps.Hippolyte. The Greek etimology links it to the verb "peran" = "to pass", and to a paschal background, which highlights a deep connection with the Christianism and Judaism of I-II a.D.